Erminio Meschini

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Erminio Meschini (Roma, 19 giugno 1880Roma, 6 dicembre 1935) è stato un inventore italiano, ragioniere, professore, stenografo di fama mondiale e autore dell'omonimo sistema stenografico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1904 fondò il primo Istituto per l'insegnamento delle lingue a Roma, in Via del Tritone. Autore, tra il 1905 ed il 1906, di uno dei principali sistemi stenografici italiani, da lui stesso denominato Stenografia nazionale e poi legalmente Stenografia nazionale Meschini. Riconosciuto con R.D. 7-XII-1913 n. 1442, fu insegnato con successo dall'anno scolastico 1923-24 fino al 1927-28, quando il governo limitò l'insegnamento al solo sistema Gabelsberger-Noë, ritenendo più pratica l'adozione di un unico sistema per tutto il territorio nazionale. Quando il governo cambiò opinione, il sistema Meschini fu prontamente riammesso con R.D. 7-X-1937 n. 1759, insieme al Gabelsberger-Noë e all'allora nuovo, ma altrettanto valido, sistema Cima.

Erminio Meschini realizzò inoltre un sistema di stenoscrittura universale.[1]

La Stenografia nazionale Meschini[modifica | modifica wikitesto]

Il professor Meschini riuscì nell'arduo intento di creare una tecnica mista geometrico-corsiva che conciliasse i caratteri delle due Scuole tradizionali, quella inglese a base geometrica e quella tedesca a base corsiva, perfezionando notevolmente le idee di Marco Vegezzi, autore di un sistema che ebbe un temporaneo seguito soprattutto in Lombardia, ed inserendosi nella tendenza mondiale intrapresa soprattutto da John Robert Gregg (1867-1948), irlandese ma che ottenne un grande successo soprattutto negli Stati Uniti. Meschini realizzò il suo difficile scopo usando segni a base geometrica, ma discendenti per le consonanti e ascendenti e orizzontali per le vocali, in modo che le vocali si intersecassero con le consonanti, costituendo di fatto un filetto di unione tra le consonanti e ottenendo così un tracciato complessivo del tutto corsivo.

Un'altra innovazione importante di Meschini fu una teoria abbreviativa basata su semplici principi fonetici anziché, come nei sistemi precedenti, su principi grammaticali; tanto da fornire le idee di base adottate, in linea di massima, da tutti gli autori italiani che lo seguirono.

Ma niente può descrivere le caratteristiche del sistema meglio di quanto scrisse lo stesso Meschini nelle introduzioni dei suoi libri:

«Base geometrica dei segni fondamentali, costituiti quasi esclusivamente da segni di curva contraria, indeformabili anche alle maggiori velocità; adozione del principio fonetico di far corrispondere segni simili a suoni simili e segni differenti a suoni diversi; unica pendenza per i segni delle consonanti più frequenti; base unica di scrittura; indicazione delle vocali con segni fissi alfabetici, ascendenti e orizzontali, ossia di direzione diversa da quella dei segni delle consonanti; abbreviazione fondata essenzialmente sull'accento tonico della parola.»

«Dal sistema Gabelsberger, che ancora oggi rappresenta il prototipo della Scuola stenografica corsiva, la Scuola italiana si differenzia soprattutto per la base geometrica del suo alfabeto, che esclude in modo assoluto ogni filetto di congiungimento e ogni arbitrario raccorciamento o prolungamento dei segni fondamentali; per la rigorosa applicazione del principio fonetico di far corrispondere segni simili a suoni simili; per l'indicazione alfabetica, anziché simbolica, delle vocali medie; per l'estrema semplicità della sua teoria e per l'abbreviazione, fondata sui principi fonetici, anziché sull'etimologia e sulla grammatica.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Erminio Meschini, stenoscrittura. URL consultato il 14 aprile 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Malcangi, Lezioni di stenografia - Sistema Meschini, ISIM, Milano 1941.
  • Erminio Meschini, Stenografia nazionale - parte I e II, Istituto eredi di Erminio Meschini, Roma 1966.
  • Civiltà della scrittura (già Rivista degli Stenografi), organo trimestrale della fondazione Francesco e Zaira Giulietti di cultura stenografica, calligrafica, grafica e linguistica.
  • Giuseppe Aliprandi, Lineamenti di storia della stenografia, Torino 1940.
  • Luigi Chiesa, Compendio di cultura stenografica, Edizioni Alpine, Bergamo 1954.
  • Francesco Giulietti, Trattato critico-storico di stenografia, Tipografia dei Fratelli Quatrini, Roma 1961.
  • Francesco Giulietti, Storia delle scritture veloci dall'antichità ad oggi, Giunti e Barbera, Firenze 1968.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]