Domenico Tarsitani

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Domenico Tarsitani

Domenico Tarsitani (Cittanova, 18 agosto 1817Torre del Greco, 9 marzo 1873) è stato un medico italiano. Ginecologo e ostetrico, rivoluzionerà il mondo del parto, grazie all'introduzione del Forcipe Tarsitani nel 1844.[1] Grazie a lui il mondo accademico e tutta la ginecologia italiana verranno riformate. Sarà il primo a fondare una scuola di ginecologia sul modello delle università europee.[2] Domenico Tarsitani oltre ad essere un eminente scienziato, fu pure benefattore e filantropo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Foto della lapide nella casa natale

La lapide nella casa natale recita così:

«DOMENICO TARSITANI
Ostetrico Geniale e fondatore della Clinica all'università di Napoli,
Nacque in questa casa,
Affermò in Italia e nel Mondo la sua dottrina,
e diventò scopritore dell'arte sua che rimpiange ancora la sua giovane vita
Esempio di Amore e di Filantropia
1817-1873
»

Domenico Tarsitani nacque a Cittanova il 18 agosto del 1817 da Francesco Antonio, avvocato e da Gironima Giovinazzo. Persi entrambi i genitori crebbe insieme al fratello maggiore Ferdinando. All'età di otto anni fu mandato al Collegio di Reggio Calabria, dove apprese i primi rudimenti di lettere italiane e latine.[3]

Gli studi Universitari[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1834, si recò a Napoli per intraprendere gli studi Filosofici e Matematici in quanto propedeutici allo studio della medicina, disciplina verso cui si sentiva naturalmente inclinato.

Il 4 novembre 1835, a 18 anni, entrò nel Collegio Medico Cerusico Napoletano, scuola di medicina annessa all'ospedale degli incurabili. Nello stesso anno, fu bandito un concorso per una mezza piazza franca, ovvero, un sussidio per lo studio da conferirsi al candidato che fosse risultato primo nelle lettere latine ed italiane; Tarsitani, molto istruito, vinse il premio e ciò gli valse d'incitamento a proseguire gli studi medici. Divenne un punto di riferimento per i compagni e acquistò simpatia agli occhi dei professori. Nel maggio 1836 sostenne i primi esami: l'esame di Chimica sull'argomento l'aria atmosferica; l'esame di Fisica sul Centro di Gravità, nel Corpo umano; L'esame di Anatomia sull'argomento il cuore. A questo riguardo Tarsitani affermava in una lettera inviata al fratello il 28 maggio essere «tesi lunga non poco» poiché dovette parlare di «ventricoli, dei seni ed orecchiette, del sito, dell'organizzazione, ed infine dell'uso». Superò i primi due esami con il punteggio 12 che corrisponde all'attuale 30, mentre l'ultimo esame con 12 e un asterisco che come egli affermava « segno vale assai di più di 12 punti» paragonabile al 30 e lode.[4]

Il Tirocinio[modifica | modifica wikitesto]

Terminata la laurea in Medicina e Chirurgia, iniziò un periodo di praticantato nella Clinica Civile, e successivamente presso l'Ospedale degli Incurabili, dove ebbe come maestri tre grandi luminari della Clinica napoletana, i Professori Ronchi, Postiglione e Petrunti.[5]

Il periodo Parigino[modifica | modifica wikitesto]

Proseguì gli studi a Parigi, supportato dai consigli del suo amico il Duca di Terranova, per fare un corso di specializzazione all'università della Sorbona e vi rimase per quattro anni, dividendosi tra gli studi universitari e la pratica nei grandi ospedali Parigini. Era talmente dedito allo studio e alla ricerca scientifica da meritare la stima dei principali professori di Medicina e Chirurgia. Il celebre Chirurgo Alfred-Armand-Louis-Marie Velpeau scrisse: «J'ai èté à même de constater le zèle, le mérite, l'habilitè et la grande instruction du Docteur Tarsitani, soit dans les hôpitaux où je l'ai vu souvent, soit dans les conversation particulieres que j'ai eues avec lui». In una lettera inviata nell'aprile del 1841 al fratello, Tarsitani descrive la sua giornata tipo nella capitale francese, impegnata sia nello studio che nella ricerca:

«Quanto alle miei occupazioni eccovi in breve come passo i giorni. Alle 8, a.m. sono all'Hopital de la Charitè per vedere passare la visita al Sig. Velpean (uno dei primi Chirurghi di questa Capitale) per sentire le sue lezioni sopra qualche malattia che presenta delle osservazioni a fare nella sua sala, per vedergli praticare quelle operazioni che in ciascuna mattina si presentano diverse, e per ascoltare in ultimo il consulto che fa in una sala particolare. Finita alle 11,1/2 a. m. questa quadruplice occupazione, vado a fare il mio economico dejeunè, il quale consiste in una tazza i latte e caffè, in un pezzettino di butirro, ed in due uova, oppure un pezzetto di carne arrostita. Alle 12 in punto mi reco all'Ecole de Medicine per sentire la lezione di Ostetricia, la quale si fa il lunedì, il mercoledì, ed il venerdì e non termina che all'una e un quarto p.m. Vado quindi alla Biblioteca della stessa Ecole de Medicine, e vi resto sino a che si chiude, ossia sino alle 3 p.m. Da quest'ora sino alle 5,1/2 nei giorni detti di sopra, e negli altri dalle 12 sino alle 5,1/2 p.m. non fo che rivedermi all'Ecole Pratique de Medicine alcune cose di Notomia sopra il cadavere, di unito ad un giovane di Lyon ed a fare ancora qualche operazione di Chirurgia. Sonate le 5,1/2 mi reco a casa per riposarmi un poco e per andare quindi alle 6 a pranzo, come qui è costume. Finito il pranzo desidererei vedere qualche amico per passare un'ora in divertimento… ma stacco del travaglio del giorno e col cibo sullo stomaco sono costretto a ritornare in casa, dove dopo aver letto un poco di conversazione col mio Maitre de l'hotel per istruirmi sempre più nella lingua vado a letto col pensiero di ciò che debbo nuovamente farmi la mattina.»

La tendenza alla ricerca lo portò ad avvicinarsi all'ostetricia, tanto più che nei grandi ospedali parigini trovava materiale inesauribile per le sue ricerche. Nella Clinica Ostetrica e nell'Ospizio di Maternità fece una serie di scoperte che vennero pubblicate a Napoli sul giornale Il Lucifero[6], durante quel periodo pubblico a Parigi una Monografia in Francese Nouveau mode de fabrication du Bistouri appelè recto convesse, et nouvelle nomenclature de ses differentes position (Parigi, 1843). Questo lavoro, corredato da due litografie, insieme al nuovo strumento, fu presentato e letto all'Accademia dell'industria, Giovedì 20 luglio 1843, sotto la protezione di Luigi Filippo. In quell'occasione gli fu conferita una medaglia all'onore e il titolo di socio dell'accademia[7] Nello stesso periodo scrisse un'altra monografia col titolo di Statistique des accouchements qui ont eu lieu à l'ospite de la Maternitè et à la Clinique des Accouchements pendant l'année scolaire 1843-1844 che fu presentata e letta alla società francese di statistica universale sotto la protezione del Re dei Francesi, e gli fece ancora meritare l'onore di essere inscritto fra i soci dell'Accademia. I riconoscimenti ricevuti furono di stimolo per ulteriori ricerche. Volendo rendere meno dannose alcune manovre ostetriche, iniziò a correggere alcuni difetti del più antico strumento di ostetricia, il forcipe, che veniva utilizzato in molti casi per salvare la vita sia della madre che del bambino. Dopo una lunga serie di tentativi, durati oltre 10 mesi[8], utilizzando metalli che poteva modellare molto facilmente, riuscì a immaginare un «Nuovo forcipe a doppio perno», per risolvere proprio in modo pratico questo problema, vale a dire «d'evitare, senza alcuno inviluppo meccanico, lo scrociamento vizioso delle branche, in tutti i casi di parti, nei quali questa manovra si pericolosa alla madre ed al feto era stata in sino ad oggi inevitabile». I risultati delle sue ricerche furono trascritti in una monografia accompagnata da figure e fu presentata alla Reale Accademia di medicina di Parigi. L'opera fu presentata dal Professore Capuron il 16 aprile 1844, che concluse la relazione con questa citazione «Or c'ètait là prècisement le veritable mot de l'ènigme qu'il fallait trouver»[9], così venne immediatamente nominato socio corrispondente straniero dell'Accademia stessa, e gli fu riconosciuta una medaglia all'onore in argento. La sua fama crebbe in tutta Europa. Tutte le grandi riviste scientifiche furono unanimi nel riconoscere la superiorità del forcipe a doppio perno, tanto che tutte le grandi aziende di strumenti chirurgici non riuscivano a vendere il forcipe antico che avevano in commercio, perché tutti i chirurghi ed ostetrici richiedevano il forcipe Tarsitani. All'apice della sua fama a Parigi, Tarsitani insegnava ostetricia alla Sorbona dove aveva un gran numero di pazienti, e dove avrebbe potuto chiudere la propria carriera.[10]

Il ritorno a Napoli[modifica | modifica wikitesto]

La morte del fratello più grande lo costrinse, a tornare a Napoli dove, non pago della posizione di Chirurgo Primario nell'Ospedale San Francesco, fondò una scuola di Ostetricia secondo i fondamenti della Scienza Moderna, modellandola su quella delle altre università straniere. Fornito di tutti gli ultimi strumenti ginecologici ed ostetrici nonché di una ricca collezione di preparati Anatomici, continuò le sue ricerche in ambito ginecologico e sulle ascoltazioni ostetriche che sono state riportate in un'importante memoria letta al Settimo Congresso degli scienziati Italiani, dal titolo: Sperimenti di Ascoltazione, fatti sulle donne incinte, ripetuti sopra i ruminanti, ed in particolare sulle vacche pregnanti, per conoscere la sede del Soffio uterino. Al congresso illustrò anche le sue osservazioni sulla Miotonia rachidiana. Gli scienziati presenti accolsero molto bene le ricerche di Tarsitani e lo incoraggiarono a proseguire negli studi ostetrici.[11] Riformato il Collegio Medico-Chirurgico nel 1860, fu nominato professore ordinario di ostetricia, e più tardi dopo un concorso per titoli, venne assunto con decreto reale nel 1867, come professore ordinario di ostetricia e direttore della Clinica Ostetrica dell'Università di Napoli.[12]

L'ultimo periodo[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Domenico Tarsitani

Il professore Domenico Tarsitani, dopo una vita attenta ai progressi della clinica ostetrica, morì a Torre del Greco il 9 marzo 1873. La notizia della sua morte fu appresa con autentico dolore da tutto il mondo accademico. Le sue ceneri vennero trasportate, dopo due anni, dal cimitero di Torre del Greco a quello di Cimitero di Poggioreale a Napoli e racchiuse in una tomba eretta nel Recinto degli Uomini Illustri.[12] Sulla lapide si trova un'iscrizione, dettata da Paolo Emilio Imbriani, dove si ricordano i meriti scientifici del Professore. La Lapide recita così:

«A DOMENICO TARSITANI
cavaliere Mauriziano,
Professore di Clinica Ostetrica nell'ateneo Napolitano,
spento anzitempo il 9 marzo 1873 per indomabile amore dell'Arte sua in cui fu scopritore,
La moglie e la figlia inconsolabili posero questa pietra
»

Domenico Tarsitani, prima di morire, raccomandò alla moglie ed alla figlia gli studiosi napoletani. Queste privandosi di una rendita, costruirono un fondo per un assistente alla Clinica Ostetrica, nella quale il Dottor Tarsitani aveva lasciato orme indelebili nel cammino del suo insegnamento medico.[2]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Citazioni e riconoscimenti per Elementi di Ostetricia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 30 novembre 1894 il prof. Giovanni Calderini, ordinario di Ginecologia e Ostetricia, direttore della Clinica dell'Università di Bologna, professore emerito dell'Università di Parma, trattando lo "Sviluppo storico della Ostetricia e della Ginecologia" ricorda il trattato di Domenico Tarsitani.
  • Il prof. Arturo Guzzoni degli Ancarani, direttore della Clinica Ostetrico-Ginecologica della R. Università di Messina su "I Trattati di Ostetricia pubblicati in Italia sino al 1900"[13] in una nota bibliografica sull'estratto della "Rassegna d'Ostetricia e Ginecologia", precisa la natura del libro in questione che, nato grazie all'utilizzo del libro di Domenico Tarsitani "Elementi di Ostetricia"

Citazioni di Alfonso Corradi[modifica | modifica wikitesto]

  • Corradi parla di un'osservazione di inserito velamentosa (anomalia rara)[14], e di idramnios eccezionale (12-14kg)[15], descritte in "Elementi di Ostetricia".

Citazioni e riconoscimenti per il Forcipe Tarsitani[modifica | modifica wikitesto]

Il forcipe in una illustrazione d'epoca
  • Il Dottor Renato Minghetti, dell'istituto di Storia della Medicina dell'Università di Roma, reputa importante la variazione apportata da Tarsitani al modello Chamberlen.[16]
  • Salvatore Tommasi scrive:

«Tarsitani - Forcipe a doppio Perno. Il Prof D. Tarsitani reduce da Parigi regala all'ostetricia un bel forcipe, per lo quale si evita lo scrociamento delle branche, tanto infausto alla vita della madre e del feto. La mercé di un doppio perno e ha reso il forcipe Tarsitani assai perfetto perrocchè ogni branca è maschia e femmina insieme, e può ciascuna secondo il bisogno di introdursi prima o dopo per la operazione. Di quanti se ne videro finora, quello del Tarsitani è il più perfetto; e meritatamente l'Accademia Reale di Medicina di Parigi l'ha degnato di onorevole approvazione. Bella ed erudita è la memoria che l'accompagna, scritta in francese, elegante l'edizione fatta in Parigi, esatte le tavole litografiche. Il perché crediamo di ogni lode meritare il giovane autore, che tra noi darà certamente belle prove del suo sapere. D.S.»

  • Nell'Esculapio Napolitano, alla voce Ostetricia, si parla dell'Applicazione del nuovo forcipe a doppio perno, fatta dal Dott. Giuseppe Garufi, primo chirurgo del Ospedale civile di Messina, dove afferma che il forcipe a doppio perno in vendita a Parigi per 28 franchi fosse prodotto dai principali produttori di strumenti chirurgici del tempo tra cui Lùer da Charrière e da Sanson. A Napoli invece viene prodotto da Francesco Sarmientos al prezzo di 7 docati.[18] continua Garufi

«non è a torto adunque che dietro il rapporto dell'esimio ostetrico professore Capuron, fatto alla Reale Accademia di Medicina di Parigi il 16 aprile del 1844, il Tarsitani viene fatto plauso, ed anch'io in allora dimorante in Parigi e presente alla detta Accademia , al suo Forcipe a doppio perno. Onde fu fermato avere l'Ostetrico da Napoli raggiunta mèta che gli ostetrici, i quali in vari tempia lui precessero, avevano indarno tentato; ed in premio di questo suo nuovo trovato il Tarsitani a socio corrispondente di quella dotta Accademia venne onorevolmente nominato, e premiato ancora di una medaglia d'argento di grande dimensione»

Altri riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Dall'opera di Corradi si possono desumere altre attività di Tarsitani. Nel 1847, all'età di soli 30 anni, si inseriva nel Congresso di Napoli,[20] discutendo sul rumore o soffio di placenta. Dello stesso argomento si parla in Ricordi di Ostetricia del 1846, recensiti sul giornale Il sarcone; nella stessa opera vi sono altre due memorie sul nuovo forcipe a doppio perno e sugli "Spedali de' parti di Parigi"

Invenzioni e modifiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Forcipe a doppio perno o Forcipe Tarsitani premiato nel 1843 con una medaglia d'argento dalla Reale Accademia di Medicina di Parigi;[21]
  • Cefalotribo Tarsitani premiato dall'Accademia medico-cerusica di Napoli.

Forcipe Tarsitani[modifica | modifica wikitesto]

Il forcipe Tarsitani è strutturalmente molto simile ai classici forcipi detti "alla francese" ma è caratterizzato dall'interscambiabilità delle branche o bracci, il lungo perno passante permette di fissare indifferentemente una branca sull'altra rendendo il forcipe molto più versatile e rapido da utilizzare. Questo principio è stato poi ripreso successivamente dal forcipe del Rizzoli.

Opere Principali[modifica | modifica wikitesto]

Copertina del libro Sulla Cefalotrissia, verosimilmente del 1859
  • (FR) Nouveau Forceps à Double Pivot, Parigi, 1844
  • (FR) Forceps à double pivot Parigi, 1853
  • Cefalotripsia Napoli, Tipografia del Filiatre-Sebezio, 1855
  • Applicazione del forcipe a doppio perno Napoli, 1857
  • Elementi di Ostetricia, 1867

Opere Minori[modifica | modifica wikitesto]

  • Sperimenti di Ascoltazione, fatti sulle donne incinte, ripetuti sopra i ruminanti, ed in particolare sulle vacche pregnanti, per conoscere la sede del Soffio uterino, 1845
  • Pellagra curata nel grande ospedale delle prigioni di Napoli Napoli, 1847
  • Lettere intorno al parto prematuro artificiale del Dott, Tarsitani Domenico Napoli, 1856
  • Parto Prematuro artificiale a causa di metrorragia
  • Discorso riguardante l'applicazione del novello cefalotrivo Napoli, 1860
  • Embriologia Napoli, 1861
  • Annotazioni intorno ai vantaggi della docciatura uterina Napoli, 1864
  • (FR) "Nouveau mode de fabrication du Bistouri appelè recto convesse, et nouvelle nomenclature de ses differentes position", Parigi, 1843

Prospetto cronologico delle Notizie riportate[modifica | modifica wikitesto]

  • 1817 Nasce Domenico Tarsitani.
  • 1843 Diviene socio della Reale Accademia di Medicina di Parigi e viene premiato con una medaglia "medaglia d'argento di grandi dimensioni" per l'invenzione del Forcipe Tarsitani.
  • 1844 Pubblica Nouveau Forceps à Double Pivot - Paris.
  • 1846 Pubblica ascoltazione applicata alla gravidanza con una appendice intorno al nuovo forcipe a doppio perno - Napoli.
  • 1846 Pubblica "Ricordi di Ostetricia".
  • 1847 Partecipa al congresso scientifico di Napoli (Articolo sul Filiatre Sebezio).
  • 1847 In questo periodo abita in vico Giardinetto a Toledo n. 13 primo piano nobile - Napoli.
  • 1849 Pubblica un articolo su Filiatre Sebezio (avvertenze intorno all'applicazione del Forcipe).
  • 1853 Pubblica "Forceps a Double Pivot" Paris.
  • 1855 Intervento con cefalotribo per cefalotripsia (articolo sul Severino).
  • 1856 Pubblica "Lettere intorno al parto prematuro artificiale".
  • 1858 Intervento con somministrazione di segale ed amnioressi (articolo sul Severino).
  • 1860 Viene premiato all'accademia Medico Chirurgica di Napoli per l'invenzione del cefalotribo Tarsitani.
  • 1862 Intervento per applicazione di Forcipe in Anestesia (Articolo sull'imparziale)
  • 1863 Intervento per Embriotomia (articolo sull'Imparziale).
  • 1867 Pubblica "Applicazione del Forcipe a Doppio Perno" - Napoli.
  • 1867 Pubblica "Elementi di Ostetricia".
  • 1871 Intervento per parto cesareo.
  • 1873 Muore Domenico Tarsitani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Zito de Leonardis, p. 212.
  2. ^ a b Galleria biografica…, p. 18.
  3. ^ Galleria biografica…, p. 13.
  4. ^ Zito de Leonardis, p. 209.
  5. ^ Galleria biografica….
  6. ^ numero 12 del 13 aprile e numero 15 del 14 maggio 1845, Napoli
  7. ^ Journal des travaux de l'Academie de l'industrie francaise, vol. XIII, Parigi, 1843
  8. ^ Galleria biografica…, p. 15.
  9. ^ Bulleit de l'Accademia Royale de Medicine de Paris, vol. IX, pp. 757-759, aprile 1844
  10. ^ Galleria biografica…, p. 16.
  11. ^ Diario del VII Congresso Scientifico italiano, Napoli, 1845, pp. 77, 118, e 119
  12. ^ a b Galleria biografica…, p. 17.
  13. ^ Prof. Arturo Guzzoni, I Trattati di Ostetricia in Italia fino al 1900, Napoli, Stab.Tip.Cav. Nicola Jovere e C., piazza Trinità Maggiore, 13 - 1903
  14. ^ Prof. Alfonso Corradi, Dell'Ostetricia in Italia dalla metà del secolo scorso fino al presente,Bologna, Tipi Gamberini e Parmeggiani, 1874, Pag 94
  15. ^ Prof. Alfonso Corradi, Dell'Ostetricia in Italia dalla metà del secolo scorso fino al presente, Bologna, Tipi Gamberini e Parmeggiani, 1874, p. 347
  16. ^ Renato Minghetti, Progressi di Terapia Ostetrico-genecologica nel XIX secolo, Arti Grafiche E. Cossidente, Roma, 1960
  17. ^ Salvatore Tommasi, Il Sarcone, anno 1°, Vol. 1° , Napoli stabilimento Poligrafico Coster, 1844, Pag. 335
  18. ^ Esculapio Napolitano, anno XXV n° VII Luglio 1847 , Pag. 425
  19. ^ Esculapio Napolitano, anno XXV n° VII Luglio 1847 , Pag. 427
  20. ^ Prof. Alfonso Corradi, Dell'Ostetricia in Italia dalla metà del secolo scorso fino al presente,Bologna, Tipi Gamberini e Parmeggiani, 1874, Pag 117
  21. ^ D. Tarsitani, Forceps à double pivot, destiné surtout à prévenir le décroisement des branches..., Victor Masson, 1853. URL consultato il 2 gennaio 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Arturo Zito de Leonardis, Domenico Tarsitani (1817-1873), in Cittanova di Curtuladi, Cosenza, MIT, 1986, pp. 209-226.
  • Domenico Tarsitani : 1817-1873, ostetrico cattedratico insigne, in Galleria biografica degli uomini e delle donne illustri e benemeriti delle Calabrie, Cosenza, MIT, 1989.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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