Discussione:HMS Southampton (83)

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Marina
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L’AFFONDAMENTO DELL’INCROCIATORE BRITANNICO SOUTHAMPTON

Partecipava alla grande operazione « Excess », che consisteva nella scorta di un importante convoglio di sei grosse motonavi, partito da Gibilterra e diretto ad Alessandria. Assieme al gemello Gloucester, nave ammiraglia della 3a Divisione, e al cacciatorpediniere Ilex, il Southampton salpò da Gibilterra alle ore 13.00 del 6 gennaio 1941, ed arrivò a La Valletta alle 09.00 dell’8, ove i due incrociatori sbarcarono 500 soldati. Ripartiti da Malta alle 15.45 dello stesso giorno, e passando a nord di Pantelleria, il Gloucester e il Southampton raggiunsero l’indomani, a sud della Sardegna, il convoglio « Excess », per rinforzarne, nel passaggio del Canale di Sicilia, la scorta diretta costituita dall’incrociatore Bonaventure e da cinque cacciatorpediniere.

Nel corso della stessa giornata del 9 gennaio, il convoglio e le unità della scorta, che manovravano sotto la protezione della Forza H di Gibilterra, costituita dalla corazzata Malaya, dall’incrociatore da battaglia Renown, dalla nave portaerei Ark Royal, dall’incrociatore Sheffield, e da sette cacciatorpediniere, furono sottoposte ad attacchi portati da bombardieri in quota S 79 della Regia Aeronautica, che poi, assieme ad aerosiluranti e a bombardieri in picchiata, rinnovarono le incursioni l’indomani, mentre le navi britanniche transitavano a sud di Pantelleria. Contemporaneamente intervenivano, per la prima volta nel Mediterraneo, anche massicce formazioni di bombardieri in quota e in picchiata tedeschi, i quali, decollando dagli aeroporti della Sicilia, attaccarono a ponente di Malta, le unità di scorta della Mediterranea Fleet, che avevano assunto, a levante di Pantelleria, la protezione del convoglio « Excess », rilevando la Forza H che stava rientrando a Gibilterra.

Le azioni aeree ebbero inizio subito dopo un combattimento di superficie sviluppatosi il mattino del 10 gennaio in seguito all’attacco al convoglio di due torpediniere italiane, una delle quali, la Vega, immobilizzata dalle artiglierie dell’incrociatore Bonaventure fu finita col siluro dal cacciatorpediniere Hereward. Dapprima attaccarono due aerosiluranti italiani della 279a Squadriglia, che obbligarono i velivoli da caccia Fulmar della portaerei Illustrious a scendere di quota, agevolando con cio la successiva azione di quarantatré Ju 87 del 1° Gruppo del 1° Stormo Stuka (I.St.G.1) e del 2° Gruppo del 2° Stormo Stuka (II./St G. 2), in parte armati con bombe da 1.000 chili, e in parte dotati di serbatoi supplementari e armati con bombe da 250 chili.

Con decise picchiate, quei velivoli colpirono gravemente, con sei bombe la nave portaerei. La Illustrious si trovava allora in formazione con le corazzare Warspite e Valiant e soltanto cinque degli originali sette cacciatorpediniere, dal momento che il Gallant (vedi cacciatorpediniere Gallant) aveva perso la prora per l’esplosione di una mina e procedeva verso Malta a rimorchio del Mohawk. Un’altra bomba da 500 chili fu messa a segno sulla Illustrious da una formazione di sei Ju 87 italiani del 96° Gruppo B.a T. (capitano pilota Ercolano Ercolani), che attaccò nel pomeriggio, prima che quella nave, molto danneggiata, riuscisse a raggiungere Malta. In precedenza, alle ore 13.00 del 10 gennaio, nel corso di un’incursione portata da tre Ju 87 tedeschi, il Southampton aveva riportato alcuni danni a causa dell’esplosione di una bomba caduta vicino allo scafo.

Successivamente, essendo stati rilevati nella scorta diretta del convoglio dell’operazione « Excess » dagli incrociatori della Mediterranean Fleet, il Southampton, il Gloucester e il cacciatorpediniere Diamomd, ricevettero l’ordine di raggiungere, il convoglio M.E. 6, che era costituito da sei piroscafi, e che era salpato da Malta, diretto ad Alessandria, con la scorta diretta dell’incrociatore pesante York e di quattro corvette. Alle ore 15.22 del’11 gennaio 1941, mentre il Southampton, il Gloucester e il Diamond, procedendo con rotta 105° alla velocità di ventidue nodi, si trovavano in lat. 34°56’N, long. 18°19’E, posizione corrispondente a circa 30 migli di poppa al convoglio M.E. 6 e a una distanza di circa 220 miglia a levante della Sicilia e a 285 miglia da Malta, furono improvvisamente attaccati, completamente di sorpresa, da una formazione di trentacinque bombardieri in picchiata tedeschi Ju 87 appartenenti al II./St.G.2 (Capitano pilota Walter Enneccerus).

Colpito nel quadrato e nella mensa ufficiali da due bombe da cinquecento chili, sganciate dagli Stuka che arrivarono sul bersaglio dalla direzione del sole senza essere stati percepiti sugli schermi dei radar, il Southampton (capitano di vascello Basil Charles Barrington Brooke) si incendiò pericolosamente. Per qualche tempo l’equipaggio fu in grado di combattere l’incendio e mantenere la nave in funzione e sotto controllo, ad una velocità di venti nodi, proprio mentre si stavano sviluppando, da alta quota, gli attacchi portati, senza alcun esito positivo, da undici velivoli tedeschi He 111 del 2° Gruppo del 26° Stormo Bombardamento (II./KG.26). Successivamente però l’incendio si allargò, tanto da rendere impossibile l’allagamento di alcuni depositi di munizioni.

Dopo aver cercato per circa quattro ore di salvare l’unità, alle ore 19.00, col fuoco che ormai non poteva più essere controllato, gli ufficiali e gli uomini dell’equipaggio dovettero cessare i loro tentativi. Il Southampton venne abbandonata in lat. 34°54’N, long. 18°24’E., e i 727 uomini dell’equipaggio, dei quali 78 erano feriti, furono raccolti dal Gloucester e dal Diamond. Le perdite assommarono a 52 uomini, tra cui ben 27 ufficiali Verso le ore 20.00 l’incrociatore Orion, inviato con altre unità nella zona per rafforzare la protezione all’incrociatore danneggiato, impartì al Southampton il colpo di grazia con tre siluri. Un altro siluro era stato precedentemente lanciato contro l’incrociatore dal Gloucester (Henry Aubrey Rowley), che nell’attacco aereo tedesco era stato anch’esso colpito in pieno da una bomba, non esplosa, sebbene avesse attraversato ben cinque ponti.

Francesco MATTESINI Roma, 30 Agosto 2013

Riferimento: Francesco Mattesini, “L’attività aerea italo-tedesca nel Mediterraneo. Il contributo del X Fliegerkorps, Gennaio – Maggio 1941”, Aeronautica Militare Ufficio Storico, 2a Edizione, Roma, 2003, Capitolo IV, p. 74-98.