Elena Aleksandrovna Kostjukovič

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Elena Aleksandrovna Kostjukovič (in russo Елена Александровна Костюкович?, conosciuta come Elena Kostioukovitch in traslitterazione anglosassone[1]; Kiev, 1958) è una scrittrice, saggista e traduttrice russa con cittadinanza italiana[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Allieva degli italianisti Galina Murav'ëva e Evgenij Solonovič, si è occupata delle traduzioni ed edizioni dell'“Orlando furioso” di Ludovico Ariosto, del “Cannocchiale Aristotelico” di Emanuele Tesauro, degli “Scherzi” di Giuseppe Giusti, de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Le sue traduzioni di poesia italiana contemporanea sono inserite in un'antologia dedicata al XX secolo (“Strofe del Secolo”, Mosca 1998). Nel 1988 ha tradotto Il nome della rosa di Umberto Eco, un lavoro sperimentale che poi acquista molta popolarità in Russia e diventa oggetto di analisi critiche e tesi di laurea, anche nelle Università italiane. Tradurrà poi altri 11 libri di Eco.

Nel 1988 si trasferisce in Italia per insegnare la letteratura russa e tecnica della traduzione letteraria: prima a Trento, poi a Trieste e a Milano, città nella quale risiede.[1]

È curatrice delle collane russe per le case editrici italiane Bompiani (dal 1988) e Frassinelli (dal 1996). Ha curato la diffusione in Italia di alcuni autori russi tra cui Ljudmila Ulickaja, Boris Akunin, Nina Lugovskaja (“Nina's Diary - Russian Anna Frank”) e Saša Sokolov, autore “La scuola degli sciocchi” (Salani).

Ha curato “Le radici della cultura russa” dell'accademico Dmitrij Sergeevič Lichačëv[2], nonché la versione italiana di un dattiloscritto salvato dagli archivi del KGB, uscito in Italia con il titolo “Racconti e storielle degli Ebrei” (Milano, Bompiani 2002). Ha scritto varie voci sulle opere degli scrittori russi per il “Dizionario Bompiani delle opere e dei Personaggi” (2004).

Nel 2006 pubblica il libro sul ruolo universale del cibo nella cultura italiana attraverso le regioni e lungo i secoli: “Perché agli italiani piace parlare del cibo” (Milano, Frassinelli) che contemporaneamente esce in Russia con il titolo Eda. Ital'janskoe sčast'e ("Il cibo. Una fortuna italiana").[3]. Il libro è utilizzato come guida gastronomica per conoscere le Regioni italiane dalla National Geographic Society di Mosca.

Nel 2013 esce il suo romanzo "Zwinger"[4], casa editrice Corpus, gruppo AST, Mosca[5]. Nel romanzo s'intrecciano una spy story moderna (ambientata nel 2005 alla Fiera del libro di Francoforte) e vicende storiche (ambientate nel finire della seconda guerra mondiale) basate sull'archivio familiare dell'autrice: suo nonno Leonid Naumovyč Volyns'kyj è stato infatti uno degli equivalenti sovietici dei "Monuments Men" che ha condotto la ricerca dei tesori della Pinacoteca di Dresda nascosti dai nazisti.[6]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • 2010 IACP Cookbook Award Finalist
  • Premio Letterario Internazionale "Città di Chiavari" (2007).
  • "Premio Bancarella della Cucina" (2007).
  • "Welcome" (2005) dell'Associazione Nazionale Ristoratori e Alberghieri della Russia.
  • "Zoil" (1999), “Grinzane Cavour" Mosca (2004).
  • "Migliore traduzione dell'anno" (1988).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Elena Kostioukovitch, su elkost.com. URL consultato il 31 marzo 2022.
  2. ^ Pubblicato in italiano con il titolo: "Le radici dell'arte russa" Milano, Fabbri 1991
  3. ^ Elena Aleksandrovna Kostjukovič, Eda. Ital'janskoe sčast'e, Mosca, Eksmo, 2006, SLOVO, 2010, OGI, 2013
  4. ^ Pubblicato in italiano con il titolo: "Sette notti", Bompiani 2014
  5. ^ (RU) Елена Костюкович - Цвингер, su corpus.ru. URL consultato il 31 marzo 2022.
  6. ^ (RU) Сикстинская Мадонна и Рабинович, su jew-observer.com. URL consultato il 31 marzo 2022.

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Controllo di autoritàVIAF (EN39119462 · ISNI (EN0000 0001 1567 4620 · SBN UBOV713366 · BAV 495/132611 · LCCN (ENno2005116616 · GND (DE1055766995 · BNE (ESXX4932955 (data) · J9U (ENHE987007306212905171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2005116616