Campionato mondiale di calcio 2002

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Coppa del Mondo FIFA 2002
  • 2002년 FIFA 월드컵
    (2002nyeon FIFA woldeukeob)
  • FIFAワールドカップ2002
    (FIFA wārudokappu 2002)
Logo della competizione
Competizione Campionato mondiale di calcio
Sport Calcio
Edizione 17ª
Date 31 maggio - 30 giugno 2002
Luogo Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud
Bandiera del Giappone Giappone
Partecipanti 32 (198 alle qualificazioni)
Risultati
Vincitore Bandiera del Brasile Brasile
(5º titolo)
Secondo Bandiera della Germania Germania
Terzo Bandiera della Turchia Turchia
Quarto Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud
Statistiche
Miglior giocatore Bandiera della Germania Oliver Kahn
Miglior marcatore Bandiera del Brasile Ronaldo (8)
Miglior portiere Bandiera della Germania Oliver Kahn
Incontri disputati 64
Gol segnati 161 (2,52 per incontro)
Pubblico 2 705 134
(42 268 per incontro)
Cronologia della competizione
1998 2006

Il campionato mondiale di calcio 2002 o Coppa del Mondo FIFA 2002 (in coreano: 2002년 FIFA 월드컵, 2002nyeon FIFA woldeukeob, in giapponese: FIFAワールドカップ2002, FIFA wārudokappu 2002, in inglese: 2002 FIFA World Cup), noto anche come Corea del Sud-Giappone 2002, è stato la diciassettesima edizione della massima competizione per le rappresentative di calcio (squadre comunemente chiamate "nazionali") maschili maggiori delle federazioni sportive affiliate alla FIFA.

Si tenne in Corea del Sud e in Giappone dal 31 maggio al 30 giugno 2002.

Primo campionato mondiale a tenersi in Asia nonché primo a dividersi su due Paesi organizzatori, fu anche l'ultimo a vedere la partecipazione automatica della squadra campione uscente che, dall'edizione successiva, dovette partecipare come tutte le altre alle qualificazioni. Fu anche l'ultima edizione a prevedere il golden goal (ufficialmente soppresso due anni più tardi) nelle fasi a eliminazione diretta, e la prima a permettere 23 convocazioni per squadra nazionale invece di 22. Infine, tale edizione segnò anche il termine della consuetudine di disputare l'incontro d'apertura con la squadra campione uscente; dal successivo torneo, infatti, tale diritto sarebbe spettato alla squadra del Paese ospitante.

A laurearsi campione mondiale fu il Brasile, alla sua terza finale consecutiva, che batté la Germania con il punteggio di 2-0; per i sudamericani si trattò del loro quinto titolo mondiale, nessuno dei quali conquistato da Paese organizzatore.

Miglior marcatore del torneo fu il brasiliano Ronaldo, autore di 8 goal, due dei quali marcati nella finale. Arbitro della finale fu Pierluigi Collina, secondo italiano a dirigere la gara per il titolo in un campionato mondiale, 24 anni dopo Sergio Gonella nel 1978 in Argentina.

Il mondiale fu inoltre caratterizzato da numerose controversie, in particolare su alcuni arbitraggi.

[1]

Assegnazione e pallone ufficiale[modifica | modifica wikitesto]

Il presidente statunitense George W. Bush e il presidente sudcoreano Kim Dae-Jung esibiscono le loro maglie personalizzate in occasione del mondiale, durante un incontro avvenuto a Seul il 20 febbraio 2002

Come deciso dalla FIFA il 31 maggio 1996 a Zurigo, per la prima volta nella storia i campionati mondiali di calcio erano organizzati da due Paesi, il che significava anche che per la prima volta tre squadre, ossia la Corea del Sud, il Giappone (entrambe ospitanti) e la Francia campione del mondo in carica erano ammesse di diritto alla fase a gironi. Per la prima volta il campionato si svolgeva fuori dall'Europa e dall'America.

Nello stesso anno la Corea del Nord si disse disponibile ad organizzare il mondiale congiuntamente con la Corea del Sud. Era la prima volta che lo Stato nordcoreano, noto per il suo opprimente governo dittatoriale di stampo comunista e l'isolamento internazionale da esso imposto, apriva le porte ad un evento di portata mondiale (ad eccezione delle Olimpiadi di Seul del 1988, in cui però il paese aveva più che altro cercato di imporre l'organizzazione congiunta). Il presidente Sepp Blatter, contento dell'interesse, aggiunse che la proposta sarebbe stata accettata soltanto se ci fosse stata intesa tra le due Coree. La FIFA era accondiscendente in quanto ci sarebbe stata l'opportunità di disputare partite di rilievo in alcuni impianti di grande capienza della Corea del Nord, tra cui il Rungrado May Day Stadium, da 150 000 posti, il più grande stadio del mondo, che avrebbe potuto ospitare la finale.

Dopo diversi incontri tra le delegazioni delle due Coree, la Corea del Sud ha ufficializzato la candidatura congiunta con il solo Giappone, precisando che la scelta era dovuta alla difficile situazione politica in Corea del Nord, che avrebbe reso difficile l'approdo di turisti nel paese, ed allo sviluppo economico e industriale tra i più poveri del mondo.

All'epoca dell'assegnazione, il Giappone non si era mai qualificato per un'edizione del mondiale (la prima a cui prese parte fu Francia '98), analogamente all'Italia nel 1934 e al Qatar nel 2022.

L'assegnazione del torneo in Estremo Oriente rappresentò una sorta di problema per i cittadini europei, abituati nelle edizioni precedenti a guardare le partite in televisione ad orari pomeridiani o serali.[2] Con i match in programma al mattino, a causa del fuso orario, molte scuole ed uffici in Europa scelsero di aprire più tardi o, nel caso di incontri posti in prossimità dell'ora di pranzo, di chiudere prima.[3]

Il Fevernova, pallone ufficiale dei Mondiali

Il pallone ufficiale utilizzato per i Mondiali 2002 fu il Fevernova della Adidas, che aveva uno stile simile al Tango (pallone della medesima marca). Il colore giallo dorato simboleggia la potenza della Corea e del Giappone, le fiamme rosse rappresentano il fuoco che è il motore della crescita economica dei due paesi, mentre i quattro triangoli indicano lo sviluppo industriale bilanciato dei due paesi, secondo quanto detto dall'Adidas. Il pallone, che è stato sviluppato dal Centro di ricerche Adidas a Scheinfeld, in Germania, si avvalse di una nuova formula per la schiuma sintetica, permettendo una maggiore pressione interna e fornendo maggiori prestazioni in termini di forza repulsiva, elasticità, movimento di rivoluzione e controllo. Questo pallone è stato notoriamente criticato per essere eccessivamente leggero, ma con esso durante il torneo sono stati segnati alcuni gol spettacolari. Il pallone è stato anche accusato di una serie di cambiamenti improvvisi di traiettoria durante la fase a eliminazione diretta.[4]

Critiche e polemiche[modifica | modifica wikitesto]

Tifosi brasiliani in festa durante i Mondiali

Questa edizione della Coppa del mondo è stata segnata da numerosi episodi controversi, a partire dalla sua assegnazione. Inizialmente Corea del Sud e Giappone non avevano sostenuto una candidatura congiunta, ma separata. Il terzo paese candidato era il Messico. Il 31 maggio 1996 il Comitato Esecutivo FIFA, in seguito all'accordo raggiunto tra Japan Football Association e Korea Football Association per una candidatura congiunta, scelse i due Stati asiatici "per acclamazione" come organizzatori dei Mondiali 2002. Emersero ben presto notevoli problemi di costruzione: il budget per la costruzione degli stadi e l'organizzazione dell'evento superò di gran lunga quello preventivato, raggiungendo i 5 miliardi di dollari (all'epoca dei fatti divenne la Coppa del mondo più costosa di sempre). Due impianti costruiti per il Mondiale non furono usati: lo stadio Toyota, dell'omonima città, e il Tokyo Stadium di Chōfu.[5]

A testimonianza della cattiva promozione da parte degli organizzatori, la vendita dei biglietti calò notevolmente rispetto alle edizioni precedenti: si passò dai 3,58 milioni di spettatori di USA '94 e i 2,8 milioni di Francia '98 a poco più di 2,7 milioni di spettatori di questa edizione, quando la FIFA contava di raggiungere nuovamente il traguardo di 3,5 milioni di spettatori. Già alla fine del mese di aprile 2002, tutti i biglietti per le partite della Coppa del mondo risultavano esauriti; tuttavia, era chiaro fin dai primi match che gli stadi presentavano un numero significativo di posti vuoti.[6] Si scoprì in seguito che l'ente incaricato della vendita dei tagliandi aveva ancora a disposizione dei titoli che non erano stati venduti; in particolare, nell'ottavo di finale tra Giappone e Turchia, svoltosi a Rifu, risultavano esserci 700 posti vuoti, nonostante entrambe le federazioni avessero dichiarato che erano stati venduti tutti i biglietti a disposizione.

A causare non poche polemiche furono infine alcuni arbitraggi. Tra direttori di gara più criticati si ricordano l'ecuadoriano Byron Moreno, il brasiliano Carlos Simon, il marocchino Mohamed Guezzaz, l'egiziano Gamal Al-Ghandour, il sudcoreano Kim Young-Joo, il cinese Jun Lu, l'inglese Graham Poll e lo scozzese Hugh Dallas. Gli errori arbitrali furono tali da spingere la FIFA a designare, in occasione delle semifinali e delle finali, solo arbitri europei e di chiara fama, così le semifinali furono dirette dallo svizzero Urs Meier e dal danese Kim Milton Nielsen, mentre la finale andò all'italiano Pierluigi Collina. In seguito, la FIFA rivide in parte la sua scelta, a seguito delle proteste di molti direttori di gara, visto che vi erano stati anche alcuni arbitri non europei, soprattutto quelli africani e medio-orientali, che avevano diretto egregiamente gli incontri per i quali erano stati designati. Pertanto la finale per il 3º posto venne affidata all'arbitro kuwaitiano Saad Mane.

A distanza di tredici anni, nel 2015, a seguito dell'inchiesta internazionale condotta dall'FBI che ha portato all'arresto di numerosi dirigenti FIFA per corruzione, apparve evidente che i cattivi arbitraggi del mondiale del 2002 erano tutti figli di un piano secondo il quale la Corea del Sud o il Giappone avrebbero dovuto raggiungere almeno le semifinali. La FIFA smentì le affermazioni della corte federale di Brooklyn, ma in base alle indagini condotte dall'agente FBI Erick Martinez:[7]

«La FIFA non avrebbe consentito, per ragioni economiche, che entrambe le nazionali ospitanti venissero eliminate prima dei quarti di finale.»

Il caso più emblematico di questo pilotaggio del mondiale fu la direzione di Byron Moreno dell'ottavo di finale Corea del Sud-Italia. Il 18 giugno 2002 si giocarono due ottavi di finale: Giappone-Turchia e, appunto, Corea del Sud-Italia. Nella prima sfida i giapponesi furono eliminati dal torneo, sconfitti per 1-0, pertanto era necessario per la FIFA che la Corea del Sud oltrepassasse lo scoglio dell'Italia. Ad intervenire fu Chung Mong-joon, vicepresidente della FIFA e deputato al Parlamento sudcoreano, che fece pressioni sul presidente della federazione calcistica mondiale Sepp Blatter affinché la Corea venisse favorita. Il quarto uomo di quella sfida, Mohammed Guezzaz, uomo di fiducia di Issa Hayatou, disse quindi ai guardalinee di quell'incontro di favorire il gioco coreano.[7][8]

Stadi[modifica | modifica wikitesto]

La Corea del Sud e il Giappone hanno fornito venti stadi (record di impianti utilizzati), dieci a testa, molti dei quali costruiti appositamente per il campionato.

Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud
Taegu Seul Pusan Incheon Ulsan
Daegu World Cup Stadium Seoul World Cup Stadium Busan Asiad Stadium Incheon Munhak Stadium Ulsan Munsu Football Stadium
Capienza: 68,014[9] Capienza: 63,961[10] Capienza: 55,982[11] Capienza: 52,179[12] Capienza: 43,550[13]
Suwon Gwangju Jeonju Seogwipo Daejeon
Suwon World Cup Stadium Gwangju World Cup Stadium Jeonju World Cup Stadium Jeju World Cup Stadium Daejeon World Cup Stadium
Capienza: 43,188[14] Capienza: 42,880[15] Capienza: 42,391[16] Capienza: 42,256[17] Capienza: 40,407[18]

Corea del Sud

Giappone

Bandiera del Giappone Giappone
Yokohama Saitama Shizuoka Osaka Miyagi
Stadio internazionale di Yokohama Saitama Stadium Shizuoka Stadium Nagai Stadium Miyagi Stadium
Capienza: 72,327[19] Capienza: 63,000[20] Capienza: 50,600[21] Capienza: 50,000[22] Capienza: 49,000[23]
Ōita Niigata Kashima Kōbe Sapporo
Ōita Stadium Niigata Stadium Kashima Soccer Stadium Kobe Wing Stadium Sapporo Dome
Capienza: 43,000[24] Capienza: 42,300[25] Capienza: 42,000[26] Capienza: 42,000[27] Capienza: 42,000[28]

Squadre partecipanti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Convocazioni per il campionato mondiale di calcio 2002.
Pr. Squadra Data di qualificazione certa Confederazione Partecipante in quanto Partecipazioni precedenti al torneo
1 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud 31 maggio 1996 AFC Rappresentativa della nazione co-organizzatrice della fase finale 5 (1954, 1986, 1990, 1994, 1998)
2 Bandiera del Giappone Giappone 31 maggio 1996 AFC Rappresentativa della nazione co-organizzatrice della fase finale 1 (1998)
3 Bandiera della Francia Francia 12 luglio 1998 UEFA Paese detentore del titolo 10 (1930, 1934, 1938, 1954, 1958, 1966, 1978, 1982, 1986, 1998)
4 Bandiera del Sudafrica Sudafrica 5 maggio 2001 CAF Vincitrice del Secondo Turno (CAF) 1 (1998)
5 Bandiera del Camerun Camerun 1º luglio 2001 CAF Vincitrice del Secondo Turno (CAF) 4 (1982, 1990, 1994, 1998)
6 Bandiera della Tunisia Tunisia 15 luglio 2001 CAF Vincitrice del Secondo Turno (CAF) 2 (1978, 1998)
7 Bandiera del Senegal Senegal 21 luglio 2001 CAF Vincitrice del Secondo Turno (CAF) -
8 Bandiera della Nigeria Nigeria 29 luglio 2001 CAF Vincitrice del Secondo Turno (CAF) 2 (1994, 1998)
9 Bandiera dell'Argentina Argentina 15 agosto 2001 CONMEBOL Vincitrice del gruppo unico (CONMEBOL) 12 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998)
10 Bandiera della Polonia Polonia 1º settembre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 5 (UEFA) 5 (1938, 1974, 1978, 1982, 1986)
11 Bandiera della Spagna Spagna 1º settembre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 7 (UEFA) 10 (1934, 1950, 1962, 1966, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998)
12 Bandiera del Paraguay Paraguay 5 settembre 2001 CONMEBOL Seconda classificata del gruppo unico (CONMEBOL) 5 (1930, 1950, 1958, 1986, 1998)
13 Bandiera della Costa Rica Costa Rica 5 settembre 2001 CONCACAF Vincitrice del gruppo unico della Seconda Fase (CONCACAF) 1 (1990)
14 Bandiera della Russia Russia 5 settembre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 1 (UEFA) 8 (1958, 1962, 1966, 1970, 1982, 1986, 1990, 1994)[29]
15 Bandiera della Svezia Svezia 5 settembre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 4 (UEFA) 9 (1934, 1938, 1950, 1958, 1970, 1974, 1978, 1990, 1994)
16 Bandiera della Cina Cina 4 ottobre 2001 AFC Vincitrice del Secondo Turno (AFC) -
17 Bandiera del Portogallo Portogallo 6 ottobre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 2 (UEFA) 2 (1966, 1986)
18 Bandiera della Danimarca Danimarca 6 ottobre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 3 (UEFA) 2 (1986, 1998)
19 Bandiera della Croazia Croazia 6 ottobre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 6 (UEFA) 1 (1998)
20 Bandiera dell'Italia Italia 6 ottobre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 8 (UEFA) 14 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998)
21 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 6 ottobre 2001 UEFA Vincitrice del Gruppo 9 (UEFA) 10 (1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1982, 1986, 1990, 1998)
22 Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita 21 ottobre 2001 AFC Vincitrice del Secondo Turno (AFC) 2 (1994, 1998)
23 Bandiera dell'Ecuador Ecuador 7 novembre 2001 CONMEBOL Terza classificata del gruppo unico (CONMEBOL) -
24 Bandiera del Messico Messico 11 novembre 2001 CONCACAF Seconda classificata del gruppo unico della Seconda Fase (CONCACAF) 11 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1978, 1986, 1994, 1998)
25 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 11 novembre 2001 CONCACAF Terza classificata del gruppo unico della Seconda Fase (CONCACAF) 6 (1930, 1934, 1950, 1990, 1994, 1998)
26 Bandiera del Brasile Brasile 14 novembre 2001 CONMEBOL Quarta classificata del gruppo unico (CONMEBOL) 16 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998)
27 Bandiera del Belgio Belgio 14 novembre 2001 UEFA Vincitrice del primo spareggio di qualificazione (UEFA) 10 (1930, 1934, 1938, 1954, 1970, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998)
28 Bandiera della Germania Germania 14 novembre 2001 UEFA Vincitrice del secondo spareggio di qualificazione (UEFA) 14 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998)[30]
29 Bandiera della Slovenia Slovenia 14 novembre 2001 UEFA Vincitrice del terzo spareggio di qualificazione (UEFA) -
30 Bandiera della Turchia Turchia 14 novembre 2001 UEFA Vincitrice del quarto spareggio di qualificazione (UEFA) 1 (1954)
31 Bandiera dell'Irlanda Irlanda 15 novembre 2001 UEFA Vincitrice dello spareggio di qualificazione AFC-UEFA 2 (1990, 1994)
32 Bandiera dell'Uruguay Uruguay 25 novembre 2001 CONMEBOL Vincitrice dello spareggio di qualificazione CONMEBOL-OFC 9 (1930, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1986, 1990)

Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.

Qualificazioni[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Qualificazioni al campionato mondiale di calcio 2002.

Il sorteggio[modifica | modifica wikitesto]

Il sorteggio avviene il 1º dicembre 2001 a Busan.

La FIFA, per stabilire le teste di serie, utilizza un sistema che combina i risultati ottenuti agli ultimi tre campionati del mondo e alle classifiche FIFA che interessano i ranking a dicembre 1999, dicembre 2000 e novembre 2001. Le rimanenti squadre vengono suddivise seguendo un criterio geografico. In questa ripartizione, si deve tenere conto dell'ulteriore suddivisione tra nazionali destinate a giocare in Corea del Sud e Giappone; conseguentemente, in ognuno dei due Paesi ospitanti dovrà giocare almeno una testa di serie sudamericana e non più di due europee. Tre squadre del gruppo europeo vengono dirottate per sorteggio nella fascia asiatico/sudamericana. Per ragioni politiche, la Cina viene assegnata a un girone coreano; conseguentemente, l'Arabia Saudita viene destinata a un girone giapponese. Francia (squadra campione in carica), Corea del Sud e Giappone (squadre ospitanti), infine, vengono attribuite d'ufficio ai gruppi A, D e H.

Ecco la composizione delle fasce destinate al sorteggio:

Teste di serie Europa Asia/Sudamerica Africa/Centronordamerica
Bandiera della Francia Francia (gruppo A) Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita Bandiera della Nigeria Nigeria
Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud (gruppo D) Bandiera della Croazia Croazia Bandiera della Cina Cina Bandiera del Sudafrica Sudafrica
Bandiera del Giappone Giappone (gruppo H) Bandiera della Danimarca Danimarca Bandiera del Paraguay Paraguay Bandiera della Tunisia Tunisia
Bandiera del Brasile Brasile Bandiera della Svezia Svezia Bandiera dell'Uruguay Uruguay Bandiera del Camerun Camerun
Bandiera dell'Argentina Argentina Bandiera del Portogallo Portogallo Bandiera dell'Ecuador Ecuador Bandiera del Senegal Senegal
Bandiera dell'Italia Italia Bandiera del Belgio Belgio Bandiera del Messico Messico
Bandiera della Germania Germania Bandiera dell'Irlanda Irlanda Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Bandiera della Spagna Spagna Bandiera della Russia Russia Bandiera della Costa Rica Costa Rica
Bandiera della Turchia Turchia
Bandiera della Slovenia Slovenia
Bandiera della Polonia Polonia

Riassunto del torneo[modifica | modifica wikitesto]

Piazzamenti finali delle nazionali partecipanti.

Fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo A[modifica | modifica wikitesto]

Una fase di gioco della sfida inaugurale tra Francia e Senegal, conclusasi a sorpresa con la vittoria degli africani

Il 31 maggio 2002, il Mondiale nippo-coreano apre i battenti con una colorata cerimonia d'apertura e la gara tra la Francia Campione d'Europa e del Mondo e detentrice della Confederations Cup e il Senegal, vicecampione d'Africa e al suo esordio mondiale. Il tecnico francese Roger Lemerre punta sul gruppo pluridecorato degli ultimi 4 anni e lascia a casa molti giovani dell'Under-21; già dalla prima gara, però, complice uno Zinédine Zidane fermo per un infortunio rimediato in un'amichevole pre-Mondiale contro la Corea del Sud, i giocatori selezionati appaiono poco brillanti e per niente decisivi.[31]

Il Senegal, guidato dall'allenatore francese Bruno Metsu e con una rosa composta per gran parte da giocatori militanti nel campionato francese,[32] resiste agli attacchi dei transalpini per tutto il primo tempo. Dopo il palo di David Trezeguet al 22', alla mezz'ora del primo tempo un contropiede di El Hadji Diouf porta al gol Papa Bouba Diop. Nella ripresa gli africani colpiscono anche una traversa con Khalilou Fadiga (in replica al legno di Thierry Henry) ma, grazie anche ad una gara positiva del loro estremo difensore Tony Sylva, riescono comunque ad ottenere la loro prima vittoria. Il giorno seguente la Danimarca supera l'Uruguay, di ritorno ai Mondiali dopo un'assenza durata 12 anni: la squadra di Morten Olsen si rivela rapida e pericolosa in attacco e vince grazie alla doppietta di Jon Dahl Tomasson, realizzata in chiusura di primo e secondo tempo; il goal dalla distanza di Darío Rodríguez, al 1º della ripresa, riaccende di poco le speranze uruguaiane, ma alla fine la partita finisce 2-1.

Nella seconda tornata di incontri, il pareggio ottenuto da Danimarca e Senegal nello scontro al vertice porta entrambe le selezioni a quota quattro punti: Tomasson apre di nuovo le marcature su rigore dopo un fallo di Salif Diao, ma nella ripresa, lo stesso Diao sigla il pari dopo una corsa senza palla in contropiede di oltre settanta metri; lo stesso calciatore africano si farà poi espellere, ma il risultato resterà invariato. La Francia, ridotta in 10 per l'espulsione di Henry alla mezz'ora del primo tempo, è invece costretta sullo 0-0 dall'Uruguay.[32]

Si arriva così alla terza e decisiva giornata con i campioni del Mondo costretti a vincere con due gol di scarto contro la Danimarca per non andar fuori già al primo turno. Zidane, schierato in campo anche se in condizioni fisiche piuttosto precarie, tenta invano di apportare conseguenze significative al gioco dei francesi e la Danimarca passa dapprima in vantaggio con Dennis Rommedahl per poi raddoppiare con Tomasson (al quarto gol in tre gare). La Francia è così fuori dai Mondiali a sorpresa,[32] con un solo punto ottenuto in tre gare e nessuna rete segnata: è il peggior risultato per una Nazionale campione del mondo in carica nella storia dei Mondiali. Nell'altro incontro, il Senegal rischia di compromettere il passaggio del turno; dopo essersi portati sul 3-0, grazie alle reti di Fadiga e Bouba Diop (autore di una doppietta), gli africani subiscono la rimonta dell'Uruguay, che raggiunge il pareggio con i gol di Morales, Forlan e Recoba, eppure riescono a strappare una storica qualificazione agli ottavi di finale alla loro prima partecipazione ad un mondiale.[32]

Gruppo B[modifica | modifica wikitesto]

Nella gara d'esordio del Gruppo B, il Paraguay è impegnato contro il Sudafrica. Il commissario tecnico dei sudamericani, Cesare Maldini (il più anziano della manifestazione con i suoi 70 anni) viene criticato dalla stampa sudamericana,[33] che lo accusa di aver sprecato il doppio vantaggio del primo tempo, con una seconda frazione di gioco molto difensivista che permette la rimonta del Sudafrica, conclusasi al 90' con un gol su rigore di Quinton Fortune. La Spagna è invece impegnata contro l'esordiente Slovenia e vince 3-1.

Nella seconda giornata, gli iberici replicano il 3-1 contro il Paraguay, anche stavolta condannato da un rigore, messo a segno dall'esperto Fernando Hierro. Gli africani approfittano del secondo passo falso dei latinoamericani e, superando di misura la Slovenia con un 1-0, si portano ad un passo dal turno successivo. Nell'ultima tornata la Spagna, ricca di riserve e guidata da Gaizka Mendieta, vince 3-2 contro il Sudafrica mentre in contemporanea in Paraguay-Slovenia i biancorossi, pur in inferiorità numerica dalla mezz'ora del primo tempo, rimontano l'iniziale vantaggio di Ačimovič grazie ai due nuovi entrati Campos e Cuevas, quest'ultimo autore di una doppietta. Il Sudafrica scivola quindi in terza posizione superato dal Paraguay di Cesare Maldini.

Gruppo C[modifica | modifica wikitesto]

La sorprendente Turchia, alla seconda partecipazione ad una fase finale di un mondiale, si qualifica agli ottavi per la prima volta nella sua storia

Nel gruppo C, i vicecampioni in carica del Brasile trovano la Turchia, la Costa Rica e l'esordiente Cina. Si comincia con Brasile-Turchia e i sudamericani vanno subito sotto, grazie ad un gol di Hasan Şaş; al 4' della ripresa i brasiliani pareggiano i conti grazie a Ronaldo e rientrano in partita, senza però riuscire a concretizzare alcuna occasione. All'85' l'arbitro sudcoreano Kim Young-Joo espelle Alpay Özalan per fallo da ultimo uomo su Luizão e assegna un rigore al Brasile: in realtà le telecamere mostreranno che il fallo era avvenuto fuori area. Rivaldo segna dal dischetto il 2-1, e dopo qualche minuto è di nuovo protagonista di un episodio contestato: preso sulla caviglia da una pallonata di Hakan Ünsal, inscena una simulazione, con lo scopo di guadagnare minuti preziosi e causando inoltre l'espulsione dell'avversario; alla fine verrà invero condannato al pagamento di una multa.[34] Sull'altro campo di giornata, la Cina, davanti a 40 000 sostenitori giunti ad assistere all'esordio mondiale del proprio Paese, viene battuta in pochi minuti dalla Costa Rica, che vince 2-0 grazie alle reti di Gómez e Wright.

Nella seconda giornata, anche i verdeoro sconfiggono facilmente i cinesi guidati da Bora Milutinović, decretandone l'eliminazione anticipata: è il quinto mondiale consecutivo con la quinta squadra diversa per l'allenatore serbo e la terza sconfitta con il Brasile. Nella sfida tra Turchia e Costa Rica, invece, Parks pareggia a 4 minuti dalla fine il gol iniziale del turco Emre, e mette quasi al sicuro la qualificazione della sua squadra.

Negli ultimi incontri del girone, però, il Brasile batte la Costa Rica 5-2 (si segnala la doppietta di Ronaldo), spegne le ambizioni dei centroamericani e spiana la strada ai turchi, che, con il 3-0 contro la Cina, passano il turno come secondi.[35]

Gruppo D[modifica | modifica wikitesto]

Nel quarto raggruppamento, la testa di serie d'ufficio e padrona di casa Corea del Sud è affiancata da Stati Uniti, Polonia e Portogallo: le due europee tornano al Mondiale dopo l'ultimo disputato nel 1986. Nell'incontro d'esordio la Nazionale ospitante colpisce due volte i polacchi, mentre il Portogallo rimedia invece una sconfitta contro gli Stati Uniti d'America: dopo uno svantaggio iniziale di tre reti, i lusitani tentano infatti una rimonta, ma il match si conclude per 3-2.

Nella seconda giornata, gli USA confermano la buona impressione fatta a Suwon contro i portoghesi e costringono al pari la Corea del Sud, che sbaglia anche un rigore nel primo tempo e si salva solo a 10 minuti dalla fine con Ahn Jung-hwan. I lusitani cambiano invece atteggiamento tattico e formazione titolare rispetto alla prima giornata e segnano 4 gol ai polacchi (tripletta di Pauleta e rete di Rui Costa). Al terzo turno, si incrociano quindi da un lato USA e Polonia e dall'altro Corea e Portogallo. Agli Stati Uniti basterebbe anche un pari, ma la Polonia si scuote e vince d'orgoglio per 3-1. Intanto, sul campo di Incheon la partita Corea del Sud-Portogallo si fa accesa: i nervi dei lusitani sono tesi e, al 26' João Pinto commette un fallo da dietro su Park Ji-sung nella zona di centrocampo e viene espulso dall'arbitro argentino Sánchez. I lusitani ci provano con le forze residue, ma l'arbitro non fa sconti ed espelle un po' frettolosamente anche Beto, per doppia ammonizione.[36] I padroni di casa, che fino ad allora avevano controllato lo 0-0 che avrebbe qualificato entrambe le squadre, accelerano e vanno in gol con Park, assicurandosi il primo posto nel girone e regalando il passaggio del turno agli USA; inutili sono gli sforzi finali dei portoghesi, che sfiorano la rete del pareggio con Figo (calcio di punizione fuori di poco) e Sérgio Conceição (che colpisce il palo interno con una bella girata).[37]

Gruppo E[modifica | modifica wikitesto]

Nella gara d'esordio del gruppo E, si scontrano Camerun ed Irlanda; una frazione di gioco a testa e un gol per parte decretano il risultato finale di 1-1. La Germania di Michael Ballack e Miroslav Klose si presenta invece al mondiale con una Nazionale dotata di buona solidità:[38] nella gara iniziale, il divario tecnico esistente nei confronti degli avversari dell'Arabia Saudita minimizza i problemi tecnici degli europei, che vincono per 8-0, con Klose autore di una tripletta.[39]

Ma nel successivo incontro con l'Irlanda, la Germania appare in peggior forma; il cannoniere Klose prova infatti a replicare la prestazione precedente, mettendo a segno di testa il quarto gol in due gare, ma Robbie Keane segna a pochi secondi dalla fine. Tatticamente molto organizzata e fisica, l'Irlanda si presenta così imbattuta al terzo e decisivo turno, contro l'Arabia Saudita, reduce da una sconfitta per 1-0 contro il Camerun (gol di Samuel Eto'o); il 3-0 degli irlandesi sugli asiatici qualifica la formazione d'oltremanica. Alla Germania bastano invece due reti (in una gara con 15 ammoniti e un espulso per parte) per aver ragione del Camerun, con il 2-0 siglato dal solito Miroslav Klose.

Gruppo F[modifica | modifica wikitesto]

David Beckham sigla il gol vittoria dell'Inghilterra contro l'Argentina, riscattando l'espulsione nella sfida contro l'Albiceleste del mondiale di quattro anni prima

Per una peculiare combinazione in fase di sorteggio, Argentina, Inghilterra, Svezia e Nigeria si ritrovano una contro l'altra a lottare per due posti agli ottavi in quello che è il girone più difficile del Mondiale.[32] L'Argentina, che ha inutilmente chiesto alla FIFA di poter ritirare la maglia numero 10 in onore a Diego Armando Maradona,[40] arriva da favorita per la vittoria finale e s'affida a Verón in regia e a Batistuta in attacco; tanto basta a chiudere la pratica nella gara d'esordio contro una Nigeria sperimentale e ricca di giovani e che, pur se all'altezza della situazione, paga l'infortunio di Kanu dopo pochi minuti di gioco e la mancanza di esperienza a livello internazionale. Esordio poco brillante, invece, per l'Inghilterra, anche se la Svezia non riesce ad approfittarne e la gara finisce 1-1.

La Nigeria "sperimentale" non può nulla, nel secondo incontro, nemmeno contro la Svezia, che grazie alla doppietta di Henrik Larsson si porta a un passo dagli ottavi. Le antiche rivali Argentina e Inghilterra si ritrovano invece una contro l'altra per la seconda volta di fila ai Mondiali, dopo l'ottavo di finale vinto dai sudamericani ai rigori: Beckham, al tempo criticato per la sua espulsione che aveva compromesso l'incontro, stavolta risulta decisivo, realizzando un calcio di rigore.[32]

Nella tornata decisiva, l'Inghilterra chiude il girone al secondo posto ma a pari punti con la Svezia, controllando il match contro la Nigeria e accontentandosi del pari. All'Argentina servirebbe una vittoria sugli svedesi per qualificarsi, ma la nazionale scandinava non concede niente e stacca il biglietto per gli ottavi grazie ad un 1-1. Quella dell'Argentina è la nuova, sorprendente e prematura eliminazione dopo quella dei Campioni del Mondo della Francia, nel Gruppo A.[32]

Gruppo G[modifica | modifica wikitesto]

Il Gruppo G è composto dall'Italia di Giovanni Trapattoni, vicecampione d'Europa in carica, dall'esordiente Ecuador, dalla Croazia, squadra rivelazione dei Campionati di quattro anni prima con il suo 3º posto, e dal Messico. Nonostante le preoccupazioni del Commissario Tecnico italiano riguardo all'undici sudamericano ed in particolare per il terzino De La Cruz,[41] l'Italia apre il suo cammino mondiale con una facile vittoria maturata grazie ad una doppietta di Christian Vieri contro l'Ecuador;[35] lo stesso fa il Messico, il cui numero 10 Blanco segna su calcio di rigore e batte la Croazia.

Nella seconda tornata, la compagine slava si rivela un ostacolo ben più grave del previsto nel cammino degli "Azzurri" verso gli ottavi di finale: il primo campanello d'allarme è l'infortunio di Alessandro Nesta che deve lasciare anzitempo il campo (come successo nel 1998 e come succederà poi nel 2006). All'inizio del secondo tempo, Christian Vieri fa però goal di testa, ma il fischietto inglese Graham Poll annulla per fuorigioco, che si rivelerà poi inesistente.[35] Il centravanti dell'Italia, però, si ripete dopo pochi minuti in un'azione molto simile, e stavolta porta in vantaggio l'Italia. In tre minuti, la Croazia dapprima aggancia gli Azzurri con la rete di Ivica Olić, e poi ribalta il risultato con una serie di rimpalli che portano in gol Milan Rapaić. A pesare sulla sconfitta italiana ci si mettono anche un palo interno che Francesco Totti colpisce al 40' su punizione e un goal annullato sempre da Poll a Marco Materazzi (che segna con un lancio da centrocampo per Inzaghi che non tocca la palla, mandando a vuoto involontariamente il portiere) per un presunto fallo di Filippo Inzaghi.[42][43] Nella stessa giornata, il Messico batte 2-1 gli ecuadoriani, li estromette di fatto dalla corsa per la qualificazione e si porta a quota 6, in testa al girone.

All'ultima giornata, l'Italia recupera Nesta e affronta il Messico: al 14' Filippo Inzaghi porta in vantaggio la Nazionale italiana ma il segnalinee lo vede erroneamente partire in fuorigioco e annulla; al 34' l'attaccante messicano Jared Borgetti inventa un pregevole goal di testa, con la palla che cambia traiettoria prima di insaccarsi nell'angolino alto alla sinistra di Gianluigi Buffon. All'inizio del secondo tempo, sull'altro campo di giornata, l'Ecuador passa però in vantaggio contro la Croazia, e gli Azzurri, virtualmente qualificati, capitalizzano il passaggio del turno trovando il gol dell'idolo locale Del Piero (di testa, su semirovesciata di Vincenzo Montella, al quale poco prima era stato annullato un goal regolare).[44] L'Italia se la cava dunque con un secondo posto dietro al Messico, felice di aver superato i gironi.

Gruppo H[modifica | modifica wikitesto]

L'ingresso in campo di Giappone e Russia, seconda gara del girone H, vinta dai nipponici per 1-0 con un gol di Jun'ichi Inamoto

Il Gruppo H è composto da Giappone, Belgio, Russia e Tunisia. Ad aprire sono i padroni di casa, ai quali tocca riscattare gli zero punti nel girone eliminatorio del Mondiale di Francia, partendo dal Belgio: a passare in vantaggio sono proprio gli ospiti ma i nipponici, trascinati dai propri sostenitori, riescono a reagire pareggiando subito dopo e ribaltando poi il risultato; il vantaggio sfuma però a gara inoltrata con il Belgio che chiude la partita sul 2-2. Sull'altro campo, invece, la Russia ottiene una facile vittoria per 2-0 a scapito della Tunisia.

Nella tornata successiva, il Giappone vince 1-0 contro i russi con la prima vittoria in una gara dei Mondiali, mentre, nell'altro incontro, Belgio e Tunisia si accontentano del pari. Con un 2-0 maturato nel secondo tempo ai danni dei tunisini, il Giappone si assicura il primo posto nel girone, mentre il Belgio rimane virtualmente fuori dal mondiale per mezz'ora, ma segna poi due reti che valgono la vittoria contro la Russia e si piazza secondo.[35]

Fase a eliminazione diretta[modifica | modifica wikitesto]

Ottavi di finale[modifica | modifica wikitesto]

Il primo ottavo di finale vede di fronte la Germania di Rudi Völler ed il Paraguay di Cesare Maldini. La partita è giocata su ritmi molto bassi da ambo le parti e lo 0-0 con proseguimento ai tempi supplementari ed eventualmente ai tiri di rigore sembra inevitabile, ma una rete allo scadere di Oliver Neuville regala il passaggio del turno ai tedeschi.

Nell'ottavo seguente, l'Inghilterra, complici due leggerezze del portiere della Danimarca Thomas Sørensen, vince con un netto 3-0.[39]

Il giorno dopo si affrontano le due sorprese Svezia e Senegal: l'avvio è vivace, con gli svedesi che passano subito in vantaggio con il centravanti Larsson, ma si fanno raggiungere da un goal da fuori area di Camara. Si va ai supplementari e Ibrahimović, appena entrato, sfiora il golden gol con un'azione personale. Alla fine, però, sono gli africani a festeggiare, grazie al nuovo gol di Camara: si tratta della seconda, storica qualificazione di una squadra del continente nero ai quarti di finale (in precedenza c'era riuscito solo il Camerun ad Italia '90, e lo faranno anche il Ghana a Sudafrica 2010 e il Marocco a Qatar 2022).

Non meno emozionante è la sfida serale tra Spagna e Irlanda: gli iberici controllano la partita nel primo tempo e vanno in vantaggio. Poi, però, il CT José Antonio Camacho sceglie un atteggiamento prudente e toglie dal campo Fernando Morientes e Raúl, affidando il reparto avanzato alla giovane ala Albert Luque. L'Eire preme e, dopo un rigore fallito, va in rete al 90' con Keane, ancora su tiro dagli 11 metri, costringendo così ai tempi supplementari gli spagnoli. Ormai senza punte né più cambi disponibili, la Spagna rimane asserragliata in difesa, affidandosi ai calci piazzati e ai tiri dalla lunga distanza, mentre gli irlandesi assediano l'area di rigore avversaria, fino al triplice fischio: si va quindi ai calci di rigore. Dal dischetto, sono cinque i rigori sbagliati: due per gli spagnoli e tre per gli irlandesi. Il tiro decisivo viene segnato da Gaizka Mendieta, che manda la Spagna ai quarti di finale, appuntamento a cui la Roja mancava dall'edizione 1994.[39] La Spagna e l'Irlanda saranno le uniche squadre, assieme al vincitore Brasile, a chiudere il torneo imbattute: secondo la FIFA, le sconfitte ai rigori vanno infatti contate come pareggi ai fini statistici (anche la Spagna fu eliminata ai rigori, ai quarti dalla Corea del Sud).

Gli ottavi di finale mettono di fronte per la prima volta in una fase finale anche le due compagini della CONCACAF: gli Stati Uniti, che cercano la loro prima qualificazione ai quarti di finale (se si esclude il risultato conseguito nella Coppa Rimet del 1930, dove raggiunsero direttamente le semifinali avendo vinto il proprio girone), e il Messico del giovane capitano Rafa Márquez; quest'ultimo finirà anzitempo la gara per una testata rifilata allo statunitense Cobi Jones. Quanto alla cronaca, l'esito della gara arride agli statunitensi, che mettono in luce il talento di Landon Donovan e tengono a centrocampo grazie all'esperienza del capitano Claudio Reyna, trionfando per 2-0. In serata, il Brasile si scontra con un Belgio in crescita, che chiude tutti gli spazi, pressa e attacca in velocità, e si vede annullare sullo 0-0 un gol regolare.[39] I verdeoro sfruttano l'occasione e colpiscono con i campioni Ronaldo e Rivaldo, evitando lo spettro dei supplementari.

Chiudono il quadro degli ottavi le due sfide delle compagini ospiti. Nella gara con la Turchia, il Giappone termina la sua buona avventura ai Mondiali casalinghi: ai turchi basta un solo tiro in porta in 90 minuti, realizzato da Ümit Davala, per vincere la partita e passare ai quarti.

A Daejon, l'Italia trova la Corea del Sud. I giornali locali, nei giorni precedenti, danno per sicuro il passaggio del turno dei padroni di casa e, durante la partita, i tifosi coreani esibiscono lo slogan "Again 1966!", a ricordo dell'1-0 rifilato dalla Corea del Nord agli Azzurri nel mondiale inglese di quell'anno.[45] Nel film ufficiale del mondiale 2002, il ct degli azzurri Trapattoni dichiarerà di ricordare che l'arbitro non rispose ai saluti dei giocatori italiani prima di entrare in campo. L'Italia, senza Nesta (alle prese con i postumi dell'infortunio) né Cannavaro (squalificato), vacilla nei primi minuti: dopo 4', la Corea potrebbe già approfittare di un calcio di rigore, assegnato dall'arbitro Byron Moreno a parere di molti ingiustamente, ma Buffon intuisce la traiettoria del tiro di Ahn Jung-hwan e devia in calcio d'angolo. L'Italia si riassesta e va in gol al 18' con Christian Vieri (al quarto centro personale, nono complessivo ai Mondiali) sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Nel secondo tempo, nonostante l'arbitraggio a sfavore e diversi scontri al limite (Francesco Coco finirà la gara con una vistosa fasciatura alla testa; Gianluca Zambrotta subisce un brutto fallo da tergo da Choi Jin-cheul e s'infortuna; Del Piero riceve una gomitata a gioco fermo da Kim Tae-young; Paolo Maldini prende un calcio in testa a palla lontana non sanzionato dall'arbitro),[46] l'Italia argina le avanzate coreane e sfiora a più riprese il raddoppio. A due minuti dalla fine, però, Seol Ki-hyeon pareggia approfittando di una leggerezza in difesa di Christian Panucci. Si va così ai tempi supplementari, dove l'Italia si ritrova dapprima in 10 (per via dell'espulsione ingiustamente comminata da Moreno a Francesco Totti) e poi si vede annullare il golden goal di Tommasi che avrebbe chiuso la partita per una valutazione errata del segnalinee. Con le squadre pronte ai calci di rigore, Ahn Jung-hwan segna di testa, anticipando i difensori azzurri, il golden goal che chiude la partita in favore dei sudcoreani. Per la Corea del Sud si tratta di un'impresa storica: era dal 1966 che una squadra asiatica non accedeva ai quarti di finale di Coppa del mondo; anche quella volta, era stata l'Italia ad essere eliminata, mentre a passare il turno era stata l'altra Corea, quella del Nord. Nell'immaginario del pubblico, la gara verrà ricordata come una delle più deplorevoli mai viste nella storia del calcio mondiale per via della condotta arbitrale, platealmente a favore della Corea del Sud.[39] Nel 2015, a seguito della maxi-inchiesta da parte del Federal Bureau of Investigation e del Dipartimento di Giustizia USA sulla corruzione nella FIFA, venne acclarato che la partita era stata condizionata a danno della nazionale italiana. L'arbitro, i guardalinee Jorge Rattalino (Argentina) e Ferenc Szekely (Ungheria), nonché il quarto uomo, l'arbitro marocchino Mohammad Guezzaz, ne pilotarono effettivamente l'andamento, con modalità che si sarebbero ripetute anche nella partita seguente, valida per i quarti del mondiale, vinta dai sudcoreani sulla Spagna ai rigori.[47] L'arbitro Moreno avrebbe ancora fatto discutere, qualche anno più tardi, per aver tenuto un atteggiamento simile durante una partita di campionato ecuadoriano (dove concesse addirittura ben tredici minuti di recupero); nel 2003 fu sospeso dalla FIFA e successivamente arrestato per traffico di droga.

Quarti di finale[modifica | modifica wikitesto]

Il Gwangju World Cup Stadium prima dell'incontro tra Spagna e Corea del Sud valido per i quarti di finale

Nella sfida tra Brasile e Inghilterra vincono i verdeoro,[48] complice anche il portiere inglese David Seaman, pescato fuori dai pali sulla punizione vincente di Ronaldinho.[49] Proprio il giocatore gaúcho dichiarerà nel film ufficiale della FIFA che un compagno aveva notato l'abitudine dell'estremo difensore britannico di stare fuori dai pali sui calci di punizione e gli aveva dunque consigliato di tenerlo ben d'occhio.

La Germania sfida invece gli statunitensi guidati dal CT Bruce Arena, e per arginare la loro avanzata deve far capo a tutta la sua esperienza e ad una positiva partita del loro portiere Oliver Kahn. A siglare il gol partita è Michael Ballack, di testa, al 38º. A pesare sull'esito del match c'è anche un'errata valutazione della terna arbitrale: agli americani non viene infatti assegnato un calcio di rigore dopo una respinta di mano sulla linea di porta del difensore Frings.[49]

Nel terzo quarto la Corea si aggiudica il match contro la Spagna, vincendo ai rigori, dopo lo 0-0 alla fine dei tempi supplementari. Gli spagnoli, traditi da un errore dal dischetto di Joaquín, reclameranno all'indomani per la condotta della terna arbitrale, rea di aver annullato alla Spagna due gol apparsi regolari (di cui uno siglato nei tempi supplementari), avvantaggiando significativamente quindi la Corea del Sud, come già avvenuto negli ottavi con l'Italia. [50] Eloquenti sono le reazioni della stampa iberica: AS titolerà in prima pagina ¡ROBO! ("Rapina!") e, più in basso inizierà l'articolo con, Italia tenía razón ("L'Italia aveva ragione"),[51] mentre il Mundo Deportivo, sulla stessa linea, scrive Manos arriba ("Mani in alto"), smontando tutte le decisioni controverse del fischietto El Gandour.

Chiude il quartetto delle semifinaliste la Turchia, che si aggiudica la partita tra outsider ed elimina il Senegal. Ancora una volta l'Africa si ferma ai quarti di finale, proprio come il Camerun battuto dall'Inghilterra dodici anni prima. A sconfiggere i senegalesi, apparsi quantomeno allo stesso livello tecnico degli anatolici, sarà il golden goal dell'attaccante di riserva İlhan Mansız, che va a segno con una girata al 94º.

Semifinali[modifica | modifica wikitesto]

La composizione del tabellone mette di nuovo di fronte Brasile e Turchia; segna ancora Ronaldo, al sesto centro personale, e il Brasile diventa la seconda squadra a disputare tre finali di seguito (1994, 1998 e 2002) dopo la Germania (1982, 1986, 1990). Arrivare a giocarsi l'accesso in finale per i turchi rappresenta comunque un traguardo storico, ben al di là di ogni più rosea aspettativa per la nazionale capitanata da Hakan Şükür.[49]

Anche l'altra semifinale vede confermato il pronostico: ancora una volta è decisivo Michael Ballack, che a quindici minuti dalla fine raccoglie una corta respinta del portiere coreano Lee Woon-jae su un suo stesso tiro e segna. Per i tedeschi è la quarta finale nelle ultime sei edizioni del Mondiale, ma è anche la più inaspettata. Per la Corea c'è la soddisfazione di aver ben figurato nel mondiale casalingo, eliminando di fila tre pretendenti al titolo, anche se, come si scoprirà in seguito, la Corea è arrivata alle semifinali grazie ad aiuti arbitrali che hanno deciso le partite contro Portogallo, Italia e Spagna.

Finale per il terzo posto[modifica | modifica wikitesto]

Per Corea del Sud e Turchia, la finale di consolazione è l'occasione per festeggiare un mondiale memorabile, andato ben oltre le più rosee previsioni. A Taegu i turchi lasciano in panchina alcuni titolari come l'interista Okan Buruk, mentre la Corea del Sud schiera la miglior squadra titolare. Ciononostante, dopo undici secondi (record nella storia dei mondiali di calcio), la difesa asiatica si fa sorprendere al centro da Hakan Şükür, che porta immediatamente in vantaggio la sua nazionale, col suo primo centro ai campionati mondiali. Nonostante l'immediato pareggio di Lee Eul-yong, i turchi trovano altri due gol prima della fine del tempo con Mansiz, cui segue l'inutile rete di Song Chong-gug nel recupero.[49]

Finale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Finale del campionato mondiale di calcio 2002.
Il brasiliano Ronaldo, capocannoniere dell'edizione e autore della doppietta decisiva in finale

L'attesa finale di Yokohama mette di fronte le due squadre con il maggior numero di incontri disputati in una fase finale del mondiale; sono sette i titoli mondiali in bacheca (quattro per il Brasile e tre per la Germania). Nonostante il palmarès delle due squadre, si tratta in assoluto del primo incontro tra le due compagini nella storia del campionato del mondo.[38] Völler deve fare a meno di Ballack, sostituito dall'esperto Jeremies, centrale del Bayern Monaco votato più al contenimento e quindi privo della fantasia del numero 13 tedesco. È comunque la squadra europea a iniziare meglio nel primo tempo, rischiando soltanto nel finale con la traversa su punizione di Kléberson ed un paio di occasioni per Ronaldo. Proprio Ronaldo, però, al 67' approfitta di un errore di Oliver Kahn, che si lascia sfuggire un tiro rasoterra di Rivaldo, ed è lesto a mettere in rete la palla vagante.[49] A nulla servono gli ingressi di Bierhoff e di Asamoah, perché il Brasile segna ancora al 79' con una combinazione in velocità al limite dell'area conclusa con tiro secco di Ronaldo all'angolino. I brasiliani chiudono così i conti e vincono per la quinta volta la Coppa del mondo (record mondiale attuale). Ronaldo vince la classifica cannonieri con 8 reti, superando il primato del polacco Grzegorz Lato, che nel 1974 ne aveva segnate 7.[49]

Con questo Mondiale, il Brasile vince tutte le sette partite disputate, record per i campionati del mondo, e diventa quindi la quarta squadra ad aver realizzato una striscia ininterrotta di vittorie in un mondiale. I verderoro, all'epoca unica squadra ad avere vinto un campionato mondiale fuori dal proprio continente (in Svezia nel 1958), diventano anche la prima a vincerlo in due continenti oltre il proprio; benché il primo dei due record sia stato in seguito eguagliato dalla Spagna (vittoriosa nel 2010 in Sudafrica), dalla Germania (2014 proprio in Brasile) e dall'Argentina (vittoriosa nel 2022 in Qatar) i sudamericani rimangono l'unica squadra ad avere vinto il campionato in tre continenti differenti.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Fase a gironi[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo A[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera della Danimarca Danimarca 7 3 2 1 0 5 2 +3
2. Bandiera del Senegal Senegal 5 3 1 2 0 5 4 +1
3. Bandiera dell'Uruguay Uruguay 2 3 0 2 1 4 5 -1
4. Bandiera della Francia Francia 1 3 0 1 2 0 3 -3
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Seul
31 maggio 2002, ore 20:30 UTC+9
Francia Bandiera della Francia0 – 1
referto
Bandiera del Senegal SenegalSeoul World Cup Stadium (62.561 spett.)
Arbitro: Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Bujsaim

Ulsan
1º giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Uruguay Bandiera dell'Uruguay1 – 2
referto
Bandiera della Danimarca DanimarcaMunsu Football Stadium (30.157 spett.)
Arbitro: Bandiera del Kuwait Mane

Taegu
6 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Danimarca Bandiera della Danimarca1 – 1
referto
Bandiera del Senegal SenegalDaegu World Cup Stadium (43.500 spett.)
Arbitro: Bandiera del Guatemala Batres

Pusan
6 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Francia Bandiera della Francia0 – 0
referto
Bandiera dell'Uruguay UruguayBusan Asiad Stadium (38.289 spett.)
Arbitro: Bandiera del Messico Ramos Rizo

Incheon
11 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Danimarca Bandiera della Danimarca2 – 0
referto
Bandiera della Francia FranciaIncheon Munhak Stadium (48.100 spett.)
Arbitro: Bandiera del Portogallo Melo Pereira

Suwon
11 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Senegal Bandiera del Senegal3 – 3
referto
Bandiera dell'Uruguay UruguaySuwon World Cup Stadium (33.681 spett.)
Arbitro: Bandiera dei Paesi Bassi Wegereef

Gruppo B[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera della Spagna Spagna 9 3 3 0 0 9 4 +5
2. Bandiera del Paraguay Paraguay 4 3 1 1 1 6 6 0
3. Bandiera del Sudafrica Sudafrica 4 3 1 1 1 5 5 0
4. Bandiera della Slovenia Slovenia 0 3 0 0 3 2 7 -5
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Pusan
2 giugno 2002, ore 16:30 UTC+9
Paraguay Bandiera del Paraguay2 – 2
referto
Bandiera del Sudafrica SudafricaBusan Asiad Stadium (25.186 spett.)
Arbitro: Bandiera della Slovacchia Micheľ

Gwangju
2 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Spagna Bandiera della Spagna3 – 1
referto
Bandiera della Slovenia SloveniaGwangju World Cup Stadium (28.598 spett.)
Arbitro: Bandiera del Marocco Guezzaz

Jeonju
7 giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Spagna Bandiera della Spagna3 – 1
referto
Bandiera del Paraguay ParaguayJeonju World Cup Stadium (24.000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Egitto Al-Ghandour

Taegu
8 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Sudafrica Bandiera del Sudafrica1 – 0
referto
Bandiera della Slovenia SloveniaDaegu World Cup Stadium (47.226 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Argentina Sanchez

Daejeon
12 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Sudafrica Bandiera del Sudafrica2 – 3
referto
Bandiera della Spagna SpagnaDaejeon World Cup Stadium (31.024 spett.)
Arbitro: Bandiera del Kuwait Mane

Seogwipo
12 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Slovenia Bandiera della Slovenia1 – 3
referto
Bandiera del Paraguay ParaguayJeju World Cup Stadium (30.176 spett.)
Arbitro: Bandiera del Messico Ramos Rizo

Gruppo C[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera del Brasile Brasile 9 3 3 0 0 11 3 +8
2. Bandiera della Turchia Turchia 4 3 1 1 1 5 3 +2
3. Bandiera della Costa Rica Costa Rica 4 3 1 1 1 5 6 -1
4. Bandiera della Cina Cina 0 3 0 0 3 0 9 -9
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Ulsan
3 giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Brasile Bandiera del Brasile2 – 1
referto
Bandiera della Turchia TurchiaMunsu Football Stadium (33.842 spett.)
Arbitro: Bandiera della Corea del Sud Kim

Gwangju
4 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Cina Bandiera della Cina0 – 2
referto
Bandiera della Costa Rica Costa RicaGwangju World Cup Stadium (27.217 spett.)
Arbitro: Bandiera della Grecia Vassaras

Seogwipo
8 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Brasile Bandiera del Brasile4 – 0
referto
Bandiera della Cina CinaJeju World Cup Stadium (36.750 spett.)
Arbitro: Bandiera della Svezia Frisk

Incheon
9 giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Costa Rica Bandiera della Costa Rica1 – 1
referto
Bandiera della Turchia TurchiaIncheon Munhak Stadium (42.299 spett.)
Arbitro: Bandiera del Benin Codjia

Suwon
13 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Costa Rica Bandiera della Costa Rica2 – 5
referto
Bandiera del Brasile BrasileSuwon World Cup Stadium (38.524 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Egitto Al-Ghandour

Seul
13 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Turchia Bandiera della Turchia3 – 0
referto
Bandiera della Cina CinaSeoul World Cup Stadium (43.605 spett.)
Arbitro: Bandiera della Colombia Ruiz

Gruppo D[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud 7 3 2 1 0 4 1 +3
2. Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 4 3 1 1 1 5 6 -1
3. Bandiera del Portogallo Portogallo 3 3 1 0 2 6 4 +2
4. Bandiera della Polonia Polonia 3 3 1 0 2 3 7 -4
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Pusan
4 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Corea del Sud Bandiera della Corea del Sud2 – 0
referto
Bandiera della Polonia PoloniaBusan Asiad Stadium (48.760 spett.)
Arbitro: Bandiera della Colombia Ruiz

Suwon
5 giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti3 – 2
referto
Bandiera del Portogallo PortogalloSuwon World Cup Stadium (37.306 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Ecuador Moreno

Taegu
10 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Corea del Sud Bandiera della Corea del Sud1 – 1
referto
Bandiera degli Stati Uniti Stati UnitiDaegu World Cup Stadium (60.778 spett.)
Arbitro: Bandiera della Svizzera Meier

Jeonju
10 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Portogallo Bandiera del Portogallo4 – 0
referto
Bandiera della Polonia PoloniaJeonju World Cup Stadium (31.000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Scozia Dallas

Daejeon
14 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Polonia Bandiera della Polonia3 – 1
referto
Bandiera degli Stati Uniti Stati UnitiDaejeon World Cup Stadium (26.482 spett.)
Arbitro: Bandiera della Cina Lu

Incheon
14 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Portogallo Bandiera del Portogallo0 – 1
referto
Bandiera della Corea del Sud Corea del SudIncheon Munhak Stadium (50.239 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Argentina Sánchez

Gruppo E[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera della Germania Germania 7 3 2 1 0 11 1 +10
2. Bandiera dell'Irlanda Irlanda 5 3 1 2 0 5 2 +3
3. Bandiera del Camerun Camerun 4 3 1 1 1 2 3 -1
4. Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita 0 3 0 0 3 0 12 -12
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Niigata
1º giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Irlanda Bandiera dell'Irlanda1 – 1
referto
Bandiera del Camerun CamerunNiigata Stadium (33.679 spett.)
Arbitro: Bandiera del Giappone Kamikawa

Sapporo
1º giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Germania Bandiera della Germania8 – 0
referto
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia SauditaSapporo Dome (32.218 spett.)
Arbitro: Bandiera del Paraguay Aquino

Kashima
5 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Germania Bandiera della Germania1 – 1
referto
Bandiera dell'Irlanda IrlandaKashima Stadium (35.854 spett.)
Arbitro: Bandiera della Danimarca Nielsen

Saitama
6 giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Camerun Bandiera del Camerun1 – 0
referto
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia SauditaSaitama Stadium (52.328 spett.)
Arbitro: Bandiera della Norvegia Hauge

Fukuroi
11 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Camerun Bandiera del Camerun0 – 2
referto
Bandiera della Germania GermaniaShizuoka Stadium (47.085 spett.)
Arbitro: Bandiera della Spagna López Nieto

Yokohama
11 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Arabia Saudita Bandiera dell'Arabia Saudita0 – 3
referto
Bandiera dell'Irlanda IrlandaStadio internazionale di Yokohama (65320 spett.)
Arbitro: Bandiera del Senegal Ndoye

Gruppo F[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera della Svezia Svezia 5 3 1 2 0 4 3 +1
2. Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 5 3 1 2 0 2 1 +1
3. Bandiera dell'Argentina Argentina 4 3 1 1 1 2 2 0
4. Bandiera della Nigeria Nigeria 1 3 0 1 2 1 3 -2
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Kashima
2 giugno 2002, ore 14:30 UTC+9
Argentina Bandiera dell'Argentina1 – 0
referto
Bandiera della Nigeria NigeriaKashima Stadium (34.050 spett.)
Arbitro: Bandiera della Francia Veissière

Saitama
2 giugno 2002, ore 18:30 UTC+9
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra1 – 1
referto
Bandiera della Svezia SveziaSaitama Stadium (52.721 spett.)
Arbitro: Bandiera del Brasile Simon

Kōbe
7 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Svezia Bandiera della Svezia2 – 1
referto
Bandiera della Nigeria NigeriaKōbe Wing Stadium (36.194 spett.)
Arbitro: Bandiera della Bolivia Ortubé

Sapporo
7 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Argentina Bandiera dell'Argentina0 – 1
referto
Bandiera dell'Inghilterra InghilterraSapporo Dome (35.927 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Italia Collina

Rifu
12 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Svezia Bandiera della Svezia1 – 1
referto
Bandiera dell'Argentina ArgentinaMiyagi Stadium (45.777 spett.)
Arbitro: Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Bujsaim

Osaka
12 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Nigeria Bandiera della Nigeria0 – 0
referto
Bandiera dell'Inghilterra InghilterraNagai Stadium (44.864 spett.)
Arbitro: Bandiera degli Stati Uniti Hall

Gruppo G[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera del Messico Messico 7 3 2 1 0 4 2 +2
2. Bandiera dell'Italia Italia 4 3 1 1 1 4 3 +1
3. Bandiera della Croazia Croazia 3 3 1 0 2 2 3 -1
4. Bandiera dell'Ecuador Ecuador 3 3 1 0 2 2 4 -2
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Niigata
3 giugno 2002, ore 16:30 UTC+9
Croazia Bandiera della Croazia0 – 1
referto
Bandiera del Messico MessicoNiigata Stadium (32.239 spett.)
Arbitro: Bandiera della Cina Lu

Sapporo
3 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Italia Bandiera dell'Italia2 – 0
referto
Bandiera dell'Ecuador EcuadorSapporo Dome (31.081 spett.)
Arbitro: Bandiera degli Stati Uniti Hall

Kashima
8 giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Italia Bandiera dell'Italia1 – 2
referto
Bandiera della Croazia CroaziaKashima Stadium (36.472 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Poll

Rifu
9 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Messico Bandiera del Messico2 – 1
referto
Bandiera dell'Ecuador EcuadorMiyagi Stadium (45.610 spett.)
Arbitro: Bandiera della Tunisia Daami

Ōita
13 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Messico Bandiera del Messico1 – 1
referto
Bandiera dell'Italia ItaliaŌita Stadium Big Eye (39.291 spett.)
Arbitro: Bandiera del Brasile Simon

Yokohama
13 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Ecuador Bandiera dell'Ecuador1 – 0
referto
Bandiera della Croazia CroaziaStadio internazionale di Yokohama (65862 spett.)
Arbitro: Bandiera della Costa Rica Mattus Vega

Gruppo H[modifica | modifica wikitesto]

Classifica[modifica | modifica wikitesto]
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Bandiera del Giappone Giappone 7 3 2 1 0 5 2 +3
2. Bandiera del Belgio Belgio 5 3 1 2 0 6 5 +1
3. Bandiera della Russia Russia 3 3 1 0 2 4 4 0
4. Bandiera della Tunisia Tunisia 1 3 0 1 2 1 5 -4
Incontri[modifica | modifica wikitesto]
Saitama
4 giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Giappone Bandiera del Giappone2 – 2
referto
Bandiera del Belgio BelgioSaitama Stadium (55.256 spett.)
Arbitro: Bandiera della Costa Rica Mattus Vega

Kōbe
5 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Russia Bandiera della Russia2 – 0
referto
Bandiera della Tunisia TunisiaKōbe Wing Stadium (30.957 spett.)
Arbitro: Bandiera della Giamaica Prendergast

Yokohama
9 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Giappone Bandiera del Giappone1 – 0
referto
Bandiera della Russia RussiaStadio internazionale di Yokohama (66108 spett.)
Arbitro: Bandiera della Germania Merk

Ōita
10 giugno 2002, ore 18:00 UTC+9
Tunisia Bandiera della Tunisia1 – 1
referto
Bandiera del Belgio BelgioŌita Stadium Big Eye (39.700 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Australia Shield

Osaka
14 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Tunisia Bandiera della Tunisia0 – 2
referto
Bandiera del Giappone GiapponeNagai Stadium (45.213 spett.)
Arbitro: Bandiera della Francia Veissière

Fukuroi
14 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Belgio Bandiera del Belgio3 – 2
referto
Bandiera della Russia RussiaShizuoka Stadium (46.640 spett.)
Arbitro: Bandiera della Danimarca Nielsen

Fase a eliminazione diretta[modifica | modifica wikitesto]

Tabellone[modifica | modifica wikitesto]

Ottavi di finale Quarti di finale Semifinali Finale
1E Bandiera della Germania Germania 1
2B Bandiera del Paraguay Paraguay 0 Bandiera della Germania Germania 1
1G Bandiera del Messico Messico 0 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 0
2D Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 2 Bandiera della Germania Germania 1
1B Bandiera della Spagna Spagna (dtr) 1 (3) Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud 0
2E Bandiera dell'Irlanda Irlanda 1 (2) Bandiera della Spagna Spagna 0 (3)
1D Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud (gg) 2 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud (dtr) 0 (5)
2G Bandiera dell'Italia Italia 1 Bandiera della Germania Germania 0
1A Bandiera della Danimarca Danimarca 0 Bandiera del Brasile Brasile 2
2F Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 3 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 1
1C Bandiera del Brasile Brasile 2 Bandiera del Brasile Brasile 2
2H Bandiera del Belgio Belgio 0 Bandiera del Brasile Brasile 1 Finale 3º posto
1F Bandiera della Svezia Svezia 1 Bandiera della Turchia Turchia 0
2A Bandiera del Senegal Senegal (gg) 2 Bandiera del Senegal Senegal 0 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud 2
1H Bandiera del Giappone Giappone 0 Bandiera della Turchia Turchia (gg) 1 Bandiera della Turchia Turchia 3
2C Bandiera della Turchia Turchia 1

Ottavi di finale[modifica | modifica wikitesto]

Seogwipo
15 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Germania Bandiera della Germania1 – 0
referto
Bandiera del Paraguay ParaguayJeju World Cup Stadium (25176 spett.)
Arbitro: Bandiera del Guatemala Carlos Batres

Niigata
15 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Danimarca Bandiera della Danimarca0 – 3
referto
Bandiera dell'Inghilterra InghilterraStadio Niigata (40582 spett.)
Arbitro: Bandiera della Germania Markus Merk

Ōita
16 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Svezia Bandiera della Svezia1 – 2
(d.t.s.)
referto
Bandiera del Senegal SenegalStadio Ōita (39747 spett.)
Arbitro: Bandiera del Paraguay Aquino

Suwon
16 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Spagna Bandiera della Spagna1 – 1
(d.t.s.)
referto
Bandiera dell'Irlanda IrlandaSuwon World Cup Stadium (38926 spett.)
Arbitro: Bandiera della Svezia Anders Frisk

Jeonju
17 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Messico Bandiera del Messico0 – 2
referto
Bandiera degli Stati Uniti Stati UnitiJeonju World Cup Stadium (36380 spett.)
Arbitro: Bandiera del Portogallo Vítor Melo Pereira

Kōbe
17 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Brasile Bandiera del Brasile2 – 0
referto
Bandiera del Belgio BelgioKōbe Wing Stadium (40440 spett.)
Arbitro: Bandiera della Giamaica Peter Prendergast

Rifu
18 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Giappone Bandiera del Giappone0 – 1
referto
Bandiera della Turchia TurchiaMiyagi Stadium (45666 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Italia Pierluigi Collina

Daejeon
18 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Corea del Sud Bandiera della Corea del Sud2 – 1
(d.t.s.)
referto
Bandiera dell'Italia ItaliaDaejeon World Cup Stadium (38588 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Ecuador Byron Moreno

Quarti di finale[modifica | modifica wikitesto]

Fukuroi
21 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra1 – 2
referto
Bandiera del Brasile BrasileShizuoka Stadium (47436 spett.)
Arbitro: Bandiera del Messico Felipe Ramos Rizo

Ulsan
21 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Germania Bandiera della Germania1 – 0
referto
Bandiera degli Stati Uniti Stati UnitiMunsu Football Stadium (37337 spett.)
Arbitro: Bandiera della Scozia Hugh Dallas

Gwangju
22 giugno 2002, ore 15:30 UTC+9
Spagna Bandiera della Spagna0 – 0
(d.t.s.)
referto
Bandiera della Corea del Sud Corea del SudWorld Cup Stadium (42114 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Egitto Gamal Al-Ghandour

Osaka
22 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Senegal Bandiera del Senegal0 – 1
(d.t.s.)
referto
Bandiera della Turchia TurchiaStadio Nagai (45233 spett.)
Arbitro: Bandiera della Colombia Óscar Ruiz

Semifinali[modifica | modifica wikitesto]

Seul
25 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Germania Bandiera della Germania1 – 0
referto
Bandiera della Corea del Sud Corea del SudSeoul World Cup Stadium (65256 spett.)
Arbitro: Bandiera della Svizzera Urs Meier

Saitama
26 giugno 2002, ore 20:30 UTC+9
Brasile Bandiera del Brasile1 – 0
referto
Bandiera della Turchia TurchiaSaitama Stadium (61058 spett.)
Arbitro: Bandiera della Danimarca Kim Milton Nielsen

Finale per il terzo posto[modifica | modifica wikitesto]

Taegu
29 giugno 2002, ore 20:00 UTC+8
Corea del Sud Bandiera della Corea del Sud2 – 3
referto
Bandiera della Turchia TurchiaTaegu World Cup Stadium (63 483 spett.)
Arbitro: Bandiera del Kuwait Mane

Finale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Finale del campionato mondiale di calcio 2002.
Yokohama
30 giugno 2002, ore 20:00 UTC+9
Germania Bandiera della Germania0 – 2
referto
Bandiera del Brasile BrasileStadio internazionale di Yokohama (69029 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Italia Pierluigi Collina

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Germania
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Brasile
Bandiera della Germania Germania (3-4-1-2)
P 1 Oliver Kahn
D 2 Thomas Linke
D 5 Carsten Ramelow
D 21 Christoph Metzelder
C 22 Torsten Frings
C 8 Dietmar Hamann
C 16 Jens Jeremies Uscita al 77’ 77’
C 15 Marco Bode Uscita al 84’ 84’
C 19 Bernd Schneider
A 11 Miroslav Klose Ammonizione al 9’ 9’ Uscita al 74’ 74’
A 7 Oliver Neuville
Sostituzioni:
A 20 Oliver Bierhoff Ingresso al 74’ 74’
A 14 Gerald Asamoah Ingresso al 77’ 77’
C 6 Christian Ziege Ingresso al 84’ 84’
CT:
Bandiera della Germania Rudi Völler
Bandiera del Brasile Brasile (3-4-1-2)
P 1 Marcos
D 3 Lúcio
D 5 Edmílson
D 4 Roque Júnior Ammonizione al 6’ 6’
C 2 Cafu
C 8 Gilberto Silva
C 15 Kléberson
C 6 Roberto Carlos
C 11 Ronaldinho Uscita al 85’ 85’
A 10 Rivaldo
A 9 Ronaldo Uscita al 90’ 90’
Sostituzioni:
C 19 Juninho Paulista Ingresso al 85’ 85’
C 17 Denílson Ingresso al 90’ 90’
CT:
Bandiera del Brasile Luiz Felipe Scolari

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica marcatori[modifica | modifica wikitesto]

8 reti
5 reti
4 reti
3 reti
2 reti
1 rete
Autoreti

Record[modifica | modifica wikitesto]

  • Gol più veloce: Hakan Şükür (Corea del Sud-Turchia, finale 3º posto, 30 giugno, 1º minuto)
  • Gol più tardivo: Ahn Jung-hwan (Corea del Sud-Italia, ottavi di finale, 18 giugno, 117º minuto)
  • Primo gol: Papa Bouba Diop (Francia-Senegal, partita inaugurale, 31 maggio, 30º minuto)
  • Ultimo gol: Ronaldo (Germania-Brasile, finale 1º posto, 30 giugno, 79º minuto)
  • Miglior attacco: Brasile (18 reti segnate)
  • Peggior attacco: Arabia Saudita , Cina e Francia (0 reti segnate)
  • Miglior difesa: Argentina (2 reti subite)
  • Peggior difesa: Arabia Saudita (12 reti subite)
  • Miglior differenza reti: Germania (+10)
  • Partita con il maggior numero di gol: Germania-Arabia Saudita 8-0 (fase a gironi, 1º giugno, 8 gol)
  • Partita con il maggior scarto di gol: Germania-Arabia Saudita 8-0 (fase a gironi, 1º giugno, 8 gol di scarto)

Premi[modifica | modifica wikitesto]

[52] Miglior marcatore
(Scarpa d'oro)
Miglior giocatore
(Pallone d'oro)
Premio Yashin Miglior giovane Premio FIFA Fair Play
Oro Bandiera del Brasile Ronaldo (8) Bandiera della Germania Oliver Kahn Bandiera della Germania Oliver Kahn Bandiera degli Stati Uniti Landon Donovan Bandiera del Belgio Belgio
Argento Non assegnato Bandiera del Brasile Ronaldo Non assegnato Non assegnato Non assegnato
Bronzo Non assegnato Bandiera della Corea del Sud Hong Myung-bo Non assegnato Non assegnato Non assegnato

All-Star Team[53][modifica | modifica wikitesto]

Portieri Difensori Centrocampisti Attaccanti
Bandiera della Germania Oliver Kahn
Bandiera della Turchia Rüştü Reçber
Bandiera del Brasile Roberto Carlos
Bandiera dell'Inghilterra Sol Campbell
Bandiera della Spagna Fernando Hierro
Bandiera della Corea del Sud Hong Myung-bo
Bandiera della Turchia Alpay Özalan
Bandiera del Brasile Rivaldo
Bandiera del Brasile Ronaldinho
Bandiera della Germania Michael Ballack
Bandiera degli Stati Uniti Claudio Reyna
Bandiera della Corea del Sud Yoo Sang-chul
Bandiera del Brasile Ronaldo
Bandiera della Germania Miroslav Klose
Bandiera del Senegal El Hadji Diouf
Bandiera della Turchia Hasan Şaş

Arbitri[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storie Mondiali - La Corea del Sud e la scandalosa eliminazione dell'Italia nel 2002, su goal.com, 14 novembre 2022.
  2. ^ (EN) Goddard Lexie, Sports Marketing: Beer for Breakfast, su campaignlive.co.uk, Campaign. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  3. ^ (EN) Curtis Polly, School succumbs to football fever, su theguardian.com, The Guardian. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  4. ^ Massimo Vincenzi, Buffon alle prese con la "palla matta", su repubblica.it, 23 maggio 2002. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  5. ^ Vittorio Zucconi, Biglietti, stadi e turisti. Il Mondiale è stato un flop, su repubblica.it, 30 giugno 2002. URL consultato il 28 febbraio 2018.
  6. ^ (EN) Andrew Demaria, FIFA to probe empty seats, su archives.cnn.com, CNN.com, 1º giugno 2002. URL consultato il 18 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2007).
  7. ^ a b Luigi Guelpa, Quelle prove schiaccianti che hanno azzerato la Fifa, su ilgiornale.it, 3 giugno 2015. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  8. ^ Guezzaz, il quarto uomo amico di Blatter che convinse Moreno a eliminare l’Italia, su ilsecoloxix.it. URL consultato il 3 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2017).
  9. ^ Daegu World Cup Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2002).
  10. ^ Seoul World Cup Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  11. ^ Busan Asiad Main Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2002).
  12. ^ Incehon Munhak Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  13. ^ Ulsan Munsu Football Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2002).
  14. ^ Suwon World Cup Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  15. ^ Gwangju World Cup Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  16. ^ Jeonju World Cup Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  17. ^ Jeju World Cup Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  18. ^ Daejeon World Cup Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2002).
  19. ^ International Stadium Yokohama, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  20. ^ Saitama Stadium 2002, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2002).
  21. ^ Shizuoka Stadium Ecopa, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  22. ^ Nagai Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  23. ^ Miyagi Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  24. ^ Oita Stadium Big Eye, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2002).
  25. ^ Niigata Stadium Big Swan, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  26. ^ Ibaraki Kashima Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2002).
  27. ^ Kobe Wing Stadium, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2002).
  28. ^ Sapporo Dome, in FIFA (Fédération Internationale de Football Association). URL consultato il 19 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2002).
  29. ^ Fino al 1990 partecipante come Unione Sovietica.
  30. ^ Fino al 1990 partecipante come Germania Ovest.
  31. ^ Bortolotti, p. 194.
  32. ^ a b c d e f g Bortolotti, p. 195.
  33. ^ La Repubblica/mondiali2002: Paraguay, gran primo tempo Poi arriva il Sud Africa: 2-2
  34. ^ Rainews24.it
  35. ^ a b c d Bortolotti, p. 196.
  36. ^ La Repubblica.it
  37. ^ Highlights dell'incontro trasmessi dalla BBC
  38. ^ a b Bortolotti, p. 193.
  39. ^ a b c d e Bortolotti, p. 197.
  40. ^ (EN) The Number Game, su footballspeak.com, 22 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2012).
  41. ^ L'Italia parte bene, battuto l'Ecuador 2-0, su repubblica.it, 3 giugno 2002. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  42. ^ Un reportage sugli errori arbitrali di questo Mondiale. Dai torti subiti dall'Italia e dalla Spagna, ai favori ricevuti dal Brasile, al cammino pilotato dei padroni di casa de..., su sport.it (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2013).
  43. ^ Italia battuta dai croati Annullati due gol: 1-2, su repubblica.it, 8 giugno 2002. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  44. ^ 13-06-2002 Italia-Messico 1-1 3ª giornata 1ª Fase
  45. ^ Bortolotti, p. 198.
  46. ^ La Repubblica.it
  47. ^ Scandalo fifa - Guezzaz, il quarto uomo amico di Blatter che convinse Moreno a eliminare l’Italia. URL consultato il 3 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2017).
  48. ^ La Repubblica/mondiali2002: Inghilterra a casa Brasile in semifinale
  49. ^ a b c d e f Bortolotti, p. 203.
  50. ^ Andrea Di Nicola, repubblica.it
  51. ^ Edizione speciale di AS di sabato 22 giugno 2002, in pdf
  52. ^ "2002 FIFA World Cup Korea/Japan - Awards", su fifa.com. URL consultato l'11 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2020).
  53. ^ (EN) The All-Stars - 2002 FIFA World Cup, su rediff.com. URL consultato il 20 maggio 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Adalberto Bortolotti, I campionati mondiali, in AA.VV., Enciclopedia dello Sport - Calcio, Roma, Treccani, 2002.

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