Erinnyis crameri

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Erinnyis crameri
Erinnyis crameri
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Ditrysia
Superfamiglia Bombycoidea
Famiglia Sphingidae
Sottofamiglia Macroglossinae
Tribù Dilophonotini
Sottotribù Dilophonotina
Genere Erinnyis
Specie E. crameri
Nomenclatura binomiale
Erinnyis crameri
(Schaus, 1898)
Sinonimi

Dilophonota crameri
Schaus, 1898

Erinnyis crameri (Schaus, 1898)[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in America Settentrionale, Centrale e Meridionale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Adulto[modifica | modifica wikitesto]

A prima vista risulta molto simile a E. oenotrus, rispetto alla quale si discosta per le tegulae marcatamente chiare che mettono in risalto la banda dorsale, molto scura o nera; un'altra differenza rispetto ad E. oenotrus riguarda l'assenza di punti neri nella zona ventrale dell'addome. Inoltre, il margine posteriore dell'ala anteriore si mostra marroncino pallido, e non scuro come in E. oenotrus; un'altra macroscopica differenza tra le due specie riguarda il termen dell'ala posteriore, che in E. crameri mostra una fascia marrone scura interrotta da una serie di macchiette più chiare a forma di diamante, assenti in E. oenotrus. Un'ultima caratteristica peculiare della specie interessa il termen dell'ala anteriore, che si rivela nettamente dentellato. La parte basale dell'ala posteriore è di un rosso-arancione alquanto acceso. È presente un'area pallida triangolare in prossimità del vertice dell'ala anteriore.[1][2][3][4]
Le antenne, filiformi ed uncinate alle estremità, sono lunghe poco più della metà della costa.[2]
Il genitale maschile è anch'esso similare a quello di E. oenotrus, ma con uno gnathos leggermente meno adunco. Il margine dentellato dell'edeago è meno pronunciato dal lato destro, a livello prossimale.[3]
I sessi sono simili, con la femmina leggermente più chiara[2] e più grande, avendo un'apertura alare di 85–98 mm, contro i 79–85 mm del maschio.[5]

Larva[modifica | modifica wikitesto]

Il bruco immaturo è verde-acqua, mentre la forma più matura è cilindrica, screziata di grigio-azzurro, e con macchie verde scuro e nerastre. Il capo ed i primi due segmenti toracici assumono nell'insieme una forma pseudoconica, con una vistosa macchia nera tripartita dorsale, attorniata da due macchie rosso-mattone. Le pseudozampe sono nerastre.[2][5][6]

Pupa[modifica | modifica wikitesto]

Le crisalidi sono anoiche, lucide e quasi nere, con un cremaster non molto sviluppato; si rinvengono entro bozzoli posti a scarsa profondità nella lettiera del sottobosco. La fase pupale dura almeno quattordici giorni.[5]

Localizzazione geografica della Florida, citata da Schaus come locus typicus della specie[1]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale di questa specie è quasi esclusivamente neotropicale, comprendendo l'Argentina (Corrientes, Formosa, La Rioja, Misiones), il Belize (Cayo), la Bolivia (Santa Cruz), il Brasile (Amazonas, Bahia, Maranhão, Minas Gerais, Pará, Paraná, Piauí, Rio Grande do Sul, San Paolo, Santa Catarina, Tocantins), la Colombia (Meta), la Costa Rica, l'Ecuador, la Giamaica, la Guadalupa, il Guatemala, la Guiana Francese (Saül), la Guyana, Haiti, la Martinica, il Messico, il Paraguay, il Perù, la Repubblica Dominicana, Saint Lucia, gli Stati Uniti meridionali (Arizona, California, Florida: locus typicus, Texas), il Suriname, l'Uruguay?, ed il Venezuela (Aragua, Barinas)[1][2][3][5][7][8][9]

L'habitat è rappresentato da foreste tropicali e sub-tropicali.[5]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Fiore di Saponaria officinalis

Durante l'accoppiamento, le femmine richiamano i maschi grazie ad un feromone rilasciato da una ghiandola, posta all'estremità addominale.[5]

Periodo di volo[modifica | modifica wikitesto]

Gli adulti sono rinvenibili tutto l'anno nella fascia tropicale e nella Florida meridionale.[5]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Gli adulti suggono il nettare di fiori di Caryophyllaceae come Saponaria officinalis L.[5]

I bruchi parassitano le foglie di membri delle Apocynaceae, tra cui:[5][7]

Parassitismo[modifica | modifica wikitesto]

I bruchi sono soggetti a parassitismo da parte del dittero Drino piceiventris (fam. Tachinidae) e dell'imenottero Microplitis figueresi (fam. Braconidae).[5][10]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Al momento non sono riconosciute sottospecie.[2][3][5][7]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

È stato riportato un solo sinonimo:[3][7]

  • Dilophonota crameri Schaus, 1898 - Ent. News. 9 (6) : 136 - Locus typicus: America Tropicale, Florida (sinonimo omotipico e basionimo)[1]

Schaus non indicò alcuna serie sintipica, stabilendo semplicemente che E. crameri era reperibile in "America Tropicale" (Stati Uniti d'America), ed anche nella Florida meridionale. Al National Museum of Natural History di Washington è presente un esemplare maschio, etichettato "type" (tipo), proveniente da Coatepec, Messico.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e William Schaus, Note on American Sphingidae. - II Ent. News. 9 (6) : 134-136, 1898.
  2. ^ a b c d e f Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª ed., Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 98-99, ISBN 0-86096-022-6.
  3. ^ a b c d e f CATE Creating a Taxonomic e-Science, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 30 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2012).
  4. ^ W.J. Holland, The Butterfly Book - A popular guide to a knowledge of the butterflies of North America, Garden City, New York, Doubleday, Page & Company, 1914, (2): 59.
  5. ^ a b c d e f g h i j k Silkmoths, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 30 luglio 2011.
  6. ^ A. Miles Moss, Sphingidae of Para, Brazil. Novit. zool. 27 - pp. 333-424, pl. 7, 1920.
  7. ^ a b c d Funet, su ftp.ipv6.funet.fi. URL consultato il 30 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2014).
  8. ^ (ENES) Ian J. Kitching, Julieta Ledezma & Joaquín Baixeras, An Annotated Checklist of the Sphingidae of Bolivia (Insecta: Lepidoptera) - Una lista comentada de los Sphingidae de Bolivia (Insecta: Lepidoptera), in Gayana, vol. 65, n. 2, 2001, pp. 79-111, ISSN 0717-652X (WC · ACNP). URL consultato il 30 luglio 2011.
  9. ^ INRA, su inra.fr. URL consultato il 30 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2011).
  10. ^ D.H. Janzen, A.K. Walker, J.B. Whitfield, G. Delvare and I.D. Gauld, Host specificity and Hyperparasitoids of Three New Costa Rican Species of Microplitis Foerster (Hymenoptera: Braconidae: Microgastrinae), Parasitoids of Sphingid Caterpillars, in Journal of Hymenoptera Research, vol. 12, n. 1, 2003, pp. 42-76. URL consultato il 30 luglio 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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