Erano tutti miei figli

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Erano tutti miei figli
Edward G. Robinson in una scena
Titolo originaleAll My Sons
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1948
Durata94 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37 : 1
Generedrammatico
RegiaIrving Reis
SoggettoArthur Miller
SceneggiaturaChester Erskine
ProduttoreChester Erskine
Casa di produzioneUniversal International Pictures
FotografiaRussell Metty
MontaggioRalph Dawson
Effetti specialiDavid S. Horsley
MusicheLeith Stevens
ScenografiaHilyard M. Brown, Bernard Herzbrun, A. Roland Fields, Russell A. Gausman
CostumiGrace Houston
TruccoCarmen Dirigo, Bud Westmore
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Erano tutti miei figli (All My Sons) è un film statunitense del 1948 diretto da Irving Reis.

È un film drammatico basato sul dramma teatrale All My Sons di Arthur Miller del 1947 e incentrato su un uomo che scopre che suo padre ha venduto aerei da guerra difettosi al ministero della difesa e si è reso quindi responsabile di 21 morti, tra cui quella dell'altro suo figlio.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Joe Keller è un ricco imprenditore, ex proprietario, insieme al suo socio Herbert, di un'azienda che fabbrica componenti per aerei militari durante la seconda guerra mondiale. La sua fabbrica ha venduto all'aeronautica militare pezzi di ricambio difettosi causando la morte di ventuno giovani piloti. Keller fa ricadere la colpa sul suo socio, che finisce in carcere. Sulla famiglia Keller si abbatte però un'altra disgrazia: Larry, figlio di Joe e sua moglie Kate, non è mai tornato dalla guerra ed è ormai disperso da tre anni. Kate non riesce ad accettare la cosa e lo aspetta tutte le notti. Giunge a casa Keller (in cui è ambientato l'intero dramma) Ann, la storica fidanzata di Larry. Ann è stata invitata da Chris, l'altro figlio di Joe e Kate sopravvissuto alla guerra, poiché egli vuole sposarla. Ann inoltre è la figlia di Herbert, il socio di Joe incriminato e attualmente in carcere. Il matrimonio di Ann e Chris è ostacolato dalla madre di lui che si ostina a credere che il figlio sia vivo, ma anche dall'arrivo di George, fratello di Ann che intanto è diventato avvocato. George sta tornando dalla prima visita fatta al padre da quando è in carcere, e al suo arrivo si scaglia contro Chris, rivelando che suo padre Joe è il vero responsabile per aver consentito la spedizione anni prima di quei pezzi difettosi. Chris e Ann cercano di gestire la situazione evitando di coinvolgere i genitori di lui e alla fine George va via furioso. Il nodo però giunge al pettine quando Chris vuole convincere sua madre che Larry è morto, per cui egli può sposare Ann; a questo punto Kate rivela che non accetterà mai la morte del figlio perché vorrebbe dire accettare che Joe abbia ucciso suo figlio (Larry era pilota d'aerei). Chris capisce che ciò di cui parlava George è reale e dopo una lite furiosa con il padre scappa via. In sua assenza Ann mostra a Kate una lettera che gli mandò Larry il 25 novembre, il giorno in cui morì. Nella lettera Larry racconta di aver appreso dai giornali lo scandalo provocato dall'azienda del padre e confida a Ann di non sopportare il peso di quella colpa, per cui lascia intuire che nella sua prossima missione si toglierà la vita. Al ritorno di Chris scoppia un'altra grossa lite nella famiglia, Ann mostra anche a Chris la lettera di Larry, il quale poi la consegna al padre. Quest'ultimo, preso dalla disperazione, si rende conto di aver causato la morte di suo figlio, nonché degli altri ventun piloti che "erano tutti figli miei", e annuncia di volersi consegnare alla polizia, ma si rinchiude nella sua camera. Poco dopo si sente un colpo di pistola.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film, diretto da Irving Reis su una sceneggiatura di Chester Erskine con il soggetto di Arthur Miller (autore del dramma teatrale),[1] fu prodotto da Universal International Pictures[2] e girato negli Universal Studios a Universal City in California[3]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film fu distribuito negli Stati Uniti ad aprile del 1948 al cinema dalla Universal Pictures (première a New York il 27 marzo 1948).[2]

Alcune delle uscite internazionali sono state:[4]

  • in Svezia il 26 luglio 1948 (Alla mina söner)
  • in Francia il 17 novembre 1948 (Ils étaient tous mes fils)
  • in Finlandia il 25 febbraio 1949 (Minä syytän)
  • in Danimarca il 21 marzo 1949 (Alle mine sønner)
  • in Portogallo il 27 luglio 1950 (A Sombra do Passado)
  • in Germania Ovest il 15 novembre 1984 (Alle meine Söhne, in prima TV)
  • in Grecia (Itan oloi tous paidia mou)
  • in Yugoslavia (Svi moji sinovi)
  • in Polonia (Synowie)
  • in Spagna (Todos eran mis hijos)
  • in Italia (Erano tutti miei figli)

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il Morandini il film risulta fedele "allo spirito del dramma" di Miller ed è anzi proprio questa sua qualità di fondo che paradossalmente, nonostante il buon livello di recitazione degli attori, provoca quelli che sono i principali difetti del film: un "teatralismo di fondo" che "diventa verbosità e genera stanchezza".[5]

«una delle più intense interpretazioni di Robinson, perfetto nel descrivere il dramma di questo capitalista che non vuole ammettere i propri errori... eccesso di verbosità...» **½ [6]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Erano tutti miei figli - IMDb - Cast e crediti completi, su imdb.com. URL consultato il 25 agosto 2012.
  2. ^ a b Erano tutti miei figli - Crediti per le compagnie di produzione e distribuzione, su imdb.com. URL consultato il 25 agosto 2012.
  3. ^ Erano tutti miei figli - Luoghi delle riprese, su imdb.com. URL consultato il 25 agosto 2012.
  4. ^ Erano tutti miei figli - IMDb - Date di uscita, su imdb.com. URL consultato il 25 agosto 2012.
  5. ^ Scheda di Erano tutti miei figli su MYmovies.
  6. ^ Paolo Mereghetti, Dizionario dei film, Baldini&Castoldi, ed. 1994.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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