Enḫeduanna

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Enḫeduanna, immagine tratta dal "Disco di Enḫeduanna", conservato al Museo dell'Archeologia e dell'Antropologia dell'Università della Pennsylvania

Enḫeduanna (... – ...; fl. XXIV secolo a.C.) è stata una sacerdotessa e poetessa accadica[1]. Vissuta intorno al XXIV secolo a.C., fu figlia del re accadico Sargon, nonché sacerdotessa del dio Nanna a Ur.

Prima poetessa e scrittrice attestata nella storia dell'umanità[2][3], è nota sia da fonti successive che contemporanee. La sua più celebre opera è scritta in lingua sumerica e ha come titolo (come "incipit") Nin-me-šar2-ra (Signora di tutti i "Me"), opera più comunemente nota con il moderno titolo L'esaltazione di Inanna.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Enheduanna era figlia di Sargon di Akkad, suo padre la nominò gran sacerdotessa della dea Inanna per poter meglio controllare la città di Ur. In seguito sarà nominata somma sacerdotessa del dio An per la città di Uruk. La principessa divenne molto popolare quando iniziò a comporre inni per gli dèi di cui era sacerdotesa. Sembrerebbe inoltre che sia stata la prima a instaurare un rapporto personale con gli dèi che serviva, mediante dei dialoghi diretti, come riportati nelle sue opere.[4]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Del Nin-me-šar2-ra, che si compone di 153 righe, conserviamo oltre cinquanta diverse testimonianze, frammenti di tavolette in cuneiforme. Nell'opera viene narrato, in termini a volte oscuri, un drammatico evento della vita di Enḫeduanna: la sua fuga dalla città di Ur ove ricopriva il ruolo di sacerdotessa del dio poliade della città, Nanna (accadico: Sîn; il dio Luna) e il suo esilio nella steppa. L'opera prende quindi la forma di invocazione, affinché gli dèi liberino dall'esilio la sacerdotessa, alludendo a un certo Lugalanne, probabile rivoltoso sumero contro il potere del padre di Enḫeduanna. L'inno si conclude con l'invocazione alla dea Inanna (sumerico; accadico: Iŝtar; dea figlia del dio Nanna) e infine con il ritorno vittorioso della dea, e della sua grande sacerdotessa, nel santuario di Ur. Tale opera ebbe un profondo riconoscimento nella stessa letteratura religiosa sumerica, considerata in quell'ambito come uno dei dieci componimenti religiosi più notevoli, l'unico di cui peraltro conosciamo l'autore.

Una traslitterazione del cuneiforme sumerico con traduzione del componimento, apparati critici e commento, nonché un capitolo sulla vita e le opere della sacerdotessa-poetessa è in William W. Hallo e J.J.A. Van Dijk, The Exaltation of Inanna, New Haven and London Yale University Press, 1968, pp. 1-12.

Di seguito l'incipit del componimento con la traslitterazione del The ETCSL project, Faculty of Oriental Studies, University of Oxford.

(SUX)

«1. Nin me šar2-ra ud dalla e3-a
2. munus zid me-lim4 gur3-ru ki aĝ2 an uraš-a
3. nu-gig An-na suḫ-gir11 gal-gal-la
4. aga zid-de3 ki aĝ2 nam-en-na tum2-ma
5. me 7-bi šu sa2 dug4-ga
6. nin-ĝu10 me gal-gal-la saĝ keše2-bi za-e-me-en
7. me mu-e-il2 me šu-zu-še3 mu-e-la2
8. me mu-e-ur4 me gaba-za bi2-tab
9. ušumgal-gin7 kur-re uš11 ba-e-šum2
10. dIškur-gin7 ki šeg(KA×LI) gi4-a-za dEzina2 la-ba-e-ši-ĝal2
11. a-ma-ru kur-bi-ta ed3-de3
12. saĝ-kal an ki-a dInanna-bi-me-en»

(IT)

«1.Signora di tutti i Me (nin-me-šar2-ra), risplendente di luce
2. Donna virtuosa, vestita dello splendore divino (me-lim4), diletta del Cielo e della Terra
3. Sacerdotessa (nu-gig) del dio An, con il grande diadema
4. Colei che ama la tiara consona alla grande sacerdotessa
5. La cui mano impugna (tutti) i sette Me
6. O mia Signora, tu sei la guardiana di tutti i grandi Me
7. Tu hai riunito i Me, tu hai legato i Me alle tue mani
8. Tu hai raccolto i Me, tu hai stretto i Me al tuo petto
9. Come un drago (ušumgal) tu hai lanciato il veleno sui territori dei nemici
10. Quando tu ruggisci alla terra come il dio Iškur, la vegetazione non può resisterti
11. Come un diluvio (a-ma-ru) discendi dalla tua montagna (kur)
12. O potente del cielo e della terra, tu sei Inanna»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per la nazionalità accadica si veda ad esempio il paragrafo "Storia" di Accadi, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Paolo Matthiae, Il primo poeta, una donna, in Il Sole 24 Ore, 15 gennaio 2012.
  3. ^ Van De Mieroop, p. 70.
  4. ^ Paul Strathern, Storia del mondo in dieci imperi: Dalla Mesopotamia agli Stati Uniti, Il Saggiatore, 2020, ISBN 978-8865767740.

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