Enrichetta Amalia di Anhalt-Dessau (1720-1793)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Enrichetta Amalia di Anhalt-Dessau
NascitaDessau, 7 dicembre 1720
MorteDessau, 5 dicembre 1793
PadreLeopoldo I, Principe di Anhalt-Dessau
MadreAnna Luisa Föhse

Enrichetta Amalia di Anhalt-Dessau (Dessau, 7 dicembre 1720Dessau, 5 dicembre 1793) fu una principessa di Anhalt-Dessau, appartenente ad un ramo degli Ascanidi.

Era la quinta figlia (ma anche la quarta e la più giovane tra le sopravvissute) di Leopoldo I Principe di Anhalt-Dessau, e della sua moglie morganatica Anna Luisa Föhse.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1741 Enrichetta Amalia partorì un figlio illegittimo, il cui padre era il figlio di un servitore di corte. Avendo rifiutato di sposarlo, venne bandita dalla corte di Dessau. Negli undici anni successivi, visse ad Herford, in qualità di monaca. Più tardi il padre (che aveva avuto lui stesso due figli illegittimi) cercò di trovarle uno sposo di rango adeguato ma tutti i progetti matrimoniali fallirono. Nel frattempo, Enrichetta Amalia iniziò a convivere, alla luce del sole, con il Barone di Rackmann, che era di quindici anni più giovane di lei. Grazie al suo intervento, egli venne innalzato al rango di Conte Imperiale e di Barone di Bangert.

Probabilmente per stare vicina a suo figlio (che era stato affidato alla famiglia di un banchiere), la Principessa acquistò un'ampia casa a Bockenheim, più tardi ribattezzata "Villa Passavant". L'edificio divenne in seguito la prima scuola della zona, ed oggi ospita l'Ospedale di Santa Elisabetta.

Nel 1753 Enrichetta Amalia acquistò una proprietà, con annesse una casa ed un'orangerie. Qui si dedicò ad una vasta serie di attività agricole, rendendola tenuta virtualmente autosufficiente. Introdusse anche l'allevamento del baco da seta, installò alveari, ed vendette arance provenienti dalla sua residenza. Inoltre, promosse la coltivazione degli asparagi e di altri vegetali e frutti. Acquistò a Kreuznach una tenuta feudale (in tedesco: Rittergut), dove creò un piccolo castello (oggi un museo pubblico), arredandolo secondo il gusto classicheggiante del suo vecchio maniero. La costruzione venne completata intorno al 1775.

Enrichetta Amalia diresse personalmente le sue estese proprietà, e si dimostrò anche un'entusiasta contadina. Grazie al suo acume finanziario, poté condurre una vita libera da costrizioni e pienamente indipendente. Si disse che fosse stata cinque volte più ricca del più agiato agricoltore della regione. Con la sua ricchezza, supportò numerosi artisti.

Nel 1771 estese la sua tenuta di campagna, e le dipendenze del relativo castello. Circa 700 opere d'arte vennero esibite nella "Galerie" posta al primo piano del rinnovato palazzo. Inoltre un accanto al castello venne creata una vasca in marmo (in tedesco: Marmorbad). In quest'epoca suo figlio, colpito da tubercolosi, morì all'età di circa trent'anni.

Nel 1790 acquistò a Francoforte sul Meno una casa situata nella Eschenheimer lane. Nel 1792, quando le truppe rivoluzionarie francesi si avvicinarono a Francoforte, Enrichetta Amalia si rifugiò nella natia Dessau, risiedendo nel "Palais Dietrich" (così battezzato, in onore del precedente proprietario, suo fratello Dietrich, che era morto nel 1769).

Un anno dopo lei stessa si spense, due giorni prima del suo settantatreesimo compleanno, e venne sepolta a Dessau. Nessun membro della sua famiglia partecipò ai suoi funerali.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni Casimiro di Anhalt-Dessau Giovanni Giorgio I di Anhalt-Dessau  
 
Dorotea del Palatinato-Simmern  
Giovanni Giorgio II di Anhalt-Dessau  
Agnese d'Assia-Kassel Maurizio d'Assia-Kassel  
 
Giuliana di Nassau-Dillenburg  
Leopoldo I di Anhalt-Dessau  
Federico Enrico d'Orange Guglielmo I d'Orange  
 
Louise de Coligny  
Enrichetta Caterina d'Orange  
Amalia di Solms-Braunfels Giovanni Alberto I di Solms-Braunfels  
 
Agnese di Sayn-Wittgenstein  
Enrichetta Amalia di Anhalt-Dessau  
 
 
 
Rudolf Föhse  
 
 
 
Anna Luisa Föhse  
 
 
 
Agnese Ohme  
 
 
 
 

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Walther Schmidt: Prinzessin Henriette Amalie von Anhalt-Dessau. Die Begründerin der Fürstlichen Amalienstiftung in Dessau. Funk Verlag Bernhard Hein, Dessau 2009, ISBN 978-3-939197-38-6

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN28001919 · ISNI (EN0000 0001 1563 6931 · CERL cnp00580249 · LCCN (ENno2003016944 · GND (DE124330959 · J9U (ENHE987007422283205171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2003016944
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie