Diocesi di Antifre

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Antifre
Sede vescovile titolare
Dioecesis Antiphrensis
Patriarcato di Alessandria
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXIX secolo
StatoLibia
Diocesi soppressa di Antifre
Suffraganea diDarni
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Antifre (in latino Dioecesis Antiphrensis) è una sede soppressa del patriarcato di Alessandria e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Antifre, nei pressi di Dresieh nell'odierna Libia, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Libia Inferiore (Marmarica), suffraganea dell'arcidiocesi di Darni e sottomessa al patriarcato di Alessandria.

Di questa antica diocesi sono noti solo tre vescovi. Serapione prese parte al primo concilio di Nicea nel 325.[1] Menas partecipò al concilio di Alessandria convocato dal patriarca sant'Atanasio nel 362. Apollo sottoscrisse la lettera dei vescovi dell'Egitto all'imperatore Leone (458) in seguito all'uccisione del patriarca alessandrino Proterio; e sottoscrisse altresì il decreto di Gennadio di Costantinopoli contro i simoniaci nel 459.

Dal XIX secolo[2] Antifre è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 15 settembre 1965.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi residenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Serapione ? † (menzionato nel 325)
  • Menas † (menzionato nel 362)
  • Apollo † (prima del 458 - dopo il 459)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questa è l'indicazione di Le Quien (Oriens christianus, II, coll. 633-634) e di Roques (Synésios de Cyrène et la Cyrénaïque du Bas-Empire, Paris, 1987, pp. 82 e 326). Tuttavia l'Index patrum Nicaenorum restitutus di Gelzer assegna Serapione alla diocesi di Antipirgo (Patrum nicaenorum nomina Latine, Graece, Coptice, Syriace, Arabice, Armeniace, Lipsia, 1898, p. LX); la stessa assegnazione è documentata da Annick Martin, confermata dal fatto che lo stesso Serapione, indicato esplicitamente come vescovo di Antipirgo, prese parte al concilio di Seleucia del 359 (Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, École française de Rome, 1996, pp. 31, 33 e 91, nota 256).
  2. ^ La sede è già menzionata negli Annuari pontifici della seconda metà dell'Ottocento.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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