Down Down

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Down Down
singolo discografico
ArtistaStatus Quo
Pubblicazione29 novembre 1974
Durata7:41
Album di provenienzaOn the Level
GenereHard rock
EtichettaVertigo
ProduttoreStatus Quo
Registrazionesettembre - ottobre 1974 presso gli IBC Studios di Londra
FormatiVinile
Status Quo - cronologia
Singolo precedente
(1974)
Singolo successivo
(1975)

Down Down è un brano della rock band Status Quo entrato al primo posto delle classifiche inglesi nel gennaio 1975.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Concezione[modifica | modifica wikitesto]

Dopo avere scritto alcuni dei pezzi di maggior successo degli Status Quo, Francis Rossi e Bob Young compongono Down Down in America, nel corso di una serie di concerti tenuti a Hollywood nel 1973. Al chiuso di una camera di albergo, i due autori prendono spunto da un robusto riff elaborato da Rossi e portano a termine il pezzo con un tratto stilistico decisamente boogie rock, utilizzando inizialmente due semplici chitarre acustiche. Il brano viene in seguito ritoccato, perfezionato e sottoposto ad un solido arrangiamento hard rock prima di essere inciso nella stesura definitiva.[1]

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Le liriche, in apparenza ironiche e provocatorie nel tipico stile della band ("Voglio che tutti ti vedano ridere..."), costituiscono in realtà una trasposizione del difficile rapporto che Rossi sta vivendo con la ex moglie.[2] Tuttavia, la locuzione ripetuta nel ritornello ("Down Down Deeper and Down...") da cui deriva anche il titolo della canzone, non ha alcuna attinenza con il resto del testo. Rossi rivelò che fu ispirata da un brano dei T. Rex chiamato "Deborah" e venne introdotta grazie alla cospicua presenza di lettere "d": il suono occlusivo di tutte queste "d" riusciva ad esaltare al meglio suoni e melodie perciò la frase fu volutamente inserita malgrado fosse del tutto nonsense.[3][4][5]

Analisi musicale[modifica | modifica wikitesto]

In equilibrio tra elementi di ispirazione blues e sonorità ad esplicita connotazione hard rock, Down Down presenta una dinamica musicale ricca e articolata. Basato su pochi accordi di chitarra, inizia con un solido riff di Rossi (chitarra con accordatura in Sol, in tonalità Si grazie a un capotasto), in un crescendo che dopo circa 36 secondi porta all'irruzione perentoria del basso e della batteria, sorretti dalla frenetica chitarra ritmica di Rick Parfitt (suonata con accordatura in Sol aperto o Open G tuning, un particolare genere di accordatura aperta). I cori concitati e la tagliente voce di Rossi si snodano su combinazioni armoniche sincopate e poliritmiche e scandiscono un tempo incalzante (180 BPM) che si spezza due volte con due pause ai min. 2:07 e 3:14, prima di riprendere fiato e spingere ancora freneticamente fino al termine.[6][7][8][9]

Il singolo ha una durata di 3 minuti e 49 secondi, mentre a 5 minuti e 24 secondi arriva invece la versione contenuta nel successivo album On the Level (anch'esso al primo posto UK), con una lunga coda finale ricca di stacchi, finte chiusure e riprese.[9][10]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il 45 giri entra nelle classifiche inglesi il 7 dicembre 1974, al trentaquattresimo posto, ma guadagna in breve la prima posizione (gennaio 1975) e diviene un grande successo internazionale del gruppo. Con il boom del singolo ritornano in classifica anche gli ultimi tre album della band Piledriver, Hello! e Quo.[11]

Nell'estate del 2014, il secondo canale radiofonico della BBC propone un ampio referendum on line col quale chiede agli ascoltatori di scegliere tra 100 dei più popolari riff della storia del rock, qual sia il migliore. Il riff del brano Down Down si classifica al settimo posto.[12]

Riedizioni[modifica | modifica wikitesto]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Down Down – 3:49 (Rossi/Young)
  2. Nightride – 3:52 (Parfitt/Young)

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Chart (1975) [16][17][18][19][20][21][22] Posizione
Australia 4
Belgio 1
Germania 7
Irlanda 2
Norvegia 8
Nuova Zelanda 7
Olanda 1
Regno Unito 1
Sud Africa 2
Svezia 3
Svizzera 2

British singles chart[modifica | modifica wikitesto]

"Down Down" nelle classifiche inglesi - ingresso: 07-12-1974
Settimana 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13
Posizione
34
20
15
10
3
2
1
5
4
6
11
26
44
uscito

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The Making Of... Status Quo's Down Down, su UNCUT, 12 dicembre 2013. URL consultato il 21 ottobre 2021.
  2. ^ (EN) Dave Ling, Status Quo: A Guide to Their Best Albums, su loudersound.com, 11 febbraio 2020. URL consultato il 15 settembre 2020.
  3. ^ Status Quo - On the Level, su intruderock.blogspot.it. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  4. ^ The Party Ain't Over Yet, (DVD).
  5. ^ Status Quo Facts: 8 Essential Things You Need to Know, su udiscovermusic.com. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  6. ^ Cope, 2019.
  7. ^ Stroud, 2017, cap. 9.
  8. ^ How "On the Level" Elevated Status Quo to Rock's Top Flight, su udiscovermusic.com. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  9. ^ a b (EN) Dave Thompson, On the Level, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  10. ^ Status Quo - On the Level, su realgonerocks.com. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  11. ^ Roberts, 2006.
  12. ^ I migliori riff rock, la classifica della BBC premia i Led Zeppelin, su Onstage, 26 agosto 2014. URL consultato il 21 ottobre 2021 (archiviato il 6 settembre 2014).
  13. ^ (EN) Bob Young - In Quo Country, su cherryred.co.uk/. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  14. ^ Recensione all'album Aquostic su heavyworlds.com, su heavyworlds.com. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  15. ^ Recensione all'album Aquostic su ear-music.shop, su ear-music.shop. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  16. ^ Kent, 1993, p. 74.
  17. ^ Classifiche ufficiali Austria, Belgio, Norvegia, su ultratop.be. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  18. ^ Classifiche ufficiali tedesche, su charts-surfer.de. URL consultato il 23 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2009).
  19. ^ Classifiche ufficiali irlandesi, su irishcharts.ie. URL consultato il 23 febbraio 2009.
  20. ^ Classifiche ufficiali olandesi, su dutchcharts.nl. URL consultato il 23 febbraio 2009.
  21. ^ Classifiche ufficiali inglesi, su chartstats.com. URL consultato il 23 febbraio 2009.
  22. ^ Classifiche ufficiali svizzere, su hitparade.ch. URL consultato il 23 febbraio 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Graeme Stroud, Status Quo: Song by Song, Londra, Fonthill Media Limited, 2017, ISBN 978-1-78155-643-6.
  • (EN) Andrew L. Cope, Status Quo: Mighty Innovators of 70s Rock, Routledge, 2019, ISBN 978-0-367-66076-5.
  • (EN) David Roberts, British Hit Singles & Albums, Londra, Guiness World Record Limited, 2006, ISBN 1-904994-10-5.
  • (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970 - 1992, St Ives, Australian Chart Book, 1993, ISBN 0-646-11917-6.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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