Discussione:Meditazione cristiana

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E' il mio buon pc che dà i numeri o la pagina andrebbe sistemata ;)

confermo, ci sono delle righe illegibili



Menomale che gli apologeti cattolici che hanno scritto questa pagina scrivono pavidamente "mentre altri tipi di meditazione POSSONO suggerire approcci atti a disimpegnare la mente". Quando non si conoscono le cose si biascica sempre.

Menomale che si resta sul vago, altrimenti dovrebbero citare per quanto riguarda la meditazione buddhista dove si inciterebbe a "rilasciarsi". Il Buddha usa principalmente metafore di "addestramento", di "lotta", di "autodominio", di "vigilanza" quando si parla di meditazione.

"Il saggio raddrizza la mente fluttuante, irrequieta, difficile da custodire e difficile da tenere a freno, come un fabbricatore di frecce fa con il dardo" Dhammapada, Strofa 33.

"Il saggio sorvegli la mente BEN DIFFICILE DA VEDERE, BEN SOTTILE, che vola a suo piacimento. La mente ben custodita porta la felicità" Dhammapada, Strofa 36.

Ciò dimostra di quanto il buddhismo stimoli a raffinare la capacità di auto-osservazione e concentrazione. Esistono pensieri, inclinazioni, impulsi che in un condizione di normalità percettiva non si riescono ad individuare. Entità individuabili solo esercitando l'acutezza dell'auto-osservazione. Il tanto declamato anti-intellettualismo del buddhismo non è che la conclusione di tale evoluzione intellettuale (alla faccia di chi ha scritto in codesto articolo "a differenza delle meditazioni orientali, la maggior parte degli stili di meditazioni cristiane hanno lo scopo di stimolare il pensiero e approfondire il significato"). La dottrina (come d'altronde ogni espediente intellettuale) è una barca che, arrivati all'altra riva, bisogna abbandonare.

"Colui che si dedica alla distrazione e non si dedica all'attenzione concentrata, avendo abbandonato l'utile per restare aggrappato al piacere, finisce per invidiare coloro che si dedicano all'attenzione concentrata" Dhammapada, Strofa 209.

Strofa chiaramente anti-edonistica finalizzata ad esercitare il senso del dovere e della "gratificazione posticipata".

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