Diocesi di Faisalabad

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Diocesi di Faisalabad
Dioecesis Faisalabadensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Lahore
 
VescovoJoseph Indrias Rehmat
Vicario generaleAbid Tanveer
Presbiteri54, di cui 40 secolari e 14 regolari
3.585 battezzati per presbitero
Religiosi22 uomini, 85 donne
Diaconi1 permanente
 
Abitanti41.133.220
Battezzati193.620 (0,5% del totale)
StatoPakistan
Superficie35.300 km²
Parrocchie25
 
Erezione13 aprile 1960
Ritoromano
CattedraleSanti Pietro e Paolo
IndirizzoRailway Rd., P.O. Box 304, Faisalabad 38000, Pakistan
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Pakistan

La diocesi di Faisalabad (in latino Dioecesis Faisalabadensis) è una sede della Chiesa cattolica in Pakistan suffraganea dell'arcidiocesi di Lahore. Nel 2021 contava 193.620 battezzati su 41.133.220 abitanti. È retta dal vescovo Joseph Indrias Rehmat.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende i distretti civili di Faisalabad, Jhang, Toba Tek Singh, Sahiwal, Okara, Pakpattan e Chiniot nella provincia del Punjab in Pakistan.[1]

Sede vescovile è la città di Faisalabad, dove si trova la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo.

Il territorio è suddiviso in 25 parrocchie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi di Lyallpur, antico nome della città di Faisalabad, fu eretta il 13 aprile 1960 con la bolla Caelestis civitas di papa Giovanni XXIII, ricavandone il territorio dalla diocesi di Multan. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Karachi.

Il 1º settembre 1977 ha assunto il nome attuale con il decreto Cum propositum della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli.[2]

Il 23 aprile 1994 è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Lahore.

La morte del vescovo John Joseph nel 1998 ha provocato disordini. Secondo fonti musulmane il vescovo si sarebbe suicidato sparandosi alla tempia in seguito della condanna a morte (poi sospesa) di Ayoub Masih, un cristiano, per il reato di blasfemia. Il vescovo Kenneth Lesley, avanzando sospetti sul fatto che in realtà il vescovo Joseph sia stato ucciso, ha chiesto alle autorità civili di indagare.[3]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 41.133.220 persone contava 193.620 battezzati, corrispondenti allo 0,5% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1970 64.978 5.896.657 1,1 24 7 17 2.707 25 86
1980 70.333 10.520.000 0,7 25 10 15 2.813 31 77
1990 105.948 13.025.000 0,8 32 16 16 3.310 42 104 31
1999 129.107 29.172.189 0,4 45 30 15 2.869 34 89 21
2000 130.517 29.586.291 0,4 43 30 13 3.035 1 29 107 19
2001 134.668 29.772.889 0,5 40 28 12 3.366 1 27 113 19
2002 130.994 30.545.787 0,4 45 32 13 2.910 1 23 117 19
2003 132.000 31.000.000 0,4 43 33 10 3.069 1 21 118 20
2004 134.200 31.450.000 0,4 35 25 10 3.834 1 23 101 20
2006 140.102 32.861.670 0,4 39 31 8 3.592 1 16 107 20
2013 155.000 36.956.000 0,4 48 42 6 3.229 1 12 118 22
2016 182.662 42.359.652 0,4 41 35 6 4.455 1 15 117 23
2019 200.200 44.874.000 0,4 57 46 11 3.512 1 23 81 24
2021 193.620 41.133.220 0,5 54 40 14 3.585 1 22 85 25

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal sito web della Conferenza episcopale pakistana.
  2. ^ (LA) Decreto Cum propositum, AAS 69 (1977), p. 729.
  3. ^ Sospesa condanna a morte del cristiano in Pakistan, Corriere della Sera, 13 maggio 1998
  4. ^ Dal 17 marzo 2012 al 1º novembre 2013, giorno della presa di possesso di Joseph Arshad, fu amministratore apostolico Rufin Anthony, vescovo di Islamabad-Rawalpindi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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