Dardo (malacologia)

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Immagine SEM di un dardo di Monachoides vicinus.
Il segmento bianco in basso a destra rappresenta una lunghezza di 500 µm (0,5 mm).

In malacologia il dardo (in latino telum amoris o gypsobelum) è uno stiletto calcareo o chitinoso, presente in molte specie di molluschi gasteropodi terrestri, che subito prima dell'accoppiamento viene scagliato e infisso nelle carni del partner.

Evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Coppia di Cornu aspersum in fase di corteggiamento, una di esse con un dardo

La presenza di dardi in differenti superfamiglie dell'ordine Stylommatophora fa ritenere che si tratti di un carattere anatomico comparso precocemente nella storia evolutiva degli Eupulmonata, già presente nel progenitore comune degli Stylommatophora. Il carattere potrebbe essersi perduto secondariamente nelle specie che ne sono sprovviste e in talune specie (p.es Sagdidae spp.) persiste alla stadio vestigiale.[1]

Funzione[modifica | modifica wikitesto]

Il significato funzionale di tale formazione anatomica non è ancora del tutto chiaro.
In passato si riteneva che i dardi avessero una non meglio precisata funzione "stimolante" durante l'accoppiamento.
Studi recenti, condotti su chiocciole della specie Cornu aspersum, hanno dimostrato che un rilascio efficace del dardo si associa con un maggiore successo riproduttivo[2][3]. Osservazioni ulteriori puntano l'attenzione su sostanze mucose associate al dardo, rivelatesi in grado di stimolare la recettività agli spermatozoi[4].

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

La morfologia del dardo varia da specie a specie. Per esempio, due specie di elicidi molto somiglianti quali Cepaea hortensis e Cepaea nemoralis si possono talora distinguere solo in base alla differente forma dei dardi.

Immagini al microscopio elettronico (sezioni longitudinali e trasverse) dei dardi di differenti specie

Esiste un'ampia variabilità di forme, tutte grossolanamente ad ago o ad arpione, con sezione tondeggiante, ellittica o stellata. La lunghezza varia dai circa 30 mm delle specie più grandi a 1 mm delle specie più piccole. La maggior parte di essi comunque sono inferiori ai 5 mm.[5]

Sezione trasversa dello stiloforo di Helix pomatia

I dardi sono prodotti e conservati in una struttura anatomica muscolare nota come stiloforo o sacco del dardo (noto anche come bursa telae). La esatta posizione dello stiloforo varia da specie a specie, mantenendosi in contiguità del pene e della vagina, nei pressi del poro genitale.

La maggior parte delle specie ha soltanto uno stiloforo, ma alcune specie possono averne molteplici.[5]

Il sarcobelum presente in alcune specie della superfamiglia Limacoidea (p.es Deroceras reticulatum) deriverebbe dalla involuzione dello stiloforo, di cui manterrebbe la funzione relativamente alla secrezione di sostanze mucose in grado di aumentare il successo riproduttivo[4].

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Dardi calcarei[modifica | modifica wikitesto]

Sono costituiti in gran parte di carbonato di calcio, secreto da un organo specializzato presente nel sistema riproduttivo.[6]

I dardi calcarei sono tipici di alcune famiglie di gasteropodi polmonati dell'ordine Stylommatophora[5]. La maggior parte di esse appartengono alla superfamiglia Helicoidea: Camaenidae, Cepolidae, Geomitridae, Helicidae, Hygromiidae e Xanthonychidae[7].

Si trovano anche in alcune specie di Zonitidae (superfamiglia Zonitoidea) e di Philomycidae (Arionoidea).[8]
Dardi a basso contenuto di calcio si trovano anche tra gli Urocyclidae (Helicarionoidea).[5]

Dardi chitinosi[modifica | modifica wikitesto]

Dardi costituiti essenzialmente da chitina si osservano tra i gasteropodi terrestri della famiglia Ariophantidae (superfamiglia Helicarionoidea), tra gli Helicarionidae (Helicarionoidea), tra i Vitrinidae (Limacoidea) e tra i Parmacellidae (Parmacelloidea).

Dardi chitinosi si possono osservare anche tra i Systellommatophora, nella famiglia Onchidiidae (Onchidioidea).[5]

Dardi cartilaginei[modifica | modifica wikitesto]

Dardi costituiti da cartilagine sono descritti nella famiglia Gastrodontidae.[1]

Variabilità interspecifica[modifica | modifica wikitesto]

Le seguenti tabelle mostrano numerosi esempi della ampia variabilità di forme dei dardi nelle diverse famiglie. Non tutte le famiglie e le specie sono rappresentate. Le immagini rappresentano la sezione trasversa e la vista laterale.

Camaenidae[modifica | modifica wikitesto]

Morfologia del dardo Specie
Aegista vulgivaga
Bradybaena similaris
Euhadra amaliae
Euhadra quaesita
Euhadra sandai
Fruticicola fruticum

Cepolidae[modifica | modifica wikitesto]

Morfologia del dardo Specie
Polymita picta

Geomitridae[modifica | modifica wikitesto]

Morfologia del dardo Specie
Cernuella cisalpina
Cernuella hydruntina
Cernuella virgata
Helicella itala

Helicidae[modifica | modifica wikitesto]

Morfologia del dardo Specie
Arianta arbustorum
Cantareus apertus
Cepaea hortensis
Cepaea nemoralis
Chilostoma cingulatum
Chilostoma glaciale
Chilostoma planospira
Cornu aspersum
Eobania vermiculata
Helicigona lapicida
Helix lucorum
Helix pomatia
Leptaxis erubescens
Marmorana scabriuscula
Marmorana serpentina
Otala lactea
Theba pisana

Hygromiidae[modifica | modifica wikitesto]

Morfologia del dardo Specie
Hygromia cinctella
Monachoides incarnatus
Monachoides vicinus
Perforatella bidentata
Pseudotrichia rubiginosa
Trochulus hispidus
Trochulus striolatus
Xeromunda durieui
Xerosecta cespitum
Xerotricha conspurcata

Xanthonychidae[modifica | modifica wikitesto]

Morfologia del dardo Specie
Helminthoglypta nickliniana
Helminthoglypta tudiculata
Humboldtiana nuevoleonis
Monadenia fidelis
Xerarionta kellettii

Strutture simili in altri gasteropodi[modifica | modifica wikitesto]

I gasteropodi marini delle famiglie Terebridae, Turridae e Conidae sono dotati di un dardo o arpione velenoso, una struttura chitinosa differenziatasi da un dente della radula.
Questo arpione è usato per iniettare una tossina nelle potenziali prede, in genere vermi marini ma anche piccoli pesci.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Barker G. M.: Gastropods on Land: Phylogeny, Diversity and Adaptive Morphology. in Barker G. M. (ed.): The biology of terrestrial molluscs. CABI Publishing, Oxon, UK, 2001, ISBN 0-85199-318-4. 1-146, cited pages: 97, 141, 144.
  2. ^ Rogers D. & Chase R., Dart receipt promotes sperm storage in the garden snail Helix aspersa, in Behav. Ecol. Sociobiol. 2001; 50: 122-127, doi:10.1007/s002650100345.
  3. ^ Rogers D. & Chase R., Determinants of paternity in the garden snail Helix aspersa, in Behav. Ecol. Sociobiol. 2002; 52: 289–295, doi:10.1007/s00265-002-0519-6.
  4. ^ a b Chase R. and Blanchard K.C., The snail's love-dart delivers mucus to increase paternity (PDF), in Proc. R. Soc. B 2006; 273, 1471–1475. URL consultato il 6 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016).
  5. ^ a b c d e (EN) Chung D. J. D., Molluscan 'Love darts'?, in Hawaiian Shell News, 34(5), 1986 May, pp. 3-4.
  6. ^ Hasse, B; Marxen, JC; Becker, W; Ehrenberg, H and Epple, M (2002) A crystallographic study of the love dart (gypsobelum) of the land snail Helix pomatia Journal of Molluscan Studies, 68 : 249-254.
  7. ^ (EN) Joris M. Koene and Hinrich Schulenburg, Shooting darts: co-evolution and counter-adaptation in hermaphroditic snails', in BMC Evolutionary Biology, 2005, 5:25, DOI:10.1186/1471-2148-5-25.
  8. ^ B. J. Gómez: Structure and Functioning of the Reproductive System. 307-330, page 324. in: Barker G. M. (ed.): The biology of terrestrial molluscs. CABI Publishing, Oxon, UK, ISBN 0-85199-318-4.

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