Faro di Tiberio

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Faro di Tiberio
Faro di Tiberio
Il faro di Tiberio ritratto in un'opera di Giacomo Brogi.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Campania
Provincia  Napoli
ComuneCapri (Italia)
CostruzioneI secolo d.C.
Anno ultima ricostruzioneEtà flavia
Altezza16 m; originariamente 20 m
Elevazionecirca 297 m s.l.m.

Il faro di Tiberio, talvolta indicato come faro di villa Jovis o come torre del Faro, si ergeva sul monte Tiberio, un'altura dell'isola di Capri. Edificato in epoca romana, con una base di forma quadrangolare, fu sormontato da una torre troncoconica, probabilmente in epoca medievale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

(LA)

«Teleboumque domos, trepidis ubi dulcia nautis
lumina noctivagae tollit Pharus aemula lunae.»

(IT)

«La casa dei Teleboi, dove faro spende per i trepidi naviganti
la sua luce, dolce emula della notturna errante luna.»

Il faro fu edificato per volontà dell'imperatore Tiberio, per offrire un punto di riferimento ai naviganti che percorrevano le rotte nel golfo.[6] Esso divenne così parte della rete di comunicazioni luminose del golfo di Napoli, insieme alle torri di segnalazione presenti nelle località di capo Miseno e punta Campanella; in tal senso veniva impiegato un codice, con emissioni di fumo durante il giorno e segnali luminosi, prodotti con l'accensione di fuochi, durante l'oscurità.

Il faro di Tiberio nell'Ottocento, in una cartolina di Carlo Brogi.

Secondo la testimonianza dello storico romano Svetonio, il faro crollò dopo pochi anni, a causa di un terremoto, e fu ricostruito durante l'età flavia.[7] Fu attivo anche in epoca medievale: secondo una leggenda diffusa in zona era custodito dagli eremiti della adiacente chiesa di Santa Maria del Soccorso.

Il faro nel 21° secolo

Il faro di Tiberio, infine, cessò le proprie attività a partire dal XVII secolo, e nell'Ottocento lo storico tedesco Ferdinand Gregorovius lo documentò allo stato di rovina. Fu solo nel XX secolo che, su iniziativa dell'archeologo Amedeo Maiuri, venne intrapresa un'opera di ricerca e scavo sull'intera area di Villa Jovis, portando alla luce la complessa struttura dell'edificio, con il collegamento alla torre di segnalazione; furono rinvenute anche alcune tracce dell'accensione dei fuochi usati per le segnalazioni.[7]

Il successivo restauro ha riportato la torre ad un aspetto per quanto possibile vicino a quello originario.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stazio, Silvae, 3,5 100-101.
  2. ^ Romanelli, p. 559.
  3. ^ Maiuri, p. 182.
  4. ^ Federico, p. 218.
  5. ^ Montanari, p. 516.
  6. ^ "L'imperator Tiberio rendette quest'isola più magnifica, con edificarvi [...], ed un faro per comodo de' Naviganti, che andavano per que' mari di Baja", in Dizionario geografico-istorico-fisico del regno di Napoli, composto dall'abate D. Francesco Sacco, Napoli, MDCCXCV, pag. 188
  7. ^ a b Scheda in Museo diffuso: La Mappa dei Beni Culturali e Naturalistici della Provincia di Napoli Archiviato l'11 novembre 2013 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Amedeo Maiuri, Itinerario flegreo, vol. 1, Bibliopolis, 1983, ISBN 88-7088-084-2.
  • Arvid Andrén, Capri - dall'età paleolitica all'età turistica, Roma, Fondazione San Michele, 1991, ISBN non esistente.
  • Anna Gallina, Stanley Arthur Cook, L'impero romano da Augusto agli Antonini, Garzanti, 1975.
  • Bennasù Montanari, Versi e prose, Tipografia Antonelli, 1854, ISBN non esistente.
  • Domenico Romanelli, Antica topografia istorica del regno di Napoli, vol. 3, Stamperia Reale, 1819, ISBN non esistente.
  • Eduardo Federico, Elena Miranda, Capri antica: dalla preistoria alla fine dell'età romana, La Conchiglia, 1998, ISBN 88-86443-60-9.
  • Francesco Uttieri, Tiberio a Capri, Pellegrini Editore, 2005, ISBN 88-8101-262-6.
  • Howard Scullard, Emanuele Narducci, Storia del mondo romano, vol. 1, Rizzoli, 1983, ISBN 88-17-33785-4.
  • Raffaele Capobianco, Breve racconto delle cose chiesastiche più importanti occorse nel viaggio fatto sulla real fregata Urania dal 15 agosto 1844 al 4 marzo 1846, F. Del Vecchio, 1846, ISBN non esistente.
  • Romana De Angelis Bertolotti, Capri. La natura e la storia, Zanichelli, luglio 1990, ISBN 88-08-09123-6.
  • Rosario Mangoni, Ricerche storiche sull'isola di Capri colle notizie più rilevanti sulla vicina regione del cratere, vol. 1, G. Palma, 1834, ISBN non esistente.
  • Salvatore Borà, Itinerari storici e monumentali di Capri ed Anacapri, la Conchiglia, 2002, ISBN 88-86443-52-8.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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