Stadio Alberto José Armando

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Estadio Alberto José Armando
La Bombonera
Informazioni generali
StatoBandiera dell'Argentina Argentina
UbicazioneBuenos Aires
Inizio lavori1938
Inaugurazione1940
ProprietarioClub Atlético Boca Juniors
ProgettoJosé L. Delpini
Intitolato aAlberto J. Armando
Informazioni tecniche
Posti a sedere57 200
StrutturaPianta a "D"
CoperturaPalchi
Mat. del terrenoErba
Dim. del terreno110×75 m
Uso e beneficiari
CalcioBoca Juniors
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 34°38′08.34″S 58°21′52.74″W / 34.63565°S 58.36465°W-34.63565; -58.36465

Lo stadio Alberto José Armando, noto come La Bombonera, è un impianto sportivo di Buenos Aires, situato nel quartiere La Boca. È lo stadio nel quale gioca la squadra del Boca Juniors. Ha una capienza di 57 200 posti a sedere[1]

Il suo soprannome è dovuto al commento di uno dei suoi progettisti, José Delpini, che, una volta terminata la costruzione dell'impianto, paragonò l'opera a una scatola di bombones, cioccolatini, quelli che aveva ricevuto in regalo il giorno dell'inaugurazione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista aerea della Bombonera durante le fasi finali della costruzione nel 1940.
Cerimonia di inaugurazione dell'impianto.

Nel 1932 il progettista José Delpini, in équipe con gli architetti Viktor Sulčič e Raul Bes, vinse il concorso per la realizzazione del nuovo impianto del Boca, ispirato ai canoni del razionalismo italiano, ed in particolare all'Artemio Franchi di Firenze, il cui progetto era in esposizione proprio in quel periodo nella capitale argentina.[2][3] Lo stadio fu inaugurato il 25 maggio 1940 con una partita amichevole tra Boca Juniors e San Lorenzo, terminato col punteggio di 2-0 in favore dei padroni di casa,[4] mentre il primo incontro ufficiale si disputò il 2 giugno quando il Boca Juniors affrontò il Newell's Old Boys vincendo sempre per 2-0.[5] Nel 1949 iniziò la costruzione dell'ultima parte dello stadio, che terminò nel 1952, quando fu completato il terzo anello di gradinate.[6][7] Infine, lo stadio venne fornito dell'illuminazione artificiale.[8] Nel 1996 si assistette a un grande rinnovamento dello stadio che restrinse la capienza originaria di 60.000 posti fino a 57.395, complice la demolizione dei palchi originari per venir sostituiti da una nuova tribuna sormontata da 130 nuovi palchi, più ampi e con una visibilità migliore.[9][10] Quattro anni più tardi fu inaugurato il Museo de la pasiòn boquense, dove è possibile ammirare tutti i trofei della storia del club argentino.[11] Nel 2002 infine fu dato l'attuale nome all'impianto, fino ad allora chiamato Estadio Camilo Cichero, nome di un altro presidente del Boca.[12]

Lo Stadio Alberto José Armando durante una partita di Primera División il 23 settembre 2010.

Nel 2019 sono stati presentati progetti per la sua ristrutturazione d'ampliamento, miglioramento ed adeguamento agli standard di massimo confort possibile per gli spettatori, che comprendono anche la copertura completa degli spalti. Secondo i video Working progresses, verrebbero abbattuti gli spalti del lato sopra la Calle del Valle Iberlucea e sostituiti col nuovo settore a gradinate a tre anelli collegati ed uniformati a quelli già presenti, il tutto sormontato da una copertura trasparente fotovoltaica, da formare così un catino, a perfetta forma di Bombonera dai colori sociali Azul y Oro. Per ottenere lo spazio per costruire la nuova tribuna a tre anelli sono previsti l'acquisto di 19 lotti dei terreni retrostanti oltre la calle del Valle Iberlucea, ove impiantare le fondazioni per la costruzione delle gradinate e la conseguente copertura della stessa Valle Iberlucea per tutta la lunghezza necessaria. Quest'arteria diventerà così sovrastata, ad altezza adeguata ed utile allo scorrimento del traffico, dalla stessa tribuna e riqualificata con nuove attività commerciali ed uffici, incorporati sotto la struttura stessa, nonché una nuova area-polmone verde, di parcheggi e percorso con fermate per i mezzi pubblici. A seconda dei progetti, la capacità della nuova Bombonera sarà da 70 000 ad 80 000 posti a sedere.

Museo Boca[modifica | modifica wikitesto]

Una serie di trofei vinti dal club esposti nella hall of fame del Museo.

Il Museo de la pasiòn boquense fu aperto nel 2001 durante la presidenza di Mauricio Macri[13][14]. Situato nello stadio, sotto le gradinate, è edificato su due piani.

Contiene una ricca hall of fame e un grande murales di Diego Armando Maradona. Vi è esposta anche una chitarra gialloblu con cui Lenny Kravitz, che la fece costruire per l'occasione, suonò nella Bombonera nel 2005[15][16].

Nel 2011 fu inaugurata una statua gigante di Martín Palermo, primatista di presenze nella storia del club. Vi sono anche statue di Maradona, Juan Román Riquelme[17], Guillermo Barros Schelotto, Ángel Clemente Rojas, Silvio Marzolini e Antonio Rattín.

Nell'ottobre 2016 fu inaugurata una statua di Carlos Bianchi, allenatore capace di vincere 9 titoli alla guida del club, (nel periodo 1998-2003 e 2013-2014), un record. Sotto la sua gestione la squadra ottenne inoltre una striscia di 40 partite consecutive senza sconfitte, la migliore nella storia del calcio professionistico argentino (dal 1931 a oggi)[18].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) El retoque en el aforo de La Bombonera que se estrenará en Boca-Platense, su infobae, 18 agosto 2023. URL consultato il 23 agosto 2023.
  2. ^ 10 Intimidating Stadiums (Worldwide) - Midfield Dynamo, su midfielddynamo.com. URL consultato il 17 febbraio 2023.
  3. ^ (ES) 28 de Marzo de 2014, La mítica Bombonera, como nunca antes la habías visto, su infobae. URL consultato il 17 febbraio 2023.
  4. ^ (ES) MARCA.com, El fútbol argentino desde dentro, su MARCA.com, 30 novembre 2014. URL consultato il 17 febbraio 2023.
  5. ^ España se rindió a los pies de La Bombonera, su web.archive.org, 4 marzo 2018. URL consultato il 17 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2018).
  6. ^ Página/12 :: Deportes :: “La Bombonera inspira temor”, su web.archive.org, 2 aprile 2015. URL consultato il 17 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  7. ^ Brazil's Flamengo has most fans in world | The World Game, su web.archive.org, 8 giugno 2014. URL consultato il 17 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2014).
  8. ^ (EN) Zack Pumerantz, 50 Sports Venues to Visit Before You Die, su Bleacher Report. URL consultato il 17 febbraio 2023.
  9. ^ Así es La Bombonera, el mítico campo de Boca Juniors :: LigaBBVA.com - Página oficial de la mejor liga de fútbol del mundo, la liga BBVA. :: Liga BBVA, su web.archive.org, 2 aprile 2015. URL consultato il 17 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  10. ^ (ES) Últimas noticias de Argentina y el mundo, su LA NACION. URL consultato il 17 febbraio 2023.
  11. ^ In Argentina, fans go wild for Boca Juniors - USATODAY.com, su usatoday30.usatoday.com. URL consultato il 17 febbraio 2023.
  12. ^ Boca Juniors Stadium and Museum - Reviews and Ratings of Sights in Buenos Aires - New York Times Travel, su web.archive.org, 24 febbraio 2007. URL consultato il 17 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2007).
  13. ^ Jeannette Neumann, In Argentina, fans go wild for Boca Juniors, su usatoday.com, USA Today, 1º maggio 2008. URL consultato il 7 novembre 2008.
  14. ^ Buenos Aires Attractions - Boca Juniors Stadium and Museum, su nytimes.com, New York Times. URL consultato il 7 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2007).
  15. ^ Estadio Boca Juniors Review, su fodors.com, Fodor's. URL consultato l'8 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2008).
  16. ^ (ES) El Museo de la Pasión Bocquense, su museoboquense.com, Club Atlético Boca Juniors. URL consultato l'8 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2008).
  17. ^ "Palermo ya tiene su estatua gigante" (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Diario La Razón, Fecha: 20/08/2011
  18. ^ El DT más ganador de la historia de Boca fue homenajeado con una pieza que se ubicará en el Museo del club; además, se llevó una réplica en miniatura (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017). by Patricio Insúa, La Nación, 7 Oct 2016

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