Discussione:Camera metrica

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"Parlare in fotogrammetria di Zoom è come bestemmiare."

Non è vero. Mediante un numero adeguato di punti di appoggio (GCP) è possibile determinare per via analitica sia i parametri di orientamento esterno che quelli di orientamento interno. Anzi, nella fotogrammetria cosiddetta "del vicino" gli obiettivi zoom sono comodissimi. Pratico da anni fotogrammetria con obiettivi diversi zoom di molte case (Olympus, Nikon, Canon, Bronika): mi sono calcolato con cura i relativi parametri di distorsione e ottengo risultati eccellenti.

Grazie per l'attenzione Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 87.0.67.62 (discussioni · contributi) 17:37, 8 nov 2010‎ (CET).[rispondi]

Camera con foro stenopeico[modifica wikitesto]

Elimino sezione "Camera con foro stenopeico", palesemente non enciclopedica: la sezione propone un esperimento con camera stenopeica. La sezione non è inerente: la voce non è un corso di fotogrammetria architettonica, non si devono proporre esperimenti, la voce deve dire in modo semplice e comprensibile che cosa sia una camera metrica e quali ne siano le caratteristiche e la storia, cosa che non si fa in questa sezione e difficilmente si può comprendere nelle altre. --  Il Passeggero - amo sentirvi 08:29, 13 mag 2015 (CEST)[rispondi]

Testo rimosso

Camera con foro stenopeico

Progetto di una camera metrica con foro stenopeico

Per prendere coscienza delle possibilità offerte dalla fotografia, ci conviene far ricorso al foro stenopeico e realizzare una camera metrica su misura per un rilievo. Immaginiamo, ad esempio, di essere interessati al fotopiano del prospetto (riportato nella foto) della chiesa del Purgatorio, situata nel centro storico di Bitritto (BA). In questo caso, un corpo di fabbrica, indicato con t nella planimetria, impedisce la ripresa frontale ad una distanza tale da rendere trascurabili le sporgenze esistenti sulla facciata. Supponiamo che sia sufficiente una distanza d e a questa distanza scegliamo un punto P , dal quale sia visibile l'intera facciata. In planimetria, proiettiamo dal punto P i punti estremi della facciata A e B su un segmento A' e B' , parallelo alla facciata stessa e con una distanza da P uguale alla distanza d ridotta nella scala desiderata. Dalla semplice similitudine dei triangoli ottenuti, non è difficile dedurre che il segmento A'B' è riprodotto nella stessa scala di c', che sarà la distanza principale della camera progettata. Analoga verifica va fatta per ottenere il decentramento verticale del foro. Ciò premesso i problemi da risolvere sono:

  • avere un'immagine nitida ed esente da deformazioni. Nel caso del foro stenopeico, per fortuna i raggi non attraversano alcun materiale trasparente, ma dovremo fare attenzione nel realizzare un foro sufficientemente piccolo e con bordo a spigolo vivo. Nel caso di camera con obiettivo, questo dovrebbe essere esente da distorsioni;
  • realizzare una cassa (preferibilmente in legno) con pareti piani ed ortogonali tra di loro. Nelle camere metriche la perfetta ortogonalità tra asse ottico e piano sensibile è praticamente impossibile;
  • procurarci un piano di appoggio perfettamente orizzontale. Nella camera metrica, grazie ad un treppiedi ed una basetta dotata di vite calanti e livella è possibile raggiungere una buona messa in stazione dello strumento, che deve ruotare intorno ad un asse verticale ed avere, in un caso simile al nostro, il piano della superficie sensibile perfettamente verticale;
  • verificare l'inquadratura. Nella camera metrica si inserisce un vetro smerigliato al posto della lastra.

Se tutto è stato rispettato, il fotogramma che si ottiene è un fotopiano più che soddisfacente e migliorabile.