Eulemur cinereiceps

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Lemure dalla testa grigia
Stato di conservazione
Critico[1][2]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Primates
Sottordine Strepsirrhini
Famiglia Lemuridae
Genere Eulemur
Specie E. cinereiceps
Nomenclatura binomiale
Eulemur cinereiceps
A. Grandidier & Milne-Edwards, 1890[3][4]
Sinonimi
  • Eulemur albocollaris Rumpler, 1975[4]

Distribuzione di E. cinereiceps[1]

Il lemure dalla testa grigia o lemure marrone dalla testa grigia (Eulemur cinereiceps A. Grandidier & Milne-Edwards, 1890) è una specie di lemure della famiglia Lemuridae, endemico del Madagascar sud-orientale.[1][3] Fino alla revisione tassonomica del 2008, era noto come lemure bruno dal collare bianco o lemure dal collare bianco (Eulemur albocollaris).[4] Nel 2005, le stime estrapolate dalle immagini satellitari hanno mostrato che rimangono solo circa 700 km² (270 miglia quadrate) di habitat totale all'interno dell'areale di questa specie.[5] Questa specie è fortemente minacciata dalla caccia e dalla perdita dell'habitat ed è stato considerato tra i 25 primati più a rischio tra il 2006 e il 2008.[6] Attualmente è elencato come in Pericolo Critico dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) a causa del suo areale ristretto,[1] ed è stato nominato uno dei " 25 primati più minacciati del mondo ".[7]

Il lemure dalla testa grigia si trova solo nel sud-est del Madagascar, dal fiume Manampatrana a sud fino al fiume Mananara.[5][8]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È lungo circa un metro: la coda è leggermente più lunga del corpo.

Il corpo è grigio nell'insieme, con striature brune o nerastre su alcuni peli, in particolare le prime nella zona degli arti e le seconde nella zona dorsale. La testa, le "mani" e la parte distale della coda sono invece nere: caratteristica peculiare della specie è la presenza di due vistose basette bianche che, partendo dalle orecchie, contornano la testa fino alla radice del muso volpino. Gli occhi sono rosso rubino o giallo-arancio.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è un endemismo ristretto a una striscia di foresta di circa 700 km² d'estensione, fra i fiumi Manampatrana e Mananara, nella zona sud-orientale del Madagascar; altre due popolazioni isolate si trovano nella Riserva speciale di Manombo e nella foresta di Mahabo, nei pressi di Farafangana.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di animali erbivori: la loro dieta è soprattutto frugivora, ma non disdegnano nutrirsi di fiori, foglie o funghi. Hanno periodi alternati di riposo ed attività durante le 24 ore e tendono a formare gruppi numerosi ma piuttosto instabili, che cambiano frequentemente membri.

Data l'esigua estensione dell'areale occupato dalla specie, si stima una popolazione massima inferiore ai 10.000 individui: questo dato, sommato alla forte deforestazione a causa della pressione demografica e all'ibridazione con Eulemur rufus che impoverisce il patrimonio genetico della specie, lascia presagire un futuro molto incerto per la sopravvivenza di questi animali.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Eulemur cinereiceps, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Checklist of CITES Species, su CITES, UNEP-WCMC. URL consultato il 18 marzo 2015.
  3. ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Eulemur cinereiceps, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  4. ^ a b c Russell A. Mittermeier, Jörg U. Ganzhorn, William R. Konstant, Kenneth Glander, Ian Tattersall, Colin P. Groves, Anthony B. Rylands, Andreas Hapke, Jonah Ratsimbazafy, Mireya I. Mayor, Edward E. Louis, Yves Rumpler, Christoph Schwitzer e Rodin M. Rasoloarison, Lemur Diversity in Madagascar, in International Journal of Primatology, vol. 29, n. 6, 2008, pp. 1607–1656, DOI:10.1007/s10764-008-9317-y, ISSN 0164-0291 (WC · ACNP).
  5. ^ a b Ganzhorn, J., Lemurs of Madagascar, 2nd, Conservation International, 2006, pp. 251 & 280, ISBN 1-881173-88-7.
  6. ^ Russell A. Mittermeier, Jonah Ratsimbazafy, Anthony B. Rylands, Liz Williamson, John F. Oates, David Mbora, Jörg U. Ganzhorn, Ernesto Rodríguez-Luna, Erwin Palacios, Eckhard W. Heymann, M. Cecília M. Kierulff, Long Yongcheng, Jatna Supriatna, Christian Roos, Sally Walker e John M. Aguiar, Primates in Peril: The World's 25 Most Endangered Primates, 2006–2008, in Primate Conservation, vol. 22, n. 1, 2007, pp. 1–40, DOI:10.1896/052.022.0101, ISSN 0898-6207 (WC · ACNP).
  7. ^ R.A. Mittermeier, J. Wallis, A.B. Rylands, J.U. Ganzhorn e J.F. Oates (a cura di), Primates in Peril: The World's 25 Most Endangered Primates 2008–2010 (PDF), Illustrato da S.D. Nash, Arlington, VA, IUCN/SSC Primate Specialist Group (PSG), International Primatological Society (IPS), and Conservation International (CI), 2009, pp. 1–92, ISBN 978-1-934151-34-1 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2011).
  8. ^ Garbutt, Mammals of Madagascar, A Complete Guide, A&C Black Publishers, 2007, pp. 163–4, ISBN 978-0-300-12550-4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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