Fabio Zamarion

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Fabio Zamarion

Fabio Zamarion (Roma, 27 luglio 1961) è un direttore della fotografia italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un economista della Banca d'Italia, studia fotografia al Centro Sperimentale dal 1982 al 1984, avendo come insegnanti Carlo Di Palma, Beppe Lanci e Franco Di Giacomo.[1]

Compie il proprio apprendistato nella troupe di Vittorio Storaro, suo vicino di casa, sui set di grandi produzioni come Ishtar (1987) di Elaine May e L'ultimo imperatore (1987) di Bernardo Bertolucci. In seguito ricopre il ruolo di operatore alla macchina per Mauro Marchetti, allievo di Storaro, lavorando con lui ai film diretti da Marco Risi Mery per sempre (1989), Ragazzi fuori (1990), Il muro di gomma (1991) e Nel continente nero (1993). In questa veste torna poi a lavorare con Storaro, per Piccolo Buddha (1993) di Bertolucci e i film diretti da Carlos Saura Tango (1998) e Goya (1999).[1]

Nel 2000 esordisce come direttore della fotografia al cinema con Occidente di Corso Salani e in televisione con Padre Pio - Tra cielo e terra di Giulio Base, e negli anni successivi porta avanti la sua attività in entrambi gli ambiti.

Si fa notare per il lavoro svolto in Respiro (2002) diretto da Emanuele Crialese, film di ambienti naturali rappresentati in modo non calligrafico,[2] che gli vale la prima candidatura al David di Donatello per il miglior direttore della fotografia. Ne ottiene una seconda già l'anno successivo con le immagini più convenzionali per la commedia adolescenziale Che ne sarà di noi e raggiunge la consacrazione con La sconosciuta (2006), diretto da Giuseppe Tornatore, con il quale conquista il David di Donatello e la candidatura all'European Film Award.

In seguito collabora con altri nomi di rilievo del cinema italiano contemporaneo, quali Ferzan Özpetek (Un giorno perfetto), Francesca Archibugi (Questione di cuore) e Roberta Torre (I baci mai dati).

Suo cugino Claudio, più giovane di undici anni, si è a sua volta affermato come direttore della fotografia nel corso degli anni duemila, collaborando regolarmente con Carlo Vanzina.[1]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Vol. L-Z, p. 661
  2. ^ Stefano Masi, op. cit., p. 662

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 Vol. L-Z, pp. 661-662

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN31709488 · ISNI (EN0000 0000 4874 2477 · LCCN (ENno2004066728 · GND (DE137619154 · J9U (ENHE987007437692505171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2004066728