Ferdinando Toderini

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Ferdinando Toderini de' Gajardis dalla Volta

Ferdinando Toderini de' Gajardis dalla Volta, patrizio veneto (8 febbraio 1727 – ...), è stato un letterato e intellettuale italiano del XVIII secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Teodoro e della N.D. Maddalena Priuli, nato l'8 febbraio 1727 si sposò con la N.D. Lucrezia Longo nel 1766, da cui ebbe Maria[1], Teodoro nato nel 1770 sposato nel 1797 con Elena Bocchi e Maddalena Maria Teresa, spostatasi il 9 febbraio 1788 con Marsilio Annibale Papafava dei Carraresi. Fu iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Veneta il 18 febbraio 1727.[senza fonte]

Discendente dai conti Gagliardis dalla Volta, abitò a Codognè nella sontuosa villa fatta costruire dai suoi predecessori su disegno dell'architetto padovano Gerolamo Frigimelica, fu membro del Consiglio dei Quaranta[2].

Nella sua casa di Codognè, ospitò il giovane Ugo Foscolo[3], il quale dedicò due odi: La Croce e Il mio tempo alla figlia Maria[4][5] in occasione della sua monacazione. Queste odi, assieme ad opere di altri letterati italiani contemporanei, tra cui Paolo Costa[6] furono raccolte da Gaetano Fiacchi e sono contenute in un Canzoniere[7] in tre volumi, fatto stampare dal Toderini per l'occasione in cui la figlia vestì l'abito sacro[8].

La Critica alla commedia goldoniana Il filosofo inglese fatta da Giorgio Baffo è indirizzata contro Ferdinando Toderini[9], che aveva difeso ed elogiato quest'opera di Goldoni, accostando la figura del protagonista Jacobbe agli antichi stoici e rimarcando l'abilita goldoniana di mostrare i sentimenti dei personaggi tramite le loro azioni, piuttosto che con le parole[10]. Come ringraziamento Goldoni gli offre la dedica de Le Massere.

Anche Iacopo Vittorelli dedica quattro componimenti poetici a Fernando Toderini: La XXXII ode fu scritta «per la recuperata salute del nobil uomo Ferdinando Toderini»[11], mentre il XIV sonetto in occasione di un carnevale.[12] I sonetti XVI e XVII sono in occasione della monacazione della figlia.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Risulta che una Maria, sorella di Maddalena Toderini Papafava, si sia monacata nel 1796 Classici italiani Archiviato l'8 novembre 2008 in Internet Archive.. Allo stesso tempo, però, le uniche esponenti della famiglia Toderini col nome «Maddalena» dalla metà del XVIII secolo sono dichiarate come appartenenti a ramo distinto da quello di Ferdinando da F. Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle Provincie Venete, Tip. Alvisopoli, Venezia 1830, p. 311.
  2. ^ Gaetano Cozzi, Repubblica di Venezia e Stati italiani: politica e giustizia dal secolo XVI al secolo XVIII, Einaudi, 1982
  3. ^ Villa Toderini Archiviato il 19 aprile 2009 in Internet Archive.
  4. ^ Vedi anche Angelo Ottolini, Bibliografia Foscoliana, La Nuova Italia, 1928.
  5. ^ Codognè, la camera di Foscolo a Villa Toderini: “La vista mozzafiato sul parco ha influito sull’ispirazione del poeta”, su qdpnews.it, 5 agosto 2020. URL consultato il 21 agosto 2023.
  6. ^ Armando Balduino, L'Ottocento, Storia Letteraria d'Italia, Piccin, 1990, p. 269.
  7. ^ La notizia che i due componimenti del Foscolo furono pubblicati sul Canzoniere per la monacazione di nobil donzella veneta, scritto e stampato a Verona nel 1796 (seconda edizione, stamperia Giuliari), trova riscontro nel testo di Giuseppe Bonghi dell'Istituto Fauser cfr. nota seguente. Il testo fu poi ripresentato con varianti sulla rivista "Mercurio d'Italia", digitalizzata dalle Biblioteche milanesi.
  8. ^ Classici italiani, su classicitaliani.it. URL consultato il 3 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2008).
  9. ^ Critica del Filosofo Inglese Archiviato il 21 giugno 2010 in Internet Archive.
  10. ^ Osaki Sayano, Il filosofo inglese: una commedia goldoniana vista attraverso le critiche dei suoi contemporanei, Studi Italici, n. 57 (20071020) pp. 217-238 (riassunto online).
  11. ^ Iacopo Vittorelli, Poesie, commento di Attilio Simioni, Laterza, 1911; Carmelo Alberti, Goldoni, edizioni Salerno, 2004.
  12. ^ Tu, che le risa improvvide e lo scoppio
  13. ^ Qual io la veggio con un riso in bocca

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