Discussione:Peccato

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la trattazione della voce "Sin" in inglese è estremamente più ampia... --Riccardov 18:44, 5 gen 2006 (CET)[rispondi]

Sui sette vizi capitali[modifica wikitesto]

Freud[modifica wikitesto]

Metto qui sotto il "contributo" di un utente anonimo, che era nelal pagina dell'articolo (ma non adatto per la forma, sembrava una ricerca personale). Ripristino la versione precedente e cambio l'oridine dei peccati secondo quanto proposto da questo utente. Alcune parti di quanto scritto, probabilmente, meritano di essere inserite nell'articolo. Non ho però tempo di farlo ora. AnyFile 16:35, 23 dic 2005 (CET)[rispondi]

  • 1 - la superbia
  • 2 - l’avarizia
  • 3 - la lussuria
  • 4 - l’ira
  • 5 - la gola
  • 6 - l’invidia
  • 7 - l’accidia.

Questo è l’ordine con il quale essi vengono ritualizzati. Non sappiamo se la sequenza sia sempre stata questa, ma essa è veramente suggestiva per la tesi che sto esponendo. Il proscenio è occupato da un piccolo gruppo di esseri umani che vivono in branco, come accade per altre specie in cui vige un’organizzazione sociale. Su di loro domina un maschio tirannico e dispotico che è sollevato dalle fatiche del raccogliere e del cacciare. Giace con le donne dell’orda che tiene tutte per sé: uccide i giovani maschi che osano sfidare la sua leadership. E’ il superbo (dal lat. superbus, da un più antico superbhos, da super ed un secondo elemento, il tema bho, dalla radice indoeuropea bhewe (= germogliare, crescere), quindi = Colui che sta sopra coloro che devono crescere. Come osserva Freud: “I singoli componenti la massa (l’orda) erano soggetti a legami, allora come lo sono oggi, ma il padre dell’orda primordiale era libero. Pur essendo egli isolato, i suoi atti intellettuali erano liberi ed autonomi, la sua volontà non aveva bisogno di essere rafforzata da quella degli altri. Per conseguenza noi supponiamo che il suo Io fosse scarsamente legato libidicamente, che non amasse nessuno all’infuori di sé medesimo e che amasse gli altri solo se e in quanto servivano ai suoi bisogni. Il suo Io non cedeva agli oggetti nulla che non fosse strettamente indispensabile”. (S. Freud, Psicologia delle masse e analisi dell’Io, 1921) Egli, aggiungo io,tiene per sé i beni più ambiti, le donne, reclama a sé il raccolto ed il primo morso alla cacciagione: l’avarizia. E’ l’unico dell’orda che abbia libero sfogo alla sua libido genitale: lussuria. Ha il possesso esclusivo delle donne: può realizzare la potente fusione di pulsioni sessuali e pulsioni dell’Io: lo sfogo libidinale si fonde con la spinta all’eternamento del genoma. I giovani figli, la torma dei fratelli, può dedicarsi solo alla masturbazione o all’accoppiamento omosessuale e sarà proprio l’alleanza omosessuale dei fratelli che darà al branco dei giovani l’ardire di sfidare il padre. Ecco l’ira, il dispiegamento della furia omicida. Il parricidio viene compiuto ma i figli non si fermano qui: mangiano e godono oralmente del corpo del padre per incorporarne la potenza fallica: la gola. E’ molto probabile che dal pasto totemico fossero escluse le donne dell’orda: è noto come in tutte le popolazioni primitive, e non solo in quelle (basta pensare al sacerdozio cristiano) le donne fossero tenute fuori dal rituale religioso. D’altra parte, ai tempi attuali la donna ha accesso alla dispensa di tutti i sacramenti tranne uno, quello fondamentale, la Comunione, il mangiare rituale del corpo del Cristo figlio e padre, cioè è esclusa dal pasto totemico, dunque dal possesso della potenza fallica paterna: invidia. Dopo il baccanale rituale subentra la stasi ed il crogiolarsi nei piaceri del tedio dei nuovi privilegi: l’accidia.

Ma perché i peccati capitali sono sette? I comportamenti antisociali sono ben più numerosi, ed alcuni, potenzialmente eversivi, come l’inclinazione al furto. Qui entriamo nel regno del rituale. Come ci ricordano Iakov Levi e Luigi Previdi ne “II numeri sacri e il loro simbolismo” “Il numero sacro degli Ebrei, che ricorre senza fine, è il numero sette. Si comincia dalla cosmogonia, in cui Dio completa la sua creazione in sette giorni. Poi Noè vene comandato di portare nell’arca sette paia di ogni animale mondo e sette paia di ogni uccello mondo, «perché tra sette giorni farò piovere sulla terra... e dopo sette giorni le acque del diluvio furono sopra la terra.» (Gn.7, 2-10). Tra la prima volta che Noè manda fuori dell’arca la colomba al secondo tentativo passarono sette giorni, e così tra il secondo tentativo e il terzo (Gn.8, 10). Quando Abramo conclude un patto con Abimelech: «Abramo mise in disparte sette agnelle del gregge, Abimelech disse ad Abramo: «Che significano quelle sette agnelle che hai messo in disparte?. Rispose: «Tu accetterai queste sette agnelle dalla mia mano, perché ciò mi valga da testimonianza...» (Gn.21,28-30). E nel contesto dello stesso racconto: “Per questo quel luogo si chiamò Bersabea (Beersheva), perché là fecero giuramento tutti e due” (21,31). In ebraico beer vuol dire pozzo e sheva vuol dire sette, e la stessa radice sh-v-a’ significa giuramento (Shvua’), quindi sette e giuramento sono la stessa parola. In un contesto simile alla sacralità connessa al patto e al giuramento, associati al numero sette: “Balaam disse a Balak: “Costruiscimi qui sette altari e preparami qui sette giovenchi e sette arieti” (Num.23,1). Balaam spera di riuscire a maledire i figli d’Israele esorcizzando la loro potenza attraverso la forza magica del numero sette. “ Ecco un fatto molto importante: il sette significa patto e giuramento. L’ipotesi finale di Freud è che i parricidi fossero al fine schiacciati dal tremendo senso di colpa di aver ucciso il padre, leit motiv delle tragedie di tutti i continenti ed abbiano giurato a se stessi, suggellato un patto sacro, che ciò non dovesse più ripetersi. Il padre ucciso tornava ben più potente di prima: ora diveniva Dio padre cui i figli devono cieca obbedienza. Il parricidio è il peccato originale e quest’ultimo, non a caso, è un parricidio mascherato: i figli di Dio cercano di prendere il suo posto, commettendo un peccato di Superbia: vogliono mangiare il frutto dell’albero della Conoscenza, cioè prendere il posto di Dio. La vicenda del parricidio dell’orda è d’altra parte già rappresentata nella genesi di Satana: Lucifero, o Satana, condusse un altro gruppo di angeli a ribellarsi contro Dio, molto prima della stessa caduta di Adamo ed Eva. Sebbene fosse stato creato perfetto (difatti alla creazione tutto era “molto buono”, Ge. 1:26), Satana si ribellò contro Dio pensando di prevalere. In Genesi 3, quando Eva fu tentata, Satana, sedusse Eva dicendole: “DIO sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete come DIO, conoscendo il bene e il male” (Ge. 3:5). Mi pare qui assolutamente trasparente il fatto che il vero frutto della conoscenza fosse Dio stesso.

Non solo: il numero sette è legato al concetto di riti di espiazione e purificazione. Come sottolinea ancora Levi ci sono innumerevoli esempi nelle Scritture che il numero sette sia legato al tabù del toccare, ma il tabù più importante evidenziato dallo psicostorico di Tel Aviv è per me quello dei morti: «Chi avrà toccato un cadavere umano sarà immondo per sette giorni» (Nm.19,11). Toccato, dice... pensate averne divorate le carni...

E’ stata compiuta una formidabile opera di condensazione, di spostamento, di suddivisione perché si perdessero i legami con l’Evento fondante di ogni religione: il parricidio, il pasto totemico, il patto dei fratelli, la creazione del Rito, la genesi del Peccato: i sette peccati capitali sono solo uno: l’uccisione del Capo.

Fonte bibliografica[modifica wikitesto]

Il testo postato dall'utente anonimo è tratto integralmente dal mio articolo "I sette peccati capitali" che potete visionare all'url:

http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/psicosomatica/articoli/psoma6.htm

Qualora si decidesse di utilizzarlo, vi prego di citarne la fonte come convenuto nell'autorizzazione concessa:

http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Autorizzazioni_ottenute/psicoanalisi

Grazie e buon lavoro a tutti

Quirino Zangrilli

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Peccato. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

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paragrafo dal titolo "Il peccato nell'Islam"-traduzione da en.wikipedia[modifica wikitesto]

Traduzione parziale della voce "Islamic views on sin#Major sins: Al-Kabirah" (24-09-2018, oldid 860944982), da terminare in una voce specifica. Micheledisaverio

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Neutralità della voce[modifica wikitesto]

Chiedo gentilmente che venga modificata la pagina, anche semplicemente con le indicazioni standard che si usano per segnalare i problemi di qualità della redazione, poiché essa non presenta informazioni neutrali al riguardo alla dottrina cristiana.

1. Viene in principio offerta una identificazione tra la dottrina cattolico-romana e la dottrina cristiana in generale. 2. Si offre di seguito la concezione cattolico-romana di una "nuova legge" che non ha riferimenti biblici e non è condivisa da altre chiese. 3. Si seguita con delle citazioni bibliche per iniziare a connotare il peccato in senso morale mediante una sintomatologia. 4. Si sconfina nella eziologia medica. 5. Si danno informazioni inesatte sul pensiero evangelico (ad esempio, Calvino rifiutava di discutere della caduta degli angeli perché essa non è un dato biblico). 6. Si definiscono soggettivamente i teologi "ortodossi". 7. Si afferma un mistero circa l'origine del peccato in senso angelologico laddove la Scrittura offre la storia di Adamo e non degli angeli. 8. Si sostiene che sia possibile ammalarsi come conseguenza necessaria del peccato a prescindere da una specifica disposizione divina in tal senso.

Il peccato involontario[modifica wikitesto]

Fontato da Ebrei 9:7[1], è stata accennata l'esistenza del "peccato involontario" nella traduzione C.E.I. 1978 ([1]) e il "peccato di ignoranza" nelle traduzioni inglesi ([2]). Può inerire i sette vizi capitali di cui non sempre è nota la gravità.

L'argomento può essere sviluppato più utilmente nella voce Halakhah#peccato, laddove si descrive l'equivalente ebraico di Chen.Saluti, Micheledisaveriosp

ː Il "peccato involontario" è discusso in Numeri 15:22[2] Ontoraul (msg) 22:21, 5 dic 2020 (CET)[rispondi]

  1. ^ Ebrei 9:7, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Numeri 15:22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.