Estrilda paludicola

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Astrilde petto castano
Estrilda paludicola
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Passerida
Superfamiglia Passeroidea
Famiglia Estrildidae
Genere Estrilda
Specie E. paludicola
Nomenclatura binomiale
Estrilda paludicola
Heuglin, 1863

L'astrilde petto castano (Estrilda paludicola Heuglin, 1863) è un uccello passeriforme della famiglia degli Estrildidi[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura fino a circa 9–10 cm di lunghezza, dimensioni queste che rendono questa specie una fra le più piccole del proprio genere.

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La livrea è grigio-brunastra dorsalmente, con ali di colore olivastro: la gola è di colore grigio-biancastro, il petto, i fianchi ed il ventre mostrano una calda sfumatura di color isabella (da cui il nome comune della specie), mentre la coda è nera ed il codione è di colore rosso cremisi. Il becco è rosso-arancio, le zampe sono di colore carnicino-nerastro, gli occhi sono bruno-rossicci. È presente un dimorfismo sessuale appena accennato nella livrea, con le femmine che presentano colorazione leggermente meno intensa: si tratta tuttavia di differenze molto suscettibili a variabilità individuale, pertanto non è agevole distinguere i due sessi.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli diurni che al di fuori della stagione degli amori tendono a muoversi in piccoli stormi che contano generalmente una trentina d'individui e oltre, spesso in associazione ad altre specie affini come l'astrilde di S. Elena ed il guanciarancio. Questi uccelli passano la maggior parte della giornata al suolo o nei pressi di esso alla ricerca di cibo, salvo poi fare ritorno a posatoi comuni dove si riuniscono per trascorrere la notte.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

L'astrilde petto castano è un uccello essenzialmente granivoro, che grazie alla taglia e al peso contenuti può agevolmente nutrirsi dei semi delle graminacee estraendoli ancora immaturi dalle spighe, stando appollaiato sullo stelo: essa integra inoltre la propria dieta con piccole bacche, frutta e sporadicamente anche insetti di piccola taglia.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo riproduttivo coincide con la fase finale della stagione delle piogge: ambedue i partner si dedicano alla costruzione del nido, che è una struttura globosa ottenuta intrecciando steli d'erba e fibre vegetali. A volte, anche in questa specie può essere osservata la costruzione di un secondo nido più grossolano al di sopra del primo, nel quale staziona il maschio, e che potrebbe avere la funzione di depistare eventuali predatori o disturbatori.
All'interno del nido vero e proprio la femmina depone 4-5 uova bianche, la cui cova dura 12-13 giorni e viene svolta alternativamente da ambo i sessi, che in ogni caso durante la notte si ricongiungono per riposare all'interno del nido. Sono sempre entrambi i genitori a prendersi cura dei nidiacei, che sono in grado d'involarsi dopo una ventina di giorni, pur continuando a stazionare nei pressi del nido per un altro paio di settimane, prima di allontanarsene definitivamente.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie occupa un areale vasto ma piuttosto frammentato, che va dal Sudan meridionale e all'Etiopia fino alla Tanzania, attraverso la regione dei Grandi Laghi: popolazioni di questa specie sono diffuse anche molto a sud-ovest rispetto a questa zona, in Angola e nello Zambia.

Come intuibile dal nome scientifico della specie, l'astrilde petto castano è un abitante delle zone erbose e dei canneti sul limitare dei fiumi, fino a 1800–2000 m di quota: questo uccello si rivela inoltre poco timorosa dell'uomo, ed è possibile osservarlo anche in zone coltivate, in parchi e giardini urbani.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Se ne riconoscono cinque sottospecie[2]:

Alcuni autori considerano sottospecie di questi uccelli anche l'astrilde abissina e l'astrilde dell'Anambra, rispettivamente coi nomi di Estrilda paludicola ochrogaster ed Estrilda paludicola poliopareia[3][4], mentre attualmente si tende a classificare questi uccelli come tre specie a sé stanti sebbene molto affini fra loro, al punto di poter costituire una superspecie[5].

Il nome scientifico di questi uccelli, paludicola, deriva dal latino e significa "amante delle paludi", in riferimento alle loro abitudini di vita.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Estrilda paludicola, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Estrildidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 10 maggio 2014.
  3. ^ Sibley, C. G. & Monroe, B. L., Distribution and Taxonomy of Birds of the World, Yale University Press, 1990.
  4. ^ Dowsett, R.J. & Forbes-Watson, A. D., Checklist of Birds of the Afrotropical and Malagasy Regions, Tauraco Press, 1993, ISBN 2-87225-000-X.
  5. ^ Nicolai J., Steinbacher J., van den Elzen R., Hofmann G., Mettke-Hofmann C., Prachtfinken - Afrika, Serie Handbuch der Vogelpflege, Eugen Ulmer, 2007, ISBN 978-3-8001-4964-3.

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