Decreto di Canopo

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Il decreto di Canopo è un'iscrizione bilingue formata da tre scritture. Fu scritta con tre sistemi di scrittura: geroglifici egizi, demotico e greco, su un'antica stele memoriale in pietra, la cosiddetta stele di Canopo. L'iscrizione è un decreto dei sacerdoti egizi in onore del faraone Tolomeo III, della regina Berenice sua moglie e della loro figlia Berenice[1], e fu scolpita nel 238 a.C.

Importanza per la decifrazione dei geroglifici[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta della più antica delle iscrizioni bilingui della serie della stele di Rosetta, seguita dal Decreto di Menfi per Tolomeo IV e dalla terza ed ultima pietra, la cosiddetta stele di Rosetta, creata per Tolomeo V nel 196 a.C. Grazie ai suoi geroglifici, più numerosi di quelli della stele di Rosetta, la stele di Canopo si è dimostrata cruciale per la loro decifrazione. Esistono due copie di questa stele, e differiscono per la lunghezza delle righe.

Contenuti dell'iscrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'iscrizione tratta di campagne militari, fine della carestia, religione egizia ed organizzazione del governo nell'Egitto tolemaico. Cita i doni del re ai templi, il suo sostegno per il culto di Api e Mnevis, che garantirono grandi fortune al mondo greco-romano, e la restituzione di statue sacre che erano state asportate da Cambise II di Persia. Esalta il successo del re nel reprimere le insurrezioni dei nativi egiziani, operazione che viene definita 'mantenere la pace'. Ricorda al lettore che durante un anno di limitate inondazioni il governo annullò le tasse, ed importò il grano dall'estero. Inaugura il più preciso calendario solare conosciuto del mondo antico, con 365,25 giorni per anno. Dichiara dea la defunta principessa Berenice e ne inaugura il culto, con donne, uomini, cerimonie e speciali torte di pane. Infine ordina di incidere il decreto su pietra o bronzo, sia in geroglifico che in greco, e di mostrarlo pubblicamente nei templi.[2]

Riforma del calendario[modifica | modifica wikitesto]

Il calendario tradizionale egiziano aveva 365 giorni: dodici mesi di trenta giorni ed un'intercalazione di cinque giorni. Secondo questa riforma, le cerimonie di 5 giorni definite "Apertura dell'anno" avrebbero incluso un'addizionale sesto giorno ogni quattro anni.[3] Il motivo era che la nascita di Sothis (Sirio) avanzava di un giorno ogni quattro anni, così che il collegamento tra l'inizio dell'anno ed il ciclo della stella Sirio avrebbe mantenuto il calendario sincronizzato con le stagioni.

Questa riforma del calendario tolemaico fallì, ma fu infine attuata ufficialmente in Egitto da Augusto nel 26/25 a.C., ed è ora chiamato calendario copto o alessandrino,[4] ed il primo giorno supplementare si ebbe il 29 agosto 22 a.C.[5] Giulio Cesare aveva in precedenza ufficializzato il calendario di 365,25 giorni a Roma nel 45 a.C. e perciò da lui prende il nome il calendario giuliano. Nei primi decenni, tuttavia, l'introduzione dei giorni bisestili avvenne in modo irregolare.

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Robinson Ellis, A Commentary on Catullus, Adamant Media Corporation 2005, ISBN 1402171013, p.295
  2. ^ The Canopus Decree, su reshafim.org.il. URL consultato il 16 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2019).
  3. ^ Canopic reform, su tyndalehouse.com. URL consultato il 16 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2011).
  4. ^ Marshall Clagett, Ancient Egyptian Science: A Source Book, Diane 1989, ISBN 0871692147, p.47
  5. ^ Egyptian Civil Calendar Archiviato il 14 marzo 2007 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ernest Budge, The Rosetta Stone, Dover Publications, ca. 1929, Dover edition, 1989. ISBN 0-486-26163-8
  • Stefan Pfeiffer, Das Dekret von Kanopos (238 v. CHR), Monaco: K. G. Sauer, 2004.

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