Cubo Borg

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Cubo Borg
veicolo fittizio
Creazione
UniversoStar Trek
AutoreMaurice Hurley
Gene Roddenberry
1ª app. inThe Next Genaration: Chi è Q?
Profilo
Tipoastronave
FazioneBorg
ComandanteRegina Borg
Dati tecnici
Equipaggiamento50 000 - 200 000 droni
Lunghezza3 km

Il Cubo Borg è l'astronave più comune della razza di alieni-cyborg dei Borg, nell'universo di Star Trek. Questo tipo di vascello appare per la prima volta nella serie The Next Generation.[1] Ciò valse all'episodio una nomination ai Premi Emmy del 1989 nella categoria Migliori effetti speciali e visivi.[2]

Il Cubo Borg fu concepito dallo sceneggiatore Maurice Hurley, disegnato da Richard James e infine costruito dalla Starlights Effects di Kim Bailey.[3] Il modello originale è custodito dalla CBS Consumer Products, che lo espone in particolari occasioni, come negli anniversari e nelle mostre organizzate per i fan della serie.[1]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il Cubo ha una dimensione di circa 3 chilometri di lato,[1] l'aspetto esteriore è quello di una superficie uniforme di condotti e strutture priva di elementi distintivi, come se l'astronave fosse perennemente incompleta. La struttura interna non presenta elementi distinguibili come plancia di comando o sala macchine, e le funzioni sono distribuite in tutta la nave. Tale caratteristica rende il Cubo estremamente difficile da distruggere o disabilitare, permettendogli di rimanere operativo anche se ne viene distrutto il 78%, come stimato dal comandante Elizabeth Shelby. Data l'efficienza Borg e la struttura altamente decentralizzata anche i danni più gravi possono essere riparati in tempi brevi, grazie a una matrice di rigenerazione automatizzata.[1]

Probabilmente l'unico componente del Cubo non ridondante è il Plesso centrale, un dispositivo che collega la nave, e quindi tutti i suoi droni, alla Collettività. Data la sua importanza, il Plesso si trova al centro della nave ed è protetto da numerosi campi di forza.

Il Cubo rappresenta una sorta di astronave modulare; diversi Cubi possono comporsi aderendo l'uno all'altro. Nell'iperspazio, in particolare, i Cubi possono comporsi in modo da formare un ipercubo[4].

Nel film Primo contatto si apprende anche che un Cubo può portare al suo interno una Sfera Borg.[1]

Equipaggio[modifica | modifica wikitesto]

L'equipaggio è costituito da uno standard di 50 000 droni Borg, ma può arrivare anche a 179 000.[1] Le condizioni ambientali sono una temperatura di 39,1 gradi Celsius con un'umidità del 92% e una pressione di 2 chilopascal superiore allo standard della Federazione.[5]

A bordo di un Cubo si trovano camere di incubazione dove vengono creati nuovi droni mediante il concepimento di bambini a cui vengono innestati gli impianti cibernetici già allo stadio fetale.

Propulsione[modifica | modifica wikitesto]

I Cubi sdispongono sia di propulsione a curvatura che di tecnologia a transcurvatura.[6]

Armamento[modifica | modifica wikitesto]

L'armamento comprende lanciasiluri e un qualche tipo di arma phaser. Il Cubo dispone inoltre di raggi traenti di grande potenza e raggi di energia concentrata usati per tagliare obiettivi da assimilare.[1]

Le difese comprendono scudi adattabili e campi subspaziali ad alta energia.

Funzioni[modifica | modifica wikitesto]

Il Cubo è la principale astronave della flotta Borg. Le enormi dimensioni, la potenza e l'elevato numero di droni gli consentono di operare in autonomia per missioni a lungo raggio come l'esplorazione dello spazio e l'assimilazione di nuove specie; in genere un Cubo da solo è in grado di distruggere le difese di un intero pianeta e assimilarne ogni traccia di civiltà. Altre attività comprendono l'attacco a civiltà evolute, come la Federazione, e la difesa della collettività da minacce esterne come la specie 8472, immune all'assimilazione dei Borg e che li sconfisse a più riprese.[7]

Un solo Cubo Borg in un'occasione è stato in grado di infliggere alla Federazione una pesante sconfitta nella battaglia di Wolf 359 distruggendo 39 delle 40 navi a difesa dei confini del pianeta Terra.[8]

In quell'occasione il Cubo riuscì ad arrivare fino alla Terra prima di essere distrutto dall'equipaggio dell'Enterprise D con un espediente.[9][10] Nonostante la sconfitta, il secondo tentativo di conquista dei Borg fu nuovamente effettuato con un solo Cubo, benché stavolta dotato di tecnologia temporale, come narrato nel film Primo contatto.

Cubo Tattico[modifica | modifica wikitesto]

Il Cubo Tattico è una variante del normale Cubo specializzato per il combattimento pesante. La differenza più evidente è l'estesa corazza che copre gran parte dello scafo. Inoltre il modello è dotato all'interno di una griglia di sicurezza multi rigenerativa che protegge il Plesso centrale e impedisce il teletrasporto diretto nelle sue vicinanze.

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (EN) Honor the geometric genius of Star Trek's Borg Cube, su syfy.com. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
  2. ^ Larry Nemecek, The Star Trek: The Next Generation Companion, Pocket Books. p= 86, 2003, ISBN 978-0-7434-7657-7.
  3. ^ **Exclusive** In Their Own Words: “Aether” Special Effects wizard Kim Bailey, su onefilmfan.com, 2015.
  4. ^ Questa configurazione appare nel romanzo Star Trek: Il vendicatore di William Shatner - fonte non canonica
  5. ^ Si veda il film Primo contatto
  6. ^ Robert Doherty, Star Trek: Voyager: episodio 7x6, Il messaggero [Inside Man], UPN, 8 novembre 2000.
  7. ^ 15 of the Most Bizarre Alien Species Featured in 'Star Trek', su space.com, Space.com.
  8. ^ Star Trek vs. red dwarf: the battle of Wolf 359, su syfy.com.
  9. ^ Michael Piller, Star Trek: The Next Generation: episodio 3x26, L'attacco dei Borg (prima parte) [The Best of Both Worlds: Part 1], syndication, 18 giugno 1990.
  10. ^ Michael Piller, Star Trek: The Next Generation: episodio 4x1, L'attacco dei Borg (seconda parte) [The Best of Both Worlds: Part 2], syndication, 24 settembre 1990.
  11. ^ J. D. Emberson1 et al., The Borg Cube Simulation: Cosmological Hydrodynamics with CRK-SPH, in Astrophysical Journal, vol. 877, n. 75, giugno 2019.
  12. ^ Thomas H. Rehm, Reactor Technology Concepts for Flow Photochemistry, in ChemPhotoChem, aprile 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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