Daniel-Henry Kahnweiler

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Daniel-Heinrich Kahnweiler (Mannheim, 25 giugno 1884Parigi, 19 gennaio 1979) è stato un gallerista, critico d'arte e scrittore tedesco naturalizzato francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Daniel-Heinrich (meglio conosciuto come Daniel-Henry) Kahnweiler visse la sua infanzia tra Mannheim e Stoccarda. Benché nutrisse già interesse per l'arte in generale e per la musica in particolare, fu per altre ragioni che espatriò. Nel 1902 lasciò la casa dei genitori e si trasferì a Parigi "per perfezionarsi nella pratica finanziaria presso un'importante agenzia di cambio"[1]. A Parigi approfondì in realtà la sua passione per l'arte e costruì la sua professione di mercante d'arte d'avanguardia. Dal 1915, per via della Grande Guerra, si trasferì a Berna, dove riversò maggior impegno nello studio e nella scrittura di testi sui suoi amici pittori cubisti che aveva sostenuto attraverso la propria attività mercantile a Parigi. Divenne cittadino francese nel 1937 e morì a Parigi nel 1979, all'età di 95 anni.

John Russel scrisse di lui: "Mentre il gallerista vecchio stile faceva ai suoi artisti un favore invitandoli a pranzo, Kahnweiler viveva con Picasso, Braque, Gris, Derain e Vlaminck giorno per giorno, ora dopo ora. La cosa importante non era che potessero vendere, ma che fossero liberi di andare avanti con il loro lavoro; e Kahnweiler, rendendo ciò possibile, aiutò a portare alla luce quello che a noi oggi pare l'ultima grande fioritura dell'arte francese".

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1907 aprì una galleria a Parigi e i suoi primi acquisti furono opere fauve, ma è soprattutto conosciuto come amico e promotore dei cubisti. Nel 1912 Braque e Picasso firmarono contratti che davano a Kahnweiler il diritto esclusivo di comprare la loro intera produzione. Fu anche amico e sostenitore di Juan Gris, di cui scrisse una classica biografia (1947). Come editore pubblicò molti libri illustrati dai suoi amici artisti. Nel 1961 pubblicò un'autobiografia, Mes galeries et mes peintres (1971).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Licia Fabiani in "Introduzione" a "La Via al Cubismo" Kahnweiler D.-H., ed. it Mimesis, 2001, p. 11.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La via al Cubismo, Daniel-Henry Kahnweiler. Milano, Mimesis, 2001 (ed. originale Der Zug zum Kubismus, Monaco, Delphin Verlag, 1920). Ed. italiana a cura di Licia Fabiani. ISBN 88-8483-051-6

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