Crocifissione (Filippino Lippi)

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Crocifissione
AutoreFilippino Lippi
Data1452-1453
Tecnicatempera su tavola
Dimensioni31,2×23,5 cm
UbicazioneMuseo civico, Prato

La Crocifissione è un dipinto a tempera su tavola (31,2x23,5 cm) di Filippino Lippi, databile al 1501 circa e conservato nel Museo civico di Prato.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'opera, di piccolo formato, è nota a Berlino agli inizi del XX secolo nella Zantpoort. Nel 1928 passò a Fritz Rothmann e nel 1933 venne portata a Firenze dal mercante d'arte Alessandro Contini-Bonacossi, che lo stesso anno la rivendette a Simon Guggenheim a New York. Nel 1955 entrò nelle collezioni del Denver Art Museum, che l'ha messa in vendita il 27 gennaio 2010 a un'asta di Christie's per un riordino delle proprie collezioni. In quell'occasione venne acquistata dal Comune di Prato, tornando forse nella città per la quale era stata originariamente dipinta. La tavola era stata esposta nel 1939 all'Esposizione Universale di New York[1].

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Il piccolo crocifisso ricalca l'immagine di una Crocifissione tra Maria e san Francesco su tavola di Filippino, già nello Staatliche Museen di Berlino, distrutta durante la seconda guerra mondiale.

Opera della maturità dell'artista, probabilmente commissionata nell'ambito dei seguaci di Savonarola, è giunta fino a noi in eccellenti condizioni di conservazione. Gesù è rappresentato sulla Croce con uno sfondo nero, in una posizione di intento patetismo che fa pensare a un'opera per la devozione privata, da guardare in posizione ravvicinata. Grande attenzione è data alla resa anatomica del corpo di Cristo che è vestito da un perizoma complessamente panneggiato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ New York, World's Fair, Masterpieces of Art, New York, May - October 1939, no. 217

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Briganti, Un'opera inedita di Filippino Lippi in Miscellanea di storia dell'arte in onore di Igino Benvenuto Supino, Firenze 1933, pp. 481–82;
  • A. Scharf, Filippino Lippi, Vienna 1935, pp. 57, 107 n. 27
  • A. Scharf, Filippino Lippi, Vienna 1950, pp. 33, 55, con n. 97;
  • L. Berti–U. Baldini, Filippino Lippi, Firenze 1957, p. 98 n. 11;
  • Bernard Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Florentine School, London 1963, p. 108;
  • B. Fredericksen–Federico Zeri, Census of the American Picturesi 1972, p. 105;
  • L. Berti–U. Baldini, Filippino Lippi, Firenze II ed. 1991, p. 235;
  • J. Nelson, The later works of Filippino Lippi from his Roman sojourn to his death (c. 1489-1504), Ph. Diss. Institute of Fine Arts New York University 1992, p. 312;
  • P. Zambrano-J. K. Nelson, Filippino Lippi, Milano 2004, n.55.2,p. 599, fig. 55.2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Scheda dell'opera, su cultura.prato.it. URL consultato il 14 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2011).
  • Christie's, su christies.com.