Comitato Italiano Paralimpico

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Comitato Italiano Paralimpico
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Fondazione1981
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneIPC (dal 2005)
EPC
SedeBandiera dell'Italia Roma
PresidenteBandiera dell'Italia Luca Pancalli
Sito ufficialewww.comitatoparalimpico.it

Il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), è un ente autonomo di diritto pubblico costituito il 17 febbraio 2017[1], con lo scopo di curare, organizzare e potenziare lo sport italiano per persone con disabilità. È, di fatto e di diritto, la Confederazione delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimpiche, sia a livello centrale che territoriale, alla stregua del CONI per le discipline olimpiche, e riconosciuta dal Comitato Paralimpico Internazionale (International Paralympic Committee, IPC).[2]. Precedentemente lo sport per disabili era a cura di una federazione sportiva, la Federazione Italiana Sport Disabili (FISD).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1974 in Italia si arrivò alla costituzione dell'Associazione Nazionale per lo sport dei paraplegici (ANSPI) per promuovere lo sport quale diritto per tutti i cittadini disabili; primo presidente venne eletto Giovanni Pische, ex-pilota militare paraplegico in seguito all'abbattimento del suo aereo su Malta, nel 1941, nonché vincitore di medaglie ai II giochi paralimpici.

Nel 1981 si trasformò in federazione ed assunse la denominazione di Federazione Italiana per lo Sport degli Handicappati (FISHa); come presidente venne eletto un altro paralimpico, Roberto Marson, che s'impegnò per l'adesione al CONI. Nel 1987 LA FISHa, finalmente, venne riconosciuta ufficialmente dal Comitato Olimpico. Il 17 novembre 1990 assunse la nuova denominazione di Federazione Italiana Sport Disabili (FISD), nella quale confluirono anche la Federazione Italiana Ciechi Sportivi e la Federazione Italiana Silenziosi d’Italia (questi ultimi staccatisi nel 1996 a seguito della rottura a livello internazionale tra CSSI e IPC).

Nel 2003 con la legge n.189/03 la federazione viene trasformata in Confederazione con poteri, compiti e prerogative analoghe a quelle del CONI.

Il 16 marzo 2005 nasce così il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), da cui dipendono le Federazioni Sportive Paralimpiche e le Discipline associate. Il CIP oggi riconosce 21 Federazioni Sportive Paralimpiche, 13 Discipline sportive paralimpiche[3], 12 enti di promozione sportiva e 5 associazioni benemerite, attraverso le quali organizza l'attività agonistica nazionale ed internazionale[4].

Il 17 febbraio 2017, a norma della legge 124/2015, il CIP viene trasformato in Ente autonomo di diritto pubblico e di conseguenza scorporato dal CONI; a vigilare sul nuovo Ente sarà direttamente la Presidenza del Consiglio dei Ministri.[5]

Federazioni paralimpiche[modifica | modifica wikitesto]

Sono 21 le federazioni sportive nazionali affiliate al Comitato Italiano Paralimpico[6]:

Discipline paralimpiche[modifica | modifica wikitesto]

Enti di promozione sportiva[modifica | modifica wikitesto]

Associazioni benemerite[modifica | modifica wikitesto]

Cronotassi dei Presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Federazione Italiana Sport Handicappati (FISHa)
Federazione Italiana Sport Disabili (FISD)
Comitato Italiano Paralimpico (CIP)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Presidenza Consiglio dei Ministri, su governo.it. URL consultato il 18 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2017).
  2. ^ Cip - Il Cip Archiviato il 28 gennaio 2015 in Internet Archive.
  3. ^ CIP Archiviato il 7 marzo 2012 in Internet Archive.
  4. ^ CIP Archiviato il 7 marzo 2012 in Internet Archive.
  5. ^ Relazione CIP (PDF), su governo.it.
  6. ^ Federazioni Sportive Nazionali, su comitatoparalimpico.it, CIP. URL consultato il 9 maggio 2016 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]