Obelisco di Teodosio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Dado di Teodosio)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
L'obelisco di Teodosio I a Istanbul.
Piedistallo marmoreo di Teodosio I

L'obelisco di Teodosio (in turco Dikilitaş) è un obelisco egizio del faraone Tutmosi III che venne eretto per volere dell'imperatore romano Teodosio I (379-395) nell'ippodromo di Costantinopoli, e noto oggi come At Meydanı o Sultanahmet Meydanı, a Istanbul.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'obelisco venne eretto da Tutmosi III a sud del settimo pilone del grande tempio di Karnak. L'imperatore romano Costanzo II lo fece trasportare lungo il Nilo assieme a un altro obelisco fino ad Alessandria d'Egitto, in occasione dei propri ventennalia (venti anni di regno) nel 357: l'altro obelisco fu eretto sulla spina[1] del Circo Massimo a Roma nell'autunno dello stesso anno (ed è ora l'obelisco del Laterano), mentre quello "di Teodosio" rimase ad Alessandria fino a quando l'omonimo imperatore lo fece portare a Costantinopoli, dove venne eretto nel 388 sulla spina dell'ippodromo dal prefetto Proculo, in occasione della vittoria dell'imperatore Teodosio I sull'usurpatore Magno Massimo.

L'obelisco è in granito rosso di Siene. La parte inferiore venne danneggiata in antichità, probabilmente durante il trasporto o l'erezione,e quindi l'obelisco è oggi alto 18,54 m, raggiungendo i 25,6 m con la base, mentre in origine doveva essere alto una trentina di metri, come l'obelisco del Laterano. Tra l'obelisco e la base ci sono quattro cubi di bronzo, che furono utili al trasporto e la messa in posa del manufatto.

Su tutte e quattro le facce dell'obelisco sono incise delle iscrizioni, su di un'unica colonna centrale, che celebrano le vittorie di Tutmosi III sulle rive dell'Eufrate nel 1550 a.C..

I rilievi del piedestallo[modifica | modifica wikitesto]

La base di marmo, chiamata anche il dado di Teodosio, è di grande interesse, essendo rivestita di bassorilievi risalenti all'epoca dell'erezione dell'obelisco a Costantinopoli. Su di una delle facce l'imperatore Teodosio I è raffigurato mentre porge la corona della vittoria al vincitore della corsa, incorniciato tra arcate e colonne corinzie, mentre gli spettatori assistono alla cerimonia allietati da musici e danzatori. A destra si distingue l'organo idraulico di Ctesibio, a sinistra un altro strumento. Negli altri lati ci sono scene dell'imperatore che assiste all'apertura dei giochi e alla sottomissione o all'invio di doni da parte di popoli barbari.

Sul piedistallo è raffigurato il trasporto dell'obelisco e i giochi del circo. Ai due lati ci sono due iscrizioni, in latino e in greco, le due lingue ufficiali dell'impero, che celebrano la vittoria di Teodosio sui “tiranni” (Massimo e Vittore) e l'erezione dell’obelisco in soli trenta giorni, sotto la guida di Proclo, il prefetto urbano, esaltando la straordinarietà dell’impresa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ elemento di ippodromo di epoca classica, attorno a cui giravano i carri in gara

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN235741376 · GND (DE7724550-7