Disuguaglianza sociale

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La disuguaglianza sociale è una differenza (nei privilegi, nelle risorse e nei compensi) considerata da un gruppo sociale come ingiusta e pregiudizievole per le potenzialità degli individui della collettività. È una differenza oggettivamente misurabile e soggettivamente percepita.

Gli elementi che la compongono sono le differenze oggettive esistenti, ossia il possesso minore o maggiore di risorse socialmente rilevanti. Le differenze sono conseguenza dell'azione di meccanismi di selezione sociale più che del merito e sono interpretate dai soggetti e dai gruppi sfavoriti (o da coloro che li rappresentano) come ingiuste; il ritenersi vittima di ingiusta discriminazione è una componente soggettiva.

È quindi importante distinguere tra differenza e disuguaglianza sociale. Se la prima è il contrario del concetto di assimilazione, la seconda corrisponde all'esatto contrario di uguaglianza sociale.

La sociologia affronta il tema della disuguaglianza sociale elaborando due distinte interpretazioni, entrambe valide e ineliminabili:

  • L'interpretazione valutativa consiste nello studio dell'ordine, della divisione del lavoro e della stratificazione sociale. Per es. la posizione di amministratore delegato di una grande azienda è molto elevata; l'individuo sarà collocato nella fascia medio alta della gerarchia sociale.
  • L'interpretazione politica consiste nello studio degli interessi e del potere e spiega la disuguaglianza con la differenza di potere; quindi con un'ingiustizia di fondo.

L'urbanistica ha forti e precise responsabilità nell'aggravarsi delle disuguaglianze. Siamo di fronte a una nuova questione urbana che è causa non secondaria della crisi che oggi attraversano le principali economie del pianeta.

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Un compito importante nell'attenuare la diseguaglianza sociale ed economica è spettato, tradizionalmente, nella cultura occidentale, alla città e ai processi di urbanizzazione.

In passato, nella società occidentale, la città ha avuto un ruolo cruciale quale spazio privilegiato entro cui l'agire storico dell'uomo, sviluppando dinamiche di innovazione tecnologica, scientifica, istituzionale, era in grado di promuovere processi di mobilità sociale, favorire l'integrazione sociale, creare nuove identità sociali e culturali. Peraltro, tale ruolo necessita di essere rivitalizzato, dopo che esso, nel corso del XX e XXI secolo, è stato affievolito o cancellato da programmi edilizi che, di fatto, hanno finito per riproporre logiche di distinzione e di separazione spaziale tra classi sociali, perpetuando e consolidando assetti sociali espressi dalla società.

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