Giuseppe De Luca (presbitero)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Don Giuseppe De Luca)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giuseppe De Luca nel suo studio, nel 1951, con il primo volume dell'Archivio italiano per la storia della pietà.

Don Giuseppe De Luca (Sasso di Castalda, 15 settembre 1898Roma, 19 marzo 1962) è stato un presbitero, editore e saggista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studi[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe De Luca con Eduard Fraenkel e signora nel 1959.

Iniziò nel 1909 a Ferentino, presso Anagni, i suoi studi seminariali dai Gesuiti, che proseguì due anni dopo a Roma nel Collegio Germanico-Ungarico e completò quindi al Pontificio Seminario Romano Maggiore, conseguendo al contempo, nel 1917, la licenza al Liceo Ginnasio Torquato Tasso.

Seguendo i suoi interessi filologici e storici si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell'Università di Roma, frequentando al contempo un corso di Paleografia all'Archivio Vaticano. Nell'ateneo romano ebbe modo di stringere amicizie e sodalizi intellettuali con alcuni degli illustri docenti conosciuti nel corso degli studi, come Vittorio Rossi, Nicola Festa, Gaetano De Sanctis, Ettore Pais, Giovanni Gentile, Ernesto Buonaiuti. A queste frequentazioni, nel corso degli anni a venire, si aggiungerà la familiarità con altri intellettuali di spicco come Giuseppe Prezzolini, Giovanni Papini e Benedetto Croce, presentatogli nel 1928 da Antonino Anile, Ennio Francia, Henri Brémond, André Wilmart, Eduard Fraenkel, Herbert Bloch[1].

Ordinazione e impegno sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

L'ordinazione sacerdotale arriverà a 22 anni, officiata il 30 luglio 1921 da Basilio Pompilj, vicario generale per la diocesi di Roma.

Alla pratica sacerdotale, De Luca affiancherà, negli anni a venire, la partecipazione a uffici ecclesiali, come l'incarico di archivista presso la Congregazione per la Chiesa Orientale, e l'attivismo religiosi con l'impegno nel movimento dell'Azione Cattolica, da cui, però, in seguito marcherà una divergenza che maturerà nell'allontanamento volontario consumatosi nel 1931.

Attivismo culturale[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe De Luca, Giuseppe Ungaretti e Alfredo Schiaffini nel 1937

I suoi impegni religiosi non lo faranno mai venire meno alla libertà delle sue frequentazioni intellettuali, testimoniate dai vasti carteggi con figure di punta dell'intellettualità italiana, né all'appagamento dei suoi profondi interessi culturali, da lui coltivati attraverso l'assidua e quotidiana dedizione alla pratica dello studio, un'esigenza da lui avvertita come un esercizio diuturno di ascesi spirituale dell'individuo attraverso l'intelligenza, una propedeutica spirituale alla contemplazione di Dio:

«Dedicarsi nella solitudine allo studio puro sembra chi sa che stoltezza; è invece timore di Dio, è inizio di sapienza. È il grande eremitismo cristiano, è una preparazione, (sulla croce) a contemplare Dio. Ci siamo dimenticati che l'anima non la salviamo senza impegnare a fondo l'intelligenza.»

Fu anche un assiduo frequentatore della Messa degli Artisti, animata dal suo amico Mons. Ennio Francia.

Nel 2010 è stato pubblicato il suo carteggio con una distinta studiosa di storia, la italo-olandese Romana Guarnieri[2].

Le "Edizioni di Storia e Letteratura"[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Edizioni di storia e letteratura.

Le frequentazioni intellettuali e l'applicazione ininterrotta e individuale allo studio quotidiano, non esauriscono la sua vasta esperienza culturale, che egli indirizzò verso esiti di un attivismo concreto e di notevole portata, come, nel 1941, la fondazione della casa editrice "Edizioni di Storia e Letteratura", che darà inizio le sue pubblicazioni due anni dopo, in un'ardua linea editoriale che il suo ideatore, molto più tardi, avrà a definire come l'intento molteplice di:

«[...] prestar aiuto a quei giovani di maggior ingegno, i quali avessero ardito incamminarsi verso studi più ardui e meno redditizi, tanto più meritori e necessari quanto meno rimeritati e più rari;
[...] mettere in grado i maestri più insigni, perdurando lo sconvolgimento di ogni valore più sacro e di ogni missione più disinteressata, di dar l'ultima mano, e avviarli alla pubblicazione, ai lavori di tutta una vita, così come esigevano la dignità del loro studio e la ricchezza stessa dei loro risultati.
[...] tener alta l'indagine storica e letteraria, e risollevare erudizione e filologia; non senza mirare a un compito che in Germania e in Inghilterra non fa meraviglia, mentre in Italia ne fa ancora e di molta: unire cioè filologia profana e filologia sacra in una filologia unica, che di fatto è unica nei filologi degni del nome.»

Lungo questa linea, le sue Edizioni intendevano tener un'impegnativa rotta di coerenza ed equilibrio tra diverse angolazioni culturali, su versante sacro e su quello profano:

«Le Edizioni non sopportano preponderanza di sacro sul profano, o viceversa, e neppure preponderanza dell'internazionale sul nazionale: restano fedeli allo loro origine, italiana e di italiani, ma nel grande senso che ha l'Italia nella civiltà.»

In quegli anni andava concependo un suo ambizioso progetto di ricerca, votato alla riscoperta delle fonti della devozione. L'idea monumentale di De Luca, per mancanza di fondi e sostegno, tardò a sortire effetti concreti. Solo nel 1951 si avrà la pubblicazione del primo volume di un '"Archivio italiano per la storia della Pietà", grazie al sostegno economico garantitogli, a titolo personale, dal Cardinal Montini, futuro Papa Paolo VI.

Rapporti con il mondo politico[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1942 e il 1954, De Luca svolse una cruciale funzione di mediatore, sia all'interno delle gerarchie cattoliche (con un ruolo di collegamento fra Curia Romana, Segreteria di Stato e Sant'Uffizio) che dalle istituzioni ecclesiastiche verso l'esterno, quale mediatore tra la Curia romana ed esponenti di spicco del mondo politico, entrando in contatto, nel tempo con figure di vertice di varia indole e provenienza politica, come il fascista Giuseppe Bottai, il democristiano Alcide De Gasperi, i comunisti Franco Rodano e Palmiro Togliatti. Nel 1943, su iniziativa di Mons.Montini, fu insignito dell'onorificenza di Prelato d'onore di Sua Santità Pio XII, una benemerenza che egli accettò pur con qualche ironia.

Il rapporto con papa Roncalli[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1954 fece la conoscenza del cardinale Angelo Roncalli, Patriarca di Venezia: con Roncalli, che di lì a quattro anni sarebbe asceso al pontificato con il nome di Papa Giovanni XXIII, sarebbe nata una strettissima amicizia.

Sarà proprio una sua iniziativa, grazie alla mediazione offerta da Togliatti, che nel 1961 fornirà a Nikita Chruščëv lo spunto per un gesto di cordialità, l'invio di un telegramma d'augurio per gli 80 anni del Pontefice, un atto distensivo che fu in grado di segnare l'inizio dei rapporti diplomatici tra l'Unione Sovietica e il Vaticano.

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1962 fu ricoverato d'urgenza per sottoporsi a un intervento chirurgico: ricevuta il 12 marzo la visita in ospedale di Papa Giovanni XXIII, Giuseppe De Luca morì una settimana più tardi, il 19 marzo 1962. La sua immagine è stata immortalata da Giacomo Manzù nella "Porta della Morte" realizzata per la Basilica di San Pietro.

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le opere di seguito citate sono pubblicate dalle Edizioni di storia e letteratura (gli anni di edizione sono quelli indicati nel catalogo attuale)

Opere e curatele[modifica | modifica wikitesto]

  • Scritti su richiesta, Morcelliana, Brescia, 1944, pag. 311
  • (curatore) Alfonso Maria de' Liguori. Opere ascetiche. Introduzione generale, Vol. I, 1960
  • Introduzione alla storia della pietà, 1962
  • Giuseppe De Luca, Henri Brémond, Don Giuseppe De Luca et l'Abbé Henri Bremond (1929-1933), 1965
  • Meditazioni e preghiere, 1967
  • Commenti al Vangelo festivo, 1968
  • Il Cardinale Bonaventura Cerretti, 1971
  • Mater Dei. Bollettino dell'Opera «Mater Dei», 1972
  • Scritti sulla Madonna, 1972
  • John Henry Newman. Scritti d'occasione e traduzioni, 1975
  • Luigi Maria Grignion da Montfort. Saggio biografico, 1985
  • Madre Cabrini, la santa degli emigrati, Edizioni di storia e letteratura, 2000
  • Sant'Agostino. Scritti d'occasione e traduzioni, Edizioni di storia e letteratura, 1986
  • Sant'Alfonso, il mio maestro di vita cristiana, 1983
  • Bailamme ovverosia pensieri del sabato sera, 2000
  • Intorno al Manzoni, 1974
  • L'anno del cristiano, 1981
  • Commento al Vangelo quotidiano: dal mercoledì delle Ceneri al sabato in albis, 1990
  • L'annuario del parroco. 1955-1962, 1994
  • Elogio di Don Orione. Con altri scritti e commenti su di lui, 1999

Carteggi con vari intellettuali e religiosi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Herbert Bloch, Alla cara memoria di don Giuseppe De Luca in gratitudine, in Paolo Vian, Don Giuseppe De Luca a cento anni dalla nascita: nuove testimonianze e riflessioni con un'appendice di testi inediti o poco noti, 1998 pp. 9-16
  2. ^ Giuseppe De Luca e Romana Guarnieri, Tra le stelle e il profondo. Carteggio 1939-1945, a cura di Vanessa Roghi, postfazione di Emma Fattorini, Morcelliana, Brescia, 2010

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN66503219 · ISNI (EN0000 0001 0910 4058 · SBN MILV095390 · BAV 495/24660 · LCCN (ENn93053756 · GND (DE118939300 · BNF (FRcb121409498 (data) · J9U (ENHE987007279876805171 · CONOR.SI (SL100706915 · WorldCat Identities (ENlccn-n79059188