Discussione:Foresta pluviale temperata

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Sulla perplessità di Etrusko[modifica wikitesto]

Appare decisamente inverosimile che foreste presenti in Iran e Sudafrica appartengano alla stessa formazione vegetale di altre foreste che crescono in Norvegia ed Alaska

Non è inverosimile, ci sono condizioni geoclimatiche particolari che si riproducono in diverse parti del mondo e che favoriscono lo sviluppo di ecosistemi differenti nella composizione della cenosi ma "omologhi" nella caratterizzazione delle varie nicchie ecologiche. E' questo il comune denominatore. Sono piuttosto perplesso, invece, sull'estensione della foresta pluviale temperata, perché non collima con quello che lessi in un testo di ecologia ben fatto[1]. In questo libro gli autori adottavano uno schema di classificazione, elaborato da Robert_Whittaker, che mette in relazione la temperatura e la piovosità. Si può vedere una versione di questo schema nella slide n. 23 di questa presentazione. Come si può vedere, le condizioni favorevoli alla foresta pluviale temperata si verificano in aree in cui la temperatura media annuale rientra tra un minimo di 0°C e un massimo di 20°C e si combina con una piovosità annuale che rientra tra un minimo di circa 2000 mm ad un massimo di poco più di 3000 mm. Si tratta dei valori più alti di piovosità che si possono riscontrare nelle regioni temperate. In ogni modo la piovosità è uniformemente distribuita nel corso di tutto l'anno. Tali condizioni si verificano - secondo quel libro - a determinate latitudini in particolari condizioni geografiche:

  • prossimità di un oceano
  • presenza di una catena montuosa con versante occidentale esposto verso l'oceano
  • latitudine (non ricordo il range), in ogni modo si colloca approssimativamente sopra la latitudine di riferimento del clima mediterraneo.

In sostanza, queste condizioni generano un sistema di correnti che mitiga il clima rendendolo fresco ma abbastanza stabile nel corso dell'anno e, al tempo stesso, molto umido. Tanto per capirci una fedele fotografia di questo clima si ha nel cinema americano nei film ambientati nell'Oregon o nel Washington (es. Rambo). L'abbassamento della piovosità con gli stessi regimi termici crea le condizioni favorevoli allo sviluppo della foresta decidua temperata o, a regimi termici meno rigidi, alla foresta decidua mediterranea. Queste condizioni si verificano spostandosi verso l'interno dell'area continentale o verso una latitudine minore. Se alla riduzione della piovosità si accompagna, invece, anche una riduzione della temperatura media si creano invece le condizioni per lo sviluppo della taiga, condizioni che si verificano spostandosi verso latitudini più alte.

Secondo Chapman & Reiss, le aree geografiche che ospitano questo clima sarebbero le seguenti:

  • Nordamerica: Costa del Pacifico dal nord della California alla Columbia Britannica (non escludo che possa estendersi fino al lembo meridionale dell'Alaska)
  • Sudamerica: la fascia centromeridionale del Cile (Regione dei Laghi? non sono sicuro)
  • Sudafrica: una piccolissima area della Provincia del Capo, non ricordo dove
  • Nuova Zelanda

Una caratteristica di questa foresta è l'eccezionale sviluppo in altezza degli alberi (80-100 m), con un'essenza caratterizzante che occupa la stessa nicchia ecologica ma che cambia secondo l'area (es. il Nothofagus in Nuova Zelanda, una latifoglia, la Sequoia nel Nordamerica, un'aghifoglia).

A distanza di molto tempo ho riscontrato che climi che si avvicinano a queste condizioni ricorrono anche in altre aree temperate che non rispondono esattamente a questi "requisiti". Ad esempio, ho letto in varie pubblicazioni di entomologia che le aree montane del Nuovo Galles del Sud in Australia ospitano una "temperate rain forest" e, non ricordo dove, lessi che un clima di questo tipo ricorre anche nella penisola iberica in un'area che comprende il nord del Portogallo e la Galizia. Nulla da stupirsi se altre aree rientrano in queste condizioni, come si evince nella mappa su Commons, ma forse l'estensione è esagerata. In effetti vi sono citate aree la cui piovosità, che io sappia, è abbastanza elevata (la Gran Bretagna o il sud della Cina o il Giappone). D'altra parte la delimitazione delle aree non mi sembra precisa: ad esempio, lo Yunnah (la regione meridionale della Cina a est della catena dell'Himalaia) ha alcune stazioni molto piovose, ma è in gran parte secca. E così pure lo stato di Victoria (Australia) dove, secondo quanto mi ha riferito una parente che vive in quello stato, il clima è fortemente stagionale, tipicamente mediterraneo e secco in estate. O il sud del Cile, dove la piovosità scende decisamente per passare ad un clima freddo-arido.

Insomma, a mio parere i contenuti della voce sono da approfondire e ridimensionare ricorrendo a qualche fonte autorevole, ma non del tutto campati in aria. Mi scuso per la lunghezza --Furriadroxiu (msg) 22:20, 3 gen 2011 (CET)[rispondi]

La mia perplessità è un'altra, sicuramente nella necessaria laconicità richiesta dal limitato spazio offerto dall'avviso non mi sono spiegato bene [2], io credo che nella definizione di "Foresta pluviale temperata" si siano raccolte due tipologie del tutto diverse di formazioni vegetali, l'una presente sui margini occidentali dei continenti all'incirca tra 45° e 55° di latitudine el'altra presente sui bordi orientali delle massime continentali a latitudini alquanto più basse-

Ma procediamo con metodo:

  • Coste occidentali: qui abbiamo un clima che Köppen classifica come Cfb o Cfc ovvero clima temperato con piovosità costante a estati fresche (Cfb) o fredde (Cfc). Questa situazione si ritrova sulle coste pacifiche nordamericane fino alla California, nel Cile meridionale, sulle coste atlantiche europee aa nord del golfo di Guascogna e nell'isola meridionale della Nuova Zelanda (anche se qui la definizione di "margine occidentale di un continente" si fa necessariamente più sfumata). La piovosità costante durante tutto l'anno e le temperature, specie invernali, abbastanza moderate sono dovute essenzialmente all'influsso di correnti calde (come l'arcinota Corrente del Golfo) che lambiscono i continenti. Secondo un pattern comune a tutti bordi ovest dei continenti a latitudini più basse di questa zona "pluviale" si ha dapprima una zona a clima mediterraneo (Csa per Köppen) e poi un deserto (gruppo dei climi B secondo Köppen) dovuto sempre all'influsso di correnti stavolta però fredde da risalita di acque profonde che, se da una parte inibiscono l'evaporazione e la piovosità, dall'altra "fertilizzano" il mare e consentono lo stabilirsi di banchi abbondantisimi di pesci, spesso di enorme importanza economica.

Questa vegetazione nell'emisfero nord ha aspetti tipicamente boreali, con conifere sul Pacifico nordamericano e faggi e conifere nell'Europa a clima oceanico. Sulle formazioni forestali dell'emisfero sud non mi esprimo perchè le specie vegetali sono troppo "aliene" per poter essere interpretate da me.

  • Coste orientali: qui abbiamo un clima che Köppen classifica come Cfa ovvero clima temperato caldo con piovosità uniformemente distribuita nel corso dell'anno. La differenza geografica è evidente, questa tipologia di clima si incontra in Giappone, Taiwan e Cina meridionale, nel Queensland australiano e nell'isola del nord neozelandese, in settori del Sudafrica orientale e dell'Argentina, negli Stati Uniti sudorientali e sulle coste del mar Nero fino all'Iran. La piovosità in questo caso non è dovuta alle correnti oceaniche ma ai venti, specie agli alisei che portano masse d'aria oceanica ricche di umidità. La differenza climatica è considerevole rispetto all'altra tipologia, soprattutto in fatto di temperature medie. in pratica questo è un clima subtropicale mentre l'altro sub-boreale.

Anche la vegetazione è molto diversa, con una considerevole impronta "tropicale" o addirittura "equatoriale" con palme, bambù, Cinnamomum, epifite, ecc. Una vegetazione di questo tipo era presente in Europa nel Terziario di cui restano tracce sia da noi (faggete appenniniche con agrifoglio e tasso) che, in misura maggiore, nella penisola Iberica ed alle Canarie dove persistono alcune specie di "laurofille" come Prunus laurocerasus.

Tutto questo per dire che secondo me servono due voci.--Etrusko XXV (msg) 23:53, 3 gen 2011 (CET)[rispondi]

Per prima cosa hai fatto luce sulla mia perplessità iniziale e hai colmato una mia lacuna. La foresta pluviale temperata descritta nel testo che ho citato collima quasi perfettamente con il bioma del clima Cfb. Anche la latitudine, corrisponde, perché si colloca ad una decina di gradi superiore a quella del clima mediterraneo. L'unico dubbio che ho (purtroppo non ho la possibilità di consultare quel testo) riguarda l'inclusione anche del bioma del Sudafrica in questo gruppo. Oltre a questo, non è contemplato, invece, l'inserimento delle coste atlantiche europee. Una precisazione: nel Cile e nella Nuova Zelanda (l'isola meridionale? non ricordo) le essenze di questo bioma sono del genere Nothofagus, comunemente chiamato "faggio australe", quindi emula almeno in parte l'associazione vegetale europea.
Sulle foreste del tipo climatico Cfa non so dirti molto, sono associazioni che conosco poco. Concordo però con le caratteristiche tropicali di queste formazioni, almeno per quanto concerne il Queensland e la Cina meridionale, decisamente diverse rispetto alla foresta pluviale temperata che "conosco", tant'è che io le ho sempre considerate foreste tropicali.
A questo punto non posso che concordare sull'opportunità di scorporare in due voci. Purtroppo non ho materiale a cui attingere per farlo e ho parecchie lacune in merito. Da un paio d'anni coltivavo il desiderio di fare una voce sulla foresta pluviale temperata ma non mi sono mai azzardato a farlo conscio di quelle lacune che ho --Furriadroxiu (msg) 00:55, 4 gen 2011 (CET)[rispondi]
PS: non c'entra niente, ma qualche scampolo di foresta relitta del terziario, a tasso e agrifoglio, c'è anche in Sardegna in alcune stazioni a 1000 m d'altitudine, che si alterna con il bosco a roverella
Bè, in Sardegna avete un sacco di singolarità biogeografiche simili a specie attualmente viventi nella regione pirnaica da cui la Sardegna si è distaccata durante il Terziario (uno per tutti l'Euprotto sardo), i Geotritoni, che sono endemici sardo-tirrenici sono considerati un chiaro esempio di "relitto" terziario. Comunque a proposito delle foreste Cfa è un argomento su cui ho dovuto preparare delle slide (che poi ha presentato qualcun altro...) e mi interessa pure non poco, queste formazioni sono unite solo dal clima e dall'aspetto "tropical-simile", mentre sono formate da essenze diversissime nei vari stati. In Cina e Giappone per esempio, dove il continente a sud continua senza interruzioni fino alla fascia tropicale (il che non avviene per esempio in Europa dato che il Mediterraneo separa le aree temperate da quelle aride a sud) per cui si ha un forte contingente di piante tropicali, molte palme, lianose, ecc. Un esempio è il Ligustrum lucidum una pianta (bellissima) sempreverde diffusissima come alberatura stradale che mostra peraltro una forte tendenza a formare popolamenti spontanei in Italia. Nel sud deli USA la situazione è diversa, in Florida si hanno numerose essenze di carattere tropicaleggiante come le bromeliacee epifite Tillandsia o le molte palme, risalendo verso nord questo tipo di vegetazione (caratterizzata dai bellissimi cipressi calvi acquatici tipici del delta del Mississippi) cede il passo ad una più comune e casalinga foresta di latifoglie decidue arricchita giusto da qualche magnolia. Questo sebbene che il clima possa ancora considerarsi come subtropicale umido. Gli USA infatti a sud sono limitati dal golfo del Messico e non si sono potute avere "risalite" da fasce vegetazionali più "calde". Guardati il film Daunbailò, oltre che ammazzarti dalle risate potrai apprezzare come Benigni e Tom Waits si muovano proprio all'interno di una di queste foreste tropical-simili del sud USA. Ciao--Etrusko XXV (msg) 12:10, 4 gen 2011 (CET)[rispondi]
La versione inglese è sicuramente meglio circostanziata e anche se riunisce il tutto in una sola voce fa dei distinguo nelle varie sezioni: en:Temperate rainforest --Furriadroxiu (msg) 18:44, 4 gen 2011 (CET)[rispondi]

Riferimenti[modifica wikitesto]

  1. ^ Jenny L. Chapman, Michael Reiss (1994). Ecologia - Principi e applicazioni. Traduzione e revisione italiana di A. Suvero, Zanichelli
  2. ^ non ti devi scusare per la lunghezza, sono detestato da tutti per la mia prolissità

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