Distintivo d'onore per i patrioti "Volontari della Libertà"

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Distintivo onorifico per i patrioti «Volontari della Libertà».

Regno d'Italia
TipoDistintivo d'onore
Statusattiva
IstituzioneRoma, 3 maggio 1945
Concessa amilitari e civili che avevano fatto parte di formazioni riconosciute dai CLN, ed agli IMI.
Concessa perpartecipazione alla lotta armata contro i tedeschi ed i fascisti.
CampagnaSeconda guerra mondiale
Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi italiani

Il distintivo d'onore per i patrioti "Volontari della libertà" fu un riconoscimento istituito dal Regno d'Italia, per premiare coloro che avevano partecipato alla lotta armata della resistenza italiana, durante la seconda guerra mondiale.

In particolare, ne vennero insigniti coloro che avevano militato nel Corpo Volontari della Libertà. La normativa è ancora oggi in vigore[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'immediato secondo dopoguerra il governo Bonomi III, con il decreto legge luogotenenziale 3 maggio 1945, n. 350[2], istituì uno speciale distintivo d'onore del quale potevano fregiarsi i patrioti «Volontari della Libertà» che avevano partecipato alla lotta armata contro i tedeschi e contro i fascisti. Stesso riconoscimento fu assegnato ai militari dell'Esercito cobelligerante italiano.

Lo stesso argomento in dettaglio: Internati militari italiani.

Con legge 1º dicembre 1977 n. 907[3] la concessione del distintivo fu estesa al personale militare deportato nei campi di concentramento tedeschi dopo l'8 settembre 1943 che contribuì alla lotta della Resistenza rifiutando la liberazione per non servire l'invasore tedesco e la Repubblica Sociale e non collaborando comunque volontariamente con i tedeschi o con i fascisti. Gli interessati potevano presentare domanda al distretto militare di appartenenza che concedeva il distintivo previo parere dell'associazione nazionale ex internati. Contro la decisione negativa del distretto militare poteva essere presentato ricorso al Ministro per la difesa entro novanta giorni dalla data di notifica.

Criteri di eleggibilità[modifica | modifica wikitesto]

Il distintivo veniva concesso gratuitamente, a spese dell'Amministrazione, ai patrioti che avevano fatto parte, per non meno di tre mesi ininterrottamente, di formazioni riconosciute dai Comitati di Liberazione Nazionale, o che erano rimasti feriti in combattimento.

Per fregiarsi di tale distintivo occorreva una speciale autorizzazione, risultante da un certificato rilasciato dai ministeri di guerra, marina o aeronautica per i rispettivi personali, e dal Ministero dell'Italia occupata per i civili non appartenenti alle forze armate.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il distintivo consiste in un nastro della larghezza di trentasette millimetri di color rosso solferino bordato verticalmente, ai due lati, con i colori della bandiera italiana; al centro del nastro sono sovrapposte le lettere "V L" (Volontari Libertà) in metallo dorato. Il distintivo va portato sul lato sinistro del petto.

Utilizzo non ufficiale di medaglie con il distintivo[modifica | modifica wikitesto]

Anche se il distintivo consiste nel solo nastrino, spesso venne ufficiosamente "arricchito" con la medaglia istituita per i volontari di guerra vestita anziché con il nastro regolamentare rosso/violaceo, con quello rosso solferino bordato tricolore; la stessa cosa era accaduta con l'analogo distintivo per le fatiche di guerra istituito con regio decreto n. 655 del 3 maggio 1918 per ricompensare gli agenti delle Ferrovie dei rischi e dei disagi patiti nel corso della prima guerra mondiale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Decreto del presidente della Repubblica 24 febbraio 2012, n. 40, articolo 4, Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, concernente il Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 87 del 13 aprile 2012.
  2. ^ Decreto legislativo luogotenenziale 3 maggio 1945, n. 350, Istituzione di un distintivo onorifico per i patrioti e « Volontari della Libertà », pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 81 del 7 luglio 1945.
  3. ^ Legge 1º dicembre 1977, n. 907, Conferimento del distintivo di onore di "Volontario della Libertà" al personale militare deportato nei lager che rifiutò la liberazione per non servire l'invasore tedesco e la repubblica sociale durante la Resistenza, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 344 del 19 dicembre 1977. Abrogato dal decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, Codice dell'ordinamento militare, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 106 dell’8 maggio 2010, supplemento ordinario n. 84.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Morittu, Guerre e decorazioni 1848 - 1945, Padova, Bolzonella s.n.c, 1982.
  • Costantino Scarpa, Paolo Sézanne, Le decorazioni del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia, (due volumi), Uffici storici Esercito - Marina - Aeronautica, 1982-1985.
  • Roberto Manno, Duecento anni di medaglie. I segni del valore e della partecipazione ad eventi storici dal 1793 al 1993, Hobby & Work Publishing, 1995, ISBN 88-7133-191-5, , 9788871331911.
  • Alessandro Brambilla, Le medaglie italiane negli ultimi 200 anni, (due tomi), Milano, 1997 [1985].
  • Ercole Ercoli, Le Medaglie al Valore, al Merito e Commemorative - Militari e Civili nei Regni di Sardegna, d'Italia e nella Repubblica Italiana - 1793-1976, Milano, I.D.L., 1976.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]