Concattedrale Gran Madre di Dio

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Concattedrale della Gran Madre di Dio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
LocalitàTaranto
Coordinate40°27′42.79″N 17°16′13.15″E / 40.461887°N 17.27032°E40.461887; 17.27032
Religionecattolica di rito romano
Arcidiocesi Taranto
Consacrazione6 dicembre 1970
ArchitettoGio Ponti
Stile architettonicomoderno
Inizio costruzione1967
Completamento1970

La concattedrale della Gran Madre di Dio è una chiesa di Taranto, inaugurata nel 1970 nel Borgo Nuovo della città.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni Sessanta l'arcivescovo di Taranto, monsignor Guglielmo Motolese, affidò all'architetto Gio Ponti il compito di progettare una moderna concattedrale nella parte nuova della città[1].

Tra il 1964 e il 1966 fu elaborato il progetto e il 29 giugno 1967 fu posata la prima pietra; i lavori furono ultimati nel 1970 e il 6 dicembre dello stesso anno monsignor Motolese inaugurò l'opera[2], dedicata alla Gran Madre di Dio, protettrice della città[3] insieme al patrono san Cataldo, avendole la popolazione attribuito il merito di aver salvato la città stessa dal terremoto del 7 dicembre 1710[4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ubicata al crocevia fra viale Magna Grecia e la fine di via Dante, la struttura, coniugando secondo il progetto originale[3] l'aspetto religioso con la tradizione marinara della città, rappresenta una "vela" che si specchia nell'acqua delle tre vasche antistanti l'ingresso, simboleggianti il mare.

La facciata è composta da due parti: quella anteriore è lunga 87 e larga 35 metri, quella posteriore, arretrata di 50 metri rispetto alla prima, è costituita da un doppio muro traforato alto 40 metri, che sostituisce la cupola tradizionale.

La chiesa superiore è in grado di ospitare tremila persone, mentre dal piano terreno si accede lateralmente alla cripta. Le pareti interne sono rivestite di intonaco bianco e rugoso, secondo la tradizione delle case pugliesi. L'altare maggiore è realizzato in pietra; la parte rivolta ai fedeli è rivestita in ferro dipinto di verde, in modo da richiamare i fondali marini. Il dipinto absidale, raffigurante il tema dell'Annunciazione, con le immagini della Madonna e dell'Arcangelo Gabriele, è dello stesso Gio Ponti[2].

La profonda cassettonatura del soffitto rende problematica l'esecuzione musicale sinfonica.

Cripta[modifica | modifica wikitesto]

Nella sottostante cripta, all'interno della cappella del Santissimo Sacramento, è sepolto mons. Guglielmo Motolese, arcivescovo metropolita di Taranto dal 1961 al 1987.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Concattedrale, su comune.taranto.it. URL consultato il 3 novembre 2023.
  2. ^ a b Gran Madre di Dio, chiesa concattedrale, su Servizio Nazionale Edilizia di Culto. URL consultato il 3 novembre 2023 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2016).
  3. ^ a b Taranto. Correva l'anno 1710, su Fondazione Terra D'Otranto, 12 novembre 2011. URL consultato il 3 novembre 2023.
  4. ^ 300 Anni fa l'Immacolata salvò la città dal Terremoto [collegamento interrotto], su losdanghiere.com. URL consultato il 16 gennaio 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Maddalena Torricella, Gio Ponti 1964-1971. Progetto e costruzione di una cattedrale. La Gran Madre di Dio a Taranto, Casa Editrice Edizioni Pugliesi, 2004, ISBN 9788883480515.

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