Ferdinando Camuncoli

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Ferdinando Camuncoli
NascitaMilano, 27 maggio 1927
MorteColle dell'Acqua Buona, 3 giugno 1944
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armataAeronautica Nazionale Repubblicana
ArmaFanteria
CorpoParacadutisti
RepartoCompagnia, I Battaglione, Reggimento arditi paracadutisti "Folgore"
Anni di servizio1943-1944
GradoSoldato
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Frase celebreNoi vivi non passeranno!
dati tratti da Ferdinando Camuncoli Bandiera[1]
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Ferdinando Camuncoli (Milano, 27 maggio 1927Colle dell'Acqua Buona, 3 giugno 1944) è stato un militare italiano, decorato dalla Repubblica Sociale Italiana con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante la seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Milano il 27 maggio 1927, figlio del noto giornalista e scrittore Ezio, inviato speciale del Corriere della Sera. Frequentò il ginnasio presso il Collegio Salesiano Calai-Morioni di Gualdo Tadino.

Dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana,[1] entrando all’età di diciassette anni nell’Aeronautica Nazionale Repubblicana presso il centro di reclutamento di Ferrara.[1] Assegnato ai paracadutisti entrò in servizio presso la 7ª Compagnia del 1º Battaglione paracadutisti "Folgore", al comando del maggiore Mario Rizzatti, in fase di addestramento a Pistoia.[1]

Pochi mesi dopo il suo reparto, al comando del Tenente istruttore Romano Ferretto,[N 1] entrò in linea nel settore di Nettuno, e prese parte alla difesa[N 2] di Roma dall'avanzata delle truppe Alleati. Cadde in combattimento il 3 giugno 1944 presso il Colle dell'Acqua Buona, mentre nel tentativo di riconquistare un caposaldo caduto nelle mani delle truppe della 1ª Divisione fanteria inglese si lanciò all'attacco contro il nemico armato di pugnale e bombe a mano.[1] Per onorarne il coraggio il governo della Repubblica Sociale Italiana decretò la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Carlo Borsani gli dedicò la "Canzone di Nettuno".[N 3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare (Repubblica Sociale Italiana) - nastrino per uniforme ordinaria
«Studente volontario della prima ora, capo arma mitragliere, durante la difesa di Roma dava numerose prove d'ardimento. Gravemente colpito dal piombo nemico, ai compagni che volevano portarlo indietro imponeva che lo lasciassero sul posto e continuassero l'azione. Durante un successivo attacco nemico si prodigava nel rifornire l'arma passando con l'unica mano indenne, munizioni per la mitragliatrice; nel corso dell'azione difensiva da un contrassalto avversario tentava di respingere col pugnale la posizione da difendere, ma veniva colpito mortalmente e moriva assieme ai suoi camerati, abbracciato alla sua arma che non aveva voluto abbandonare. Bellissimo esempio di abnegazione e di amor patrio. Colle dell'Acqua Buona 3 giugno 1944.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Decorato con la Medaglia d’argento al valor militare sul campo e la Croce di Ferro di prima classe tedesca.
  2. ^ Il battaglione "Folgore" doveva bloccare l’avanzate dei mezzi nemici da Aprilia a Pomezia al km 39 della Strada Provinciale Laurentina.
  3. ^ "Sorgi a vincere il mondo, Italia mia, serena e forte come l'innocente anima nuova degli Eroi della Repubblica Sociale Italiana ,che in armi repubblicane vennero a Nettuno per morire d'amore".

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Dante R. Stritoli, Ferdinando Camuncoli Bandiera, in Meridiano d’Italia n. 66 n.s., 21 luglio 1958.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nino Arena, Nembo, Roma, IBN Editore, 2013, ISBN 8-87980-424-3.
  • Sandro Bassetti, Terni. Tre lager per Fascisti, Milano, Lampi di Stampa, 2009, ISBN 88-488-0926-X.
  • Gianni Bianchi, Per l'onore d'Italia-folgore. La storia di Umberto Bisaccioni nelle battaglie di Anzio-Nettuno-Castel Decima-Passo del giogo, Roma, Sarasota, 2012.
  • Antonio Leggiero, Per Amor di Patria, Pavia, Grafica MA.RO. srl editrice, 2007, ISBN 978-8-89018-076-7.
  • Giuseppe Rocco, Uomini di un tempo, Milano, Greco & Greco Editori s.r.l., 2000, ISBN 8-87980-225-9.
  • Giorgio Pisanò, Gli ultimi in grigioverde. Storia delle Forze armate della Repubblica Sociale Italiana (4 volumi), Milano, FPE, 1967.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]