Emilio Barbiano di Belgiojoso-Este

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Il Principe Emilio Barbiano di Belgiojoso-Este presidente della F.I.F.

Emilio Angelo Luigi Barbiano di Belgiojoso-Este (Milano, 9 aprile 1855Milano, 21 aprile 1944) è stato un dirigente sportivo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era l'unico figlio maschio di Antonio Alberico Barbiano di Belgiojoso d'Este (1804-1882) e Matilde Gradi (1830-1918)[1]. Fu il settimo e ultimo Principe del Sacro Romano Impero per la casata dei Da Barbiano perché non ebbe nessun discendente. La consorte fu Maddalena Desmaniet de Biesme[2], che morì nel 1951 nel castello di San Colombano al Lambro. L'ultima principessa donò il castello di famiglia per testamento[3].

Emilio Angelo Barbiano di Belgiojoso-Este è ricordato per essere stato Primo Gentiluomo della regina Margherita di Savoia. Talvolta viene confuso con lo zio Emilio Barbiano di Belgiojoso-Este (1800-1858), marito della principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso[1].

Presidente della F.I.F.[modifica | modifica wikitesto]

Fu il terzo presidente della Federazione Italiana del Football e fu eletto a Milano il 10 novembre 1907 nell'assemblea che vide lo sdoppiamento del campionato in italiano e federale.[4][5]

Luigi Bosisio lo coadiuvò alla segreteria che, in collaborazione con Herbert Kilpin e Hans Heinrich Suter, scrisse un regolamento tascabile aggiornato con le ultime norme della Football Association.[6]

Non fu una presidenza facile la sua, appena subentrato al dimissionario Giovanni Silvestri vide la crescita delle squadre provinciali del triangolo Vercelli-Novara-Casale e Mantova-Verona-Venezia più le squadre toscane. Ci fu inoltre l'ingresso delle squadre ginnastiche transfughe dalla Federazione Ginnastica Italiana fortemente motivate ad escludere i giocatori stranieri ed istituire un campionato che parlasse solamente italiano.

Durante la sua presidenza, inoltre, fu approvata la legge n. 489 del 7 luglio 1907 relativa al riposo festivo[7], legge che portò un notevole sviluppo del football a livello popolare, un livello sociale ed economico differente da quello fino a quel momento in essere.

Nel 1948 in occasione del 50º anniversario della FIGC fu insignito del titolo di pioniere del calcio italiano.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Family tree, su gw.geneanet.org. URL consultato il 23 gennaio 2022.
  2. ^ Vincenzo Rizzo Zambonini dei Ritii, "Barbiano di Belgiojoso". Genealogia di una famiglia. Vol. 1 - "Dalla Romagna alla Lombardia" - pag. 91, Milano 2020
  3. ^ Vincenzo Rizzo Zambonini dei Ritii, "Barbiano di Belgiojoso". Genealogia di una famiglia. Vol. 2 - "Principali dimore sul territorio" - pag. 53, Milano 2020
  4. ^ Federazione Italiana del Foot-Ball, La Stampa di venerdì 22 novembre 1907 p. 6, su archiviolastampa.it.
  5. ^ "Giuoco del calcio - La nuova federazione" in La stampa sportiva del 17 novembre 1907 p. 7-8, su digibess.it.
  6. ^ La stampa sportiva del 1º dicembre 1907 p. 8, su digibess.it.
  7. ^ La questione del riposo festivo tra ’800 e ’900, di Rosalba Canetta, p. 9 (PDF), su vitaepensiero.it.
  8. ^ Bollettino ufficiale della F.I.G.C., comunicato ufficiale n. 45 del 18 febbraio 1949. Con comunicato n. 46, al Palazzo Tursi di Genova il 27 febbraio 1949 furono consegnati i distintivi d'onore alle persone che avevano dato un contributo rilevante allo sviluppo del gioco del calcio in Italia nel periodo 1898-1914 (comprese le persone già decedute): 7 presidenti; 12 del Piemonte; 15 della Lombardia; 5 del Veneto; 6 della Liguria; 2 dell'Emilia, 4 della Toscana; 5 del Lazio; 2 della Campania; 2 delle Puglie; 1 della Sicilia.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., 75º anniversario fondazione F.I.G.C. 1898-1973, Roma, FIGC, stampato da Industria Grafica Modena - Roma, 1973, p. 72, in "Profilo dei presidenti federali" di Angelo Rovelli.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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