Elisabetta d'Asburgo (1526-1545)

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Elisabetta d'Asburgo
Principessa consorte ereditaria di Polonia
Granduchessa consorte di Lituania
In carica5 maggio 154315 giugno 1545
Incoronazione8 maggio 1543
PredecessoreBona Sforza
SuccessoreBarbara Radziwiłł
Altri titoliarciduchessa d'Austria
NascitaLinz Austria, 9 luglio 1526
MorteVilnius, 15 giugno 1545
Luogo di sepolturaCattedrale di Vilnius
Casa realeCasa d'Asburgo
PadreFerdinando I, Imperatore del Sacro Romano Impero
MadreAnna di Boemia e Ungheria
ConsorteSigismondo II Augusto di Polonia

Elisabetta d'Asburgo, arciduchessa d'Austria (Linz, 9 luglio 1526Vilnius, 15 giugno 1545), era un membro della Casa d'Asburgo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era la figlia primogenita di Ferdinando d'Asburgo (futuro imperatore Ferdinando I), e di sua moglie, Anna Jagellone[1].

Elisabetta trascorse gran parte della sua infanzia nell'Hofburg, a Innsbruck. Fu allevata seguendo una rigida disciplina e ricevette una buona educazione dall'umanista Kaspar Ursinus Velius[1], ma non gli fu insegnata la lingua polacca nonostante il suo precoce matrimonio combinato con Sigismondo II Augusto[2].

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto matrimoniale era stato discusso per la prima volta quando Elisabetta aveva solo un anno. Luigi, re di Ungheria e Boemia, morì nell'agosto del 1526 senza lasciare un erede. Il trono ungherese fu contestato tra il cognato di Luigi, Ferdinando I e Giovanni Szàpolyai[2]. Lo zio di Luigi, Sigismondo I e la nobiltà ungherese sostennero Szàpolyai. Il matrimonio di Elisabetta con il figlio di Sigismondo fu proposto come mezzo per interrompere il sostegno polacco a Szapolyai[2]. La regina polacca Bona Sforza si oppose al matrimonio mentre si opponeva alla crescente influenza degli Asburgo[3].

Nel febbraio 1530 Sigismondo II Augusto, di dieci anni, fu incoronato re di Polonia (suo padre era ancora vivo e di buona salute) per assicurarsi la sua eredità in Polonia che aveva una monarchia elettiva[4]. Gli inviati di Giorgio, duca di Sassonia, presenziarono alla cerimonia di incoronazione e negoziarono il matrimonio tra Elisabetta e Sigismondo per conto di Ferdinando[5]. Il Gran Cancelliere della Corona Krzysztof Szydłowiecki sostenne le nozze e organizzò un contratto di matrimonio preliminare, firmato il 10-11 novembre 1530 a Poznań[5]. Secondo il trattato, il matrimonio avrebbe avuto luogo nel 1533 quando Elisabetta avrebbe raggiunse l'età di 7 anni. La sua dote era di 100.000 ducati. In cambio, i polacchi le avrebbero concesso le città di Nowy Sącz, Sanok, Przemyśl e Biecz[5].

In considerazione del fatto che Elisabetta era la nipote di Ladislao II d' Ungheria, zio di Sigismondo, Papa Clemente VII ha dovuto concedere una dispensa papale in modo che il matrimonio potesse aver luogo[5].

L'ultimo contratto di matrimonio, fu firmato solo il 16 giugno 1538 a Breslavia da Johannes Dantiscus[5]. Il trattato non differiva dal trattato preliminare del 1530 oltre all'età della sposa, che era ora fissato a 16. La cerimonia del fidanzamento avvenne il 17 luglio 1538 a Innsbruck[5]. Bona continuò a fare pressioni contro il matrimonio e propose invece la principessa Margherita di Francia[6].

Regina di Polonia[modifica | modifica wikitesto]

Elisabetta e un seguito di dodici persone partirono da Vienna il 21 aprile 1543[7]. Fu raggiunta a Olomouc da Samuel Maciejowski, vescovo di Płock e da un seguito di 1.500 cavalieri. Il 5 maggio 1543, Elisabetta entrò a Cracovia e incontrò Sigismondo Augusto per la prima volta[7]. Lo stesso giorno Elisabetta sposò Sigismondo Augusto, nella Cattedrale del Wawel. La celebrazione del matrimonio continuò per due settimane. Fu anche incoronata regina della Polonia, che aumentò solo l'ira di Bona Sforza che detestava il suo titolo di "Regina madre"[7].

Il matrimonio non fu felice. Sigismondo Augusto, che aveva già diverse amanti, non trovò attraente Elisabetta e continuò ad avere relazioni extraconiugali[8]. Cresciuta in una famiglia severa per essere obbediente, Elisabetta era troppo timida e mite[9]. Un lungo viaggio dall'Austria alla Polonia ha ulteriormente deteriorato la sua salute fragile[9]. Le fu diagnosticata l'epilessia e iniziò ad avere crisi epilettiche. Allo stesso tempo, Bona espresse apertamente la sua avversione per Elisabetta e continuò a cercare modi per distruggere il matrimonio. Bona ha messo in dubbio la formulazione della dispensa matrimoniale; una nuova dispensa è stato emessa il 17 maggio 1544[10]. D'altra parte, alla nobiltà polacca piacieva e simpatizzava per lei - una giovane, donna piacevole ignorata dal marito e schernito da sua ambiziosa suocera[11]. Anche il suocero, Sigismondo I, era anche solidale con lei, ma era troppo debole per proteggerla da Bona[12].

Due mesi dopo il matrimonio, una pestilenza raggiunse Cracovia e la famiglia reale lasciò la capitale[9]. Sigismondo Augusto partì per il Granducato di Lituania, mentre Sigismondo I il Vecchio, Bona ed Elisabetta visitarono varie città della Polonia. Dopo un anno di separazione, la coppia si incontrò a Brėst[13]. Sigismondo Augusto amava vivere in modo indipendente in Lituania e convinse suo padre ad affidargli la decisione sul Granducato[13]. Nell'autunno del 1544, Elisabetta e Sigismondo Augusto si trasferirono a Vilnius. Per alcuni mesi Sigismondo Augusto tentò di mantenere le apparenze di un matrimonio di successo per placare gli Asburgo, ma presto iniziò a ignorare sua moglie e continuò la sua relazione con Barbara Radziwiłł[13].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile del 1545, la salute di Elisabetta peggiorò e fu tormentata da attacchi sempre più frequenti. L'8 giugno 1545 Sigismondo Augusto andò a Cracovia per ricevere la dote di Elisabetta, lasciando la moglie da sola a Vilnius[13]. A Cracovia, Sigismondo Augusto chiese informazioni sui trattamenti e chiese a Ferdinando I di mandare i suoi dottori[13]. Ma era troppo tardi. Il 15 giugno, la giovane regina è morta stremata dalle sue numerose crisi epilettiche. Fu sepolta il 24 luglio 1545 (dopo il ritorno di suo marito da Cracovia) nella cattedrale di Vilnius, accanto allo zio del marito, il re Alessandro Jagellone[13].

Sigismondo si risposò altre due volte: la sua terza moglie fu una delle sorelle di Elisabetta, Caterina.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Massimiliano I d'Asburgo Federico III d'Asburgo  
 
Eleonora d'Aviz  
Filippo  
Maria di Borgogna Carlo I di Borgogna  
 
Isabella di Borbone  
Ferdinando I d'Asburgo  
Ferdinando II d'Aragona Giovanni II d'Aragona  
 
Giovanna Enríquez  
Giovanna di Castiglia  
Isabella di Castiglia Giovanni II di Castiglia  
 
Isabella del Portogallo  
Elisabetta d'Asburgo  
Casimiro IV di Polonia Ladislao II di Polonia  
 
Sofia Alšėniškė  
Ladislao II di Boemia  
Elisabetta d'Asburgo Alberto II d'Asburgo  
 
Elisabetta di Lussemburgo  
Anna Jagellone  
Gastone II di Foix-Candale Giovanni di Foix-Candale  
 
Margaret de la Pole  
Anna di Foix-Candale  
Caterina di Navarra Gastone IV di Foix  
 
Eleonora di Navarra  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Duczmal (2012), p. 164
  2. ^ a b c Duczmal (2012), p. 165
  3. ^ Duczmal (2012), pp. 165–167
  4. ^ Duczmal (2012), p. 525
  5. ^ a b c d e f Duczmal (2012), p. 166
  6. ^ Duczmal (2012), pp. 166–167
  7. ^ a b c Duczmal (2012), p. 167
  8. ^ Duczmal (2012), pp. 167–168
  9. ^ a b c Duczmal (2012), p. 168
  10. ^ Duczmal (2012), p. 168–169
  11. ^ Duczmal (2012), p. 170
  12. ^ Duczmal (2012), p. 171
  13. ^ a b c d e f Duczmal (2012), p. 169

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Constantin Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaisertums Österreich, Vienna, 1860, Vol. VI, p. 169 (versione online)

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Controllo di autoritàVIAF (EN30629437 · ISNI (EN0000 0000 5491 2217 · CERL cnp01031145 · LCCN (ENn87908257 · GND (DE129883514 · WorldCat Identities (ENlccn-n87908257