Discussione:Etica

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Monitoraggio effettuato nel giugno 2014

Mi piace questo articolo e lo trovo importante. Suggerirei di ampliarlo per le "quattro etiche laiche" più divulgate nelle nostre regioni:

  • intenzionale
  • comportamentale (deontologica)
  • obiettivistica (teleologica)
  • delle conseguenze (o responsabilità)

(non so i termini esatti filosofici)
Se ti possono servire degli appunti in merito guardi il link: [1]
Saluti. __Peter 07:03, Feb 10, 2005 (UTC)

"L'etica non è una disciplina priva di interesse pratico" dice Savater.

Vale probabilmente la pena di ritornare sugli aspetti pratici dell'etica, mentre la parte più strettamente filosofica mi sembra sia, almeno per ora, sufficiente. Se nessuno è interessato e se trovo il tempo ci provo io. --Truman Burbank 13:52, Feb 14, 2005 (UTC)

Grazie. Ti sarei grato se prosegui con questo lavoro. __Peter 18:09, Feb 14, 2005 (UTC)

Sto studiando. Appena ci riesco provo a scrivere qualcosa. Sto anche lavorando alla voce epistemologia. --Truman Burbank 16:31, Feb 23, 2005 (UTC)

articolo poco chiaro/utile[modifica wikitesto]

Trovo che questo articolo sia difficile per i non addetti ai lavori e che dia informazioni secondarie prima di quelle fondamentali. I corrispettivi articoli wikipedici inglese e spagnolo

http://en.wikipedia.org/wiki/Ethic http://enciclopedia.us.es/index.php/%C9tica

mi paiono più formativi di quello qui presente. Spiff (un non addetto ai lavori)

Differenze di impostazione[modifica wikitesto]

Ho provato a verificare e la voce inglese mi appare certamente più completa e quindi più leggibile, ma anche orientata nel senso della cultura anglosassone, che tende a privilegiare l'aspetto empirico rispetto a quello strettamente filosofico. Detto in altre parole, una traduzione dall'inglese sarebbe sicuramente utile, ma darebbe quel tipo di impostazione che probabilmente farebbe storcere il muso ad un filosofo italiano. Appena ho tempo provo a verificare la versione spagnola. --Truman Burbank 09:45, Mag 18, 2005 (CEST)

Articolo poco chiaro/Utile[modifica wikitesto]

Concordo con Spiff. Fatta salva l'importanza dell'aspetto filosofico, ritengo però che non si possa prescindere da una definizione iniziale che permetta di seguire le evoluzioni filosofiche sull'argomento. Attualmente mi pare la voce cerchi piuttosto di formare la complessità dell'idea di morale partendo da innumerevoli punti di vista senza però dare almeno un punto di partenza, il che rende poco chiara la voce! --Pgentle (msg) 18:59, 1 ott 2010 (CEST)[rispondi]

La difficile etimologia[modifica wikitesto]

Etica, dal greco ethos ("condotta", "carattere", “consuetudine”). All'origine del termine greco ethos c'è una radice indoeuropea, -své, che, attraverso la modificazione di un affisso particolare, diviene ethos, cioè etica. Questa stessa radice, -své , attraverso un'ennesima modificazione fonetica, diventa in greco idios che significa proprio, proprio nel senso di personale. Allora l'etica riguarda il comune, la relazione tra gli uomini (da questa stessa radice -své discendono vocaboli di parentela come cognato, sorella del cognato, che dimostrano comunque come l'etica sia il sistema di relazioni in cui noi nasciamo e che non è deciso da noi). Noi siamo originariamente morali, perché collocati in una comunità. Tuttavia dentro la comunità appare l'idios, l’io in rapporto a me stesso. L'etica è un appartenere a, un essere parte e un appartenersi.


Se ha la fonte di questa interessante etimologia, la inserisca nella pagina, la arricchirebbe di molto! Untizioqualunque (msg) 11:55, 14 apr 2021 (CEST)[rispondi]

Storia della filosofia morale, bioetica[modifica wikitesto]

In questa versione italiana di wikipedia è dedicato un buon spazio all'aspetto storico dell'etica, quindi ai contesti in cui si forma il pensiero (i pensieri) etici, che a volte sono difficilmente separabili dai risultati etici. In altre parole, sul continente europeo si tende a vedere l'etica insieme alla sua storia, mentre nella cultura anglosassone si tende a vedere l'etica come un ventaglio di dottrine dotate di rilevanti aspetti pratici. Io preferisco il primo metodo, almeno per l'approccio iniziale, però ha poco senso studiare l'etica se poi non si tenta di applicarla (e quindi serve poi l'impostazione anglosassone). Alla data odierna c'è qui uno squilibrio dei contenuti di bioetica rispetto alla voce bioetica dedicata. Sarebbe opportuno un riequilibrio spostando materiale. --Truman Burbank 00:07, 4 gen 2006 (CET)[rispondi]

Frase rimossa[modifica wikitesto]

Rimossa la seguente frase nell'intestazione, che esprime opinioni ragionevoli ma appare appunto esprimere opinioni ed oltre tutto nel posto sbagliato:

Noi siamo originariamente morali, perché collocati in una comunità. Tuttavia dentro la comunità appare l'idios, l’io in rapporto a me stesso. L'etica è un appartenere a, un essere parte, un appartenersi. Truman Burbank 19:23, 3 set 2006 (CEST)[rispondi]

Etica cristiana[modifica wikitesto]

Dato il pericolo che qualcuno ha rilevato per la propria mente e altrui menti, ho pensato di aggiungere una premessa al paragrafo che ha disturbato tanto qualcuno... forse prima nessuno lo leggeva ma ora con quell'azzurro ...beh si vede anche meglio. Pertanto il lettore è avvisato sui pericoli (secondo me inesistenti) della lettura della voce ... così penso di aver accontentato il mio critico ... eccone il testo: Si avvisano i signori lettori che alcuni hanno timore di un grave danno alla mente per la lettura di questa voce; a parte il fatto che "etica cristiana" è voce della Treccani, di varie enciclopedie, dell'enciclopedia cattolica - beh quest'ultima è ovvio- l'autore non capisce tale odio nei confronti di questo aggettivo. Inserire poi Bernardo e Tommaso d'Aquino un po' più su ... rende necessario non estraniarli dal loro contesto cristiano. Avvisato pertanto il lettore, se vossignoria teme che la lettura delle parole successive possano causargli un ictus allora vada a [Moana Pozzi] sennò prosegua pure.----------Per etica cristiana la teologia cattolica, protestante ed ortodossa intendono la vita nuova in Cristo che eccetera eccetera Saluti Jumpy3


Peccato l'introduzione di cui sopra è durata in rete solo 2,03 minuti... probabilmente gli agenti dei servizi segreti l'hanno tolta subito credendo di essere stati ridicolizzati...beh allora valga quanto c'è scritto sopra e in riferimento a quanto loro stessi sottolineano della voce: toni apodittici, aggettivo assoluto ... beh forse studiano in università italiana coloro che criticano .. (in un altra ...) ad ogni modo lancio loro questa frase....

Anche Evans-Pritchard, pur ritenendo che quando si parla delle società primitive non sia possibile parlare delle loro razionalità in termini di ‘patologicità’ rispetto a ciò che è normale per la nostra società (perché “ciò che in un certo tipo di società è normale può non esserlo nella sua successiva fase di sviluppo, e viceversa”), tuttavia sosteneva che se non ci fosse una larga coincidenza fra la nostra attuale cultura e tutte le altre, aggiunta a una psicologia di fondo comune a tutti i popoli, né gli storici di popoli vissuti in tempi e luoghi remoti, né gli antropologi che vivono in mezzo alle popolazioni primitive, potrebbero arrivare a comprendere neppure in parte gli uni e le altre.

Questa idea di un relativismo ‘prudente’ attraversa anche la filosofia: H. Putnam, ad esempio, ammette che esistono molti modi di vedere e immaginare il mondo, senza per questo cadere nel relativismo assoluto secondo il quale, se ogni verità è relativa, allora nessuna descrizione del mondo è vera, per cui, come vorrebbe Feyerabend, “tutto va bene”. Pur muovendosi sempre entro una istanza realistica di fondo, Putnam ha preso atto dell’ineludibile relativismo e pluralismo degli schemi concettuali. Suo obiettivo allora è di rendere compatibili relativismo e realismo attraverso quello che gli ha chiamato ‘realismo interno’ (o pragmatista), un realismo ‘dal volto umano’.... anzi leggetelo tutto l'articolo ..che non fa mica male Antropologia e filosofia a confronto - il relativismo etico, su geocities.com (archiviato dall'url originale).

A parte tutto ciò mi sembra anche che nel paragrafetto sull'etica cristiana venga esposta soprattutto l'etica cattolica. Mi sembra che i protestanti siano pure loro cristiani, ma certamente non condividono affatto la visione del mondo cattolica. Infatti secondo l'etica protestante la salvezza si ottiene solo da cristo (non tramite i santi), solo dalla bibbia (non dall'interpretazione ex-cathedra) e solo dalla fede (e non dalle opere). Il paragrafo è NNPOV da più di un punto di vista ... Cat 23:13, 8 set 2006 (CEST)[rispondi]

Chiarimenti su etica cristiana.[modifica wikitesto]

Mentre le frasi Per etica cristiana si intende la vita nuova in Cristo che viene partecipata al discepolo che ha ricevuto il Battesimo. Attraverso il Battesimo --(e l'Eucaristia...per i cattolici e gli ortodossi, no per i protestanti)--, il Cristo rende partecipe il credente del suo stesso amore. In ragione di questo evento, il credente non appartiene più a se stesso ma al Cristo che è morto per lui e riceve in dono il comandamento di amare come ha amato Gesù il Cristo. Lo Spirito Santo, che abita nel cuore del credente, è il principio di tutta la nostra vita in Cristo, perché è Colui che ci interiorizza la verità dell'Amore di Cristo possono riferirsi a tutte e tre le chiesa cristiane .... è giusto chiamare il paragrafo etica cristiana cattolica per il fatto che più in là si parla della Tradizione e del Magistero, espressioni prettamente cattoliche. L'etica luterana prende altre strade come ha notato giustamente l'utente lovaniensis.

Riguardo al contenuto, lì si espone solo da dove nasce ...il fatto che faccia riferimento a un avvenimento storico di circa 2000 anni fa. Non si scende in nessun dettaglio. Si parla del suo fondamento "misterico". Al massimo si parla di amore, ma senza specificare.

Se si dice che l'etica Kantiana ...nasce dal Signor I. Kant ...si potrà dire che l'etica cristiana nasce da Cristo ?? Si o no? ecco allora il paragrafo ha tono celebrativo, apodittico,..sostiene l'idea cattolica...

Poi Monsieur Cialz mi obietta: il trarre la conseguenza che dunque l'unica etica giusta e buona sia quella cattolica ...ma dove è stata tratta questa conseguenza, mi dica , è frutto di un sogno???? Non c'è nessuna affermazione in merito. Anzi è scritto il contrario: è una etica che non si vuole imporre al mondo, proprio perché ha un diretto riferimento al mistero cristiano, e chi non vi è inserito con il battesimo ....non la può certo vivere...l'etica cristiana è solo per i battezzati delle chiese cristiane. Sia chiaro! Sarebbe assurdo imporre l'etica cristiana a un indigeno della Papuasia...come sarebbe assurdo imporre all'on. Grillini l'etica degli ayatollah fondamentalisti: perderebbe subito la testa! (ovviamente si parla del momento attuale e non si prendono in considerazione epoche passate).

Se per qualche "sfortuna" i genitori di colui che mi obietta, al momento della nascita l'hanno battezzato ... facendolo diventà cristiano...tanto che ora ha questi rigurgiti....beh questo a me non mi interessa proprio ...non sono mica cazzi miei !! non mi riguarda questa faccenda.

Poi mi scrive: dalla voce: questa etica si "ritrova" in tutto ciò che di buono e di degno va a fondare l'azione degli uomini, perché riconosce fermamente che lo Spirito agisce anche al di fuori del popolo dei battezzati....qui termina la voce e inizia il commento di Monsieur Cialz.... purché, è chiaro, bontà e dignità siano quelle dettate dallo "spirito" e dalla chiesa (guaaaai ad avere rapporti sessuali fuori dal matrimonio, guaaaai ad usare il preservativo, ooooooh l'aborto! desiderare la donna altrui, maaaamma miiiia). Questo è assolutismo, gentile Jumpy3.....

Ma in realtà anke tutte sté cose ...non ci sono mica scritte....nella voce: lì c'è un punto. Non si dice assolutamente che cosa è il buono e il degno ..... lei lo sa da altre fonti forse, ma lì non c'è scritto ... e proprio in ciò consiste l'imparzialità della voce ....Poi si dice che l'etica critiana difende la sua identità ....come dire che il marxismo difende le sue idee ..o Berlusconi difende se stesso ...o Romano prodi difende la sua Finanziaria ....non mi pare niente di trascendentale...l'affermazione anzi ...è la scoperta dell'acqua calda!!! (che forse ancora alcuni presunti filosofi devono fare nonostante la mattina d'inverno la adoperino!)

Insomma in queste obiezioni io ci vedo tanta incongruenza che (stavolta cito ..Enciclopedia di Psicologia a cura di Galimberti nel significato psichiatrico) consiste in limitazione, distorsione e/o perdita degli usuali nessi associativi tra idea e idea, tra idea e risonanza emotiva ....insomma si potrebbe continuare....

Cosa lancio di costruttivo ?

un paragrafo più ecumenico, un paragrafo dove, tolta quella breve parte dove si parla della tradizione e del Magistero cattolico, sia una esposizione che possa essere accettata da tutte le chiese cristiane, quindi etica cristiana ... giustamente, come saggiamente ha richiesto (? forse?) Cat, il cui maestro Husserl poi alla fine è più vicino alla Edith Stein (era la sua assistente? domanda retorica ovviamente) e a Woithila che non tanti chiacchieroni che vedono scritte cose che non sono state scritte!!!

Nel Vocabolario Tullio De Mauro c'è il riferimento a etica kantiana, etica cattolica ...non vedo perché in Wikipedia etica e l'aggettivo cristiano ....devono essere tenuti distanti .... per la dittatura di qualche novello Robespierre??... Epoche passate Monsieur ... non ci ricopriamo di ridicolo .... Jumpy3


I cambiamenti sono stati apportati, ..la censura pertanto legga!

Devo aver preso una cantonata clamorosa. Che sciocchino, pensavo stessimo parlando della religione cattolica, sai, quella che si professa sulla Terra da qualche decina di secoli... Seriamente, vedo il parroco buttarti fuori dalla redazione del giornalino dicendoti col sangue agli occhi "pussa via, satana! Brutto presuntuoso ignorante, se sei venuto qua a offendere John Paul e il Pastore tedesco ti sbagli, o supponente blasfemo, di zelante superbia colmo! ".
Ma non ti preoccupare, resta qui: la Società Segreta Wikipediani Magnapreti per la Controinformazione Cattolica non esporrà mai il cartello "personale al completo"! Però l'associazione ha delle regole, che passo a riassumerti.

  • Regola n°1: studia il nemico;
  • Regola n°2: (qui c'è poco da insegnarti, sei già sulla buona strada) tentare sempre, anche ricorrendo al falso (non ti preoccupare della spudoratezza, non andare per il sottile), di far passare la dottrina cattolica come somma fautrice del relativismo etico e scopritrice dell'acqua calda. Ottima la frase sull'etica che non si vuole imporre al mondo, perché è solo per i battezzati delle chiese cristiane, così dicendo faremo passare Giovannipaolo per il primo stupido relativista (oltre che incoerente: abbandonarsi al relativismo e allo scetticismo, è ricerca di una illusoria libertà al di fuori della stessa verità - Veritatis splendor). Eh?!
  • Regola n°3) Al fine di perseguire la regola 2, negare sempre l'esistenza delle seguenti affermazioni:
  • “san Tommaso d'Aquino scrive: «La legge umana in tanto è tale in quanto è conforme alla retta ragione e quindi deriva dalla legge eterna. Quando invece una legge è in contrasto con la ragione, la si denomina legge iniqua; in tal caso però cessa di essere legge e diviene piuttosto un atto di violenza». E ancora: «Ogni legge posta dagli uomini in tanto ha ragione di legge in quanto deriva dalla legge naturale. Se invece in qualche cosa è in contrasto con la legge naturale, allora non sarà legge bensì corruzione della legge.»” (Evangelium vitae)
  • "La fermezza della Chiesa, nel difendere le norme morali universali e immutabili (…)” è rivolta “a ogni uomo, considerato nell'unicità e nell'irripetibilità del suo essere ed esistere: solo nell'obbedienza alle norme morali universali l'uomo trova piena conferma della sua unicità di persona e possibilità di vera crescita morale", "La dottrina della Chiesa e in particolare la sua fermezza nel difendere la validità universale e permanente dei precetti che proibiscono gli atti intrinsecamente cattivi...", "Di fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi né eccezioni per nessuno", "le autorità civili e i soggetti particolari non sono mai autorizzati a trasgredire i diritti fondamentali e inalienabili della persona umana" (Veritatis Splendor, 1993)
  • "...si arriva anche e più radicalmente a negare la stessa etica naturale. Questa negazione, (…), non può essere accolta da alcuna forma di legittimo pluralismo, perché mina le basi stesse della convivenza umana.", "La dottrina morale cattolica, tuttavia, esclude nettamente la prospettiva di una laicità intesa come autonomia dalla legge morale: «La laicità, infatti, indica in primo luogo l'atteggiamento di chi rispetta le verità che scaturiscono dalla conoscenza naturale sull'uomo che vive in società, anche se tali verità siano nello stesso tempo insegnate da una religione specifica, poiché la verità è una». Cercare sinceramente la verità, promuovere e difendere con mezzi leciti le verità morali riguardanti la vita sociale - la giustizia, la libertà, il rispetto della vita e degli altri diritti della persona - è diritto e dovere di tutti i membri di una comunità sociale e politica." (Compendio della Dottrina sociale delle Chiesa)
  • "Oggi purtroppo serpeggia un relativismo, che spinge a dubitare dell'esistenza stessa di una verità oggettiva", "Certo, l'uomo scopre la verità sempre in modo limitato, e può dirsi un pellegrino della verità. Ma ciò è ben diverso dal relativismo e dallo scetticismo. L'esperienza attesta infatti che la nostra mente, pur offuscata o indebolita da molteplici condizionamenti, è in grado di cogliere la verità delle cose, almeno quando si tratta di quei valori fondamentali che rendono possibile l'esistenza dei singoli e della società. Essi si impongono alla coscienza di ciascuno e sono un patrimonio comune dell'umanità." “In realtà la legge naturale, proprio perché scolpita da Dio nel cuore, precede ogni legge fatta dagli uomini e ne misura la validità" (GPII, Angelus, 19 giugno 1994)
  • "la ragione sta dalla parte di quei cittadini che ritengono del tutto falsa la tesi relativista secondo la quale non esiste una norma morale, radicata nella natura stessa dell’essere umano, al cui giudizio si deve sottoporre ogni concezione dell’uomo" (...)" (Nota Dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 16 gennaio 2003)
  • Regola n°4: Per dare del cretino a qualcuno, non ricorrere ai dizionari psicologici: "la conoscenza dell'uomo è un cammino che non ha sosta" e "su tale strada non ci si può porre con l'orgoglio di chi pensa che tutto sia frutto di personale conquista": "quando s'allontana da queste regole, l'uomo s'espone al rischio del fallimento e finisce per trovarsi nella condizione dello «stolto». (Fides et ratio)

Infine, caro Monsignor Jolly3, non preoccuparti di Grillini: è dei nostri e per il bene superiore della causa sorvolerà sul fatto che l'"atto omosessuale è abominio perché contrario alla legge naturale (Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8), che "Poiché si tratta di una materia che riguarda la legge morale naturale, le seguenti argomentazioni sono proposte non soltanto ai credenti…", "le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale", "gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati", "la verità naturale sul matrimonio è stata confermata dalla Rivelazione contenuta nei racconti biblici della creazione, espressione anche della saggezza umana originaria, nella quale si fa sentire la voce della natura stessa", "la legge civile non può entrare in contraddizione con la retta ragione senza perdere la forza di obbligare la coscienza. Ogni legge posta dagli uomini in tanto ha ragione di legge in quanto è conforme alla legge morale naturale" (Sui progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, CDF, 2003)

Qualcuno disse: ...qui termina la voce e inizia il commento di Monsieur Cialz..... Ahimè, qualcun altro scrisse invece: Quelli che senza colpa ignorano il Vangelo... ma tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l'influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di Dio ... possono conseguire la salvezza eterna (Lumen Gentium, 16)

Chiaro che si può parlare di etica cattolica, non c'era bisogno citassi il DeMauro, dipende da come se ne parla e per quanto mi riguarda l'azzurro può restare (è pure il colore ufficiale della società...). Au revoir. --Charlz 15:48, 12 set 2006 (CEST) (nome in codice: Robespierre.... shhhhhhh, non dirlo in giro però. PS: Stein faceva la colf presso un certo Tommaso, in realtà era un'infiltrata di Godel sotto copertura, ma lo sappiamo in pochi)[rispondi]

à Monsieur Robespierre....

sono estasiato della sua risposta, mi pare Mike Bongiorno ..solo che questi si fermava alla Busta numero 3 ...lei invece è arrivato alla numero 4 !! Ho letto la voce Robespierre su Wikipedia...che devo dire...le auguro di non incontrare mai il Signor Merda per la strada, sa ...quello spara e fa sul serio!! Il problema di Robespierre è che si è trovato nel luogo sbagliato .. nel momento sbagliato...e lì ha incontrato il Signor Merda !!era il 28 luglio ...per il suo 28 luglio non so fare pronostici ...consulti un mago del relativismo. Riguardo sempre alla sua risposta non la faccia leggere al Signor Berlusconi (sa quello là ...che fino a ieri....) le direbbe certamente ...ma come una risposta alle 15,48 del primo pomeriggio ....Mi consenta ...è questa l'Italia... che lavora !!!!

riguardo all'on. Grillini valga quanto ha detto l'on Sgarbi in trasmiss televisiva prime delle elezioni ...la parola pronunciata non si può ripetere ..ma le guancie dell' on. che ascoltava so' diventate così rosse ..che parevano il culo di un bambino ...azz ...e che apertura che c'era in mezzo!

Jumpy3

P.S. ma certo ha ragione questo Alex qui sotto ...il paragrafo etica cristiana va messo più sotto ..io all'inizio metterei 'na paginata di etimologia e na bella discussione sulle definizioni di etica nei vari periodi della storia (dell'uomo!). E' giusto anke l'impianto cronologico..solo che c'è il problema della scala giusta...come la scala mobile ai centri commerciali...siamo sicuri che quella da Omero a noi scende ?? e se poi salisse invece?

A proposito della Società Segreta Wikipediani Magnapreti per la Controinformazione Cattolica è apparsa 'na voce che è tutto un programma ....http://it.wikipedia.org/wiki/Come_fu_vietato_a_Bertrand_Russell_l%27insegnamento_al_%22City_College%22_di_New_York ma uno come fa a trovarla ...non ha un titolo un po' lunghino???

inizio problematico[modifica wikitesto]

l'inizio della voce mi sembra problematico. l'etica non si occupa solo di cio ò è giusto e corretto (questo lo scrivono sul wiki spagnolo. gli inglesi, correttamente, dicono che l'etica si occupa di bene e male, giusto e sbagliato). anche dei contrari, e anche delle parole che usiamo per definire i concetti morali. inoltre mi sembra si farebbe una figura migliore se non si aprisse l'articolo con una pappardella sull'etica cristiana - che ci deve essere visto che ha diretto e condizionato per duemila anni l'occidente, ma metterlo proprio all'inizio si fa la figura dei baciapile. l'etica cristiana è solo una delle proposte, invece in questo modo sembra l'unica valida. sarebbe, ma è solo un mio parere, preferibile un impianto cronologico: partire, se vogliamo restare in occidente, da omero e scendere fino a oggi. Alex


aggiorno: se è un problema la cronologia (non so, mi sembra che basti contare), allora teniamo l'etica cristiana in cima. d'altronde il mondo ha poco più di seimila anni, da quando è stato creato. mettiamo come introduzione il credo di nicea. e spieghiamo che l'etica "cristiana" di priscilliano non era abbastanza cristiana per i cristiani. o parliamo di santi che diffondono la pace con le armi (san giorgio, o san pietro...)

il tuo intervento mi risulta un po' contorto, o forse c'è dell'ironia che non colgo. In che senso il mondo ha seimila anni??Cmq il problema dell'ordine cronologico mi sembra secondario.--Antiedipo 19:29, 18 giu 2007 (CEST)[rispondi]

Etica aristotelica[modifica wikitesto]

La parte dedicata all'etica aristotelica è poco chiara. Alcune informazioni sono errate. In particolare propongo di togliere la frase: "Lo scopo dell'etica aristotelica è la realizzazione di ciò che è il bene per il singolo individuo. Egli non pensa che il fine dell'etica sia il raggiungimento del bene assoluto."

All'inizio dell'Etica Nicomachea, infatti, Aristotele sostiene esattamente il contrario! Vi è una gerarchia dei beni al cui sommo c'è un bene assoluto, La felicità (Eudaimonia). Il bene del singolo coincide con il bene comune.

Cito: Etica Nicomachea 1094b 8 "Infatti, se anche il bene è il medesimo per il singolo e per la città, è manifestamente qualcosa di più grande e di più perfetto perseguire e salvaguardare quello della città: infatti, ci si può, sì, contentare anche del bene di un solo individuo, [10] ma è più bello e più divino il bene di un popolo, cioè di intere città. La nostra ricerca mira appunto a questo, dal momento che è una ricerca "politica".

Nota l'assimilazione aristotelica di politica ed etica: l'etica ricerca il raggiungimento del bene universale e la politica il raggiungimento del bene di tutti i cittadini (abitanti della polis): ma il concetto di universalità non va mai al di là della polis.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 77.193.192.21 (discussioni · contributi).

  • La frase non va tolta ma completata e chiarita. Per quanto riguarda il bene assoluto (ab solutum) Aristotele non pensa che il fine dell'etica sia il raggiungimento del bene assoluto, così come l'intendeva Platone, di quell'idea del bene cioè, che per Platone era supremo principio della realtà e del mondo delle idee e quindi estraneo alla vita pratica dell'uomo.

Il bene supremo per Aristotele è il conseguimento della eudaimonia, la felicità, che si può conseguire solo quando questa è autosufficiente, nel senso che la felicità ad esempio non può essere la ricchezza poichè questa è un mezzo da utilizzare per altri fini. Per Aristotele la felicità deve essere qualcosa di desiderabile per se stessa e questa è solo «l'opera (o attività) propria dell'uomo» cioè l'esercizio di quella facoltà che caratterizza l'uomo, l'attività razionale: un agire pratico secondo la ragione che però arrecherà felicità solo se compiuto in modo eccellente. Per l'uomo quindi il bene supremo sarà la felicità l'esercizio eccellente di opere conoscitive e pratiche della ragione.--Gierre (msg) 07:05, 28 mag 2008 (CEST)[rispondi]

etica militare[modifica wikitesto]

il capitolo che ho scritto sull'etica militare può essere da me ampliato e meglio articolato. a tal fine però preferirei creare una nuova voce, autonoma. ovviamente lo farei procedendo a cancellare il capitolo che ho inserito nella voce "etica". posso procedere? devo rispettare qualche prassi particolare?--Gentedo (msg) 12:09, 15 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Valgono i cinque pilastri e le altre raccomandazioni che hai ricevuto nel msg di benvenuto. In pratica fai pure, secondo me, etica militare ha più senso come voce separata che qui.Truman (msg) 23:35, 15 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Etica e filosofia morale[modifica wikitesto]

Faccio notare che l'equiparazione tra etica e filosofia morale è discutibile. Ad esempio l'etica si occupa anche del senso generale delle cose, non necessariamente solo dei valori, e non solo dei valori intesi come valori morali (esistono anche valori epistemici, valori estetici, ecc).--Gazal Cotre (msg) 22:37, 16 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Bisogna aggiungere un paragrafo più esplicativo all'etica intesa come ricerca del senso (vedi introduzione). --Gazal Cotre (msg) 22:44, 16 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Etica militare- etica e filosofia morale[modifica wikitesto]

Affermare che "l'equiparazione dell'etica alla filosofia morale è discutibile" è senz'altro opinabile. Non conosco le ragioni e l'autorevolezza dell'affermazione. Conosco invece i motivi che mi hanno indotto ad affermare ciò che si ritiene discutibile: docenza di livello universitario specifica, testi prodotti, convegni cui ho preso parte come relatore, ecc. ecc. Tuttavia terrò conto dell'osservazione. Essendo presente in wikipedia una vasta voce sull'etica, non so se sia il caso di approfondire in etica militare il tema posto con una sezione dedicata alla" ricerca del senso". Grazie comunque per l'intervento e per quelli che verranno.--Gentedo (msg) 12:38, 17 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Questo te lo concedo. Cerco un po' di riferimenti e poi te li propongo qui (ma un nome, a dire il vero lontano dai miei interessi, mi viene in mente di primo acchito: Max Weber). Alternative: tu in quale voce inseriresti "la ricerca del senso", del significato etico-esistenziale? (non è solo una questione religiosa evidentemente). Un appunto te lo dovrei fare anch'io però! Dovresti argomentare le tue tesi piuttosto che dichiarare solo il tuo curriculum... --Gazal Cotre (msg) 13:20, 17 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Grazie per la tregua. Oltre a "snocciolare" il curriculum , volevo dire che le attività accademiche svolte, i dibattiti, le osservazioni e contestazioni -ma anche gli apprezzamenti e consensi- riservatimi mi hanno consentito di farmi qualche certezza in una materia che è poco praticata: i militari oggi, ma anche nel passato più remoto, sono sempre stati una realtà molto particolare. Parlare di etica militare non è cosa da tutti, scrivere di etica militare è ancor più arduo. Cercherò di affrontare il problema della "ricerca del senso". A presto.--Gentedo (msg) 19:13, 18 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Non sono convinto di considerare etica e morale come concetti così vicini come trasparirebbe da questa voce.
Personalmente ho trovato molto utile un brano letto sulla rivista "Rudi Mathematici" (e scritto in base ai concetti enunciati in Theodore Sturgeon, “More than Human”, Galaxy, 195)3, che ne descrive le differenze, tanto che l'ho sintetizzato e messo nella mia biblioteca:
[...]
Morale Etica
Istinto di sopravvivenza codificato all’interno del gruppo. Codice/leggi/regole che permettono all’individuo di vivere in modo utile alla propria specie.
Regole seguite dalla comunità per assicurare la sopravvivenza dell’individuo. Regole seguite dall’individuo per assicurare la sopravvivenza della comunità.
Obbedienza alle regole formulate dalla comunità per aiutare l’individuo a (soprav)vivere. Fede (non obbedienza) ad un codice per una sopravvivenza superiore a quella personale.
Una definizione sicuramente incompleta ma che consideriamo ragionevolmente efficace è quella di vedere la “morale” come il non compiere un’azione per paura di un male verso di noi, mentre secondo “etica” compiamo un’azione per un bene verso gli altri.
Un esempio di questa differenza è la cosiddetta "Scommessa di Pascal". Blaise Pascal sosteneva che fosse meglio credere in Dio, piuttosto che non credere, seguendo il seguente ragionamento.
Supponiamo che ci sia il 50% di probabilità che Dio esista:
  1. Se Dio non esiste:
    1. Se hai creduto in Dio, non ne avrai nulla
    2. Se non hai creduto in Dio, non ne avrai nulla
  2. Se Dio esiste:
    1. Se hai creduto in Dio, ne avrai bene
    2. Se non hai creduto in Dio, ne avrai male.
Sempre secondo Pascal, se sommiamo i singoli casi, credendo in Dio abbiamo
nulla + bene = bene
mentre non credendo in Dio abbiamo
nulla + male = male
e quindi conviene credere in Dio.
Ora, indipendentemente dal nostro credere o no in Dio, secondo le nostre definizioni di “morale” e “etica”, mutuate da Sturgeon, il ragionamento è moralmente ineccepibile, ma eticamente schifoso [...]
Potrebbe essere uno spunto per aggiornare la voce? --o--o (msg) 12:18, 25 feb 2010 (CET)[rispondi]

Se stesso - se stessa[modifica wikitesto]

Non sarebbe meglio se stesso e se stessa senza accento? --Tenan (msg) 18:36, 6 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Etica laica ed etica religiosa[modifica wikitesto]

E' stato di recente modificato questo paragrafo e mi sembra che le modifiche amplifichino un problema già presente. Cito:

"L'etica a base religiosa infatti, fissa norme di comportamento che pretende valide per tutti perchè basate su una rivelazione fatta da Dio all'uomo, per una qualche via. In quanto divina, la rivelazione assume una validità superiore a quella della riflesione umana ma, a seconda della religione in questione, la rivelazione viene trattata come assiomatica e immodificabile o come mediata dalla umanità del ricettore (o dei ricettori) del messaggio rivelativo e quindi resa oggetto di riflessione e parziale ampliamento o evoluzione storica."

Per come è scritto, il paragrafo avrebbe bisogno almeno di una citazione, ma anche con una citazione mi apparirebbe opinabile. Nel merito: non tutte le religioni presuppongono una rivelazione, fatta o meno da Dio. Il Buddismo e il Taoismo non mi pare rientrino in questa categoria. D'altro canto è Immanuel Kant a proporre un principio di universalismo nell'etica. L'estensore della voce mi pare abbia correttamente riportato le religioni orientali e abbia correttamente ignorato Kant. A me resta la sensazione che questo paragrafo andrebbe parecchio sfumato, dicendo che le religioni, o almeno le tre grandi religioni occidentali, tendono a propinare principi universali, mentre la visione laica tende più a confrontarsi con la contingenza. Direi di più: ci sarebbe spazio in questa voce per confrontare le varie etiche occidentali (religiose o meno), tendenzialmente assolutistiche, con quelle orientali, tendenzialmente tolleranti. --Truman (msg) 15:01, 24 gen 2023 (CET)[rispondi]