Enrico Bertani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Enrico Bertani (Belgirate, 1919Sarengrad, 12 aprile 1945) è stato un partigiano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio della seconda guerra mondiale era stato chiamato alle armi e mandato, con il I Reggimento d'artiglieria alpina, prima sul fronte occidentale e poi in Jugoslavia. Al momento dell'armistizio il giovane caporal maggiore passò nelle file delle formazioni partigiane, combattendo contro i nazisti nella VI Divisione dell'esercito jugoslavo di liberazione. Catturato dai tedeschi, Bertani fu rinchiuso in un campo di concentramento.

Riuscito ad evadere, il giovane militare raggiunse gli italiani della Divisione Italia, che si era costituita a fianco dell'esercito jugoslavo di liberazione, e il 3 novembre del 1944 fu nominato comandante di plotone del Battaglione "Garibaldi", guidando per mesi i suoi uomini in audaci azioni di guerriglia. Proprio nelle ultime settimane di lotta Bertani fu mortalmente ferito in combattimento, mentre con i partigiani della "Garibaldi" attaccava una munita posizione tedesca.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Caporale maggiore di artiglieria alpina distaccato in territorio oltremare, non esitava, subito dopo l’armistizio dell'8 settembre 1943, ad arruolarsi nelle formazioni partigiane locali. Non appena le vicende della lotta lo permisero, rientrava ai reparti volontari italiani e nominato comandante di plotone, prendeva parte ai fatti d’arme di un intero ciclo operativo sempre emergendo per alto valore ed elevato senso del dovere, tanto che, benché ferito, rifiutava di essere ricoverato in luogo di cura. Durante un aspro combattimento, mentre alla testa dei suoi uomini andava all’attacco di una munita posizione nemica, cadeva gravemente colpito al petto. Conscio della propria fine, rifiutava ogni soccorso e chiedeva insistentemente che il suo corpo prossimo a divenire esanime fosse buttato fuori del camminamento per non intralciare l’avanzata dei compagni. Luminoso esempio di coraggio e sprezzo del pericolo.»
— Sarengrad Jugoslavia, 12 aprile 1945.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 16 aprile 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Pietro Prini, Terra di Belgirate. Nuova edizione curata da Vittoria Grassi con l'aggiunta di notizia sull'autore, Grugliasco, Tipografia Sosso, 2005, pp. 133–137

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]