Antiasmatico

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Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

I farmaci antiasmatici sono una categoria di farmaci impiegati nel trattamento dell'asma.

Fisiopatologia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Asma.

L'asma viene definita come una malattia cronica infiammatoria delle vie aeree caratterizza da episodi ostruttivi (broncospasmo), da iperreattività bronchiale e da reversibilità spontanea o dopo trattamento.[1] Alla base degli episodi ostruttivi, spesso accompagnati da tosse secca e formazione di tappi di muco spessi e vischiosi nel lume bronchiale, vi è la cosiddetta reazione precoce, caratterizzata da una risposta broncocostrittiva immediata modulata dal rilascio di istamina, triptasi, proteasi, prostaglandine e leucotrieni (soprattutto C4 e D4). I meccanismi alla base della iperreattività bronchiale sono invece di natura infiammatoria/infiltrativa. Lo stimolo antigenico ambientale porta ad un'infiammazione cronica delle strutture bronchiali con chemiotassi di linfociti ed eosinofili nel contesto della mucosa e della sottomucosa; si può dunque ritenere che alla base della eccessiva reattività dell'albero bronchiale vi sia un'infiammazione sottostante, diffusa e cronica. Tale considerazione è confortata dal reperto anatomo-patologico che dimostra come il grado dell'infiammazione sottostante correli con l'entità della risposta di reazione immediata.

Meccanismo d'azione[modifica | modifica wikitesto]

In base al discorso precedente discorso fisiopatologico, possiamo distinguere i farmaci utilizzati nell'asma in due grandi categorie.

Farmaci che agiscono sul broncospasmo[modifica | modifica wikitesto]

I farmaci che agiscono sul broncospasmo sono utilizzati in corso di attacco acuto provocando broncodilatazione e immediato sollievo dalla sintomatologia dispnoica. I farmaci più efficaci e più sicuri sono gli agonisti dei recettori adrenergici che agiscono innescando direttamente la broncodilatazione per effetto simpaticomimetico. Farmaci meno selettivi come l'adrenalina e la isoprenalina non vengono più utilizzati per il trattamento dell'asma, in quanto possiedono eccessivi effetti collaterali cardiovascolari. L'adrenalina è tuttora utilizzata in corso di shock anafilattico al fine di ripristinare rapidamente la pervietà bronchiale.

Inalatore contenente salmeterolo.

I farmaci attualmente utilizzati sono agonisti selettivi del recettore β2 adrenergico, presente meno diffusamente nel sistema cardiovascolare ma considerevolmente espresso nell'albero bronchiale. Tra questi si possono distinguere farmaci

Tali composti vengono ad essere somministrati attraverso inalatori; mentre i primi trovano impiego nella drastica riduzione del broncospasmo durante l'episodio acuto, i secondi possono essere utilizzati sia come terapia immediata sia come agenti preventivi nei confronti di ricadute asmatiche.

Le metilxantine, come la teofillina, teobromina e la caffeina sono impiegate in alternativa o in supporto agli agonisti β2 adrenergici. Il principio d'azione delle metilxantine è l'inibizione delle fosfodiesterasi e conseguente accumulo intracellulare di cAMP e di cGMP. Livelli elevati di cAMP sono responsabili della broncodilatazione. Tali composti sono divenuti via via in disuso a causa degli effetti collaterali cardiovascolari/nervosi (tachicardia, ipertensione, agitazione, tremore) e del miglior profilo terapeutico dei farmaci come il salmeterolo e formoterolo.

Farmaci che agiscono sull'iperreattività bronchiale[modifica | modifica wikitesto]

Questa classe farmaceutica ha il target di ridurre il contesto infiammatorio sul quale di realizzano i fenomeni di iperreattività bronchiale. Il cardine terapeutico è rappresentato dai corticosteroidi, sia assunti per via inalatoria (minimizzazione dell'effetto sistemico), sia per via orale e, molto meno frequentemente, per via endovenosa. I corticosteroidi maggiormente utilizzati per via inalatoria sono:

La terapia con corticosteroidi è riservata solo nei casi di asma lieve persistente, moderato e grave. Questa strategia terapeutica riduce la frequenza, la durata e l'intensità degli attacchi.

Farmaci che possono essere utilizzati in alternativa ai corticosteroidi per via inalatoria sono gli inibitori della produzione dei leucotrieni (zileuton) e gli antagonisti recettoriali dei leucotrieni (montelukast e zafirlukast). La sospensione dei corticosteroidi a favore degli inibitori leucotrienici dovrebbe essere evitata nei soggetti con notevole eosinofilia.[2]

Il sodio cromoglicato e il nedocromil non hanno attività broncodilatatrice diretta e devono essere evitati in corso di attacco acuto. L'assunzione di preparazioni aerolizzate è invece indicata a scopo profilattico.

Un anticorpo monoclonale chimerico anti-IgE, l'omalizumab, può essere somministrato per via sottocutanea o endovenosa nei casi di asma moderato-grave riducendo la richiesta di corticosteroidi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carpenter, Griggs, Loscalzo, Cecil - Compendio di Medicina Interna, 5ª edizione, Roma, Verduci, 2003, Pag. 178-179, ISBN 88-7620-651-5.
  2. ^ Holgate ST, Bradding P, Sampson AP: Leukotriene antagonists and synthesis inhibitors: New directions in asthma therapy. J Allergy Clin Immunol 1996;98:1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brunton, Lazo, Parker, Goodman & Gilman - Le basi farmacologiche della terapia 11/ed, McGraw Hill, 2006, ISBN 978-88-386-3911-1.
  • Bertram G. Katzung, Farmacologia generale e clinica, Padova, Piccin, 2006, ISBN 88-299-1804-0.
  • British National Formulary, Guida all’uso dei farmaci 4 edizione, Lavis, Agenzia Italiana del Farmaco, 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]