Lucio Elio Cesare

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Elio Cesare)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Lucio Elio Cesare
Console dell'Impero romano
Busto di Lucio Elio Cesare (Museo del Louvre, Parigi)
Nome originaleLucius Ceionius Commodus (alla nascita)
Lucius Aelius Caesar (dopo l'adozione)
Nascita13 gennaio 100/101?
Morte1º gennaio 138
Roma
ConsorteAvidia
FigliLucio Vero
Gaio Avidio Ceionio Commodo
Ceionia Fabia
Ceionia Plauzia
GensCeionia (per nascita)
Aelia (per adozione)
PadreLucio Ceionio Commodo (biologico)
Adriano (adottivo)
MadrePlauzia Eliana
Consolato136, 137
Legatus Augusti pro praetore137 in Pannonia

Lucio Elio Cesare (in latino Lucius Aelius Caesar; 13 gennaio 100/101? – Roma, 1º gennaio 138), nato come Lucio Ceionio Commodo (Lucius Ceionius Commodus), è stato un politico e militare romano.

Elio Cesare, nato nella gens Ceionia, venne adottato dall'imperatore Adriano nel 136, diventandone successore designato. Non ottenne però mai la porpora imperiale, in quanto morì qualche mese prima del padre adottivo. Suo figlio, Lucio Vero, fu però in seguito adottato dal successore di Adriano, Antonino Pio, e diventò imperatore insieme a Marco Aurelio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini familiari[modifica | modifica wikitesto]

Nato con il nome di Lucio Ceionio Commodo, apparteneva alla famiglia di rango consolare dei Ceionii, originaria dell'Etruria. Era figlio di Plauzia Eliana, probabilmente figlia di Lucio Elio Lamia Plauzio Eliano, console suffetto nell'80, e dell'omonimo Lucio Ceionio Commodo, console nel 106 e figlio a sua volta dell'omonimo Lucio Ceionio Commodo, console nel 78. Aveva probabilmente un fratello o fratellastro dal lato paterno, il cui nome non è noto ma che fu padre di Marco Ceionio Silvano, console nel 156. Inoltre, la madre Plauzia si sposò in secondo nozze (non si sa se a seguito di un divorzio o della morte del primo marito, il padre del futuro Elio Cesare) con Gaio Avidio Nigrino, già padre di Avidia e messo a morte nel 118, e in terze nozze con Sesto Vettuleno Civica Ceriale, console nel 106, già padre di Sesto Vettuleno Civica Pompeiano, console nel 136, e da cui ebbe Marco Vettuleno Civica Barbaro, console nel 157.[1]

Primi anni e matrimonio (100/101?-136)[modifica | modifica wikitesto]

La data di nascita di Lucio Ceionio Commodo non è certa: il giorno sembra essere quello delle idi di gennaio (13 gennaio), come riportato dal Cronografo del 354 di Filocalo; l'anno è invece incerto, ed è probabilmente il 100/101, ma anche anni successivi sono possibili.[2]

Prima del 130 sposò Avidia, figlia del senatore Gaio Avidio Nigrino (uno dei quattro senatori fatti uccidere da Adriano all'inizio del suo regno, nel 118), da cui ebbe due figli e due figlie:

Primo consolato e adozione (136)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 136 Lucio Ceionio Commodo ottenne il consolato, insieme a Sesto Vettuleno Civica Pompeiano. L'Imperatore Adriano, che all'epoca era anziano e malato, dopo una grave emorragia, decise di adottare un successore, e la sua scelta cadde, contro il volere di tutti i suoi principali consiglieri, proprio su Lucio Ceionio Commodo, che dal momento dell'adozione (tra giugno e agosto del 136) prese il nome di Lucio Elio Cesare. Ottenne, inoltre, la tribunicia potestas. La notizia dell'adozione creò un certo sconcerto in Senato, specialmente nel cognato ormai novantenne di Adriano, Lucio Giulio Urso Serviano e nel giovane Pedanio Fusco, nipote di Serviano e di Domizia Paolina, sorella di Adriano. Entrambi furono però condannati a morte; Serviano, deciso a vendicarsi anche dopo la morte, maledì Adriano: "Che io non ho colpe, voi, numi immortali, lo sapete: per Adriano io chiedo solo questo; che egli, se vorrà morire, non possa farlo".[3] Ed effettivamente, la malattia di Adriano peggiorò, portandolo a desiderare la morte. Per festeggiare l'adozione di Commodo, fu elargito un donativo alla plebe e uno ai soldati (di 300 milioni di sesterzi), inoltre furono celebrati dei giochi nel Circo.[4]

Secondo consolato, governo in Pannonia e morte (137-138)[modifica | modifica wikitesto]

Lucio Elio Cesare: denario[5]
L AEL CAESAR, testa di Elio Cesare verso destra. TR POT COS II, la Concordia seduta verso sinistra, tiene nella mano destra una patera, il gomito appoggiato a una cornucopia appoggiata a terra. In basso la scritta CONCORDIA
3.29 g, coniato nel 137.

Dopo il consolato del 136, Lucio Elio Cesare ricoprì nuovamente la carica all'inizio del 137, per poi essere inviato nella provincia di Pannonia Superior, più precisamente a Carnuntum, come legatus Augusti pro praetore (governatore), forse anche per ottenere il favore dell'esercito. In effetti la Pannonia era una regione altamente militarizzata, dato che a nord del Danubio (il fiume che segnava il confine dell'Impero) si trovavano le popolazioni dei Marcomanni e dei Quadi, che avrebbero creato non pochi fastidi di lì a qualche anno, durante le guerre marcomanniche.

Tuttavia, Lucio Elio non godeva di ottima salute: già da tempo gli accadeva di vomitare sangue[6] e pare che fosse affetto da tubercolosi. Il clima della Pannonia non aiutò di certo Lucio, che tornò a Roma per pronunciarvi, il 1º gennaio del 138, un discorso davanti al Senato riunito, per ringraziare Adriano dell'incarico che gli aveva affidato. La notte prima del discorso, però, morì nel sonno in seguito d un'emorragia, dopo aver assunto un qualche medicamento.[7] Sembra però che Adriano fosse perfettamente a conoscenza dello stato di salute del suo erede: alludendo alla sua salute, Adriano disse una volta: "Ci siamo appoggiati a un muro pericolante".[8] Probabilmente, Adriano aveva fin dall'inizio programmato che il suo erede fosse una sorta di "principe di transizione", che preparasse insomma il terreno per chi, in realtà, doveva essere il vero governante dell'Impero: Marco Aurelio.

Il 24 gennaio del 138 Adriano convocò alcuni senatori (probabilmente a Villa Adriana, a Tivoli) per comunicare la decisione di adottare il senatore Aurelio Antonino come suo nuovo successore. Il 25 febbraio, dopo un mese di indecisioni, Antonino venne finalmente adottato; l'adozione era condizionata dal fatto che avrebbe dovuto a sua volta adottare il giovane figlio di Lucio Elio, Lucio Vero (di appena 7 anni), e suo nipote acquisito, Marco Aurelio (all'epoca diciottenne).[9]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Commodo (da non confondere con il futuro figlio di Marco Aurelio) era un senatore di bell'aspetto, frivolo e molto elegante. Dal comportamento stravagante, era intellettualmente vicino alla Seconda Sofistica (era infatti legato a Erode Attico), mentre personaggi come il futuro Imperatore Antonino Pio erano legati allo stoicismo.[10] Non era solo un amante delle lettere (leggeva Ovidio e Marziale), ma anche della cucina: pare che tenesse accanto al letto una copia dell'opera di Apicio (il De Re Coquinaria Libri XI) e che avesse perfino inventato il tetrafarmacum, un costoso e complicato piatto culinario a base di maiale, fagiano, pavone, prosciutto e cinghiale.[11] Era un amante molto attivo, e alla moglie Avidia che si lamentava dei suoi continui rapporti con le sue concubine, diceva "Lasciami sfogare con altre le mie voglie, perché la parola moglie è sinonimo di dignità, non di voluttà".[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Levick 2014, p. 164; McHugh 2022, p. XXI.
  2. ^ Levick 2014, pp. 43, 169.
  3. ^ Cassio Dione, LXIX, 17.2.
  4. ^ Historia Augusta, Vita di Elio, 3.3.
  5. ^ Roman Imperial Coinage, Hadrianus, II, 436; BMC 981 (Hadrian). Cohen 1. Hill 837.
  6. ^ Cassio Dione, LXIX, 17.1.
  7. ^ Historia Augusta, Vita di Elio, 4.7.
  8. ^ Historia Augusta, Vita di Adriano, 23.14.
  9. ^ Birley 1990, pp. 51-52.
  10. ^ Carandini 2020.
  11. ^ Historia Augusta, Vita di Adriano, 2.7.
  12. ^ Historia Augusta, Vita di Elio, 5.11.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
  • Anthony Richard, Marco Aurelio, Milano, Rusconi, 1990, ISBN 88-18-18011-8.
  • Andrea Carandini, Antonino Pio e Marco Aurelio - Maestro e Allievo all'Apice dell'Impero, Milano, Rizzoli, 2020.
  • (EN) Barbara Levick, Faustina I and II: Imperial Women of the Golden Age, Oxford University Press, 2014, ISBN 9780195379419.
  • (EN) John S McHugh, The Reign of Emperor Antoninus Pius, AD 138–161, Pen and Sword History, 2022, ISBN 9781526774019.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Console romano Successore
Lucio Tutilio Luperco Ponziano,
Publio Calpurnio Atiliano
136
con Sesto Vettuleno Civica Pompeiano
sé stesso,
Publio Celio Balbino Vibullio Pio
I
sé stesso,
Sesto Vettuleno Civica Pompeiano
137
con Publio Celio Balbino Vibullio Pio
Cano Giunio Nigro,
Gaio Pomponio Camerino
II
Controllo di autoritàVIAF (EN89594231 · ISNI (EN0000 0000 7979 5678 · LCCN (ENn85327712 · GND (DE1229722351 · WorldCat Identities (ENlccn-n85327712