Discussione:Tipografia

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Tipografia vs. Processo di stampa[modifica wikitesto]

Credo questo articolo sia riduttivo, e in un certo senso fuorviante, rispetto all'ampiezza del termine 'tipografia', si propone un'idea di tipografia come tecnologia di stampa, concetto legato alla approssimativa traduzione italiana delle parole tedesche buchdruck e hochdruck, come stampa in rilievo e typografie, parola invece legata alla distribuzione dei caratteri nella pagina, l'utilizzo quindi degli stessi. La storia della tipografia è più ampia e complessa, è chiaramente legata al processo di stampa ma non sono sinonimi. Non è nemmeno sinonimo, la parola tipografia, del disegno di caratteri da stampa, per la quale sarebbe utile un'apposita voce. Proporrei di divedere la voce in tre parti quindi: storia delle tipografia, storia della stampa, e storia del disegno di caratteri. Le tre voci saranno complemetari, è ovvio che l'avvento della fotocomposizione comporta variazioni, tecniche e formali, anche nel disegno di caratteri e che il processo evolutivo, le influenze esterne, artistiche ma soprattutto storiche, modificano la percezione di come dovrebbe essere composta una pagina, le tre voci avranno comunque vita propria, in modo da definire meglio il loro campo d'azione.

Altri errori di contenuto:

Lei introduce il tema della leggibilità affiancandolo a caratteri, disegnati da Bodoni, Baskerville, e Didot, con rigide proporzioni geometriche. Non è corretto, la leggibilità ha un suo campo d'azione indipendentemente dalla geometria del carattere, e varrebbe la pena di approfondire l'argomento. L'equazione più geometria più leggibilità è fuorviante. Come la riduzione del corpo e la spaziatura tra le linee. Anche nominare tre tipografi, fuori dal loro contesto, senza cenni biografici può risultare dannoso, sebbene tuti e tre vissuti nello stesso secolo, Baskervillle è antecedente a Didot e Bodoni, e è chiaro anche nella forma dei suoi caratteri comparata con quella degli altri due tipografi. E comunque tre sono pochi per far comprendere lo sviluppo della tipografia attraverso i secoli. Propongo quindi, o di aggiungere tipografi per creare un corpus per lo meno esaustivo delle principali variazioni nel disegno tipografico, o di eliminare le persone fisiche nominando solo i loro caratteri.

Gli ultimi due paragrafi, i più importanti, sono confusi, mescolano tecnologia, softaware, programmi per impaginare formule matematiche (?), caratteri come logotipo. Anche per quanto riguarda la tecnologia, esistono sviluppi che superano l'invenzione del postscript, i formati truetype, e più recentemente opentype, hanno in parte destabilizzato il monopolio Adobe, ci sarebbe molto da chiarire. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 83.228.137.170 (discussioni · contributi) 11:17, 3 nov 2006 (CET).[rispondi]

la tipografia funziona così: (e state molto attenti!! sono appunti che ho preso in classe!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!) La composizione tipografica è un procedimento che consente di comporre dei caratteri (v. carattere tipografico) adatti alla riproduzione, ed è una fase del lavoro, talvolta assai complesso, di organizzazione di un testo con eventuali immagini (v. stampa, sistemi di). Il carattere può essere composto in diversi modi: a mano, a macchina, con sistemi elettronici di elaborazione dei testi o macchina per scrivere, e in fotocomposizione. Composizione a mano. Permette di allineare singoli caratteri mobili su righe tipografiche con un procedimento che è rimasto praticamente inalterato dal 1450, anno in cui fu inventato da Johann Gutenberg. I caratteri mobili vengono prelevati da una cassettiera, divisa in settori, e inseriti in un compositoio che il tipografo tiene in mano. La riga è portata a giustezza (larghezza desiderata) per mezzo di speciali margini inseriti tra una parola e l'altra ed è separata dalla riga successiva per mezzo di spazi di interlinea che servono anche a ottenere l'altezza di colonna desiderata. La composizione a mano è molto lenta e richiede investimenti notevoli da parte delle tipografie che sono obbligate a possedere grandi quantità di caratteri; è ancora usata per edizioni particolarmente curate, per brevi testi e titolazioni. Composizione meccanica. Fino alla diffusione della fotocomposizione e dei sistemi elettronici di elaborazione dei testi, la composizione tipografica era essenzialmente meccanica e veniva effettuata principalmente sui seguenti tipi di macchine: la linotype e la intertype, che producono un'intera riga tipografica fusa in piombo; la monotype, che permette di comporre righe formate da caratteri fusi singolarmente, e la ludlow, che utilizza un sistema misto di composizione a mano con caratteri mobili e fusione in piombo dell'intera riga. La linotype e l'intertype producono righe tipografiche fuse in un unico blocco, in una lega di piombo, stagno e antimonio. L'operatore ha a disposizione una tastiera con la quale richiama da un magazzino le matrici dei singoli caratteri, che vanno ad allinearsi in un compositoio fino a formare una riga della giustezza desiderata. La riga viene quindi automaticamente spostata nella forma di fusione, mentre l'operatore compone quella successiva. A fusione avvenuta, la riga in piombo va a cadere in un altro compositoio, dove viene incolonnata con le precedenti, mentre le matrici vengono sollevate da un elevatore che le riporta nel magazzino in cui erano originariamente contenute. Questi tipi di macchina possono anche operare in maniera semiautomatica, sotto il controllo di sistemi a nastro perforato. La monotype permette di ottenere righe di testo a giustezza prefissata formate da caratteri fusi singolarmente. E' costituita da due parti indipendenti: una tastiera e una fonditrice. Il testo è composto sulla tastiera e tradotto automaticamente in codice su un nastro di carta perforato; al termine della composizione esso viene inserito in un apposito dispositivo di lettura contenuto nella fonditrice. E' un sistema usato principalmente nella composizione di tabelle e di testi complessi, con formule e simboli speciali. La ludlow permette di comporre a mano, per mezzo di speciali matrici, righe di caratteri in corpi superiori a quelli disponibili sulle macchine precedenti, e che vengono, in un secondo tempo, fuse meccanicamente in piombo. La macchina per scrivere e i sistemi elettronici di elaborazione dei testi sono invece usati essenzialmente per produrre singole copie di documenti. I sistemi di fotocomposizione utilizzano delle matrici che proiettano l'immagine del carattere su carta o pellicola fotosensibile. Il testo può essere trasmesso alla macchina mediante una tastiera collegata in linea, un nastro perforato, un nastro magnetico o un disco. La composizione viene così effettuata in maniera molto più rapida; questa caratteristica ha permesso di sostituire progressivamente le macchine a fusione in piombo. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 62.11.244.55 (discussioni · contributi) 17:36, 21 feb 2009 (CET).[rispondi]

Prendere esempio dalla versione inglese[modifica wikitesto]

Concordo sul fatto che l'articolo sia riduttivo, in aggiunta rimuoverei le pubblicità dai link esterni. Non credo che negozi dove acquistare stampe o comprare libri online siano rilevanti per l'argomento. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.150.152.36 (discussioni · contributi) 23:57, 8 ago 2010 (CEST).[rispondi]

Perbacco, il logotipo è il MARCHIO non certo il carattere, che è comunemente chiamato FONT!!!!!

Cris Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.46.214.117 (discussioni · contributi) 11:24, 7 ago 2011 (CEST).[rispondi]

Non mi sembra corretto vantare l'italianità delle invenzioni del Marinoni, in quanto è nato e ha operato esclusivamente in Francia. Da tempi remoti si era a conoscenza della miscibilità dei colori primari per ottenere i complementari; e prima del Marinoni si stampavano già litografie a colori col metodo della puntinatura. Fuori luogo quindi attribuirgli il merito della scoperta dell'effetto additivo dei colori. --37.116.192.128 (msg) 09:37, 26 apr 2014 (CEST)[rispondi]

Origine del termine "Incunabolo"[modifica wikitesto]

Nel paragrafo "Storia" si dice:

"Inizialmente i tipi vengono tenuti solidali da fasce; per questo (dal latino in cuna, cioè in culla, in fasce) si qualificano i libri stampati dall'invenzione fino alla fine del Quattrocento con il termine incunaboli".

Sicuramente non è la spiegazione standard dell'origine del termine, che si fa piuttosto risalire al trattato del Mallinckrodt; magari chi ha redatto quel passo potrebbe difendere ciò che ha scritto, ma certo è fuorviante (e quindi scorretto) presentarlo come spiegazione "tout court" del termine. E se posso aggiungere un giudizio più generico, tutta la voce mi sembra molto approssimativa; sarebbe stato meglio limitarsi a tradurre la versione inglese (per esempio). Boltzmann1 (msg) Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Boltzmann1 (discussioni · contributi) 11:09, 5 mag 2014‎‎ (CEST).

✔ Fatto: diff122483498. Per Mallinckrodt, anzi per Adriaan de Jonge, si rimanda alla sezione ad hoc della voce specifica. --Frognall (msg) 10:51, 16 ago 2021 (CEST)[rispondi]