Destriero (nave)

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Destriero
Descrizione generale
Tipomonoscafo in alluminio
ProprietàBravo Romeo Ltd.
CantiereMuggiano, La Spezia
Varo28 marzo 1991
Destino finalea febbraio 2009 ormeggiato presso i cantieri Lürssen sul fiume Weser, Lemwerder, Brema (Germania)
Caratteristiche generali
Dislocamento400
Lunghezza67,7 m
Larghezza13 m
Propulsionetre Turbine a gas General Electric LM1600 accoppiate a tre idrogetti KaMeWa model 125
Velocitàoltre 70 nodi
Autonomia3000+ miglia nautiche
Equipaggio14 (al momento del record del 9 agosto 1992)
Note
MottoExcellere

L'unità batteva bandiera delle Bahamas con Nassau come porto di registrazione; il guidone è quello dello Yacht Club Costa Smeralda

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Il Destriero è il monoscafo in alluminio con carena a V profondo con propulsione a idrogetti costruito dalla Fincantieri[1], (costruzione 5921 del 1991)[2] che il 9 agosto 1992 percorse 3.106 miglia nautiche senza rifornimento sull'Oceano Atlantico, da New York (faro di Ambrose Light) al faro di Bishop Rock nelle Isole Scilly in Inghilterra in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, alla velocità media di 53,09 nodi (98,323 km/h), impiegando ventuno ore e mezza in meno del precedente record appartenuto al catamarano inglese (del tipo wavepiercing) Hoverspeed Great Britain.[3][4][5] La miglior distanza coperta nell'arco di 24 ore è stata di 1.402 miglia nautiche alla velocità media di 58,4 nodi.

L'equipaggio che prese parte all'impresa era composto da Cesare Fiorio, come responsabile e organizzatore, da Odoardo Mancini come comandante, Aldo Benedetti come comandante in seconda, Sergio Simeone come primo ufficiale, Franco De Mei come operatore di telecomunicazioni, Giuseppe Carbonaro come direttore di macchina, Mario Gando e Nello Andreoli come capomacchinisti, Massimo Robino come elettricista, Silvano Federici, Cesare Quondamatteo e Carlo Chiara come motoristi e i tecnici Davide Maccario, Giacomo Petriccione, Giuseppe Valenti e Michael Hurrle.[6][7]

Design e costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Il Destriero, nato da un progetto dello studio navale Donald L. Blount and Associated[8], era equipaggiato con tre turbine a gas General Electric LM1600[9] (in moduli realizzati dalla tedesca MTU, capaci di sviluppare complessivamente 51 675 hp/38 534 kW (continui) e collegate a tre idrogetti KaMeWa model 125[10] tramite riduttori Renk-Tacke.[11][12]

L'autonomia a pieno carico era di oltre 3.000 miglia nautiche con una velocità a pieno carico di oltre 40 nodi e nominale (in dislocamento leggero) di oltre 70 nodi. L'unità aveva inoltre una lunghezza fuori tutto di 67,7 metri, una lunghezza tra le perpendicolari di 60 metri e una larghezza di 13 metri.[13]

Come raccontato dallo stesso progettista, gli studi preliminari per il Destriero iniziarono nel 1989 e portarono già a inizio del 1990 alla scelta della forma definitiva dello scafo (del tipo single chine hullform); il contratto con la Fincantieri venne siglato a maggio dello stesso anno. Il costruttore italiano che in quegli anni stava svolgendo ricerca sul campo degli scafi SES (Surface Effect Ship)[14] per il mercato dei traghetti commerciali, dopo il Destriero si indirizzò e concentrò esclusivamente sui monoscafi ad alte prestazioni.[13]

Contemporaneamente alla costruzione del Destriero, in Svezia si continuarono a svolgere analisi sia in vasca idrodinamica che con modelli di 7 metri sui laghi e sul mare per lo studio del comportamento dello scafo in condizioni reali; era la prima volta in assoluto che si sperimentavano analiticamente le conseguenze dell'interazione tra idrogetti e scafo su di un natante.[13]

La prima piastra in alluminio dello scafo venne tagliata a luglio del 1990 e il taglio di tutte le parti che compongono l'intera nave venne completamente gestita attraverso macchine a controllo numerico (CNC); la costruzione e l'assemblaggio della struttura del Destriero è avvenuta con le stesse modalità e schemi derivati dalla costruzioni delle unità militari della Fincantieri mentre il design e lo studio aerodinamico delle sovrastrutture è stato curato da Pininfarina.[13]

Lo scafo è stato varato il 28 marzo 1991 presso i cantieri Fincantieri di Muggiano, La Spezia.

Per quegli anni si trattava della più grande unità navale completamente in alluminio mai costruita (e che montava i più potenti idrogetti mai sviluppati) ma il Destriero, in virtù delle sue potenziali future applicazioni, soddisfaceva anche altri requisiti come una contenuta accelerazione verticale in navigazione con mare mosso, e un basso livello di rumorosità nella zona equipaggio.[15] Inoltre, come riportato dallo stesso Blount, il Destriero dimostrava una notevole efficienza energetica e propulsiva con prestazioni, anche in termini di accelerazione e decelerazione, pari a quelle di un'auto sportiva[16] che giustificavano, in termini di arredamenti interni, l'adozione di soluzioni derivate dalle corse automobilistiche.[17]

Secondo quanto certificato dalla società di classificazione Det Norske Veritas (DNV), la struttura del Destriero consentiva velocità fino a 65 nodi con condizioni del mare Forza 4[18] (con onde di altezza fino 2,5 metri) e fino a 30 nodi con condizioni del mare Forza 5-6 (con onde di altezza fino 5 metri).[19]

La corsa per il Nastro Azzurro e le controversie sulla sua assegnazione[modifica | modifica wikitesto]

L'impresa fu voluta e patrocinata dal ricco uomo d'affari e principe ismailita Karim Aga Khan e appoggiata dalla FIAT di Gianni Agnelli e dall'IRI di Franco Nobili.[20] L'operazione aveva lo scopo di superare i record stabiliti nell'attraversamento dell'Atlantico e riconosciuti con il cosiddetto Nastro Azzurro e, a partire dagli anni trenta, premiati dalla Hales Trophy.

La Hales Trophy, istituita nel 1932 dall'armatore e uomo politico inglese Harold Keates Hales[21], non deve essere confusa con il più informale Nastro Azzurro, poiché quest'ultimo va inteso come un semplice riconoscimento visivo (una striscia di seta azzurra generalmente issata sull'alberatura delle navi passeggeri di linea in servizio sulla rotta atlantica da est verso ovest), mentre la Hales Trophy è un vero e proprio trofeo che viene tuttora conferito a qualsiasi tipo di nave passeggeri purché di tipo commerciale che attraversi quest'oceano in entrambe le direzioni.

Per questo motivo il record del Destriero ha sollevato diverse polemiche. La prima è che la società di classificazione originaria DNV aveva registrato l'unità come (private) Yacht Light Craft e non come nave passeggeri commerciale;[22] è questa la ragione per la quale il Destriero non ha potuto gareggiare per la Hales Trophy. Proprio al riguardo lo stesso Fiorio, responsabile dell'organizzazione, ebbe a dichiarare: «gli inglesi parlano dell'Hales Trophy, al quale noi non aspiriamo, confondendolo con il Nastro Azzurro, per il quale invece abbiamo tutte le carte in regola».[23]

Ma anche relativamente al Nastro Azzurro, tra gli storici navali vi è chi contesta al Destriero la validità della sua attribuzione, poiché si tratterebbe di una unità che nel tentativo di record non stava svolgendo regolare servizio passeggeri sull'Atlantico e perché l'impresa si è compiuta sulla rotta New York - Bishop Rock (da ovest verso est) anziché che da est verso ovest, come avveniva per le grandi navi di linea; infatti nella corsa di andata il Destriero, incappando in una tempesta, aveva fallito la prova ed era arrivato a New York dopo più di 100 ore.[24] Una simile controversia aveva caratterizzato nel 1990 il record stabilito dal catamarano Hoverspeed Great Britain che aveva ridotto di due ore il primato di attraversata conquistato nel 1952 dal transatlantico di linea United States.

A ogni modo il 5 settembre 1992 il successo del Destriero sulla rotta New York - Bishop Rock veniva festeggiato a Porto Cervo in Sardegna e la nave, non solo era bardata con il Nastro Azzurro, ma veniva anche premiata con il Virgin Atlantic Trophy da parte del magnate inglese Richard Branson e con il Columbus Atlantic Trophy da parte del New York Yacht Club e dello Yacht Club Costa Smeralda, per la doppia traversata. In quell'occasione lo stesso Aga Khan annunciava che «il Destriero, a breve, potrebbe affrontare una nuova sfida attraverso l'Oceano Pacifico».[25]

In quell'evento, inoltre, si sottolineava che l'impresa del Destriero si poneva in linea con quella del transatlantico italiano Rex che 60 anni prima aveva vinto il Nastro Azzurro, riportando l'Italia ai vertici della marineria internazionale. Tuttavia è curioso notare che il Destriero, sempre secondo quanto riportato nelle schede della DNV, in realtà non battesse bandiera italiana, bensì delle Bahamas (Port Nassau) e la proprietà fosse della Bravo Romeo Ltd., società con sede a Dublino, Irlanda.[26]

L'eredità e il destino del Destriero[modifica | modifica wikitesto]

La realizzazione del Destriero aprì le porte allo sviluppo di un'ampia serie di veloci traghetti commerciali. Da quest'esperienza, Fincantieri ha dato via alla costruzione di una serie di unità veloci tra le quali la serie MDV 1200, MDV 2000 e MDV 3000 ed è stata scelta per lo sviluppo della carena nella proposta Lockheed Martin Team per il controverso e costoso programma della marina degli Stati Uniti denominato Littoral Combat Ship.[27][28][29] Tuttavia del Destriero, dopo i successi degli anni novanta, gli annunci di una possibile traversata dell'Oceano Pacifico e di un improbabile giro intorno al mondo,[30] a un certo punto si sono perse le tracce. Vi è stato un breve riferimento al suo abbandono nel canale dei Navicelli vicino a Pisa, in occasione di un'indiscrezione secondo cui l'Aga Khan stesse probabilmente preparando in segreto una nuova sfida per compiere la traversata dell'Atlantico in meno di 48 ore con il suo nuovo megayacht Alamshar, come originariamente riportato dal quotidiano inglese Telegraph e poi ripreso dal Corriere della Sera.[31][32][33] Nel 2008, alcune indiscrezioni apparse sul quotidiano Daily Mail hanno invece riportato che l'Alamshar non si era dimostrato in grado di sviluppare gli oltre 60 nodi richiesti per battere il record di velocità per superyacht e che l'Aga Khan fosse in procinto di valutare una causa multimilionaria contro il cantiere Babcock Marine, costruttore dell'unità.[34]

Nel 2008 si è appreso che il Destriero è stato abbandonato per diversi anni presso il bacino nº 3 della base navale di Devonport[35][36] nei pressi di Plymouth, Regno Unito, affiancato dallo storico motoryacht Kalamoun,[37] come visibile dalle foto pubblicate su Irish Sea Shipping - The Online Shipping Magazine.[38] A inizio del 2009 è stata data notizia dello spostamento dell'unità da Plymouth verso Brema, in Germania, tramite un mezzo navale speciale (non ha quindi navigato con i propri propulsori), così come riferito dalla rivista specializzata IBI - International Boat Industry.[39]

Sia il Destriero che il Kalamoun sono stati fotografati a febbraio 2009 presso gli importanti cantieri Lürssen[40] sul fiume Weser vicino alla città di Lemwerder nei pressi di Brema, così come riportato e visibile nei Forum Yachtforums.com[41], Yachtspotter.com[42] e in Bing Maps.[43] La Lürssen Yachts è uno dei leader mondiali nella costruzione e personalizzazione di superyacht ma anche di mezzi navali speciali e militari.

Il 24 luglio 2012, presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia), si sono celebrati i vent'anni dalla storica traversata con una cerimonia alla quale sono intervenuti Aldo Benedetti, il comandante in seconda del Destriero, Cesare Fiorio, uno dei piloti e alcuni dei restanti membri dell'equipaggio.[44][45] Tuttavia, a inizio 2012 risultava ancora in Germania, sempre presso i cantieri Lürssen, immobilizzata a terra e in pessimo stato di conservazione.[46]

Il 9 dicembre 2021, Alberto Scuro, presidente della commissione Motorismo storico degli Stati generali del patrimonio italiano nonché presidente dell'Automotoclub Storico Italiano, ha rivolto un appello al principe Karim Aga Khan per ricevere ulteriori informazioni sullo stato del Destriero, anticipando di voler richiedere al ministro della Cultura Dario Franceschini l'apposizione del vincolo di bene culturale.[47]

Il trentesimo anniversario[modifica | modifica wikitesto]

Il 3 agosto 2022 presso il cantiere di Muggiano (La Spezia) si è tenuta una cerimonia in occasione del trentesimo anniversario dell'impresa della nave Destriero. L'evento, organizzato dagli Stati Generali del Patrimonio Italiano e dalla Fondazione Fincantieri, ha visto la consegna degli attestati del trentennale ai componenti dell'equipaggio – incluso Cesare Fiorio – e al team di dirigenti e tecnici che consentì la riuscita del record. È stata inoltre ricordata la figura di Corrado Antonini, presidente di Fincantieri. La cerimonia è stata presieduta dal generale Claudio Graziano, presidente di Fincantieri, e dal professor Ivan Drogo Inglese, presidente degli Stati generali del patrimonio italiano.[48]

La Fiat Destriero Stola[modifica | modifica wikitesto]

A cornice di questa impresa, Fiat presentò nella primavera del 1992 presso il proprio stand al Salone dell'automobile di Torino un prototipo denominato Destriero. In pratica un tender su quattro ruote a disposizione dell'equipaggio a Porto Cervo prima della partenza per l'Inghilterra.

Riprendendo la moda delle spiaggine degli anni sessanta, era basata sulla Fiat Panda 1000 Fire e ne vennero costruiti due soli esemplari dalla Stola s.p.a. di Torino.

Il primo, specifico per quell'evento, era colorato in un celeste acqua marina con gli interni bianchi, il secondo era blu scuro con gli interni grigio chiaro e fu donato dal Centro Stile Fiat all'avvocato Gianni Agnelli.

Entrambi omologati con il nulla osta della Fiat; il telaio del primo corrisponde a ZFA141A0004604624 e la targa era TO64254R[49].[senza fonte]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scheda del Destriero sul sito Fincantieri
  2. ^ Foto della placchetta identificativa di costruzione dal sito NavieArmatori.net, Collezione A.C.
  3. ^ M. Fumagalli, Destriero, un balzo da oro olimpico Corriere della Sera, 10 agosto 1992
  4. ^ C. Marincovich, Slalom col maltempo per il Destriero La Repubblica, 11 agosto 1992
  5. ^ Boat Speeds Across Atlantic The New York Times, 10 agosto 1992
  6. ^ Foto di parte dell'equipaggio al comando dell'unità dal sito NavieArmatori.net, Collezione A.C.
  7. ^ Foto dell'equipaggio al completo dal sito NavieArmatori.net, Collezione A.C.
  8. ^ Sito web della Donald L. Blount and Associates, Inc.
  9. ^ Scheda tecnica della turbina LM1600 Archiviato il 9 marzo 2010 in Internet Archive. dal sito web della GE - Aviation
  10. ^ Scheda tecnica degli idrogetti KaMeWa Serie SL Archiviato il 16 ottobre 2012 in Internet Archive. dal sito web della Rolls-Royce Plc
  11. ^ Sito web della RENK Aktiengesellschaft
  12. ^ Riproduzione artistica della sistemazione del gruppo propulsori / idrogetti dal sito NavieArmatori.net, Collezione A.C.
  13. ^ a b c d P. Lazarus, Destriero's development program, Professional BoatBuilder Magazine nr. 109, october/november 2007
  14. ^ Una imbarcazione di tipo SES (Surface Effect Ship) unisce le caratteristiche dell'hovercraft, che si muove su di un cuscino d'aria, con quelle del catamarano che possiede un doppio scafo rigido dislocante: quando viene creato il cuscino d'aria solo una piccola parte degli scafi dell'imbarcazione SES rimangono nell'acqua permettendo velocità superiori ai 50 nodi; quando il cuscino d'aria viene disattivato, l'imbarcazione diventa dislocante permettendo le normali operazioni di ormeggio e manovra alle basse velocità. Per comprendere con maggior dettaglio il funzionamento di un mezzo SES cfr. W. Tibbets et al., United States Patent n. 4196686: Air-Lift Boat, dal sito Google Patents.
  15. ^ P. Lazarus, Record run, Professional BoatBuilder Magazine nr. 110, december/january 2008
  16. ^ P. Lazarus 2008, ibidem
  17. ^ Foto degli interni del ponte comando dal sito NavieArmatori.net, Collezione A.C.
  18. ^ Descrizione della Scala Douglas su Eurometeo.com
  19. ^ P. Lazarus 2008, op. cit.
  20. ^ B. Lloyd, A race against time and Atlantic's waters, The New York Times, 1º giugno 1992
  21. ^ Sulle origini della Hales Trophy cfr. Foreign News: Card's Cup Archiviato il 22 dicembre 2011 in Internet Archive., Times, 29 luglio 1935
  22. ^ Così come deducibile dal Online vessels registry[collegamento interrotto] della società di classificazione DNV - Det Norske Veritas
  23. ^ V. Zaccagnino, Attacco inglese a Destriero: è paura di perdere il record?, Corriere della Sera, 16 gennaio 1992
  24. ^ Storm halts bid for record, The New York Times, 15 luglio 1992
  25. ^ L'Aga Khan annuncia: Destriero sfiderà il Pacifico, Corriere della Sera, 5 settembre 1992
  26. ^ Anche questa informazione è rilevabile dal Online vessels registry[collegamento interrotto] della società di classificazione DNV - Det Norske Veritas
  27. ^ Scheda sullo sviluppo della Littoral Combat Ship (LCS) dal sito on-line Naval-technology.com
  28. ^ M. Minella, Fincantieri: business militare dalla Liguria agli Stati Uniti, La Repubblica, 5 agosto 2008
  29. ^ Sulle controversie che hanno caratterizzato il programma Littoral Combat Ship cfr. P. Taubam, Lesson on How Not to Build a Navy Ship, The New York Times, 25 aprile 2008
  30. ^ C. Marincovich, Il giro del mondo in Destriero, La Repubblica, 9 ottobre 1992
  31. ^ Scheda del superyacht Alamshar su Superyachttimes.com
  32. ^ S. Trump, Aga Khan's £100m boat after Blue Riband title, Telegraph, 12 novembre 2007
  33. ^ A. Pinna, L'Aga Khan vuole il record oceanico, Corriere della Sera, 19 novembre 2007
  34. ^ C. Leake, More carthorse than racehorse... the Aga Khan's £100m yacht, Dailymail, 30 marzo 2008
  35. ^ Localizzazione del Destriero su Google Maps, Plymouth, UK
  36. ^ Localizzazione del Destriero su Bing Mapsin modalità Bird's Eye, Plymouth, UK
  37. ^ Scheda del motoryacht Kalamoun Archiviato il 31 maggio 2009 in Internet Archive. sul sito della Sparkman & Stephens Yacht Design
  38. ^ Irish Sea Shipping Archiviato il 20 febbraio 2012 in Internet Archive., The Online Shipping Magazine
  39. ^ M. Howorth, Two yachts vanish from UK port Archiviato il 13 luglio 2011 in Internet Archive., IBI - International Boat Industry Magazine, 13 febbraio 2009
  40. ^ Scheda sui cantieri navali Lürssen Archiviato il 9 dicembre 2007 in Internet Archive. su Nautica.it
  41. ^ Destriero - Have you seen it ? - General Yachting Discussion | YachtForums: We Know Big Boats!, su yachtforums.com. URL consultato il 25 settembre 2021.
  42. ^ Yachtspotter.com - News & Forum, su yachtspotter.com. URL consultato il 25 settembre 2021.
  43. ^ Localizzazione del Destriero presso i cantieri Lürssen su Bing Maps, Lemwerder, DE
  44. ^ C. Ricci, I venti anni del Destriero, rivive il mito dell'impresa, La Nazione, 25 luglio 2012
  45. ^ ANSA.it, 24 luglio 2012
  46. ^ SUPERYACHT Times Archiviato il 9 novembre 2012 in Internet Archive., 13 febbraio 2012
  47. ^ Francesco Forni, Restaurare il Destriero abbandonato, il monoscafo dei record. Scuro scrive all’Aga Khan, su motori.quotidiano.net, 9 dicembre 2021. URL consultato il 16 novembre 2023.
  48. ^ Abele Carruezzo, NAVE DESTRIERO, cerimonia per il trentennale della traversata atlantica, su il nautilus, 23 luglio 2022. URL consultato il 16 novembre 2023.
  49. ^ (EN) Stola Fiat Panda Destriero, su ACI. URL consultato il 25 settembre 2021.

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