Discussione:Clima italiano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

E' possibile indicare la fonte (le fonti) dei dati numerici inseriti?--Bramfab Parlami 12:47, 13 mar 2007 (CET)[rispondi]

Ripeto la richiesta di inserire le fonti dei dati numerici di temperatura e possibilmente anche il periodo di tempo lungo il quale sono state calcolate le medie. Inoltre tutta la parte scritta deve essere wikificata, mancano moltissimi link --Bramfab Parlami 11:30, 26 lug 2007 (CEST)[rispondi]

Dati non concordanti[modifica wikitesto]

Ciao a tutti, sto lavorando alla creazione delle voci relative alle stazioni meteo ufficiali italiane, i cui dati li ho ricavati, rielaborati e commentati usando fonti attendibili che vengono citate in ogni singola voce, attenendomi al trentennio di riferimento climatico medio stabilito dall'OMM (1961-1990). Vista la discordanza con quanto riportato in questa pagina, chiedo a tutti voi di controllare le voci finora create e suddivise per regione in questa categoria. Mentre io proseguo il lavoro di creazione di nuove voci, qualcuno di voi dovrebbe controllare i dati per renderli concordanti anche in questa pagina agli standard richiesti dall'OMM. Ringrazio anticipatamente per la collaborazione. --Petit verdot 12:48, 24 nov 2007 (CET)[rispondi]

Cose da fare[modifica wikitesto]

Un saluto a tutti, segnalo le seguenti cose da fare.

  1. Scorporare la tabella che riporta i dati climatologici medi, creando una voce per ogni singola stazione meteorologica, seguendo l'esempio delle voci già esistenti nella Categoria:Stazioni meteorologiche dell'Italia, suddivisa a sua volta per regione; al termine dello scorporo, potrebbe essere lasciato solo il link di collegamento all'intera categoria per semplificare la voce (in alternativa, potrebbe essere creata la lista Stazioni meteorologiche dell'Italia, suddividendola in paragrafi regionali, immettendo i link ad ogni voce di stazione meteorologica esistente.
  2. Creare e sviluppare il paragrafo sulla nevosità in Italia, descrivendo nelle varie zone l'accumulo totale medio annuo e la durata media del manto nevoso.
  3. Creare e sviluppare il paragrafo sull'eliofania.

Conto anche sui suggerimenti e sulla collaborazione di altri utenti interessati. --Petit verdot 23:40, 9 mar 2008 (CET)[rispondi]

Nessun copyviol[modifica wikitesto]

Ho verificato il presunto copyviol da qui, ma tutte le circostanze fanno ritenere che sia il sito in questione a copiare da Wikipedia, senza peraltro citare la fonte. I motivi:

  1. Il testo "incriminato" è presente su Wikipedia già dalla prima versione, salvata nel novembre del 2005.
  2. La presunta fonte è presente nella cache di Google dal gennaio del 2008
  3. Il Wayback Machine non riporta alcuna pagina del sito in questione
  4. Dal whois sull ccTLD.it risulta che il dominio cambiamentoclimatico.it è registrato dal luglio 2007
  5. Sull'home page del sito è riportato un contatore attivo dal luglio 2007 e con pochissimi accessi
  6. Le caratteristiche del sito lasciano presupporre che si tratti di una presentazione amatoriale che abbia fatto ricorso a contenuti presenti in altre fonti (in questo caso Wikipedia) senza fare alcuna citazione

--Furriadroxiu (msg) 18:09, 11 mar 2008 (CET)[rispondi]

Hai già scritto al titolare del sito per chiedergli il rispetto della gfdl? --Amon(☎ telefono-casa...) 23:37, 11 mar 2008 (CET)[rispondi]
Nel sito non c'è nessun riferimento per un contatto, sinceramente non so che pesci pigliare --Furriadroxiu (msg) 00:38, 12 mar 2008 (CET)[rispondi]
Mi sto muovendo per migliorare e approfondire i contenuti, come lo sviluppo dei nuovi paragrafi su eliofania e nevosità (bene anche la suddivisione del clima italiano nei nove tipi di clima secondo la classificazione di Koppen). Così miglioriamo ulteriormente la voce. --Petit verdot 19:42, 16 mar 2008 (CET)[rispondi]

Temperatura[modifica wikitesto]

si registrano valori inferiori ai 20°C solo sulle vette più alte delle Alpi e degli Appennini; valori tra 20 e 22°C interessano quasi tutto l'arco alpino e, localmente, alcuni monti dell'Appennino.

A quasi tutti i posti alpini sui 700 metri di quota la media di luglio e sotto i 20°C. Serebbero, queste, a 700 metri, le vette piu alte delle Alpi?

Le imprecisioni possono essere corrette e migliorate da qualunque utente, anche anonimo. La prossima volta che intervieni nelle discussioni dovresti firmare il tuo intervento come richiesto dalle linee guida, premendo in alto il tasto della firma. Grazie. --Petit verdot 23:32, 23 mar 2008 (CET)[rispondi]

Richiesta di fonti[modifica wikitesto]

Ho inserito la template di richiesta di fonti per una serie di motivi:

  1. Dare autorevolezza alla voce per prima cosa.
  2. Ho notato molti edit che modificano i valori inseriti delle temperature, questo sembra indicare che vengano usate fonti diverse per correggere numeri gia' inseriti e presumibilmente provenienti da fonti diverse
  3. Quasi in testa a questa pagina da tempo ho inserito una richiesta di precisazioni sui dati statistici presentati, chiedendo se possibile di indicare il periodo di tempo considerato nel calcolo delle medie, dato non trascurabile visto il dibattito sull'incremento della temperatura media e variazione del clima. Se il dato non e' noto, indicare che non si conosce l'ampiezza cronologica del campione statistico. Se la media indicata e' calcolata sugli ultimi 100 - 50 - 30 sicuramente fa differenza. Ne approfitto per suggerire, se si riesce, di includere un paragrafo a riguardo l'evoluzione del clima in Italia.
  4. Servirebbe un testo, da mettere in bibliografia che includa tutta la discorsività sul clima italiano, suddivisioni regionali e stagionali. Mi pare che anche il TCI avesse pubblicato qualcosa a suo tempo.--Bramfab Discorriamo 09:55, 6 nov 2008 (CET)[rispondi]

Situazione attuale[modifica wikitesto]

  1. I dati sulle mappe con la distirbuzione delle temperature medie annue, delle temperature medie di gennaio e delle temperature medie di luglio in Italia sono presenti nell'altante citato e si riferiscono verosimilmente al trentennio 1951-1980 o 1961-1990 (quest'ultimo è il trentennio di riferimento climatico per l'organizzazione meteorologica mondiale e a cui si riferiscono i dati di tutte le stazioni meteorologiche ufficiali e non, presenti su WP, e linkabili a fondo pagina dalle rispettive categorie regionali. Naturalmente sto spiegando i dati da me inseriti, poi per eventuali modifiche nei valori di temperatura o nelle zone appartenenti ad un clima o ad un altro, dovrebbero essere chiesti ad altri i luni sulle fonti consultate.
  2. I dati sulla nevosità (accumulo e durata media del manto nevoso) sono stati trovati da un autorevole sito web in materia. Seppur siano piuttosto datate, non mutano la situazione delle zone in cui è più probabile o meno assistere ad una precipitazione nevosa, semmai i cambiamenti si sono avuti per gli accumuli totali nelle varie aree demarcate e nella durata media del manto nevoso).
  3. Relativamente all'evoluzione del clima, è IMHO difficile al momento poter elaborare un paragrafo che parli di un trend generalizzato per l'intera Italia, infatti la stessa OMM ha stabilito la media ufficiale nel trentennio 1961-1990 e quando sarà cambiata riguarderà comunque un intero trentennio, in modo da evitare condizionamenti su sequenze di anni o lustri particolarmente più caldi o più freddi della norma (es. gennaio 1985, febbraio 1986, marzo 1987 e dicembre 1988 che hanno dato vita a inverni nevosi e rigidi in modo diffuso, mentre inverni come il 1997, il 2001 e il 2007 sono stati miti e sterili; stessa cosa per estati come 1975, 1976, 1977, 1986, 1989, 1992, 1996, 2002, 2005 molto fresche e a tratti perturbate che si sono contrapposte ad estati roventi come il 1971, 1974, 1982, 1983, 1987, 1988, 1990, 1994, 1998, 2003 e 2007; mentre alcuni trienni come il 1944-1947 e 1955-1958 hanno dato il meglio di sé con inverni gelidi ed estati caldissime). Per avere un'idea a riguardo questo sito ha la possibilità di andare a ricercare i valori meteorologici registrati quotidianamente in varie stazioni ufficiali del mondo, Italia compresa, anche se a volte sono incompleti o possono presentare errori di trascrizione. Quest'ultimo paragrafo è IMHO molto complesso da sviluppare, anche perché dovrebbe ancora essere provato l'eventuale tipo e rilevanza di correlazione tra l'aumento della temperatura media globale in Italia e l'effetto isola di calore in cui si sono venute a trovare molte stazioni meteorologiche che forniscono tali dati, un tempo ubicate in aperta campagna o periferia e adesso a distanza di decenni circondate dal cemento di nuovi quartieri in espansione. --Petit verdot 14:43, 6 nov 2008 (CET)[rispondi]
Ringrazio, non chiedevo cosi' tanto,(e sopratutto non qui, ma nella voce) tuttavia la risposta mi sembra che confermi la bontà di inserire precisazioni ovunque sia possibile. Per esempio sapere il periodo su cui sono determinante le medie delle temperature aiuta anche a valutare il possibile "bias' dato dall'effetto isola. La stessa richiesta e' ovviamente fatta non solo per quello che inserisce Petitverdot, ma per tutti. Questo anche per le "isterie" che spesso provocano i dati di temperatura sulle varie fazioni di "aspiranti climatologi o futurologi", con litigi su numeri, dei quali non e' nota la loro provenienza e metodologia di detreminazione. Non mi metto a discutere su relazione fra nevosità e accumulo totale e durata del manto nevoso, essendo un argomento da far notte, anzi mattina, in ogni caso l'andamento del prodotto finale delle nevicate in montagna (i ghiacciai) e' visibile agli occhi di tutti e mostra un trend regolare in una direzione.
Concordo che e' ben difficile scrivere un paragrafo sul trend climatico italiano, osservo tuttavia che si parla di incremento di periodi di siccita' stagionali in aree della penisola, cio' dovrebbe comportare, in tempi osservabili alla scala umana, anche possibili variazione nella classificazione climatica delle aree della penisola.--Bramfab Discorriamo 16:21, 6 nov 2008 (CET)[rispondi]
Riguardo ai periodi di siccità apparentemente più ricorrenti negli ultimi anni, prendo gli ultimi tre come esempio:
  1. 2006: regioni nord-occidentali molto siccitose, Nord-est nella norma, Centro nella norma complessiva, ma siccitoso a ovest e più piovoso a est, Sud e Sicilia piovosi, Sardegna siccitosa.
  2. 2007: siccità record in Sardegna, nel Lazio e lungo il litorale meridionale della Toscana; piogge nella norma quasi ovunque nel rimanente territorio nazionale.
  3. 2008: fino ad ora siccità estrema sulle regioni joniche dalla Sicilia alla Puglia e sulla Sardegna meridionale, piogge sensibilmente sopra la media sul Nord-Ovest e Sardegna settentrionale, piogge sopra la media sul Nord-Est e sul Centro, piogge nella media o poco inferiori ad essa nel Sud (escluse zone joniche).
Alla luce di tutto questo è difficile elaborare un paragrafo usando come parametri periodi ristretti, per esempio il 1945 e il 1947 determinarono una diffusa siccità su tutta Italia, rimasta ancora oggi ineguagliata negli accumuli precipitativi totali annui. IMHO, in base agli anni considerati possono saltare fuori cose completamente diverse, quindi per la creazione di un buon paragrafo di questo tipo sarebbero necessari anni prolungati, possibilmente trentenni. Al più, potrebbe essere accettatta la creazione (ipotesi) voci distinti del tipo Clima italiano negli anni settanta, Clima italiano negli anni 80, Clima italiano negli anni novanta, attendendo il 2011 per l'eventuala voce Clima italiano degli anni duemila. A riguardo, ci sarebbero sia i dati storici delle stazioni meteo ufficiali sul sito che avevo precedentemente linkato, più le mappe di reanalisi con i geopotenziali, le isobare e le isoterme in quota per poter scrivere voci di questo tipo, anche se prevedo un duro e lungo lavoro da fare se lo si volesse suddividere in questo modo. Attendo ulteriori suggerimenti. --Petit verdot 17:51, 6 nov 2008 (CET)[rispondi]
Mi pare che sia una buona idea. Incidentalmente non e' che io intenda arrogarmi di poter indicare come scrivere una voce, semplicemente quando vedo una voce interessante e noto le potenzialita' di un ulteriore miglioramento allora provo a pungulare. Ciao --Bramfab Discorriamo 18:07, 6 nov 2008 (CET)[rispondi]

Proposte voci su clima decennale in Italia[modifica wikitesto]

  • Clima italiano negli anni settanta andrebbe ad analizzare le medie (temperature, precipitazioni, nevosità, ecc.) dal 1970 al 1979, le altre voci relative agli altri decenni seguirebbero lo stesso schema, oppure meglio se usare 1971-1980 per gli anni settanta, 1981-1990 per gli anni novanta?

Direi di affrontare nell'incipit in modo discorsivo, sintetico ma conciso quello che è stato il clima in quegli anni. Poi, potrebbero seguire le sezioni su temperature medie, precipitazioni, nevosità, eliofania, anomalie climatiche del decennio in questione. Infine, una sezione, meglio se corredata con tabelle, che illustri l'andamento climatico di quel decennio rispetto alla media 1961-1990 che è quella ufficialmente riconosciuta dall'organizzazione meteorologica mondiale. Prego di lasciare altri suggerimenti qui sotto e di partecipare in massa a questo nuovo progetto. --Petit verdot 18:53, 6 nov 2008 (CET)[rispondi]

Per il periodo farei 70-79.--Bramfab Discorriamo 21:52, 6 nov 2008 (CET)[rispondi]

Aggiunta di fonti e rimozione del template[modifica wikitesto]

Ho inserito molte fonti bibliografiche, molto autorevoli in materia. Elimino pertanto il template "Senza fonti" che era presente ad inizio pagina; adesso occorre usare al più il "citazione necessaria" se alcuni punti non hanno riferimenti nelle note. --Petit verdot 20:15, 19 mar 2009 (CET)[rispondi]

Classificazione di Wladimir Koppen e questione "Nord freddo e Sud caldo"[modifica wikitesto]

Buongiorno, sono l'autore di alcune modifiche compiute oggi, 14 luglio 2010: ho anche contribuito alcuni anni fa a sistemare l'approfondimento della classificazione climatica di Wladimir Koppen. Desidero porre l'attenzione sulle modifiche che ho posto oggi. Ho corretto una ulteriore suddivisione, all'interno di tale classificazione, tra climi "caldi" e climi "freddi": mi è sembrata sbagliata poiché non solo considerava "clima di collina" il clima della pianura padana, ma distingueva fra climi caldi e freddi senza un motivo plausibile, come se a fare la differenza fosse solo la possibilità di gelo durante l'inverno (tale suddivisione sembrava porre i climi "caldi" a sud della linea gotica e quelli "freddi", Liguria esclusa, a nord). In verità, come ho precisato, la classificazione del Koppen comprende sotto la lettera C sia il clima mediterraneo che quello padano, poiché entrambi hanno una temperatura media del mese più freddo compresa tra -3°C e +18°C. Effettivamente la classificazione del climatologo tedesco incontra uno dei suoi pochi limiti nell'impossibilità di stabilire una vera e propria "soglia" fra i climi padano e mediterraneo: a tal proposito, non sarebbe utile dare un'ulteriore distinzione fra nord e sud inserendo un capitolo ulteriore dedicato magari ai giorni di gelo, vera distinzione tra zone mediterranee e zone padane? Mi sembrerebbe una soluzione che salverebbe capra e cavoli rispettando il lavoro dell'illustre climatologo, la cui classificazione, per quanto sommaria, è chiara ed intellegibile proprio per questo. Sicuramente, aggiungo cercando di essere gentile, sarebbe meglio fare così che mettere fra i climi freddi il clima di tutto il Nord (Liguria esclusa) senza una motivazione, cosa che lascia supporre un'opinione alquanto soggettiva ed ingiusta... :) Riccardo B.

Condivido pienamente le modifiche effettuate, il numero di giorni di gelo potrebbe essere preso dalle medie CLINO 1961-1990 ancora in uso per l'OMM delle stazioni ufficiali AM/Enav, oppure dalle più recenti medie 1971-2000 che sono sempre disponibili per la maggior parte di queste stazioni ufficiali. Un saluto e un buon wikilavoro. --Petit verdot 21:17, 14 lug 2010 (CEST)[rispondi]

Grazie dell'approvazione, ho appena sistemato alcuni dettagli che mi erano sfuggiti nella fretta di correggere. :D Riccardo B.


Differenze tra la classificazione di Wladimir Koppen e quella di Mario Pinna[modifica wikitesto]

Buonasera, sono sempre Riccardo B. e vorrei intervenire per fare un'ulteriore precisazione. Ho notato che per illustrare meglio la classificazione del Koppen è stata recentemente aggiunta un'immagine, la quale però illustra la classificazione climatica di Mario Pinna. Ora, pur riconoscendo che entrambe comprendono quasi tutti i climi italiani nello stesso gruppo (lettera C della class. Koppen), orrei far notare una differenza sostanziale. Come detto, la class. Koppen distingue principalmente il regime pluviometrico (di tipo "f", "s" e "fs" nei climi italiani) e la temperatura del mese più caldo, indice del calore estivo (indicata dalle lettere "a", "b" e "c" in terza posizione). Non conosco nel dettaglio la classificazione di Mario Pinna ma, in base all'immagine postata, ho l'impressione che essa distingua nel dettaglio le regioni centro-meridionali a seconda che siano zone litoranee o meno, cosa che lascia intendere come essa si basi principalmente sulle temperature invernali. Un'evidente prova di questa differenza concettuale è altresì data dal fatto che, secondo questa immagine, l'Appennino a quote di media montagna e la Pianura Padana sono compresi entrambi sotto il clima "subcontinentale". Secondo la class. Koppen si dovrebbe invece inserire le "aree collinari e di bassa montagna di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata, monti della Daunia, alto Gargano e bassa montagna di Calabria, Sardegna e Sicilia" sotto la categoria Csb (temperato ad estate siccitosa e tiepida), ben diversa dalla Cfa della Pianura Padana (temperato senza siccità estiva e con estate calda). Sia chiaro che non voglio fare la figura di quello che sminuisce il lavoro degli altri, però ritengo che sarebbe opportuno distinguere le due classificazioni sotto due capitoli diversi, in modo da illustrare queste due "scuole di pensiero" diverse. Una, quella del Koppen, che distingue l'Italia in base alla presenza di una stagione siccitosa e, nel dettaglio delle temperature, in base al calore estivo. L'altra, quella di Pinna, che distingue probabilmente (non ne sono del tutto sicuro) in base alle temperature invernali: forse più rappresentativa delle condizioni che determinano la vegetazione spontanea italiana, ma che comunque va giustificata in tal senso. Altrimenti si rischia di ricadere nella solita questione "nord freddo e sud caldo", di cui ho già parlato tempo addietro. Che ne pensate?

Riccardo B.

Dal mio punto di vista, per migliorare la voce sarebbe l'ideale distinguere le varie classificazioni climatiche, dedicando a ciascuna di esse uno specifico paragrafo all'interno della voce. Oltre alla classificazione climatica di Mario Pinna e a quella di Koppen, credo che sarebbe opportuno cercare di inserire qualche dettaglio anche sulla classificazione climatica di Thornthwaite, a mio avviso fondamentale perché si basa sull'indice di evapotraspirazione, calcolabile a sua volta in funzione della temperatura e delle precipitazioni che si verificano in un determinato luogo, che viene poi messo in correlazione ad altri indici della cosiddetta formula climatica, tra i quali l'indice di insolazione e quelli relativi alle caratteristiche del suolo. --Petit verdot 11:54, 5 feb 2011 (CET)[rispondi]


Ricordo poco bene la class. Thornthwaite, ma se non sbaglio il suo vantaggio sta proprio nel fare distinzioni quantitative anziché basarsi su semplici osservazioni della vegetazione, molto soggettive: del resto, passando dalla lettera C alla D della class. Koppen non si passa di punto in bianco dalla foresta di latifoglie a quella di conifere solo perché si toccano i famosi -3°C nel mese più freddo. Inoltre sarebbe utilissima per contribuire a sfatare il luogo comune "di parte" secondo cui la differenza in Italia è solo "nord freddo contro sud caldo": è pur vero che la vegetazione mediterranea è spiccatamente termofila e soffre il gelo, ma la vera differenza tra essa e la vegetazione temperata "padana" (piano vegetazionale del Castanetum freddo) sta nel regime pluviometrico (primavera tiepida e piovosa ed estate soleggiata ma afosa e con temporali in Pianura Padana, primavera molto meno piovosa ed estate arida nelle regioni mediterranee).
In ciò, a parer mio, sta la definizione del clima mediterraneo come "subtropicale": clima caratterizzato da piovosità invernale e, per contro, aridità estiva di tipo tropicale tanto più duratura quanto più ci si muove di latitudine avvicinandosi ai Tropici ed al clima desertico caldo: questo accade in Italia - ed in Europa - come in California e Marocco (climi oceanico-mediterranei ad inverno tiepido ed estate arida ma relativamente fresca, specie sulle coste) nel nostro emisfero; in Africa meridionale, Cile ed Australia occidentale (regione di Perth) nell'emisfero opposto.
Riccardo B., 13:40, 6 feb 2011 (CET).

Catenanuova[modifica wikitesto]

E' citata due volte Catenanuova nello stesso capitolo. Tra l'altro in uno dei due casi viene detto che non è ufficiale...

Giugno 2015 fresco al nord Italia?!?[modifica wikitesto]

Buonasera. Ho prontamente modificato l'errata informazione che veniva fornita: Giugno 2015 è stato fresco in Italia, soprattutto al Sud. E' vero che al Sud le ondate di calore si sono presentate sporadicamente e sottomedia in questo mese, con frequenti episodi di intenso maltempo. Ma al nord niente affatto: questo mese ha fatto registrare estremi termici di +33 gradi a Genova, +35 a Milano e Asti, +32 ad Aosta e +37 a Bolzano, e inoltre gli episodi di maltempo sono stati decisamente ridotti (ovviamente considerando le medie pluviometriche delle città di riferimento), addirittura a Genova si è incorsi in un periodo di quasi due settimane si siccità. --82.50.36.77 (msg) 17:30, 28 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Superficialità paragrafi "Estate" e "Problema del ritardo dell'arrivo del clima estivo in Italia"[modifica wikitesto]

Superficialità generale, sono presenti informazioni imprecise e ipotesi non confermate. L'estate 2014 è stata fredda per compensazione dell'inverno caldo?!? Ed era stato previsto già dall'inverno? (Si sarà trattato di modelli isolati...). L'estate 2013, almeno termicamente, non è stata sottomedia. La previsione di Laurent Cabrol si è rivelata piuttosto errata, per lo meno in buona parte d'Italia; qui viene invece appoggiata. Infine non è molto chiaro tutto ciò che riguarda il ritardo dell'arrivo del clima estivo, mi sembra che si tirino fuori dati esagerati pur di confermare quella tesi. A Giugno non sono mai mancate giornate instabili, non mi sembra che tutte le estati dopo il 2003 abbiano avuto un ritardo più significativo rispetto a quelle precedenti. Nel 2015 sicuramente ci sono state giornate instabili a Giugno, ma mi sembra di parte esaltare quest'aspetto, e non ad esempio il fatto che si è visto caldo estivo persistente già dai primi giorni di Maggio e protratto fino a metà mese.

Meterologia del territorio italiano[modifica wikitesto]

Forse andrebbe creata una voce sulla meteorologia del clima italiano oppure inserirlo accuratamente in questa voce distinguendo le stagioni o anche distinguere il clima delle sottoregioni d'italia: Alpi e Prealpi, Pianura Padana, versante adriatico e tirrenico (già c'è), isole oppure nord, centro e sud.--151.28.49.195 (msg) 19:10, 22 giu 2016 (CEST)[rispondi]

Clima italiano e mutamenti climatici[modifica wikitesto]

Assolutamente da inserire--151.28.49.195 (msg) 20:14, 22 giu 2016 (CEST)[rispondi]

Paragrafo "Estate" e "Problema del ritardo dell'arrivo del clima estivo in Italia". !!?!?[modifica wikitesto]

Ma chi le ha scritte le parole che ci sono, Topolino?? Perché dovrebbe bastare un mese di aprile caldo per dire che "non ci sarà l'estate"!? Innanzitutto, l'estate 2013 non è stata per nulla fresca e piovosa, ma proprio per nulla. Infatti, l'estate 2013, rispetto alla media climatica trentennale 1971/2000, è risultata di circa 1 grado più calda della norma, con scarti positivi che raggiungono anche 1 grado e mezzo al Nord, più vicina alle medie invece al Sud, fino ad arrivare in Sicilia, dove però la stagione ha comunque chiuso in media termica. Quindi, altroché estate non calda, è stata comunque la 18° stagione più calda rilevata finora. Poi, parliamone di estate piovosa. L'estate 2013, in Italia, ha chiuso col 30% in meno di piogge rispetto al normale, seppur con lievi differenze (estate che ad esempio ad Aosta e Torino ha chiuso con precipitazioni lievemente superiori al normale, ma si tratta di casi in generale isolati, infatti nell'intera regione Piemonte, per fare un esempio, sono caduti 229,4 mm di pioggia, inferiori dell'11% rispetto alla media, che è 257,7). Poi, passiamo alla sezione "Problema del ritardo dell'arrivo del clima estivo in Italia". Sezione che, a mio parere, è a dir poco pietosa. Se guardi, quasi tutte le stagioni estive appena citate, hanno poi chiuso sopramedia termica. Sempre riguardo l'estate 2013, parliamone di quel periodo compreso tra l'inizio e il 20-25 luglio. Giugno ha avuto senza dubbio fasi instabili e fresche (vedasi prima e terza decade del mese), ma ha avuto anche un'ondata di calore nella metà del mese. Ciò vuol dire che l'estate non è poi partita poi molto in ritardo, ecco. Riguardo invece al mese di luglio, parliamone. " Ancora ad inizio luglio gli anticicloni tipici dell'estate mediterranea (anticiclone delle Azzorre e anticiclone africano) faticano ad impossessarsi dell'Europa.". Luglio 2013 è stato caldissimo ad esempio nel Regno Unito, paragonabile come caldo solo al luglio 2006. Ma si è trattato di un mese molto caldo anche nel Mitteleuropeo. In Italia, i primi 20 giorni sono stati, sì, piuttosto instabili (causa minore protezione dell'Anticiclone delle Azzorre, che però è sempre stato presente!), ma per nulla freschi. In Piemonte, per esempio, le prime due decadi del mese, sono state caratterizzate da instabilità, spesso pomeridiana, ma in un contesto comunque di temperature sopramedia di 1-2 gradi. Ma anche a livello nazionale il mese di luglio non è stato per nulla fresco.