Discussione:Satiro danzante
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Sileno[modifica wikitesto]
Il "satiro" è in realtà un sileno. La solita ignoranza giornalistica ha fatto sì che venisse chiamato erroneamente. La testa, come è evidente, è equino-antropomorfa (volto umano e orecchie equine), mentre del tutto assenti i riferimenti caprini (orecchie ribassate, corna). Propongo di chiarire l'equivoco in incipit.--Io' (msg) 15:11, 4 set 2012 (CEST)
- Io', bi boldi! --Μαρκος 16:25, 4 set 2012 (CEST)
- In verità non sono stati i giornalisti a definirlo satiro, ma illustri archeologi come Tusa e La Rocca. Quindi ritengo che finoa quando non vi siano autorevoli fonti, di lasciare così. --ḈḮṼẠ (msg) 16:58, 4 set 2012 (CEST)
- @ Markos, un cambiamento del genere potrebbe risultare poi molesto a qualche schizzinoso, pertanto preferisco discuterne civilmente prima per averne un comune consenso.
- @ Civa, capisco di non essere autorevole fonte fintanto che scrivo come wikipediano, ma da archeologo posso assicurarTi che il sileno ha orecchie equine, il satiro ha orecchie e corna caprine. Vorrei però leggere una pubblicazione scientifica di Tusa o La Rocca prima, per essere certo che siano considerabili fonte (leggasi: non lo avranno definito tale in sede di intervista? e chi ci assicura che abbiano davvero chiamatolo satiro piuttosto che una deformazione giornalistica in sede della medesima?).
- Noto anche che a fronte di una ricca (?) bibliografia esiste una sola nota, il che mi lascia al quanto perplesso.--Io' (msg) 19:21, 4 set 2012 (CEST)
- Da quel che ne so nell'antichità era rappresentato come anziano, qui invece è un giovane .--ḈḮṼẠ (msg)
- No, non necessariamente. Perlomeno si deve vedere il contesto storico. Nella pittura vascolare la tipologia più diffusa sui vasi da vino a figure nere è certamente quella del sileno barbuto e calvo (anch'esso tuttavia scambiato per satiro, come vedo anche dalle immagini relative sull'articolosatiro), ma nella pittura a risparmio detta a figure rosse la situazione inizia a cambiare, così come in epoca ellenistica il "vecchio" cede il passo al "giovane" sileno. E il nostro danzatore bronzeo è ellenistico-copia romana di opera ellenistica, per quanto finora siamo stati in grado di stabilire. Ha anche un suo motivo: in età arcaica il vino rendeva ebbri e il sileno dipinto sui vasi era un monito: il sonno della ragione genera mostri, e quei mostri banchettano divertiti al cospetto di Dioniso. La pittura vascolare quindi crea avvisi, ed ha un tono politico (solo i barbari difatti bevevano vino puro... e diventavano mostri; i greci se ne tenevano a distanza). L'età "classica" ha una sua nuova concezione del "divertimento", forse in ciò contribuisce l'influenza di fattori esterni e la decadenza politica nella madrepatria. La pittura vascolare perde un po' alla volta il suo proposito politico per lasciare il posto a vere e proprie prove di stile: nascono scuole pittoriche sempre più raffinate, si cerca ispirazione nei modelli statuari noti etc. L'ellenismo è la ricerca del bello. Il bello è il nuovo concetto politico e viene rivalutato in quest'ottica anche il mostro, ormai non più simbolo di una natura selvaggia da dominare, tenere a freno, ma è simbolo di un antico che ha il suo fascino. La pittura vascolare diviene dunque un mezzo per esprimere il bello: forme sempre più eleganti e barocchismi da far invidia a qualsiasi manierista riempiono con grazia le superfici ceramiche, ma perdono nel contempo ogni messaggio. L'arte è fine a sé stessa, non è più vincolata dal messaggio politico del periodo arcaico. Come nella pittura, anche nella scultura si insegue il bello. il Galata morente non è un barbaro, ma è l'espressione del "bel guerriero", in posa come un eroe sofferente, degno del miglior Michelangelo nella sua plastica torsione: in passato si sarebbe rappresentato villoso, orripilante, magari con dei cornini... Il nostro danzatore si inserisce in quest'ottica, ossia nella visione del bello. Un Sileno pelato, barbuto e arrapato sarebbe certamente sembrato offensivo al suo posto. Questo invece è il giovane in estasi, la catarsi di una élite intellettuale antica che cerca nel selvaggio la bellezza della naturalezza, capace di riscattarla dalla tensione interna, che mai si risolse.--Io' (msg) 14:19, 5 set 2012 (CEST)
- Ps- a proposito, trova le differenze: 1 e 2.--Io' (msg) 14:30, 5 set 2012 (CEST)
- Da quel che ne so nell'antichità era rappresentato come anziano, qui invece è un giovane .--ḈḮṼẠ (msg)
- In verità non sono stati i giornalisti a definirlo satiro, ma illustri archeologi come Tusa e La Rocca. Quindi ritengo che finoa quando non vi siano autorevoli fonti, di lasciare così. --ḈḮṼẠ (msg) 16:58, 4 set 2012 (CEST)
Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]
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- Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20160305124247/http://www.engramma.it/engramma_v4/rivista/saggio/28/028_settis_satiro.htm per http://www.engramma.it/engramma_v4/rivista/saggio/28/028_settis_satiro.htm
- Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20160812092538/http://engramma.it/engramma_v4/rivista/saggio/28/028_gelussi_satiro.htm per http://www.engramma.it/engramma_v4/rivista/saggio/28/028_gelussi_satiro.htm
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