Mino Damato

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Mino Damato alla conduzione del programma Alla ricerca dell'Arca (1989)

Mino Damato all'anagrafe Erasmo Damato (Napoli, 1º dicembre 1937Vicenza, 16 luglio 2010) è stato un giornalista, conduttore televisivo, autore televisivo e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il giornalismo[modifica | modifica wikitesto]

Giornalista professionista dal 1965, è tra i collaboratori principali della rivista musicale Big; è poi entrato alla Rai nel 1968 e ha fatto parte della redazione del TG1, realizzando tra l'altro vari reportage dalle zone di guerra[1]. Negli anni settanta è stato autore e conduttore delle trasmissioni televisive Avventura (le cui sigle erano She Came In Through the Bathroom Window nella versione di Joe Cocker e A Salty Dog dei Procol Harum[2]), Racconta la tua storia, In viaggio tra le stelle (per il quale gli venne dedicato, anni dopo, l'asteroide 121019 Minodamato) e TAM TAM.

Nel 1983, in collaborazione con Enrica Bonaccorti, condusse il programma di approfondimento quotidiano Italia sera. Ha condotto l'edizione 1985/1986 di Domenica in, affiancato da Elisabetta Gardini, Gina Lollobrigida, il Trio Lopez-Marchesini-Solenghi.

In questa edizione Damato rimodellò il tradizionale varietà dandogli un'impronta più culturale e giornalistica, anticipando temi che tratterà nelle trasmissioni successive: divenne celebre una sua camminata sui carboni ardenti effettuata durante una delle puntate di Domenica in[3], che ispirò la parodia Mino D'Amianto del comico Ezio Greggio, nonché una camminata su una pizza calda del comico Beppe Grillo.

Nel 1987 ha condotto il programma Esplorando. Dal 1988 al 1990 realizzò e condusse Alla ricerca dell'Arca (in onda su Rai 3), trasmissione che trattava argomenti di cultura, ricerca, attualità, e mistero, e in seguito trasmissioni di contenuto simile per Telemontecarlo (Incontri televisivi, 1991) e Rete 4 (Incontri sull'Arca, mille domande 1992[4] ). Del 1995 è il flop Sognando, sognando su Rai Uno[5]. Nell'estate 1997 tornò su Rai Tre per Rai Educational con Grand Tour, in onda nella fascia oraria mattutina[6].

Bambini in Emergenza[modifica | modifica wikitesto]

Abbandonata la televisione, si occupa di dare assistenza ai bambini malati di AIDS (adottò una bambina rumena affetta da tale sindrome morta nel 1996[7]), tramite la Fondazione Bambini in Emergenza[8] - costituita anche in Romania come Fundatia Bambini in Emergenza - di cui era presidente e direttore operativo.

La politica e la morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1993 si candidò sindaco di Assisi per il movimento "Uniti per Rinnovare"[9]. Non arriva neppure al ballottaggio, ma è eletto consigliere, carica che lascerà dopo circa sei mesi[10]. Nel 1999 è candidato alle elezioni europee nelle liste di Alleanza Nazionale-Patto Segni nel collegio Centro, ed è primo dei non eletti con circa 28000 preferenze[11]. A cavallo fra il 1999 e il 2000 Damato ricorre fra i potenziali candidati del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, ma gli verrà preferito Francesco Storace[12]. È comunque eletto consigliere regionale del Lazio, sempre nelle liste di AN.

Nel marzo 2001 lascia polemicamente AN e si iscrive al gruppo misto del quale diventa capogruppo[13]. In questa consiliatura è vicepresidente della 1ª Commissione Consiliare Permanente (affari istituzionali e rapporti con l'Unione Europea, autonomie locali, affari generali e personale, demanio e patrimonio, informatica). Sempre nel 2001 sostenne l'Ulivo alle elezioni comunali di Roma[14] creando la Lista per i Bambini[15].

Nel 2004 si ipotizza una candidatura alle europee nelle liste dell'UDC, ma non verrà formalizzata[16], mentre nel 2005 Damato si ricandida consigliere regionale nelle liste di Forza Italia ma non verrà eletto[17]. Nel 2006 si candida alla Camera dei deputati per Alternativa Sociale[18], ma la lista non supererà il quorum. Nel 2008, in occasione delle comunali di Roma, costituì la lista I moderati per Roma al Centro con Rutelli che tuttavia non eleggerà alcun rappresentante[19].

Malato da tempo, è morto il 16 luglio 2010, all'età di 72 anni, presso l'ospedale San Bortolo di Vicenza, dov'era ricoverato per ricevere cure specialistiche per un tumore. È sepolto nel cimitero acattolico di Roma, al Testaccio. Nella sua tomba si trova anche la bambina romena da lui adottata, deceduta per AIDS.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • L'auto che non uccide, Roma, L'editrice dell'automobile, 1969.
  • Un viaggio tra le stelle, Roma, Curcio, 1977.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Addio a Damato, giornalista sempre a caccia di nuove sfide, su repubblica.it, la Repubblica, 18 luglio 2010. URL consultato il 18-7-2010.
  2. ^ dati ricavati dal sito Anni 70- La Tv dei ragazzi Copia archiviata, su anni70-latvdeiragazzi.it. URL consultato il 4 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2014)., URL consultato il 4-5-2014.
  3. ^ È morto il giornalista tv Mino Damato, su corriere.it, Corriere della Sera, 18 luglio 2010. URL consultato il 18-7-2010.
  4. ^ Mino Damato, perfetto robot tv
  5. ^ I sogni di Damato, brusco risveglio
  6. ^ Damato: "Torno in Rai con la tv dei sentimenti"
  7. ^ L'Aids ha spento Andreea, 9 anni la figlia adottiva di Mino Damato
  8. ^ Fondazione bambini in emergenza, su bambiniinemergenza.org. URL consultato il 18-7-2010.
  9. ^ Andreotti: processatemi ma presto
  10. ^ Damato si dimette e paga il Comune, su archiviostorico.corriere.it.
  11. ^ Quei voti di preferenza, su archiviostorico.corriere.it.
  12. ^ Regionali: Fini candida Storace contro Badaloni
  13. ^ L'ira di Mino Damato: "Non servo"
  14. ^ Damato, ex candidato An: scelgo l'Ulivo
  15. ^ Lista per i Bambini Così Damato, ex An, appoggerà Veltroni
  16. ^ Effetto Gruber, al Centro doppia Berlusconi
  17. ^ Il Pdci candida Bebo Storti Fi lo scopritore del genoma, su archiviostorico.corriere.it.
  18. ^ Tutti in lista, i big si sfidano a Roma
  19. ^ Liste Comune/2

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito Bambini in Emergenza, su bambiniinemergenza.org.
  • Biografia, su minodamato.it, Mino Damato. URL consultato il 18-7-2010 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2010).
Controllo di autoritàVIAF (EN232535602 · ISNI (EN0000 0004 2339 8621 · SBN TO0V420149 · LCCN (ENn79079469 · WorldCat Identities (ENlccn-n79079469