Discussione:Omosessualità militare nell'antica Grecia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca


--|JapanLove Gokigenyō!| 19:22, 15 apr 2013 (CEST)[rispondi]

Plutarco e Leitao - coerenza e precisione pagine[modifica wikitesto]

Ho rimaneggiato il passaggio in cui si parla di Plutarco citando Leitao, perché la sintesi restituiva un concetto fuorviante e per coerenza con la pagina in cui se ne è discusso più diffusamente (a cui vi invito a dare un'occhiata https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglione_sacro?wprov=sfla1). il fatto è questo: da come era posta la frase prima sembrava che Plutarco mettesse in dubbio il battaglione e fosse quindi scettico, quando invece Plutarco ne parla e la questione riguarda il come: il fatto è che Leitao, e qui si entra in una discussione storiografica, ha messo in dubbio la veridicità di quanto detto da Plutarco sulla base del fatto che Plutarco usa termini come " si dice che" o "così dicono", i quali indicherebbero la mancanza di fonti riguardo a quanto raccontato o comunque il fatto che non fosse certo di quanto diceva (c'è infatti la possibilità che si fosse semplicemente ispirato a quanto dice Platone nel Simposio, parlando proprio di un esercito di coppie omosessuali - Pl. Simposio 179a). Quindi prima non solo si trasmetteva un messaggio parzialmente sbagliato, ma non si rendeva nemmeno conto del fatto che l'affermazione appartenesse alla linea di pensiero di Leitao, quando invece è giusto riflettere la discussione storiografica (da traduttore posso dire, ad esempio, che espressioni come "si dice che" e simili sono frequentissime in greco e non sempre significative). --Matteozanin (msg) 16:31, 13 ott 2022 (CEST)[rispondi]

Filippo di Macedonia dopo la battaglia di Cheronea volle accertarsi che i rumori riguardanti la presunta omosessualità dei Tebani fosse vera. Lui passò molto tempo a esaminare i corpi dei soldati, poi disse queste testuali parole: ``Periscano coloro che affermano che questi soldati hanno fatto o subito ( fisicamente) qualcosa di vergognoso.`` Allo stesso modo Platone nelle sue leggi ha affermato esplicitamente che l'amore e i rapporti sessuali fra uomini o fra donne sono un danno per la società, Senofonte non ha mai parlato di omosessualita spartana, anzi ha elogiato il fatto che a Sparta la Pederastia era proibita, infatti lui mandò i suoi figli all'Agoge. Le leggi di Solone sono chiare riguardo a tutto quello che un sodomita non poteva fare, praticamente gli era vietato qualsiasi attivita o incarico sociale sia in patria che all'estero egli era escluso dalla società e poteva essere citato in tribunale e condannato. Licurgo è anche egli chiaro nella costituzione spartana dove condanna la pederastia e promuove pene severe per stupro sodomia e incesto, che vanno dall'esclusione sociale, alla pena di morte e all'esilio, infine Omero nell'Odissea dice che Achille e Patroclo erano uniti da un rapporto di PHILOS, semplice amicizia, non dimentichiamo che i due hanno fatto sesso in stanze diverse ogniuno con la propria donna Sino ad oggi non è stata trovata nessuna prova archeologica a Sparta di attività omosessuali, nessuna rappresentazione di tipo sessuale, le sole raffigurazioni trovate sono rappresentazioni di marito e moglie seduti uno accanto all'altro in perfetta armonia. Ho citato solo alcune delle prove storiche scritte..Per cui l'articolo ``L'Omosessualità nell'antica Grecia`` è fuorviante, pieno di inesattezze storiche e omissioni volute, chiedo che l'articolo sia soppresso in quanto cita ipotesi non verificate. --142.217.69.71 (msg) 05:53, 11 mar 2023 (CET)[rispondi]
Questo tema mi ha interessato nello studio della cultura greca antica, ho quindi piacere di risponderLe nel merito con quello che so e che trovo sui libri (in maniera del tutto neutra e indifferente, nonstante talvolta, quanto si leggono i testi, ci si possa stupire o - se più chiusi di mentalità - indignare ancora prima di entrare nel merito filologico della questione). Per ora mi soffermerò solo su Platone e sul significato da dare a "philia".
Quanto a Platone, è difficile negare la sua apertura nei confronti dei rapporti omoerotici (nella cornice, certamente, del rapporto erastes-eromenos tipico della cultura greca, da distnguere dalla coniugalità omosessuale). Se nelle Leggi dice quanto riporta, è certamente perché l'opera affronta la questione dal punto di vista politico-sociologico, e un'unione che non produce figli è sterile per la società, perché non produce frutti. Quando però Platone affronta la questione dal punto di vista etico-filosofico, tutto cambia. È sufficiente rileggere il Simposio: "Infatti io stesso non sono in grado di dire che ci sia un bene più grande per chi è giovane di un buon amante e per l'amante di un amato" (Discorso di Fedro, 178 c); oppure il passo dove ipotizza un esercito di amanti [maschi], ritenuto invincibile ("vincerebbero, per così dire, tutta l'umanità") in quanto "un uomo innamorato accetterebbe certo meno di essere visto abbandonare la schiera o gettare lo scudo dal ragazzo (paidikwn è plurale, ma il mio manuale suggerisce di singolarizzare, come plurale "distributivo") che da tutti gli altri" (D. di Fedro, 178-9). Segue un discorso di Platone sui sacrifici per amore, nel quale accanto ai casi di Alcesti e Admeto, e Orfeo ed Euridice, porta quello di Achille e Patroclo, e sostiene che Achille è stato premiato dagli dèi per aver vendicato l'amante, a differenza di Orfeo (che non volle sacrificarsi del tutto per Euridice). La filìa tra Achille e Patroclo non può essere amicizia non solo perché rientra in un discorso sull'amore - il simposio - e ancora in una parentesi sui sacrifici d'amore - salvo che anche Alcesti non fosse solo una "cara amica" di Admeto e Orfeo di Euridice - ; ma anche perché Platone è estremamente esplicito: segue infatti una disquisizione in cui P. spiega come Eschilo "parla a vanvera" quando dice che Achille era l'amante di Patroclo: era invece l'amato!, perché "non solo era più bello di Patroclo, ma anche di tutti gli eroi, ed era ancora senza barba (agheneios), e poi molto più giovane, come dice Omero" (Simposio, 180). Come se non bastasse (questo per concludere il discorso su Platone) c'è ancora un passaggio del Simposio in cui P. dimostra che si riferisca ad amore e non solo affetto, quando spiega la distinzione tra "amore pandemio e uranio" (Simposio, Disorso di Pausania, 180c-185c): il primo, ispirato ad Afrodite pandemia, è rivolto sia a donne sia a uomini, ed è l'amore volgare; il secondo, uranio o celeste, è quello più nobile (proprio perché il fine non è la procreazione) ed è rivolto solo agli uomini: "Quello di Afrodite Urania in primo luogo non partecipa della natura femminile, ma solo di quella maschile - è questo l'amore dei ragazzi [così nel testo] - e poi è più antico (...) quindi si rivolgono al sesso maschile (...) quelli che amano ciò che per natura è più forte e più intelligente [ecco la misoginia!] (...) non li amano quando sono bambini, ma quando già cominciano ad avere una mente, e questo è vicino allo spuntare della barba. Infatti io credo che coloro che iniziano ad amare d'ora in poi siano pronti a passare insieme tutta la vita e vivere insieme [ton bion apanta sunesomenoi kai koinh sumbiwsomenoi (scusate ma non ho la tastiera greca sul pc)]" (181c)-
Per non parlare di quando P. dice che (questa volta prendo una traduzione d'altri) "Alcibiade (...) sembrava ancora innamorato di Socrate", Socrate commenta "hai fatto tutto questo discorso per disunire me e Agatone, pensando che io debba amare solo te e nessun altro e Agatone debba essere amato da te e da nessun altro" e Alcibiade conclude "«Quando è presente Socrate è impossibile avere un po' a che fare con i belli per un altro. Ed ora come ha trovato facilmente e in maniera credibile il motivo perché questo giaccia vicino a lui!»."
Quanto al discorso sul termine φιλία (il sostantivo corretto è questo, philos ne è l'aggettivo), ci tengo a precisare che sul vocabolario "GI" alla voce corrispondente si trova "affetto, amicizia (...), amore, passione, tenerezza, di amanti (...) amore sessuale" (effettivamente il termine ha la stessa ambiguità dell'italiano amore; lo stesso vale per φιλέω, della stessa radice, il quale è attestato addirittura con significato di "baciare"!). Spero di aver contribuito al dibattitto; ho affrontato solo questi due dei temi sollevati dall'utente per questione di spazio, perché sono quelli su cui sono più preparato e che ho tradotto personalmente e perché, al di là degli altri temi, mi sembrano di per sé eloquenti sulla visione dell'omosessualità e della pederastia in quel particolare frangente storico che è la Grecia classica. --Matteozanin (msg) 16:58, 11 mar 2023 (CET)[rispondi]