Esperimento della bambola Bobo

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L'esperimento della bambola Bobo è una famosa ricerca sperimentale sull'aggressività e l'apprendimento osservativo (o apprendimento sociale) condotta nel 1961 dallo psicologo Albert Bandura, con la quale fu osservato che il comportamento aggressivo dei bambini può essere appreso per imitazione.

Le ricerche di Bandura sono state più volte usate anche a sostegno della tesi, ancora attuale, secondo la quale le scene di violenza mostrate in televisione possono produrre comportamenti imitativi da parte dei ragazzi[1].

L'esperimento[modifica | modifica wikitesto]

Bandura formò tre gruppi di bambini in età prescolare:

  • nel primo gruppo inserì uno dei suoi collaboratori che si mostrò aggressivo nei confronti di un pupazzo gonfiabile chiamato Bobo. L'adulto picchiava il pupazzo con un martello gridando: «Picchialo sul naso!» e «Pum pum!».
  • nel secondo gruppo, quello di confronto, un altro collaboratore giocava con le costruzioni di legno senza manifestare alcun tipo di aggressività né interesse nei confronti di Bobo.
  • infine, il terzo gruppo, quello di controllo, era formato da bambini che giocavano da soli e liberamente, senza alcun adulto con funzione di modello.

In una fase successiva, i bambini venivano condotti in una stanza nella quale erano messi a disposizione giochi neutri (peluche, modellini di camion) e giochi aggressivi (fucili, martelli finti).

Bandura poté verificare che i bambini che avevano osservato l'adulto picchiare Bobo manifestavano un'incidenza maggiore di comportamenti aggressivi sia verso persone sia verso oggetti, rispetto a quelli che avevano visto il modello pacifico e a quelli che avevano giocato da soli.

Gli esperimenti, in seguito riprodotti, hanno osservato gli stessi risultati anche tra gli adolescenti, sia maschi sia femmine, in soggetti con indole aggressiva o no; l'appartenenza etnica, invece, è risultata ininfluente[2][3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Albert Bandura, Disimpegno morale. Come facciamo del male continuando a vivere bene, 2017, cap.3 L'industria del'intrattenimento, trad. Riccardo Mazzeo, Edizioni Erickson, Trento, ISBN 978-88-590-1432-4
  2. ^ (EN) Bandura, Ross, and Ross: Observational Learning and the Bobo Doll, su eric.ed.gov. URL consultato il 29 dicembre 2022.
  3. ^ (EN) The Immediate Effects of Media Violence on Behavior, su spssi.onlinelibrary.wiley.com, wiley.com. URL consultato il 29 dicembre 2022.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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