Emone

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Emone
Nome orig.Αἵμων
Caratteristiche immaginarie
Sessomaschio
Professionere di Tebe

Emone (in greco antico: Αἵμων?, Hàimōn) è un personaggio della mitologia greca, figlio di Euridice e di Creonte, il re di Tebe.

Svolge un ruolo importante nell'Antigone di Sofocle.

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Quando Edipo lasciò il trono di Tebe, i suoi due figli, Eteocle e Polinice si accordarono di avvicendarsi sul trono ogni anno e, non mostrando alcuna attenzione per il padre, quest'ultimo li maledisse.
Dopo il primo anno, Eteocle rifiutò di lasciare il trono e Polinice attaccò Tebe, scatenando una guerra durante la quale, dopo che entrambi i fratelli morirono in duello, Creonte ascese al trono di Tebe e decretò che Polinice non fosse seppellito: al che Antigone, sua sorella, disobbedì all'ordine, ma fu scoperta e Creonte ordinò che fosse seppellita viva, nonostante fosse stata promessa a suo figlio, Emone.
Gli dei, attraverso il profeta cieco Tiresia, espressero la loro disapprovazione e lo convinsero a revocare l'ordine: Polinice fu seppellito ma, quando Creonte arrivò alla tomba dove la nipote sarebbe stata sotterrata, si scoprì che Antigone si era suicidata piuttosto che essere seppellita viva.
Emone, disperato, attaccò il padre, denunciandone la crudeltà e poi si uccise. Ne seguì la fine dell'intera famiglia, con il suicidio della madre e dello stesso Creonte[1].

La stirpe[modifica | modifica wikitesto]

AGENORE
re di Tiro
Telefassa
Ares
Afrodite
Europa (figlia di Agenore)
Cilice
re di Cilicia
Fenice (figlio di Agenore)
re di Fenicia
CADMO
re di Tebe
Armonia
POLIDORO
re
di Tebe
Autonoe
Ino
Semele
Agave
LABDACO
re
di Tebe
Atteone
Melicerte
Dioniso
PENTEO
re
di Tebe
OCLASO
Meneceo
LAIO
re
di Tebe
GIOCASTA
Euridice (moglie di Creonte)
CREONTE
reggente 2 volte
EDIPO
re
di Tebe
GIOCASTA
EMONE
MENECEO
ETEOCLE
re
di Tebe
POLINICE
ANTIGONE
ISMENE

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Apollodoro, Biblioteca, III 5, 8, che non si attiene alla versione sofoclea, riporta che Emone, invece, fu divorato dalla Sfinge.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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