Emicrania da gelato

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Emicrania da gelato
Il nervo trigemino, in giallo, conduce i segnali dilatando i vasi sanguigni dal palato al cervello, che interpreta il dolore come se fosse proveniente dalla fronte.
Specialitàneurologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10G44.8021
Sinonimi
Mal di testa da gelato
Ganglioneuralgia sfenopalatina

L'emicrania da gelato, nota anche come mal di testa da gelato o cervello ghiacciato o con il suo nome scientifico ganglioneuralgia sfenopalatina,[1] è una forma di mal di testa o rapido dolore al cranio comunemente associato al consumo, soprattutto improvviso, di bevande fredde o cibi come gelato.[2][3][4]

Cause[modifica | modifica wikitesto]

La "cefalea da gelato" si verifica quando si mangiano o bevono rapidamente sostanze molto fredde.[5] È esperienza comune che si verifica quando si applicano sostanze gelate sulla volta del cavo orale (il palato) o quando le stesse sono inghiottite.[6] Sembra però possibile che il disturbo possa verificarsi semplicemente con una prolungata esposizione dell'orofaringe a temperature molto basse.[7][8]

L'assunzione di cibo freddo comporta una costrizione dei vasi sanguigni presenti nel palato. In breve il venir meno dello stimolo del freddo comporta un'altrettanto rapida vasodilatazione degli stessi vasi. Si tratta di una risposta fisiologica di compenso, per certi versi simile al meccanismo che comporta l'arrossamento del volto quando si rientra in un ambiente caldo dopo essere stati esposti ad un intenso freddo esterno. Nel palato, questa dilatazione viene rilevata da alcuni nocicettori (recettori del dolore), i quali, una volta stimolati, inviano un segnale al cervello attraverso il nervo trigemino, uno dei principali nervi del volto. Questo nervo normalmente veicola stimoli sensitivi, compresi quelli dolorosi, provenienti da un'ampia regione della faccia.[9] Quando gli stimoli giungono al cervello, questo li interpreta come provenienti dalla zona della fronte: si tratta di un tipico esempio di "dolore riferito" cioè di un dolore che viene proiettato a distanza rispetto alla zona in cui effettivamente si origina.[10]

Probabilmente nei soggetti con emicrania le vie del dolore centrali rimangono ipereccitabili tra gli attacchi spontanei, e ciò giustifica la maggiore prevalenza del disturbo nei soggetti cefalgici.[11][12] Molti ricercatori suggeriscono che un simile meccanismo vascolare e nervoso possa essere implicato nel fenomeno dell'aura (disturbi sensoriali) e nella cefalea pulsante tipica di alcuni tipi di emicranie.[6][13] È possibile che nella genesi del disturbo siano implicati altri meccanismi.[14]

Teoria dell'arteria cerebrale anteriore[modifica | modifica wikitesto]

Un'altra teoria sulle causa dell'emicrania da gelato afferma che il fenomeno si spiega con una rapida dilatazione seguita da un'altrettanto rapida costrizione dell'arteria cerebrale anteriore. Quest'arteria fornisce sangue ossigenato alla maggior parte dei lobi frontali e delle porzioni superiori e mediali di quelli parietali. L'improvviso stimolo freddo conseguente all'ingestione di gelato causerebbe un aumento del flusso ematico al cervello attraverso l'arteria cerebrale anteriore. Si tratterebbe di un meccanismo di difesa del cervello (l'organo umano più vulnerabile all'ischemia, come noto ai ricercatori che studiano i modi per ottimizzare la rianimazione cardiopolmonare),[15] volto a proteggersi dal repentino abbassamento della temperatura attraverso l'aumentato afflusso di sangue caldo, conseguenza della vasodilatazione arteriosa.

Sfortunatamente la scatola cranica è un contenitore chiuso ed un repentino aumento del volume di sangue che circola nel contenuto della scatola cranica (il cervello), nonostante l'esistenza di alcuni meccanismi di compenso, comporta emicranie lancinanti e dolori molto intensi. Quando l'arteria cerebrale anteriore si restringe, una forma di risposta compensatoria all'aumento del volume di sangue nella circolazione cerebrale, il dolore scompare. Nella prima fase l'afflusso di sangue, causa la comparsa di emicrania da gelato, probabilmente in relazione all'aumento della pressione intracranica. L'emicrania persiste fino a quando l'aumentato afflusso non viene gradualmente ridotto e poi eliminato. Con l'aumento della pressione endocranica e della temperatura del cervello i vasi sanguigni iniziano a contrarsi (vasocostrizione compensatoria), cosicché la pressione nel cervello viene ridotta prima di raggiungere livelli pericolosi.[16]

Segni e sintomi[modifica | modifica wikitesto]

In genere, il mal di testa compare in circa 10 secondi e raggiunge un picco di intensità in 30 secondi o meno. Raramente alcuni soggetti sperimentano una sensazione di intenso dolore per periodi più prolungati, 2-5 minuti. Il dolore è spesso riferito con caratteristiche simili a quelle di una violenta coltellata, generalmente viene ad essere localizzato al centro della fronte, ma può essere localizzato su un solo lato, nella regione temporale, frontale e talvolta in regione retro orbitaria. Quando monolaterale, i sintomi tendono verso il medesimo lato dove è stato applicato lo stimolo termico freddo che ha avuto un effetto "trigger". Se la causa scatenante è stata l'ingestione il dolore è più spesso bilaterale.[6]

Incidenza[modifica | modifica wikitesto]

È stato stimato che circa una persona su tre (31%) soffre di questi mal di testa mangiando gelato. Alcuni studiosi suggeriscono che il fenomeno è decisamente più comune (93%) nelle persone che solitamente hanno delle emicranie.[17] Non tutti gli scienziati concordano con queste conclusioni.[3][6] Sembra che anche i bambini con emicrania sviluppino più facilmente la cefalea da gelato rispetto ai coetanei affetti da semplici mal di testa di origine muscolo-tensiva.[18] Secondo uno studio in Taiwan la prevalenza del fenomeno nel sesso maschile è decisamente maggiore rispetto a quella del sesso femminile.[19]

Prevenzione[modifica | modifica wikitesto]

Il modo più semplice ed efficace per prevenire il disturbo è quello di imparare a consumare il cibo freddo o liquido più lentamente, in modo più controllato e meno compulsivo. Infatti semplicemente tenendo in bocca queste sostanze per un tempo sufficientemente prolungato si dà modo al palato di abituarsi alla temperatura più bassa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Articolo del Dr. Shaheen Lakhan Archiviato il 2 febbraio 2014 in Internet Archive.
  2. ^ SK. Jankelowitz, AS. Zagami, Cold-stimulus headache, in Cephalalgia, vol. 21, n. 10, Dic 2001, pp. 1002, PMID 11843876.
  3. ^ a b J. Hulihan, Ice cream headache, in BMJ, vol. 314, n. 7091, Mag 1997, pp. 1364, PMID 9161304.
  4. ^ RO. Smith, Ice cream headache, in Va Med Mon (1918), vol. 90, Nov 1963, pp. 562-4, PMID 14081348.
  5. ^ M. Kaczorowski, J. Kaczorowski, Ice cream evoked headaches (ICE-H) study: randomised trial of accelerated versus cautious ice cream eating regimen., in BMJ, vol. 325, n. 7378, Dic 2002, pp. 1445-6, PMID 12493658.
  6. ^ a b c d N. Bird, EA. MacGregor; MI. Wilkinson, Ice cream headache--site, duration, and relationship to migraine, in Headache, vol. 32, n. 1, Gen 1992, pp. 35-8, PMID 1555929.
  7. ^ D. Mitchell, Ice cream headache., in J R Coll Gen Pract, vol. 34, n. 265, Ago 1984, pp. 468, PMID 6471035.
  8. ^ M. Harries, Ice cream headache. Ice cream headache occurred during surfing in winter, in BMJ, vol. 315, n. 7108, Set 1997, pp. 609, PMID 9302987.
  9. ^ JW. Lance, The pathophysiology of migraine., in Ann Acad Med Singapore, vol. 14, n. 1, Gen 1985, pp. 4-11, PMID 4004126.
  10. ^ HG Wolff, Headache and other head pain. 2nd ed. Oxford, in Oxford University Press, 1963.
  11. ^ JW. Lance, Fifty years of migraine research., in Aust N Z J Med, vol. 18, n. 3, Mag 1988, pp. 311-7, PMID 3056372.
  12. ^ HM. Selekler, F. Budak, Idiopathic stabbing headache and experimental ice cream headache (short-lived headaches)., in Eur Neurol, vol. 51, n. 1, 2004, pp. 6-9, DOI:10.1159/000074910, PMID 14631122.
  13. ^ HM. Selekler, MS. Erdogan; F. Budak, Prevalence and clinical characteristics of an experimental model of 'ice-cream headache' in migraine and episodic tension-type headache patients, in Cephalalgia, vol. 24, n. 4, Apr 2004, pp. 293-7, DOI:10.1111/j.1468-2982.2004.00674.x, PMID 15030539.
  14. ^ JW. Sleigh, Ice cream headache. Cerebral vasoconstriction causing decrease in arterial flow may have role., in BMJ, vol. 315, n. 7108, Set 1997, pp. 609, PMID 9302986.
  15. ^ SA. Tisherman, T. Drabek, Can an ice cream headache save your life?, in Crit Care Med, vol. 38, n. 3, Mar 2010, pp. 1006-7, DOI:10.1097/CCM.0b013e3181d1689d, PMID 20168170.
  16. ^ C. Robb-Nicholson, By the way, doctor. What exactly happens when I eat something cold and get an ice-cream headache? Is it harmful in any way?, in Harv Womens Health Watch, vol. 16, n. 12, Ago 2009, p. 8, PMID 19810282.
  17. ^ NH. Raskin, SC. Knittle, Ice cream headache and orthostatic symptoms in patients with migraine., in Headache, vol. 16, n. 5, Nov 1976, pp. 222-5, PMID 977327.
  18. ^ M. Aromaa, ML. Sillanpää; P. Rautava; H. Helenius, Childhood headache at school entry: a controlled clinical study., in Neurology, vol. 50, n. 6, Giu 1998, pp. 1729-36, PMID 9633718.
  19. ^ JL. Fuh, SJ. Wang; SR. Lu; KD. Juang, Ice-cream headache--a large survey of 8359 adolescents., in Cephalalgia, vol. 23, n. 10, Dic 2003, pp. 977-81, PMID 14984231.

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