Felice Amati

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Felice Amati

Ministro dell'interno del Regno delle Due Sicilie
Durata mandato5 giugno 1822 –
21 novembre 1830
MonarcaFerdinando I
Francesco I
Capo del governoLuigi de' Medici di Ottajano
PredecessoreGiovanbattista Vecchione
SuccessoreGiuseppe Ceva Grimaldi Pisanelli di Pietracatella

Dati generali
Prefisso onorificoMarchese
Partito politicoMurattiani
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Napoli Federico II
ProfessioneFunzionario

Felice Amati (Roccasecca, 17 maggio 1762Napoli, 16 gennaio 1843) è stato un politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studiò giurisprudenza all'Università di Napoli. Dopo la laurea entrò nell'amministrazione pubblica del Regno delle Due Sicilie e fece parte della Giunta della Cassa sacra, l'ente straordinario istituito dopo il devastante terremoto del 1783 col compito di espropriare i beni ecclesiastici e immetterli sul mercato al fine di creare una proprietà privata diffusa, e soppresso nel 1796 dopo una gestione fallimentare[1]. Avversò la Repubblica Napoletana (1799) e fu capo della segreteria del cardinale Ruffo. Nel successivo governo borbonico, Felice Amati fu funzionario del ministero delle finanze : nel gennaio 1803 fu nominato "presidente di Camera" dal ministro Zurlo e nell'aprile 1803 fu eletto referendario del Consiglio di finanza che era stato costituito dal nuovo ministro Francesco Seratti. Aderì comunque al regime di Giuseppe Bonaparte (1806) e nel novembre 1807 fu nominato membro della Commissione feudale, presieduta da Nicola Vivenzio, che era stata incaricata di verificare i titoli presentati dagli aristocratici per reclamare i loro diritto in riferimento alla legge 2 agosto 1806 di eversione della feudalità.

Dopo la Restaurazione Felice Amati rimase nell'amministrazione pubblica delle Due Sicilie e, per i suoi servizi, nel 1820 ottenne da Ferdinando I il titolo nobiliare di «marchese». Scoppiata la rivoluzione in questo stesso anno, l'Amati, considerato uomo di fiducia del Medici, fu chiamato a far parte del nuovo governo costituzionale come ministro delle finanze, assieme al Campochiaro, a Zurlo, da Ricciardi e Michele Carrascosa; ma si ritirò per motivi di salute. Ritornò al governo, come ministro dell'interno nel secondo ministero de' Medici, il 5 giugno 1822 e mantenne la carica fino al termine di quel governo (21 novembre 1830).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Placanica, Augusto. Cassa sacra e beni della Chiesa nella Calabria del Settecento, Napoli : s.n., 1970 (Ercolano : Poligrafica & cartevalori)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro dell'interno del Regno delle Due Sicilie Successore
Giovanbattista Vecchione 1822-1830 Giuseppe Ceva Grimaldi Pisanelli di Pietracatella